Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Comprensorio Savonese tra rigassificatore e inceneritore. La mobilitazione dei cittadini. Le possibili alternative di strategia virtuosa


La prospettiva del nostro territorio, dichiarato ufficialmente zona socio-economica depressa, è di fronte a una deriva con ulteriori criticità.

di Giovanni Maina

Il presidente Toti, il sindaco Monica Giuliano (ora ex) di Vado Ligure e Angelo Vaccarezza coordinatore regionale di Cambiamo! e capogruppo in consiglio regionale rieletto con 4540 voti, il più votato tra tutti i candidati della provincia di Savona.

Quasi fosse succube di un destino ultra secolare senza fine, di aggressione pesante ad un ambiente di grande pregio.

PASSATO- Schematicamente, è stato un vero paradiso naturale conservato fino alla prima fase dell’era industriale che ha garantito un benessere basato sulla siderurgia al costo di un forte impatto ambientale.

Ovviamente moltissimi furono anche i posti di lavoro nelle virtuose attività industriali e non, quali quelle automobilistiche, portuali, ferroviarie, metalmeccaniche ed elettriche.

Viceversa tutto il settore energetico, basato su carbone e petrolio, ha degradato la vivibilità e l’ambiente con le attività connesse, portando un contributo occupazionale relativamente modesto.

Una seconda fase, fino da un decennio fa, ha visto una graduale ma consistente eliminazione delle attività nocive e dei relativi numerosi posti di lavoro.

PRESENTE- Così, da una parte si è verificata una grande perdita di occupazione con la scomparsa anche di molte attività sostenibili. (metalmeccanica Fiat e indotto, scalo ferroviario e grande officina manutenzione, porto rinfuse, Magrini…)

Mentre dall’altra, notevole è stato il miglioramento delle condizioni di vivibilità ambientale e  di salute, con un notevole incremento del turismo e della relativa occupazione. Non più morti e malati causati dai gas di scarico della caldaia a carbone dismessa, della centrale di Vado.  in un raggio di oltre 20 km.

Eliminati anche i gas derivanti dalla cokeria  del carbone delocalizzata da Vado a Cairo Montenotte. Sui tetti sono  ricomparsi i muschi e i licheni, segnale di aria meno inquinata. Non più macchie di catrame sulle spiagge, dopo l’eliminazione delle petroliere. Mare più pulito dopo l’entrata in funzione del depuratore del litorale savonese. Anche la dismissione del cantiere di demolizione navale di porto Vado, ha contribuito al processo di disinquinamento generale,

FUTURO- Tuttavia, da un decennio, è iniziata una terza fase, che ha visto ancora un altra inversione di tendenza verso l’installazione di nuove attività che comportano pochi posti di lavoro al prezzo di un pesante impatto di effetti negativi. Lo storico algoritmo nuovamente applicato… E’ vero che le grandi navi Costa da crociera costituiscano un grande potenziale turistico peraltro male utilizzato, ma  durante l’attracco alle banchine non elettrificate emettono grandissime quantità di gas serra e nocivi a meno di 300 metri dal centro di Savona.

La piattaforma Maersk a Vado Ligure produce un’invasione di Tir e un  traffico inquinante e pericoloso. In mancanza di un binario ferroviario adeguato, peraltro previsto da progetto per trasportare il 39% dei container.  Quindi anche grandi accatastamenti di container  ovunque, ma nessuna attività di trasformazione/lavorazione delle merci, vero motore dell’occupazione.

Mentre sono in fase di proposta e/o reale realizzazione:

Nuovo casello autostradale a Bossarino da 5 milioni di €…. Si prospetta poi un ampliamento della discarica con prolungamento della filiera di trattamento dei rifiuti, che si teme funzionale a un grande impianto: Inceneritore a scala regionale più volte ipotizzato.

E infine il  Rigassificatore proposto dal governo e che il governatore Toti vuole imporre con urgenza, nel golfo di  Vado-Savona.  un progetto privato della SNAM, una SPA con il 31% di proprieta della Cassa Depositi e Prestiti. La quale CDP è di proprietà del Ministero delle Finanze al 88% ).

I sostenitori  di questa strategia  escludono  le ALTERNATIVE  POSSIBILI.

VICEVERSA  esiste UNA STRATEGIA  VIRTUOSA per superare la pandemia energetica, nel rispetto delle norme Internazionali, della UE e Nazionali.

Di fronte  a una ARMAGEDDON è in corso una mobilitazione generale dei cittadini, da un lato a sostegno delle proposte basate su principi scientifici e tecnologie sostenibili, mentre dall’altro mirano a una gestione democratica partecipata dell’energia che produca la tutela e la vivibilità ambientale, con RISPARMI IN BOLLETTA e non SUPERPROFITTI  PRIVATI.

In primis NO al RIGASSIFICATORE, (all’accumulo e alla nuova rete a terra) perchè:

1)  NON NECESSARIO. Lo dimostrano i dati di utilizzazione e approvvigionamento del gas metano attuali e la strategia di interventi alternativi. Si tratta di sostituire la quota russa del 14%, con contratti aggiuntivi già concordati con Algeria, Libia, Azerbaigian e altri in definizione. Si noti che i prezzi sono di gran lunga inferiori a quelli del GNL attualmente già fornito da USA e  da altri fornitori, per alimentare i 3 impianti esistenti di Panigaglia (Sp ), Rovigo e Livorno.

Inoltre anche strategicamente non è indispensabile superare la quota del 21% di GNL quando il mercato offre altre fonti di approvvigionamento di gas metano a costi molto minori. E soprattutto è uno spreco di risorse investire MLD in impianti che devono durare pochi anni e per giunta sono vietati dalle direttive UE che viceversa prevedono l’inizio immediato della transizione al superamento dei combustibili fossili, che così viene ulteriormente rinviata.

Quindi molto più opportuno sarebbe, investire su H verde, che condurrebbe il Paese verso l’autonomia energetica e la diminuzione dei costi della bolletta. Infatti molto diffusa e la convinzione che si tratti di un investimento speculativo con utili privati, che aumenta i costi pubblici del sistema energetico, diminuendone anche la sicurezza.

Inoltre rafforza la tesi dell’inutile investimento, il fatto che a fine agosto, le scorte di gas nei siti naturali e nei serbatoi sono al 93% e ammontano a 13 MLN di m3, un terzo del fabbisogno annuale, già sufficienti per i quattro mesi invernali.

2) IL  FABBISOGNO DI GAS DIMEZZA, con le svolte strategiche della mobilità,  della produzione dell’energia, dettate da una innovativa cultura, che può svolgere un ruolo fondamentale. Occorre passare il 50% delle merci dalla gomma al ferro. Un treno toglie dalla strada 40 Tir.

La mobilita elettrica dei treni e quella  urbana, dei mezzi pubblici e privati riduce, il consumo di energia a molto meno della metà. L’efficienza (95%) del motore elettrico è il triplo del diesel.

Nelle centrali a gas il metano può essere sostituito dall’idrogeno al 15% subito, utilizzando gli attuali impianti turbogas. IL MW da H verde (prodotto dall’acqua di mare con elettrolizzatori alimentati da fonti sostenibili e rinnovabili eolico e fotovoltaico) costa come quello da metano.

Dunque è concreta la possibilità immediata e graduale di abbandonare il metano, secondo le direttive UE, che vieta la costruzione di nuovi impianti a combustibili fossili e dunque anche  di rigassificare altro GNL.

Persino il riscaldamento globale da un contributo alla transizione verde, con inverni meno freddi. Infine è noto che abbassando di C la temperatura della casa, si risparmia il 5% del gas.

3) AUTOPRODUZIONE DELL’ENERGIA. Si tratta di un investimento in impianti solari termici e fotovoltaici molto efficaci, con risparmi di energia da prelevare dalle reti  elettrica e del gas, molto vantaggiosi sia per il privato che li installa, sia per lo stato, anche se li finanzia al 50% ( solo il fotovoltaico) con gli incentivi.

Ad esempio, con  1 MLD  circa, del rigassificatore con  accumulo e rete di Vado Ligure, lo stato può rimborsare con gli incentivi, la metà di 100 mila impianti da 6 KW, con accumulo, che produrranno per 40 anni, tanto quanto una centrale a gas pari a circa quella di Vado. Oppure questo modello autoproduttivo, farebbe risparmiare ogni anno, quasi la metà del gas rigassificato, per i futuri 40 anni di vita degli impianti di autoproduzione. Ovviamente poi, gli impianti fotovoltaici producono energia con  il sole a costo zero, mentre il rigassificatore usa GNL a costo di mercato assai notevole. Oggi doppio del metano naturale.

Un progetto sinergico ed ecologico, vero affare per lo stato e i cittadini. Mentre la SNAM continuerebbe a gestire i suoi rigassificatori già in funzione. Ma affinchè ciò possa avvenire occorre che si compia una svolta epocale: dalla CULTURA del PROFITTO a quella del BENESSERE INTEGRALE dell’UOMO.

Obiettivo la vivibilità quotidiana, tecnologica, economica, auspicata dagli scienziati e altrimenti sostenuta dall’Enciclica di Papa FrancescoLaudato si “ dove i pericoli dell’Antropocene sono azzerati se l’economia del Profitto è subordinata all’ecologia .

Infine la cultura che vuole imporre frettolosamente il rigassificatore, confligge anche contro l’articolo 9 della Costituzione. Questa legge fondamentale obbliga, anche i politici privi di una visione adeguata, alla tutela del patrimonio naturale del Paese (ambiene e paesaggio).

Pertanto questo progetto, non necessario, che altera anche l’identità preziosa del Comprensorio Savonese, degradando le sue componenti di terra, mare e aria, con una tecnologia pericolosa, energivora e antieconomica “non s’ha da fare”. Sempre che i decisori se ne facciano una ragione.

Giovanni Maina

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