La lettera del 27 marzo 2023. “La scrivente Associazione, avendo appreso di un progetto di “abbancamento” del calanco dell’alto bacino del Rio Cosseria, ritiene detta opera una pura follia che stravolgerà completamente il luogo, con un’ipotesi giustificativa di “riqualificazione” che sarà solo tale in senso negativo!”
Al Comune di Cosseria. A Regione Liguria dipartimento Difesa del suolo. Alla Provincia di Savona. Al Comando Carabinieri Forestali -Savona. Alla Soprintendenza al Paesaggio della Liguria Province di Imperia e Savona. Alle Associazioni ambientaliste e media.
Lo riempimento dell’attuale forra formata dalla millenaria erosione calanchifera dei due corsi d’acqua che la percorrono, da farsi con una enorme quantità di materiale la cui provenienza ci è ignota, ma che fa intuire un interesse anche indiretto al progetto, ovvero un secondo scopo sottaciuto che ci preoccupa, e che riteniamo sia forse la sua vera ragione del progetto!
Esprimiamo quindi una totale disapprovazione per le seguenti ragioni ambientali:
- lo sconvolgimento e svilimento dell’aspetto paesaggistico che oggi caratterizza il paese di Cosseria, il quale verrebbe del tutto snaturato.
- la totale distruzione di ogni aspetto ambientale geologico e floro-faunistico presente nel calanco, sulle sue pendici e nei corsi d’acqua che lo percorrono e che nei millenni ne hanno scavato l’attuale forra. Forra che deve ritenersi il calanco più meridionale di tutto il complesso marnoso delle Langhe; una caratteristica geo-morfologica erosiva che è il suo vero valore e che solo per questo meriterebbe una salvaguardia e non già il suo annichilimento e tanto meno “eliminazione delle scarpate” o la possibilità di un “collasso” del “displuvio” che in quanto interno alla forra, sarebbe un evento del tutto naturale e, se del caso, senza alcun danno all’uomo o alle sue opere; per non dire della “rinaturalizzazione” dei suoi corsi d’acqua: quasi una presa in giro, trattandosi di situazione oggi già naturale!
- l’annullamento di una delle più alte cascate del complesso collinare delle Langhe (che, si dice, sia di almeno 20 metri); caratteristica morfologica quasi sconosciuta proprio per la sua inacessibilità, ma di altissimo valore spettacolare oggi presente lungo il Rio Rocchette.
- la totale sparizione degli antichi sentieri che uniscono le Case Ferreri e la borgata Rossi al paese di Cosseria, uniche vie percorribili per visitare il calanco, che andrebbero valorizzate turisticamente per il loro valore di antiche vie agro-storiche ed itinerari di visita alla suggestione del calanco e non già svilirne l’utilità per motivare l’abbancamento della splendida forra che attraversano.
L’Associazione scrivente fa presente che, proprio per preservare le suddette caratteristiche, è stato da tempo presentata alle amministrazioni comunali, in tre diverse occasioni (1996, 2011 e 2017), una proposta di Area Wilderness che avrebbe dovuto garantire il mantenimento originario della zona, per una estensione di circa 20 ettari, comprendente proprio tutto il bacino imbrifero del calanco scavato dai Rii dei Rossi e delle Rocchette.
Si ritiene certamente comprensibile la necessità di assicurare la stabilità del calanco sottostante la prospicente casa comunale, la chiesa parrocchiale ed il cimitero, i cui consolidamenti sono già stati più volte in passato assicurati e che nessuna opposizione si intende comunque fare ad ogni eventuali nuova opera che abbia esclusivamente questo scopo; sebbene si ritenga che almeno si cessi l’ampliamento della zona cimiteriale, e che per futuri utilizzi si scelga una diversa zona visto che ogni ampliamento comporta un aumento della situazione franosa. Ma utilizzare queste motivazioni per colmare tutta la forra sembra piuttosto una scusante che non una necessità!
Dubbi sorgono inoltre in merito alla possibilità che possano effettivamente realizzarsi opere di contenimento del corso dei dure ruscelli, specie nel caso di future azioni metereologiche devastati quali quelle che stanno caratterizzando la climatologia odierna (“bombe d’acqua”): ovvero con il rischio che i due corsi d’acqua si ricreeranno inevitabilmente in futuro scavando, per tanto che lo si voglia consolidare, nel materiale di abbancamento. La storia insegna che certi fenomeni erosivi e fluviali non sempre, ed anzi quasi mai nel lungo tempo, li si possono “domare” e che solo rispettando i loro ritmi essi non arrecano danni alle opere dell’uomo. Nel senso che è l’uomo deve spostarsi, lui e le sue opere, e non già pretendere che lo facciano i corsi d’acqua!
In conclusione, proporre e pretendere di colmare la suddetta forra, dell’ampiezza di oltre 10 ettari, con una larghezza di circa 300/500 metri e una profondità di circa 100 ci sembra una pura follia; una follia che sembra trovare unica giustificazione nel giro di danaro pubblico che l’opera comporterebbe!
Franco Zunino
Il segretario generale Area Wilderness
27 marzo 2023
Il calanco più meridionale delle Langhe, un profondo burrone alle sorgenti del Rio Cosseria, nel piccolo Comune omonimo della Val Bormida, sta per essere completamente riempito con materiale di scavo della cui provenienza non si è a conoscenza ma che, si può intuire, trattarsi di scarti di qualche mega lavorazione per opere pubbliche; probabilmente il vero motivo per un folle progetto giustificato con la motivazione di una messa in sicurezza di una situazione franosa peraltro già da tempo consolidata per la parte necessaria. Il calanco, per le cui caratteristiche geo-morfologiche è stato per ben tre volte proposto come piccola Area Wilderness (si tratterebbe di soli circa 20 ettari), rappresenta effettivamente il più meridionale dei tanti burroni erosivi che caratterizzano il complesso delle Langhe, tra il Piemonte e la Liguria. Una suggestiva forra scavata nelle marne grigie talmente incassata che pur essendo circondata da strade e dallo stesso paese di Cosseria, quasi non la si può vedere, ed anzi sfugge a quanti non ne conoscano la presenza. Una bellezza selvaggia e paesaggistica che meriterebbe di essere preservata proprio per il suo valore ambientale, naturalistico e paesaggistico e che invece si vorrebbe colmare completamente con quantità abnormi di materiale di scavo (da quale scavo di galleria? La gronda di Genova?). Un business che certamente coinvolgerà varie ditte e vari amministratori pubblici. A questo progetto si stanno opponendo alcuni proprietari dei terreni, i quali hanno anche richiesto l’intervento dell’AIW, la quale ha provveduto all’inoltro di una dura lettera di opposizione alle autorità competenti.
- Intanto, mentre è calato uno scorretto silenzio da parte di tutte le autorità sull’ultimo esposto dell’AIW (silenzio tipicamente e arrogantemente italiano, nel rapporto cittadini-potere pubblico!), qualcosa si muove nella gestione della Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, nel senso che la Provincia di Savona ha indetto per la metà di aprile un incontro durante il quale dovrebbe presentare un “Piano di Gestione integrato” sia della Riserva sia della Zona Speciale di Conservazione in cui essa è compresa. Anche l’AIW è stata convocata, e certamente parteciperà all’incontro, sebben con ben poche illusioni che si tratti di prendere finalmente quei provvedimenti di conservazione da anni auspicati. Ciò, almeno, si deduce dagli stakeholder convocati, che piuttosto che aventi interessi naturalistici hanno piuttosto interessi agro-forestali! Il che la dovrebbe dire lunga su cosa potrà essere stato predisposto in questo Piano. Difficilmente sarà stabilito che nella “core area” della ZSC, costituita dai suoli di pubblica proprietà della Riserva Naturale, l’ambiente sarà integralmente preservato per la biodiversità; anzi, è pensabile che proprio con la motivazione della biodiversità, saranno previsti interventi di ogni sorta. Peraltro, neppure al rispetto di quei vincoli di conservazione che magari si pretenderanno per i suoli appartenenti ai privati ed ai Comuni!