Andora: A 41 anni dalla scomparsa, la rassegna “Storie Andoresi” ricorda Don Angelo Bianco, sacerdote missionario andorese, morto nel 1982 in Costa d’Avorio. 2/Torna la merenda nell’uliveta. 3/Andora. Si avvicina l’estate e il binomio “alimentazione e salute” torna a essere protagonista.
A 41 ANNI DALLA SCOMPARSA, LA RASSEGNA “STORIE ANDORESI”
RICORDA LA FIGURA DI DON ANGELO BIANCO PRETE MISSIONARIO ANDORESE
Comunicato stampa. Andora – A 41 anni dalla scomparsa, la rassegna “Storie Andoresi” ricorda Don Angelo Bianco, sacerdote missionario andorese, morto nel 1982 in Costa d’Avorio, per un violento attacco di febbre gialla. L’appuntamento, promosso dall’Assessore alla Cultura del comune di Andora, Maria Teresa Nasi, è per venerdì 26 maggio, alle ore 17.30, a Palazzo Tagliaferro. Il racconto si svolgerà attraverso le testimonianze dei famigliari e con l’ausilio delle lettere scritte da Don Angelo.
La vocazione nasce in lui giovanissimo: già all’età di 10 anni decide di studiare in un collegio preseminario. A 14 anni, entra nel Seminario Vescovile di Albenga. Nel 1966 viene ordinato sacerdote. Dopo quattro anni come vice parroco di Diano Marina, nel 1970 è già in Costa d’Avorio con la S.M.A., Società delle Missioni Africane dove conferma il carattere deciso e solare nell’affrontare le sfide dei luoghi che non perderà vigore nel corso della sua missione. Descrive la Costa d’Avorio come un paese climaticamente difficile, ma che “lavorando di braccia e cervello non avrà bisogno di stendere la mano a nessuno”.
Don Angelo, dopo Tanda, nel 1973 è nella missione di Bondoukou, a cui sono affidati ben 86 villaggi, che visiterà tutti con regolarità. Imparerà la lingua locale, per dialogare con la popolazione e fare catechesi, ma anche per darle dignità di lingua vera. Nel 1978 intraprende la costruzione di un centro per la formazione dei catechisti, divenendo carpentiere e falegname. Non disdegnava di utilizzare l’amato calcio per coinvolgere i ragazzi. Don Angelo promuove le cooperative di lavoro per la coltura del riso, ma anche per l’allevamento dei maiali in modo che i giovani possano trovare lavoro nella loro terra, ma anche imparare, con la luce del vangelo, il rispetto per la dignità del lavoratore. Promuove l’alfabetizzazione degli adulti, l’educazione igienica e come dichiara lui stesso “vivendo in mezzo a loro, diventi l’infermiere, il consigliere, il giudice di pace, è perché no, l’allenatore della squadra”. Don Angelo ha anche un animo d’artista, scrive diverse pièce per un teatro creato sul posto che propone la storia e l’anima africana. Don Angelo Bianco è sepolto a Bondoukou vicino alla cattedrale di Sant’Odille. La sua tomba è onorata al pari della sua memoria come hanno percepito i suoi famigliari che, lo scorso anno, hanno visitato i luoghi della sua missione, verificato il proseguimento dei suoi progetti e il sincero affetto della popolazione locale cha ha riportato loro ricordi e racconti che custodivano nel cuore. E’ possibile ancor oggi fare donazioni, adozioni a distanza per sostenere l’opera avviata da Don Angelo Bianco a cui Andora ha dedicato la scuola Materna. La storia di Don Angelo e l’esperienza africana ha ispirato anche il libro “La Ragazza metà bianca e metà nera” scritto da Marino Muratore.
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TORNA AD ANDORA LA “MERENDA NELL’OLIVETA”
PASSESSGIATA CON DEGUSTAZIONE DI OLIO EVO
Andora – Nuovo appuntamento con la “Merenda nell’Oliveta” evento nazionale promossa dal comune di Andora con l’Associazione Città dell’Olio, che sabato 27 maggio, alle ore 17.00, ad Andora, darà la possibilità ai partecipanti di fare una piacevole passeggiata fra gli uliveti del primo entroterra e gustare una semplice merenda a base di pane e olio. L’appuntamento è in via Divizia 1, nel piazzale antistante il ciitero di Molino Nuovo – San Pietro.
“Attraverseremo piccoli borghi e uliveti – spiega l’assessore Maria Teresa Nasi, assessore alla Cultura e Ambiente – Con un breve percorso si toccherà località Pianrosso dove sarà possibile visitare la Cappella della Madonna della Neve, edificio religioso anteriore al 1623 (perché citato dal “Sacro e Vago Giardinello, manoscritto compilato tra il 1623 e il 1624). Si proseguirà per la località Piazza (“Ciassa”), che fu molto importante nel passato, situata nella frazione San Bartolomeo. ”Ciassa” è ubicata nell’ampia zona denominata Rosseghina e, negli antichi catasti dei terreni, è denominata come Piazza Rosseghina”.
Nel libro “Questa nostra Andora “ di Alma Anfosso (1994) si legge: “ È tramandato dai nostri vecchi, di generazione in generazione, che in tempi remotissimi esistesse soltanto il nucleo abitativo dei “Calai”, un isolotto o meglio un penisolotto roccioso semicircondato dal torrente. Dove ora c’è Piazza, si estendeva il corso del torrente, ed era un torrente tumultuoso. Poi una enorme frana si staccò dal “Possu Cugnu” e precipitò in direzione dell’attuale Piazza, verso Pian Rosso, colmando il letto del torrente, deviandone il corso e formando terraferma. Saggi sul terreno, effettuati in più luoghi e in profondità, lo confermano: si rinviene sempre e soltanto terra rossa, e più sotto legno d’ulivo e ghiaia e sabbia di torrente. Calando a livello della strada provinciale, non si trova che terriccio e “gravétta” mista a sabbia fine. “Per questo Piazza è zona fortemente sismica: nel terremoto del 1887 le case furono gravemente lesionate e morì una persona” – spiega l’assessore Nasi.
La comitiva proseguirà nei “Bausci”, nel bellissimo e curatissimo uliveto del Consigliere Comunale Marco Giordano, che ci accompagna nella visita. Seduti all’ombra degli ulivi secolari, testimoni di una civiltà antichissima, possiamo conoscere le realtà agricole del territorio e i vantaggi di una coltivazione di lunga tradizione che preserva il territorio e crea un paesaggio unico. “Si farà una degustazione di pane e olio extravergine di oliva, distribuito in singoli contenitori di cartone – prosegue Maria Teresa Nasi – È importante far conoscere il vero sapore genuino dell’olio EVO affinché, soprattutto i giovani, possano diventare consumatori consapevoli, siano in grado di scegliere il meglio, scoprano le realtà agricole del territorio e i vantaggi di una coltivazione di lunga tradizione che preserva il paesaggio e crea paesaggi unici. In caso di maltempo l’evento è spostato al sabato 10 giugno.
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Anche Azzurro Pesce d’Autore, la kermesse di Andora, dedicata alle eccellenze enogastronomiche della piana andorese e del comprensorio della Riviera delle palme, con workshop convegni e degustazioni, approfondisce il tema con il laboratorio del gusto delle Antiche vie del sale: protagonista la cucina naturale, ai fornelli lo chef Renato Grasso, custode della ricetta de “Il sale della Liguria” e il pescatore Michele Cardarelli impegnato da anni in attività ludico-didattiche con l’Ittiturismo coop Capo Mele nella valorizzazione del pesce azzurro.