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Intervista/ Carlo Cerva: Dai Gesuiti ho imparato cosa sia la gioia di credere e la gioia di impegnarsi per il bene comune. La Diocesi oggi? Un barcone senza bussola. Il sindaco Russo? Un plauso e non dimentichi le priorità


Carlo Cerva memoria storica di Savona e non solo. Per i ruoli ricoperti, un scrupoloso testimone di oltre oltre 70 anni di storia politica Savonese e ligure. E’ stato segretario regionale Dc ai tempi di Paolo Emilio Taviani, Carlo Russo e sen. Franco Varaldo. Per sei volte eletto in Consiglio Comunale a Palazzo Sisto IV, 4 volte con la Dc e, quando la DC non c’era più, due volte nei Democratici di Sinistra. Oltre che Presidente Associazione A Campanassa.

di Alessandro Venturelli

Le tue origini, i ricordi di papà e mamma, dove hai trascorso l’infanzia. Le tue vacanze dell’epoca. Le mete preferite.

Il rag. Carlo Cerva già funzionario della Sip

La famiglia Cerva proviene da una antica casata, fiorita originariamente in Piemonte. Io sono nato a Savona, nel quartiere di Villapiana il 24 aprile 1939 da papà Alessandro, nativo di Ceva, e mamma Luigia, nativa di Savona. La loro unione era il risultato dell’incontro del loro grande amore con la Fede in Dio. Erano gli anni difficili e dolorosi della guerra e della dittatura, ma i miei genitori formarono la famiglia ben saldi nei principi cristiani di ferventi cattolici, impegnati anche per motivi specifici, che hanno radici nelle verità più profonde della visione cristiana della vita. Dopo la guerra, quando tante donne e tanti uomini di buona volontà si impegnarono nel promuovere ed affermare lo Stato democratico, nacque mia sorella Gisella. E fummo, nonostante le tante difficoltà, una famiglia felice. La mia vita negli anni della fanciullezza e dell’adolescenza si svolse tra Savona, Calizzano nella Valle Bormida, il Piemonte, in particolare a Frabosa Soprana e nella Val d’Aosta.

Gli anni della scuola e gli studi. Quale erano le materie preferite.

A scuola fui un pessimo studente, studiavo solo le materie che mi piacevano, tralasciando le altre con le conseguenze del caso. Le mie materie preferite: Italiano, Latino, Storia, Diritto pubblico, lingua francese e lingua inglese, religione e infarinatura di filosofia. Frequentai le elementari e le medie alle Scuole Pie di Savona, poi a Ragioneria. 

Come era Savona in quel periodo. Qualche ricordo in modo particolare.

Savona in quel tempo era un grande paese dove tutti si conoscevano, dove si lavorava alacremente alla rinascita della comunità. Pensando alla mia Savona di allora, non posso non pensare a “Don Camillo e Peppone” di Guareschi, quante figure si accavallano nella mia mente, mentre si incontrano o si scontrano, essendo poi tutti solidali nella rinascita e nell’impegno a riscattarsi con il lavoro.

Quando ti sei avvicinato al mondo delle associazioni e a quello della politica. Oggi cosa è cambiato.

Mi sono iscritto all’Azione Cattolica nel 1948 nell’Associazione delle Scuole Pie, retta dai Padri Scolopi, per passare poi, nelle Medie Superiori, all’Associazione di Azione Cattolica “Giuseppe Tovini” retta dai Padri Gesuiti. Fu lì che si consolidò l’impegno di tutta la mia vita, lavorare per il mio prossimo, in nome di Gesù. Fui presidente per 12 anni dell’Associazione Giuseppe Tovini, anni che hanno lasciato un segno indelebile in me. L’insegnamento dei Padri Gesuiti fu fondamentale, imparai attraverso loro cosa sia la gioia di credere e la gioia di impegnarsi per il bene comune. Nell’ambito dell’Azione Cattolica Diocesana, fui Vice Presidente e Tesoriere.

Quali cariche hai ricoperto nella Democrazia Cristiana nel corso degli anni. Chi erano i tuoi referenti. Il personaggio politico al quale eri più legato. E chi ha lasciato un’impronta a Savona.

Nel 1960 andai alla cosiddetta “matricola del voto” della Democrazia Cristiana. Lì conobbi Giancarlo Poddine, che era responsabile allora del movimento giovanile della DC, un esempio di grande galantuomo. Giancarlo Poddine e l’allora Don Lorenzo Vivaldo, che fu poi Vescovo di Massa Marittima, e che era l’assistente diocesano dell’azione Cattolica, si misero in testa di farmi occupare di politica attivamente. Cominciò così un percorso che mi ha visto impegnato a livello giovanile dapprima, e poi via via sempre più avanti nel partito a ricoprire incarichi di responsabilità.

Dopo l’impegno nel movimento giovanile DC, fui segretario di zona di Savona (che comprendeva Vado Ligure, Bergeggi, Quiliano, Savona Albisola Mare e Albissola Superiore), oltre varie cariche a livello provinciale per arrivare nel 1969 a vicesegretario regionale vicario della DC e segretario Regionale, cariche alle quali fui richiamato nel 1982 per volontà del Senatore Paolo Emilio Taviani. Fui contestualmente membro del Consiglio Nazionale del Partito.

Sul piano locale, i referenti più immediati furono i Savonesi Carlo Russo e Franco Varaldo, che credo abbiano lasciato un’impronta importante a Savona; sul piano più generale Paolo Emilio Taviani e Emilio Colombo. Fondamentale la testimonianza coerente della vita cristiana di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti.

Da pubblico amministratore che ruoli hai ricoperto.

Tra il 1969 ed il 1990 – quindi per 21 anni consecutivi – fui membro del comitato regionale della DC e per due volte vice segretario regionale e due volte segretario regionale e membro consiglio nazionale della DC.

Eletto sei volte in Consiglio Comunale a Savona, di cui quattro volte nella lista della Democrazia Cristiana e, quando la DC non c’era più, due volte nei Democratici di Sinistra.

Presidente di Commissione in Consiglio Comunale. Segretario provinciale di categoria Sindacato CISL telefonici. Consigliere Nazionale del Sindacato CISL telefonici. Vice presidente e tesoriere diocesani GIAC. Presidente Associazione Giuseppe Tovini. Presidente Associazione A Campanassa, Direttore giornale A Campanassa. Presidente Fondazione Savonese Studi sulla mano. Presidente comitato garanti USL2 Savona. Segretario Unità di Base Democratici di Sinistra di Savona. Ordine al merito della Repubblica: Cavaliere (Motu proprio Presidente Giovanni Leone). Cavaliere Ufficiale (Presidente Sandro Pertini). Commendatore (Presidente Francesco Cossiga).

Quando ti sei iscritto alla A Campanassa e quali riflessioni dopo quell’esperienza. Delusioni ?
La “A Campanassa” è nata per tutelare gli interessi di Savona nella storia, nell’arte, nella cultura, nell’economia e nella vita sociale e per tutelarli al meglio. Ne sono stato presidente per dieci anni, lieto di aver dato questo servizio alla mia città, fedele allo spirito dei soci fondatori.

Quali sono oggi le priorità di Savona. Cosa ne pensi delle isole pedonali. Il lavoro dell’amministrazione Russo, al suo esordio, lo condividi? Qualche consiglio?

Credo che il Sindaco Marco Russo stia dando un impegno notevole e lodevole ma che debba cominciare a guardare oltre gli schemi che si è prefissato assieme ad un gruppo ristretto ed esclusivo. La pedonalizzazione, a mio parere è sacrosanta, ma va pensata, meditata, predisposta, gestita meglio. Per quanto riguarda le priorità: rivisitazione fronte mare di Levante e di Ponente, attenzione particolare ai quartieri di Legino e del Santuario, strada collinare di mezzacosta con bretelle di collegamento tra i quartieri.

Nel mondo del volontariato hai sempre svolto delle attività, puoi parlarcene.

Del volontariato si parla troppo, anzi, si chiacchiera troppo, bisogna farlo in silenzio. 

La diocesi di Savona – Noli, il vescovo, la Curia. Un commento. Una tua testimonianza di ieri e di oggi.

La diocesi di Savona – Noli: un barcone senza bussola. Il Vescovo: il Vescovo di Savona mi fa pensare ad una barca in un bosco. La Curia: certi suoi uffici, e sue iniziative sono a dir poco sconcertanti. Lo dico dopo che ero stato eletto per due volte nel Consiglio Diocesano.

Quale sarà la Savona del futuro? E le occasioni mancate.

Spero una Savona che, rifuggendo dai meschini interessi di bottega, pensa con ferma determinazione alla propria rinascita rifuggendo da sterili stereotipie, da luoghi comuni, dal ricorso a troppi, troppo trafficati “soliti noti” trasversali.

Alessandro Venturelli


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