Nuova luce per il complesso religioso San Giacomo di Savona. Dal 6 maggio l’area verde è affidata alla Associazione Amici del San Giacomo. Nel 2022 la chiesa e il convento di San Giacomo hanno compiuto 550 anni.
di Ezio Marinoni
Il complesso conventuale sorge, infatti, a partire dal 1470 in seguito alla donazione di un “oratorium, sive aedicula” con terreni annessi, da parte dell’Ospedale della Misericordia, in favore dei Frati Minori Osservanti. Solo dopo la costruzione del ponte a quattro archi voluto da Sisto IV, eretto nel 1479 in funzione del convento, la zona viene collegata alla città.
Leggiamo le sue origini in un documento redatto da Fra Dioniso da Genova, del 1647, tradotto da don Giovanni Farris nel libro “Il convento di San Giacomo a Savona”, stampato nel 2021 dalla Associazione Culturale “Angelo Barile”.
Il testo originale conferma che l’impulso fondamentale all’opera viene dal beato Angelo Carletti da Chivasso. Apprendiamo, quindi, che il 27 dicembre 1471 alcuni anziani della città di Savona (1), radunati nel capitolo dei Frati Minori Conventuali di S. Francesco, prendono atto, nello studio del notaio Bartolomeo de Odino, di una lettera pontificia in forma di breve. Il documento è stato emanato nel 1470 da papa Paolo II, su richiesta del beato Angelo da Chivasso, vicario provinciale, e di altri frati della provincia di Genova.
Con questa lettera, diretta al vicario generale e al commissario apostolico, viene concessa al beato Angelo da Chivasso, e all’Ordine, l’autorizzazione a costruire il convento e la chiesa di San Giacomo a spese pubbliche e private, con il consenso del vicario generale metropolitano, attraverso il procuratore genovese del convento Giambattista da Umalo, come si evince dalle scritture conservate nell’archivio della città, redatte dal citato notaio Bartolomeo de Odino.
Centosettant’anni dopo, Fra Dioniso da Genova descrive un convento con due dormitori, chiostro, refettorio, biblioteca fornitissima, perfetto in ogni sua parte tanto da non poter desiderare altro per la vita monastica, abitato da 25 frati tra cui studenti di filosofia e di teologia; la facciata è ornata da un rosone con vetrata colorata donata da Oberto D’Oria nel 1476 (probabilmente è la data della fine della costruzione).
La chiesa era un’aula rettangolare coperta con tetto ligneo a capriate e cappelle laterali sui due lati. Il complesso aveva due chiostri ed era uno scrigno d’arte.
Una bolla di Papa Innocenzo IV del 1250 concede ai Frati Minori il diritto di seppellire in chiesa non solo chi vive nel convento, ma anche i fedeli che lo richiedano; da ciò la ripartizione interna che rivela l’esigenza di accogliere le spoglie di membri della classe mercantile e del patriziato savonese, che commissionano polittici nelle cappelle laterali, sei per lato, (la cappella Sacco è decorata dal Mazone; la cappella Boccalandri; la cappella Chiabrera, decorata dal Brea; la cappella Multedo, affrescata dal Fasolo; le cappelle Pozzobonello, Catullio, Salineri, Scarella, Soldano e Grasso).
Dal 1597 il complesso passa dagli Osservanti ai Riformati per volontà di papa Clemente VIII.
Le soppressioni napoleoniche e il successivo utilizzo come caserma lo hanno condotto ad un progressivo degrado ambientale e architettonico. A marzo 2016 si è riunito un gruppo di persone che si prefiggono di ridare vita all’ex complesso conventuale savonese, un unicum nel panorama ligure, facendolo tornare ad essere punto di aggregazione per la città e meta di visite turistiche e culturali; il gruppo si è costituito in associazione no-profit, apolitica ed apartitica, col nome di Associazione Amici del san Giacomo, iscritta al no. 67 del Registro del III Settore della regione Liguria come ONLUS. Per adeguarsi alla Riforma del Terzo Settore dal 7 giugno 2019 la nostra Associazione è diventata una Organizzazione Di Volontariato (ODV), modificando il suo statuto.
Il 6 maggio 2023, finalmente, arriva la buona notizia per la città di Savona e per gli amanti della storia e dell’arte.
L’inaugurazione dell’Area Verde Urbana del San Giacomo è avvenuta alle ore 17, nel sagrato dell’ex chiesa di San Giacomo (accanto al Circolo Artisi).
Tale ‘Area Verde Urbana rappresenta un bell’esempio di collaborazione tra diverse entità, in questo caso l’Associazione Amici del San Giacomo di Savona ODV, il Comune, le aziende locali, gli studenti e gli abitanti della città, che ha prodotto grandi risultati. Lo spazio verde è stato ideato e creato dall’Associazione e co-finanziato dalla Fondazione De Mari, e offre alla comunità non solo un’area di svago e relax, ma anche un luogo per scoprire la storia della città e la sua importanza culturale.
La passeggiata panoramica con vista sul mare e la cartellonistica che racconta la storia del bene, insieme alle pitture di Imelda Bassanello, rendono questo parco un luogo di bellezza naturale e un’esperienza culturale unica. L’utilizzo di piante e alberi locali ha un valore ecologico e contribuisce alla conservazione della biodiversità del territorio. I soci dell’Associazione hanno dedicato 600 ore alla pulizia e alla coltivazione del terreno e l’azienda Abaton ha donato le piante di chinotto di Savona; gli studenti dell’Istituto Boselli-Alberti di Savona e l’USEI – Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia. hanno contribuito alla creazione della cartellonistica, offrendo il loro supporto gratuito per le traduzioni in lingua straniera.
Il Comune ha affidato la gestione dell’area verde all’Associazione attraverso il Regolamento per l’Amministrazione Condivisa dei Beni Comuni. La cerimonia di inaugurazione del 6 maggio è stata un momento di gioia e celebrazione per tutta la città e un’occasione per riflettere sull’importanza di altri progetti simili per il benessere della comunità.
Ezio Marinoni
Note- (1) Gli anziani savonesi sono il priore Angelo Sacco, il sottopriore Cristoforo Pannizio, i signori Giovanni Basso, Luciano di Gambarana, Battista di Nuceto, Odoardo della Marca e Ludovico di Moneglia.