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Gli Scolopi a Savona (1622-2022). La miopia della classe politica. Quattro secoli di istruzione popolare


Nel 2022 si è celebrato il IV centenario della presenza dei Padri Scolopi, che hanno iniziato la loro opera educativa e didattica, gratuita verso tutti i fanciulli e senza alcuna distinzione di ceto, così come imposto dal loro fondatore.

di Ezio Marinoni

Nel 1971, con la chiusura del Collegio di Monturbano, i Padri lasciano Savona e si trasferiscono nel collegio “Calasanzio” di Genova Cornigliano, con i documenti e i ricordi di 350 anni di vita savonese: d’un sol colpo, 350 anni di una straordinaria storia culturale vengono cancellati dalla miopia di una classe politica che non ha saputo apprezzare la funzione sociale dell’istituzione che più di ogni altra aveva contribuito alla crescita culturale della gioventù savonese.

Con la chiusura del Collegio cessa anche l’attività dell’Unione Ex Allievi, qualcuno pensa di costituire l’Associazione Amici degli Scolopi, aperta a tutti, con lo scopo di proporre la dimensione spirituale degli Scolopi: difesa della dignità dell’uomo e dei suoi valori culturali, etici e religiosi. L’atto costitutivo dell’Associazione, fondata il 10 giugno 1990, è stato redatto il 22 ottobre 1993 e da allora, pur tra le difficoltà che incontra chi persegue valori e ideali, l’Associazione resiste.

In una città ferita dalla ferocia genovese del 1528, che arriva a distruggere il porto per cancellare la sua forza commerciale, si avverte la necessità di avere un gruppo di insegnanti per i fanciulli, senza distinzione sociale e religiosa, che possano imparare a leggere e scrivere e far di conto. In un lento processo di ricostruzione del tessuto urbano, il Consiglio degli Anziani decide di avallare una supplica di Monsignor Alessandro Abbati e, nel 1622, gli Scolopi arrivano a Savona. L’ordine religioso dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, conosciuti come Padri Scolopi, è stato fondato da Giuseppe Calasanzio, che nel 1597 ha aperto a Roma la prima scuola popolare gratuita in Europa.

Insediatisi in casa dell’Abbati, in contrada Scarzeria, gli Scolopi iniziano l’insegnamento il 1° novembre 1622, con otto classi di trecento scolari. Lo sviluppo delle scuole va di pari passo con lo sviluppo delle vocazioni, a Savona e a Carcare ove gli Scolopi erano giunti dal 1621; nasce così la Provincia ligure dell’Ordine in aggiunta a quella romana.

Alla morte dell’Abbati i Padri acquistano, grazie ad un sussidio del Consiglio della città, la casa di Filiberto Pavese in contrada Chiappinata, dove si ricava una chiesa, e nel gennaio 1630 vengono inaugurate le nuove scuole. Il 25 gennaio 1643 Maria Missoni, vedova del nobile savonese Nicolò Bardolla, lascia con testamento i suoi beni agli Scolopi.

Alle cinque del 7 luglio 1648, durante un temporale, un fulmine colpisce le polveri custodite nella fortezza di San Giorgio e la fa esplodere: crollano 209 case e muoiono 850 persone. Nel quartiere di Chiappinata crollano la casa e la chiesa degli Scolopi, sei Padri, dei dieci che compongono la comunità religiosa, muoiono.

Nel 1653 si concludono i lavori di ricostruzione della chiesa e del convento, tra quelle mura gli Scolopi abiteranno per quasi tre secoli. Alla fine del Seicento è istituito il Collegio, ben presto mèta di convittori da tutta la Liguria, dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dal Ducato di Parma, dalla Puglia e dalla Sicilia, dalla Spagna e dal Portogallo. Pur ospitando molti nobili, le Scuole Pie mantengono la scuola popolare gratuita voluta dal fondatore.

Il Settecento è il periodo più fecondo per gli Scolopi a Savona, quando padre Assarotti introduce nuovi metodi per l’insegnamento ai sordomuti. Nel 1745 venne acquistata la villa della nobile famiglia Corsi, sul poggio di Monturbano, per la villeggiatura estiva dei Padri e dei convittori.

Nello stesso secolo hanno inizio le Accademie, che per due secoli hanno la funzione di esami pubblici. L’alunno dell’ultimo anno, che ha svolto il saggio migliore, viene proclamato “Principe dell’Accademia” e il suo ritratto ad olio conservato nei corridoi delle scuole. Alle famiglie che desiderano inviare i loro figli in collegio viene fornito un prospetto di regole che ha per titolo: Informazione del Collegio dei Padri delle Scuole Pie in Savona sotto l’invocazione di san Filippo Neri e protezione del Serenissimo Senato di Genova.

La Rivoluzione francese cambia tutto: le truppe francesi entrano in Savona nel 1794, gli Scolopi tengono aperta la scuola fino alla soppressione, che arriva con decreto del 25 ottobre 1810; i Padri proseguono la scuola privatamente in altri locali, fino al 4 maggio 1814, quando vengono reintegrati nei loro beni.

Nel collegio di Carcare il varazzino padre Domenico Buccelli teorizza la riforma didattica che porterà la lingua italiana, prima di allora soffocata dallo studio del latino, a divenire base dei programmi d’insegnamento.

Il 23 luglio 1822 Re Carlo Felice istituisce le scuole elementari con il titolo di “scuole comunali” e nel 1824 gli Scolopi fondano a Savona la prima scuola comunale, per incarico del Comune; nel 1830 fondano una scuola ad indirizzo commerciale. Nel 1831 Re Carlo Alberto affida l’educazione dei suoi figli a padre Lorenzo Isnardi, scolopio savonese, e concede alle Scuole Pie di Savona il permesso di aggiungere il titolo di “Reale” alla denominazione del collegio e di affiggere lo stemma sabaudo sul portone.

Durante il Risorgimento le Scuole Pie sono determinanti per la formazione spirituale e politica dei giovani savonesi. Il 7agosto 1847, per iniziativa della Società Economica, nasce l’Asilo infantile che avrà per lunghi anni alla guida lo scolopio padre Giovanni Solari, mentre padre Francesco Pizzorno dà un importante contributo alla stampa locale. Ricordiamo alcuni tra i grandi “Principi dell’Accademia” del XIX secolo: Giacomo Astengo, Pietro Giuria, Leopoldo Marenco, Giuseppe Saredo, Anton Giulio Barrili, Vittorio Poggi, Luigi Corsi, Pietro Sbarbaro, Paolo Boselli, Leonardo Murialdo, Luigi Einaudi.

Intanto, in base alla legge 7 luglio 1866, i beni delle Scuole Pie vengono incorporati al demanio dello Stato, passando successivamente al comune di Savona.

Le nuove realtà urbanistiche della città impongono l’abbandono della sede storica di via Riario, l’antica via Chiappinata, e la costruzione, tra il 1905 e il 1907, dei due edifici ai lati della villa Corsi di Monturbano. Nel 1922 si celebra il terzo centenario della fondazione del collegio ed il 7 febbraio 1926 è inaugurato il nuovo teatro di Monturbano. Nel 1937 il ginnasio viene “parificato” e nel 1938 nasce la nuova palestra.

Negli Anni Cinquanta del Novecento in estate si portavano i ragazzi in montagna, a Cogne e a Champoluc, per soggiorni di vacanza. L’aspirazione ad avere una residenza propria, nel 1957, induce Padre Mario Pastore ad acquistare l’ex Albergo Savoia di Balme, nelle Valli di Lanzo, con una parte del terreno circostante. Da allora, Balme diventa il punto di riferimento per le vacanze estive degli allievi ed ex allievi di Savona, Carcare, Genova ed Ovada.

Nel 2018 l’Unione ex Allievi ha promosso un importante restauro. Settant’anni prima ricorreva il trecentesimo anniversario della morte di san Giuseppe Calasanzio, avvenuta a Roma nel 1648.

A Savona, fra le iniziative organizzate per ricordarne la figura e l’opera, si realizza un pannello in maiolica raffigurante il santo, posto all’ingresso dell’edificio scolastico di Monturbano, dove gli Scolopi si erano trasferiti dal centro città nel 1907. L’opera è realizzata dal pittore Carlo Felice Dellepiane (Valenza Po, 1888-Torino, 1981), che si ispira a uno dei più noti “santini” diffusi nella prima metà del secolo scorso.

Si consiglia, per chi fosse interessato alla storia degli Scolopi a Savona nei primi trecento anni, il saggio di Anna Maria Ferrero Le Scuole Pie di Savona 1622-1922, Tipografia Priamàr, 1967, a cura della Unione ex allievi; lo studio è tratto dal primo volume della nuova serie degli Atti e memorie della Società Savonese di Storia Patria (1967).

Ezio Marinoni


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