Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano ‘enciclopedia’ unica in Liguria. 20 anni di ricerche. Storia, racconti e curiosità di città e paesi. Dal mare ai monti. Il capitolo ‘monachelle monelle e feudatarie’ a danno del buon costume


Dalla rianimazione al centro trapianti. Paolo Geraci medico umanista pensionato. Conosce e si innamora di Loano da bambino. Ai posteri della Liguria e non solo lascia, quale autore, un’eredità storica e culturale unica.

Il dr. Paolo Geraci vent’anni di studio e ricerche per completare due volumi di preistoria e storia dei liguri (vedi Trucioli.it)

Due volumi, quasi mille pagine, all’insegna della costanza e lui aggiunge del ‘divertimento’. Volumi ricchi anche di centinaia di immagini, personaggi di ieri e di oggi. Molto interessante ed istruttivo leggere certe ‘note e biografie’ sempre documentate.

Trucioli.it pubblica il capitolo ‘Le monache monelle come feudatarie’ a Loano. Al punto di imporre che ‘Loano dovrà fornire ogni anno al Comune di Albenga non soltanto imposte, ma anche uomini da impiegare  per scopi militari e di lavoro’.

Il loro convento è la cosiddetta ‘casa dei marmi‘ (Ca’ si Marmi). Esiste ancora una traccia evidente in un edificio  davanti al Kursaal. Si apprende che “negli anni le monache diventano sempre meno virtuose, non rispettano la regola  ed assumono addirittura, alcune di loro,  comportamenti francamente immorali  a danno del buon costume‘. Si dipinge quel cenobio come nido di estrema dissolutezza. Sta di fatto che verso la metà del Ducento, i loro superiori ecclesiastici iniziano ad inquietarsi  e a cercare di allontanarle dal convento. Persino minacce e ordini scritti  dallo stesso pontefice  Innocenzo IV ( Sinibaldo Fieschi in carica dal 1236 al 1254)  e poi dal successore Alessandro IV (1254-1261). Una lettera anche al vescovo di Albenga  in cui il papa sostiene  che il monastero delle Benedettine di Loano gli ‘risulta decaduto nelle cose spirituali e temporali’. Ingiunge di assegnare quel monastero, con tutti i suoi estesi possedimenti,  al convento della suore Clarisse di Genova  che ‘suscitano compassione per la loro povertà‘. Il vescovo è frate Lanfranco Di Negro (17 febbraio 1255), simpatizzante guel, e come tale amico  dei Fieschi. Poi un ceto canonico  amico del papa, tal Reynaldo di Chiedi, viene incaricato di occuparsi  della faccenda in loco, ‘di persona personalmente’.  Fallisce una prima volta, ma la seconda nel 1259 ce la fa minacciando l’uso delle armi. Nel 1259 vengono firmati due documenti notarili: uno per il trasferimento di tutti i beni da un monastero all’altro (alla faccia della povertà delle Clarisse), l’altro per l’investitura in proprietà diretta del monastero al procuratore delle Clarisse di Genova.  Lo sgombero avrà luogo nel 1260. Dove saranno spedite le monache Benedettine  non è dato a sapere.

Leggi il capilo completo.

 

 


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