Nuovo lavoro in Liguria con le tecnologie dell’”elettrico”. Rendere la “conversione ecologica” “desiderabile” di fronte ai populismi. Il messaggio di Alex Langer.
di Gabriello Castellazzi*
Perchè accettare i combustibili “e-fuel”(di origine sintetica), certamente ecologici in quanto prodotti unicamente da energia elettrica verde (ma oggi costerebbero almeno 10 euro al litro), e non lasciare campo libero ai “biocombustibili”(circa 3 euro al litro) ottenuti da residui e prodotti agricoli vegetali? Il problema è che per raggiungere i quantitativi necessari a soddisfare una vasta domanda di “biocombustibili” verrebbero sacrificate preziose aree agricole necessarie all’alimentazione umana.
Nell’acceso dibattito odierno riemerge quidi il quesito: perchè non puntare anche da noi, in modo deciso, sull’ auto elettrica a batteria?
In Germania, tra auto elettriche, ibride, plug-in(ibrida più ricarica elettrica), circolano circa un milione di vetture e gli operai occupati nelle produzioni sono più di 800.000, in Francia 216.000, in Polonia 187.000, in Gran Bretagna 169.000, in Italia solo 165.000.
In Liguria (anche in provincia di Savona), ci sono aree industriali abbandonate che, utilizzando finanziamenti pubblici, potrebbero dare nuovo lavoro in settori tecnologici in forte ripresa nell’ambito della necessaria “transizione ecologica”.
Per questo la Giunta Regionale ha pubblicato un “bando”(Decreto n.463 – 21 ott. 2022) finalizzato ad attivare “Produzioni in aree industriale dismesse”(in forza del Decreto Ministeriale 24/3/2022).
Uno studio dell’ “Università Ca’ Foscari” di Venezia, dal titolo “Le trasformazioni dell’automotive italiana” dimostra come il nostro paese abbia il potenziale per rilanciare, ed essere protagonista, di una rinnovata industria dell’auto nel nuovo settore elettrico.
Ed è anche interessate registrare un’altra opportunità: dal 15 febbraio scorso è possibile fruire del “Bonus retrofit ” ( 3.500 euro) per convertire (con una spesa accettabile) un tradizionale mezzo a “motore endotermico” in un veicolo “elettrico” omologabile.
Quindi sono tante le nuove opportunità, ma i numeri dimostrano come ovunque si proceda troppo lentamente.
I giovani protestano giustamente perchè la “crisi climatica” non viene affrontata con decisioni veramente efficaci nonostante gli “Accordi di Parigi”. Il problema a questo punto è culturale. Come suscitare motivazioni che rendano possibile e non dolorosa una correzione di rotta per fermare quel “riscaldamento globale”, dimostrato progressivo, pericoloso per la “biosfera”, da tutto il mondo scientifico?
“La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”.
Questo diceva Alex Langer nel 1994, cercando di cogliere i “segni dei tempi” e far capire quali potranno essere le azioni concrete capaci di garantire la sopravvivenza del genere umano.
Il “profeta inascoltato” già 30 anni fa, di fronte ai segni evidenti della crisi ambientale, precisava: “La paura della catastrofe, lo si è visto, non ha sinora generato questi impulsi in maniera sufficiente ed efficace, altrettanto si può dire delle leggi e dei controlli; e la stessa analisi scientifica non ha avuto capacità persuasiva sufficiente. A quanto risulta, sino ad ora, il desiderio di un’alternativa globale – sociale, ecologica, culturale – non è stato sufficiente, o le visioni prospettate non sufficientemente convincenti. Non si può certo dire che ci sia oggi una maggioranza di persone disposta ad impegnarsi per una concezione di benessere così sensibilmente diversa, come sarebbe necessario.
Né singoli provvedimenti, né un migliore “Ministero dell’ambiente”, né una valutazione di impatto ambientale più accurata, né norme più severe sugli imballaggi o sui limiti di velocità – per quanto necessari e sacrosanti siano – potranno davvero causare la correzione di rotta, ma solo una decisa rifondazione culturale e sociale di ciò che in una società o in una comunità si consideri desiderabile.
Se si vuole riconoscere e ancorare davvero la desiderabilità sociale di modi di vivere, di produrre, di consumare, compatibili con l’ambiente, bisognerà forse cominciare ad immaginare un processo costituente che non potrà avere, ovviamente, in primo luogo carattere giuridico, quanto piuttosto culturale e sociale, ma che dovrebbe sfociare in qualcosa come una “costituente ecologica”, e nessun singolo provvedimento sarà abbastanza forte da opporsi all’apparente convenienza che l’economia della crescita e dei consumi di massa sembra offrire”.
Il tempo è passato ma questi ragionamenti sono drammaticamente attuali: La crisi idrica, le desertificazioni incombenti, l’inquinamento progressivo dell’ambiente, le guerre in ogni parte del mondo, sono all’origine di tragiche migrazioni forzate.
Ripercorrendo l’evoluzione umana e politica di Alex Langer, quale sarebbe oggi la sua azione di fronte all’affermarsi innarrestabile dei sovranismi e dei populismi?
(Intendendo come “sovranismo” la volontà di opporsi alle politiche sovranazionali di concertazione e il “populismo” quell’atteggiamento politico di chi ha come unico scopo l’accattivarsi il favore dei cittadini).
Per tentare una risposta e volendo scegliere uno tra i tanti temi all’ordine del giorno, entriamo in un fatto politico significativo: la sollevazione indignata di fronte alla necessità di rinunciare al “motore termico” entro il 2035.
Un vasto coro si è sollevato attraverso i “mas-media”: “il Governo italiano è contrario a questa assurda proposta che vuole distruggere l’industria italiana e favorire i cinesi!”
Mentre, da una parte, è evidente l’errore della Commissione Europea nel non comunicare subito, in modo adeguato, tutte le necessarie fasi di transizione; dall’altra parte si è voluto far intendere che l’Unione Europea voglia abbandonare alla disoccupazione i lavoratori italiani per favorire il mercato asiatico.
Sono passati 140 anni dall’introduzione del motore endotermico; ma il progresso è continuo e la ricerca scientifica consente di mettere a disposizione auto elettriche con batterie tecnologicamente sempre più avanzate (ogni anno migliorate per diminuirne i costi).
Allora per quale motivo di fronte ad un “progresso desiderabile” si vuole invece trasmettere nei cittadini la paura di una incombente ulteriore disoccupazione?
Un contributo interessante giunge dal Prof. Nicola Armaroli ( Dirigente di Ricerca al CNR, membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, uno degli scienziati italiani più citati nella letteratura scientifica internazionale) che ha spiegato in modo preciso la situazione di oggi e le grandi opportunità per il futuro: “L’industria italiana ha tutto l’interesse nel riconvertirsi velocemente alla trazione elettrica e la componentistica meccanica legata all’auto termica verrà superata gradualmente: i lavoratori del settore potranno essere inseriti nelle nuove produzioni in accordo con gli altri stati europei. Germania e Francia, oggi molto avanti con le nuove tecnologie dell’elettrico, hanno tutto l’interesse a fare insieme a noi fronte comune nella “concorrenza”alle produzioni asiatiche”.(Le esaurienti valutazioni del Prof. Armaroli si possono trovare facilmente su internet).
Langer, dopo tanti anni è ancora presente con il suo messaggio per giungere ad un nuovo “orizzonte ecologico”, a condizione dell’impegno di tutti nel rendere “socialmente desiderabili” i quotidiani comportamenti “ecosostenibili”: dalla corretta raccolta differenziata, all’uso consapevole dell’acqua, all’impegno nella difesa del patrimonio verde (ossigeno e bellezza ambientale) base della vita su questo pianeta.
Gabriello Castellazzi – Verdi Europei