Quando la politica non sa prendere la mira …
di Fabio Lucchini
Eppur mi tocca! Si, purtroppo non posso esimermi dal sollevare alcune osservazioni dopo che si è tenuto il primo Consiglio comunale dell’era Melgrati “quater” lo scorso 25 maggio 2023 dalle ore 21, con seri problemi tecnici per la diretta che in parte è sfumata, persa l’emozionante parte dell’insediamento e giuramento del sindaco, con l’inno nazionale Fratelli d’Italia, che non si è potuta vedere se non grazie a qualche giornalista che si è preso il disturbo di girare un breve video con il telefonino, poi postato su YouTube, in mancanza di meglio: i potenti mezzi informatici, lo staff tecnico del Comune ben rodato questa volta preso in contropiede, chissà come mai, ha tradito tutti, oppositori e sostenitori, ma di più il mega sindaco, mai allergico o assente alla passerella mediatica, da quell’ autoreferenziale che si è sempre mostrato, cultore della filosofia politica, peraltro arguta, che il tutto porti pubblicità a costo zero.
Quindi serie difficoltà per visionare la “diretta” del Consiglio, parte dello stesso persa, se non ci si trovava tra i pochi arditi, presenti direttamente nel settore destinato al pubblico della sala del Consiglio comunale.
Ora, in particolare una riflessione sull’inadeguatezza del capogruppo, ormai ultimo e purtroppo unico baluardo dell’opposizione consiliare, Jan Casella, che ancora una volta ha sbagliato nel prendere la mira, con la sua prima mozione presentata appunto al primo consiglio comunale della nuova era melgratiana, che tra gli altri “plus”, promette di regalarci una via o un busto “da vivo” in memoria del sindaco “de noantri”, Marco Melgrati, cultore eccellente del clientelismo più strenuo ai fini della sopravvivenza politica. A Melgrati però mancano le qualità interiori, quelle che ti portano in alto e infatti, dopo un decollo lampo da caccia militare in spazi ristretti e folgorante della sua carriera politica, la vana gloria l’ha preso e fatto emergere tutti i limiti di un politico oggi relegato in trincea a difendere disperatamente con ogni mezzo e mezzuccio, una sedia in politica, l’ultima rimasta, quella di sindaco prima di scomparire dietro qualche testa di legno, dalle prossime elezioni.
Ma tornando a bomba sul capogruppo d’opposizione, Jan Casella, tocca evidenziare che nuovamente ha “toppato” clamorosamente con la prima mozione presentata nel nuovo corso: ha trascinato i suoi ignari compagni di ventura, persone, alcune di scarsa esperienza politica, forse per alcuni addirittura in assoluto la prima, in trincea, portandoli a fare una bella foto di gruppo attorno alla barra dell’area di parcheggio a levante del Palazzo civico, area creata qualche anno addietro, il cui accesso è regolato da una sbarra telecomandata e ferreamente regolamentata. Peccato le regole ad Alassio esistano solo per i cittadini comuni e come diceva Giolitti, qui impera la massima seguente: “Le regole con gli amici si interpretano, mentre con gli avversari si applicano!”
Il Casella chiede a gran voce l’apertura permanente del parcheggio, affinché sia disponibile a tutti quest’area di sosta, ovvio per la parte non riservata come già da anni ai veicoli comunali, oggi sempre riservata a questi mezzi negli stalli di parcheggio delimitati da marcature gialle, mentre i rimanenti delimitati da marcature di colore bianco, sono destinati ai veicoli di coloro che hanno accesso per vari motivi a questa area di sosta, che vanno dall’essere congiunti del primo cittadino, a tutte le Forze dell’ordine che comprensibilmente si devono recare tempo a tempo in Comune per le più svariate ragioni d’ufficio e non è certo giusto che perdano tempo a cercare un parcheggio, specie nei momenti di massima affluenza turistica in città, quando uno stallo di sosta è introvabile o quasi e poi, non ultima, c’è la categoria dei professionisti che a vario titolo hanno rapporti di collaborazione con l’Ente comunale: insomma, tutte categorie che vengono munite di un telecomando che in buona sostanza, è la “chiave” per accedere e anche uscire dalla detta area di sosta.
In sostanza, la delimitazione di questa area di parcheggio, non è un privilegio per chi la utilizza in maniera corretta, per i fini previsti e in virtù della funzione che svolge, da cui ne derivano rilascio e consegna del detto telecomando.
Certo, poi ci potrebbe essere il politico / la politica, che lo vorrebbe utilizzare per parcheggiare la macchina quando deve andare dal parrucchiere, ma lo scrupolo morale o la paura di essere colti in flagranza, per così dire, ne frena l’agire. Ma c’è pure il commercialista di grido, che prima dell’installazione della sbarra ci lasciava parcheggiato il fiammante mega Suv per giorni, poiché c’era il disco orario e solo sporadici se non nulli controlli da chi questi dovrebbe invece fare senza sudditanze, ma si sa il “potere”, la “mafietta” (?) locale, a volte è anche dentro il Palazzo civico, di per sé irriverente e insofferente alle regole che lascia ai sudditi, mentre ama e anela quei privilegi dovuti alla “casta”: così “raus”, sciò sciò ,,, lontani da qui, dove si gestisce il “business de noantri”.
Il Casella, che già nell’ultimo Consiglio comunale dello scorso anno, tenutosi il 29 dicembre 2022, si era distinto per una interpellanza a vuoto, un vero colpo a salve, in cui sostanzialmente chiedeva perché in Sca S.r.l. – Servizi Comunali Associati (società che gestisce l’ Acquedotto) ci fossero in attività negli ultimi mesi non uno, bensì due Direttori Generali, affermazione peraltro assolutamente non vera, si sentì rispondere più o meno così da un baldanzoso Sindaco Melgrati… “che stava dicendo una sciocchezza nella pratica ma soprattutto nella sostanza”, perché effettivamente il problema era inesistente: chi aveva nella primavera 2022 nominato impropriamente un nuovo Direttore Generale alla Sca, forse per compiacere la Lega, la presidentissima del Cda di Sca, avv. Emanuela Preve, senza la necessaria delega dei soci della stessa Società, ovvero i sindaci dei Comuni che partecipano al capitale, si era poi accorta dell’errore macroscopico o magari suggerita da persona attenta, era corsa ai ripari, annullandone la nomina in un nuovo Cda adottando la procedura dell’ “autotutela” !
Ora mi chiedo: ma l’avv. Emanuela Preve che già un anno prima in occasione della nomina dell’avv. Massimo Parodi aveva predisposto con i suoi collaboratori un bando di selezione in cui all’art. 8 recitava testualmente:
ART. 8 NOMINA DEL DIRETTORE GENERALE
Sulla base dell’esito della valutazione professionale, del colloquio e della documentazione
attestante il possesso di quanto dichiarato nei curricula, la Commissione trasmetterà al Presidente
della Società l’elenco dei candidati ritenuti idonei, per l’approvazione in apposita seduta di
Consiglio di Amministrazione. L’elenco sarà reso pubblico con le medesime modalità previste per il
presente bando.
Il Consiglio di Amministrazione provvederà alla nomina del Direttore Generale. La delibera di
nomina verrà assunta anche ai sensi dell’art. 2396 che disciplina la materia della responsabilità del
Direttore Generale.
Questo bando ormai in piena esecuzione, mi risulta, fu modificato perché già in allora si scoprì che il Cda di Sca, senza la delega espressa dei Comuni soci ( peraltro anche uno sprovveduto sa che basta leggere lo Statuto societario, il quale appunto racchiude le regole sostanziali per la gestione societaria e non parliamo di migliaia di articoli, ma di qualche decina, al massimo, nel nostro caso ), non aveva i poteri di nomina del Direttore Generale: questo errore, sempre secondo quanto a me risulterebbe, fu modificato in corsa, ovvero senza la doverosa riapertura dei termini di scadenza del bando stesso, come invece per Legge previsto. Insomma, il tutto darebbe l’impressione di una gestione, per così dire, almeno in questo caso, pressapochista…
Ora mi domando e dico: come è possibile che l’avv. Emanuela Preve, da anni ormai Presidente del Cda di Sca, che di professione farebbe l’avvocato a quanto mi risulta, non si sia ricordata di un aspetto così rilevante come il potere di nomina da parte del Cda, affinché questa sia adottata in piena legittimità, forse tutta presa dalla foga di compiacere qualche partito politico, e se ne sia completamente dimenticata a solo un anno dal primo errore?
Quindi, Casella sbaglia ancora una volta il bersaglio della critica e del confronto politico, perché anziché chiedere che la sbarra dell’area in questione venga lasciata perennemente aperta o rimossa, dovrebbe chiedere al sindaco Marco Melgrati, perché di questa area lui ne abbia fatto e faccia un uso personale assolutamente privato e ingiustificato per non dire indegno per un primo cittadino, peraltro un “primus inter pares” e non un “regnante” (anche sua Maestà il nuovo Re di Inghilterra, Carlo III, il giorno dell’incoronazione ha ritenuto doveroso precisare che è li “per servire” i suoi compatrioti, Il suo popolo ). Certo, forse il narcisismo, l’autoreferenzialità, l’arroganza non disgiunte da una certa megalomania, hanno sempre distinto il personaggio politico Marco Melgrati, da sempre sopra le righe anche quando ha espressioni per così dire colorite nei confronti della tanto odiata Magistratura inquirente, che lo avrebbe “perseguitato”, dimentico, quando elenca le 35 assoluzioni autodefinendosi un “innocente seriale”, delle prescrizioni e di una condanna, mi risulterebbe poi commutata in pena pecuniaria, che non gli fa certo onore, per vilipendio della Magistratura, e celebre anche per la colorita modalità di stappare le numerose bottiglie di Champagne con lo spadino, altro vezzo decadente, sempre a mio sommesso giudizio, ma, ripeto, in quanto sindaco, dovrebbe per primo preoccuparsi di dare il buon esempio ai concittadini e non il contrario, abusando della propria posizione dominante!
Sostengo questo perché quando viene rilasciato a chicchessia il famoso telecomando, “grimaldello” efficace per accedere con un qualsiasi mezzo, di proprietà o non di proprietà, alla detta area di parcheggio / sosta a levante del Comune, a qualcuno potrebbe sfuggire come non siano la targa o la proprietà del mezzo, infatti, a determinare il diritto di accesso, bensì il possesso autorizzato del telecomando: a tal fine, solitamente, viene fatto firmare un breve ma dettagliato documento all’atto della consegna del telecomando, che ne regolamenta l’utilizzo e anche a quali conseguenze si va in contro, ad esempio, qualora lo si smarrisca, il tutto derivante dall’ Ordinanza n.151 del 17/04/2020 la cui prescrizione relativa puntualizzava come aspetto primario un utilizzo a “fini esclusivamente istituzionali” dell’accesso e sosta, solo negli spazi delimitati da mattonelle di color bianco e senza poter occupare i posti riservati ai veicoli istituzionali (comunali) delimitati da mattonelle di color giallo, altro aspetto che al signor Sindaco spesso sfugge.
Ecco, quindi, che Jan Casella, il quale è ormai evidente come e quanto patisca e sia in qualche maniera psicologicamente soggiogato dalla personalità invadente e arrogante del Sindaco Melgrati, avrebbe meglio agito nell’interesse pubblico, facendo rimarcare allo stesso Sindaco Melgrati come mai, da primo cittadino, abusi dell’uso del parcheggio in detta area, da quando in particolar modo sembrerebbe aver acquistato una bella dimora fronte mare, distante solo un centinaio di metri a piedi dal Comune e dal parcheggio in questione, e quindi abbia trovato in quest’ultimo una soluzione ottimale, gratuita e definitiva al problema “parcheggio” di una delle tante vetture a lui intestate, e tra queste in particolare la Smart, ma anche un’altra sua vettura in uso alla sua compagna / convivente / congiunta.
Certo, qualcuno potrebbe osservare che il parcheggio in detta area per il sindaco dovrebbe essere garantito per salvaguardare perdite di tempo, essendo lo stesso impegnato in Comune nello svolgimento del suo mandato, e se questa motivazione è comprensibile e a mio sommesso giudizio accettabile, non lo è che chiunque arrivi ad Alassio, magari persona in età avanzata, debba girare qua e là, a volte a lungo, alla disperata ricerca di un parcheggio, spesso delimitato da strisce blu quindi a pagamento, mentre il sindaco vada comodamente a casa, fuori da qualsiasi orario di ragionevole impegno per lo svolgimento del mandato ricevuto e lasci la vettura parcheggiata lì tutta la notte, anche per giorni, anche dopo il termine di un Consiglio comunale, magari terminato tardi, ma non è questo il caso dell’altra sera, e comunque non ne giustificherebbe quello che integrerebbe l’utilizzo abusivo e in dispregio delle più elementari regole etiche, proprio dettate nel corso della sua Amministrazione precedente.
Questa caratteristica del Melgrati di stabilire regole valevoli solo per gli “altri”, i cittadini, il popolo, che è evidente considera alla stregua di veri e propri sudditi, e non anche per lui, non è cosa nuova e giusto ad esempio, basti ricordare le migliaia di volantini in pregevole cartoncino flessibile, fatti stampare anni fa, riportanti su ambo le facciate e in ben 8 lingue il divieto e le sanzioni per massaggiatori e massaggiatrici in spiaggia, cosa che configurerebbe l’esercizio abusivo e illegittimo della professione di estetista, ma non era raro vedere lo stesso sindaco sottoporsi a una seduta di massaggio “cinese” sotto l’ombrellone, come enfatizzato in immagini di repertorio.
Quindi caro Casella, ha ancora una volta mancato il bersaglio, inizio a pensare che la politica non sia il suo mestiere, anche se queste candidature “sacrificali” ( come le definisco io ), ovvero, il cui esito è già noto ancor prima di quello delle urne, con il passar del tempo danno diritto, negli equilibri beceri e tutti interni ai partiti, ad essere ricompensati con incarichi ben pagati, in qualche ente / società pubblica, sempre immancabilmente con denaro pubblico: ho maturato la sincera convinzione Lei non sia capace a cogliere le sfumature che combattono la disparità di trattamento dei cittadini davanti alla Legge, e che chi la continua a sostenere, per chissà quali segrete motivazioni, e proporre come “candidato sindaco” ( ci mancherebbe si avverasse pure quest’ultima ipotesi ), alla prossima occasione cambi “cavallo” e candidi una persona di contenuti, con manifeste capacità e non un “esegeta” politico che va in realtà per la propria strada, facendo solo finta di “saper ascoltare”.
Parecchie sono le lamentele, infatti, che mi sono giunte da persone della sinistra locale, molte delle quali l’hanno catalogata come uno che fa politica per sé, che non sa mettersi veramente in “ascolto”. E non si dica che Melgrati ha perso consensi, perché a Moglio dove c’è la Sezione elettorale n.11, che dovrebbe essere un “feudo” politico proprio di Casella, quest’ultimo ha raccolto 322 voti e Melgrati “solo” 304 voti, mentre sempre lì, il massimo dei consensi lo ha ricevuto Rocco Invernizzi con 68 voti, potente assessore uscente, riconfermato nella squadra del Melgrati “quater”.
Anche l’ex segretario del Pc di tanti anni fa, incontrato casualmente alcuni giorni prima del voto nei pressi del Caffè Roma, ebbe a dirmi, spassionatamente, più o meno così: “…bisogna andare dove il potere si trova, basta stare all’opposizione ! …”, mentre accompagnava un ex autorevole rappresentate del Pd cittadino a distribuire i propri “santini” in giro per la città, diventato un esperto nel “salto della quaglia”, come si dice in gergo, quando si passa dall’altra parte della barricata.
Casella dovrebbe piuttosto verificare come mai da tempo, almeno un paio di mesi, circola la voce insistente che le casse della Marina di Alassio, la società che gestisce il porto “Luca Ferrari”, sembra siano state prosciugate a tal punto nello scorso 2022, forse grazie anche al sostegno economico al “walzer” di manifestazioni per la Cultura, che la stessa Società a capitale pubblico-privato (80% – 20%) abbia dovuto aprire delle linee di credito per finanziare il pagamento degli stipendi dei dipendenti e gestire le spese della ordinaria gestione, ma ancora, pare che a differenza di tutti gli anni precedenti, non essendo previsti dividendi, come avrebbe anticipato il presidente Rinaldo Agostini in occasione dell’ultimo Cda, la somma di alcune decine di migliaia di euro, di vitale importanza, che spetterebbe al Cnam – il Circolo Nautico al Mare, per continuare a sostenere l’attività sportiva su vari fronti dello storico e glorioso sodalizio della vela, non si sa se verrà trovata ed eventualmente con quali artifizi amministrativo-contabili, erogata.
Da non dimenticare poi la spericolata operazione di Villa Fernanda, quando il Comune per non andare in “default” e coprire il disavanzo di cassa emerso all’improvviso, si inventò un’operazione a dir poco rocambolesca, facendo acquistare sempre dalla Marina di Alassio, sua stessa emanazione, la detta villa già di proprietà del Comune, per una cifra importante di 1 milione e 800 mila euro, di cui risulterebbe la Marina di Alassio stia ancora pagando un mutuo contratto oltre 13 anni fa, quando il sindaco Melgrati era “solo” al suo secondo mandato… Per sorprendervi vi invito a leggere l’articolo il cui link dinamico allego qui di seguito e che narra di un curioso episodio di qualche anno fa, di cui non si è più saputo più nulla, relativo a Villa Fernanda, che non sarà né il primo né l’ultimo in questa città, che solo la nota Medjugorje riesce a battere in tema di miracoli: https://www.ivg.it/2019/08/alassio-il-mistero-di-villa-fernanda-bando-scade-il-16-agosto-ma-sembra-gia-abitata-da-tempo/
Da ultimo ma non ultimo, c’è ancora una piccola ma nel contempo grande novità: l’intenzione, o meglio la ormai quasi concretata volontà dell’Amministrazione Melgrati “quater” di mettere a disposizione il parcheggio veicoli del Porto “Luca Ferrari” a favore della clientela dello “Zero Beach”, passando dal cancello che divide il perimetro portuale dalla spiaggia libera di Sant’Anna, lungo il cui camminamento si potrà raggiungere il noto locale di intrattenimento mondano, di fronte all’ isola Gallinara.
Il mio augurio personale è che non si torni come ai tempi quando era aperta la discoteca “Al Porto”, quando di notte nel porto capitava di tutto, tra deiezioni umane, vomitate da eccessiva assunzione d’alcool, ubriachi spersi qua e là, polverina a gogo etc. etc …insomma un cataclisma solo superato dall’interesse di pochi!
Questo ho sentito il dovere di puntualizzare, non perché io abbia fatto il salto della quaglia come qualcun altro, anzi in più d’uno ultimamente hanno fatto, ma perché credo fermamente nel ruolo fondamentale di una Opposizione corretta, non prevenuta, ma neppure soggetta a sudditanze psicologiche: insomma, giacché siamo nel centenario dello storico e glorioso Hanbury Tennis Club, si potrebbe sostenere che la politica è come giocare una partita a Tennis, se l’avversario tira troppo spesso la pallina in rete, diventa però uno spettacolo deludente, un vero calvario…. E questi modi impropri di gestire la “res pubblica” senza un orientamento al risparmio e alla ottimizzazione delle risorse, dove si spende non già con l’obbiettivo primario di fare bene, bensì di ottenere prima di tutto meriti e consensi politici al solo scopo di rafforzare o difendere la propria “continuità” politica e quindi la certezza di benefici anche e soprattutto in termini di compensi economici, credo inizino a disgustare buona parte della popolazione alassina, visto l’assenteismo crescente alle urne delle Elezioni comunali dello scorso 14 e 15 maggio 2023, dove si è toccata una percentuale che ha rasentato quasi il 50% !
Fabio Lucchini
già consigliere comunale nel Comune di Alassio
già capogruppo del Popolo della Libertà in Consiglio comunale ad Alassio