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Alassio perché diserta l’assemblea APS: voragine di debiti milionari. Savona il sindaco Russo: respingo le accuse. I distinguo di Loano e Borghetto S. Spirito


Il documento del sindaco Melgrati e del presidente di Sca s.r.l. Emanuela Preve: “I dati economici che sono emersi dal bilancio 2021 del Consorzio Depurazione Savonese sono inquietanti: € 4.943.567,00 di perdita per il 2021; € 1.170.654 per il 2020”. Il sindaco di Savona replica: “Il Consorzio Depurazione Acque è sano, chiuderà il 2022 in utile e non ha alcun bisogno di farsi finanziare da altri, tantomeno da SCA”. I sindaci di Borghetto S. Spirito e Loano: “Non condividiamo appieno la posizione di Alassio, ma le valutazioni da fare sono molteplici… vedi la totale latitanza della Provincia”.

Alassio diserta l’Assemblea di APS- Melgrati e Preve: i conti del Consorzio Depurazione Savonese sono preoccupanti. Non saranno Alassio e Sca a pagare per tutti.

Il sindaco Melgrati

COMUNICATO STAMPA – E’ di oggi la comunicazione che il Sindaco di Alassio, Marco Melgrati e il Presidente di SCA s.r.l. Emanuela Preve hanno inviato al Presidente di APS Giovanni Ferro per segnalare le rispettive assenze alla Conferenza Stabile e alla Conferenza dei Patti Parasociali, alle Assemblee Ordinaria e Straordinaria di APS: un’assenza che trae le proprie motivazioni nel parere legale degli avvocati Harald Bonura e Giuliano Fonderico di Roma, secondo i quali l’approvazione del Piano Annuale prevista all’ordine del giorno dell’Assemblea “determina rilevanti conseguenze finanziarie in capo a SCA (e, quindi, potenzialmente, in capo agli enti locali soci della stessa), chiamata tanto ad assumere gli specifici oneri di ricapitalizzazione (e di immediato versamento delle somme) previsti dalla proposta dell’organo amministrativo (copertura parziale delle perdite pari a € 754.897,00, utilizzando la riserva di € 150.000,00 costituita dai versamenti dei soci in conto capitale); copertura delle perdite residue di € 604.897,00, mediante azzeramento del capitale sociale per euro 500.000,00 e ricostituzione dello stesso, con emissione di 100.000 azioni al valore nominale di € 1,00, ma con un sovrapprezzo di € 1,50 per ciascuna azione, al fine di coprire il differenziale di perdite residue, nonché le ulteriori presumibili perdite fino al 31.01.2023); quanto l’impegno alla copertura del fabbisogno finanziario della società per il 2023, entro il limite della previsione elaborata (947.445,05 €); (ii) incide sull’operatività di SCA, vincolata a non assumere impegni che vadano oltre il 2023 senza il preventivo consenso di APS, ribaltando il rapporto di controllo analogo; (iii) incide sull’operatività di SCA per un ulteriore aspetto, determinando la cristallizzazione dei rapporti contrattuali tra la struttura consortile e le consorziate (attraverso l’approvazione del 8 contratto infraconsortile in cui è compresa l’anticipazione del trasferimento delle attività di bollettazione e riscossione delle tariffe rispetto al perfezionamento della prevista operazione di fusione inversa)”.

L’avv. Emanuela Preve

“I dati economici che sono emersi dal bilancio 2021 del Consorzio Depurazione Savonese – spiegano infatti Melgrati e Preve – sono inquietanti: € 4.943.567,00 di perdita per il 2021; € 1.170.654 per il 2020. Come Comune di Alassio abbiamo il dovere di tutelare la SCA e soprattutto i suoi utenti. Un eventuale terzo bilancio negativo rappresenterebbe sicuramente un disastro economico per il Comune di Savona, ma certo non si può pretendere che le perdite dei savonesi vengano colmate dagli utenti di Alassio e di tutto il Ponente Savonese”.

Allo stato dell’arte, una fusione societaria o anche solo conferire ad APS il potere di emettere e incassare le bollette pagate da tutti i cittadini può mettere in crisi l’intero servizio idrico pubblico in Provincia di Savona.

“Finché non avremo scongiurato il rischio che i soldi degli Alassini, siano utilizzati per coprire i debiti maturati dal vecchio depuratore savonese, invece che in opere utili per garantire acqua e depurazione di qualità – aggiungono Melgrati e Preve – è necessario che la SCA, la Servizi Ambientali e il Consorzio Depurazione Savonese si limitino a coordinarsi tra loro tramite APS per realizzare gli investimenti previsti dal Piano d’Ambito, ma tengano le rispettive casse ben separate”.

Infine, è proprio di questi giorni la notizia che il Consiglio di Stato terrà udienza il 18 maggio per decidere in via definitiva l’appello proposto da IREN contro la decisione dei sindaci della nostra Provincia di mantenere l’acqua in mano pubblica: fino ad allora, stante la situazione di incertezza e in attesa della sentenza, sarebbe imprudente e poco serio non aspettare il pronunciamento dei giudici amministrativi e compiere atti, come il trasferimento ad APS della bollettazione, che sarebbero poi difficilmente reversibili e avrebbero un impatto pesante e immediato su lavoratori e utenti.

Nei giorni scorsi, il Sindaco di Savona, Marco Russo durante un Consiglio Comunale ha riferito che Alassio avrebbe manifestato il proprio dissenso senza nemmeno leggere la documentazione. “Purtroppo prendiamo atto – ribatte Melgrati – che semmai è il Sindaco di Savona a non essersi letto bene gli atti e soprattutto la procedura richiesta dal TUEL e dalla Legge Madia. Il Sindaco di Savona, per il tramite dell’Ing. Ferro, ha portato avanti un progetto in maniera rischiosa per i cittadini, non tenendo minimamente conto dei due bilanci consecutivi in perdita di Consorzio Depurazione Savonese. Ma non solo: il Presidente Preve ha dovuto battagliare per eliminare duplicazioni di costi nei bilanci di SCA e di APS. Ciò è inaccettabile: soprattutto se si pensa ai fatti che hanno preceduto la nomina dell’Ing. Ferro, il quale secondo il Sindaco Russo avrebbe dovuto essere nomina di “alto profilo”.”

“Qualcuno ha provato a saltare le competenze dei Consigli Comunali – prosegue il primo cittadino di Alassio – è ciò potrebbe rischiare di far cadere l’intero affidamento dell’ “in house providing”. Per questi motivi, abbiamo a più riprese proposto l’approvazione del Regolamento Temporaneo Consortile”.

Ciò garantirebbe l’operatività di APS (fino alla fusione o altra soluzione che si riterrà di perseguire); la bancabilità sia di APS sia delle consorziate; e rappresenta la soluzione meno gravosa e impattante sulle consorziate, anche alla luce dei due bilanci consecutivi in perdita accumulati da Consorzio Depurazione Savonese

Alla luce dei quorum previsti per gli organi sociali di APS, che non consentono di adottare alcuna deliberazione senza il consenso del Comune di Alassio e della Servizi Comunali Associati S.r.l., né il Piano di ristrutturazione aziendale, né l’operazione di ricapitalizzazione potranno, pertanto, essere adottati alle assemblee di APS. Per le eventuali esigenze finanziarie non procrastinabili, APS potrà utilizzare nel frattempo lo strumento del finanziamento soci. A tal proposito, SCA S.r.l. ha già confermato la propria disponibilità ad adempiere senza indugio all’obbligazione.

Meglio sarebbe, in ogni caso, stante l’imminente pronuncia del Consiglio di Stato sull’appello proposto da IRETI S.p.A. fissata per il 18 maggio p.v., rinviare ogni deliberazione a data successiva alla pubblicazione della sentenza, così da evitare di assumere decisioni in un quadro di incertezza giuridica.​

“Per queste ragioni – proseguono Melgrati e Preve – sarebbe necessario che APS si attivasse, in primo luogo, al fine di prorogare il termine statutario del 31 dicembre p.v. previsto per perfezionare la fusione anche alla luce della necessità di aggiornare la due diligence economico-finanziaria a seguito della pubblicazione del bilancio 2021 di Consorzio Depurazione del Savonese S.p.A., che ha manifestato una situazione aziendale a dir poco preoccupante. Occorrerà quindi procedere speditamente all’approvazione del Regolamento transitorio consortile già predisposto in bozza e più volte sottoposto ai soci, in modo da garantire fin da subito effettiva operatività ad APS, previe, ovviamente, le modifiche al testo e le precisazioni tecniche che fossero ancora necessarie. Infatti la bozza di regolamento, più volte proposta, ormai necessita di soli due aggiustamenti: il primo riguarda il tetto economico oltre il quale APS dovrà autorizzare i lavori e/o investimenti; il secondo la modalità di fatturazione tra APS e le consorziate”.

“La volontà dell’Ing. Ferro (e del Sindaco Russo) di “rottura” rispetto alle risorse investite dal precedente CdA – la conclusione – può potenzialmente creare un vero danno alla società. Mai nessuno dei soggetti interessati ha invitato il precedente CdA di APS a scegliere altre soluzioni, limitandosi a richiedere mere modifiche regolamentari. Le perdite accumulate da APS sono state causate essenzialmente e prevalentemente dalla mancata sottoscrizione del Regolamento Temporaneo Consortile. I dati evidenziano inoltre come la maggior parte delle risorse societarie 2019*2022 siano state dedicate ad ottenere pareri di professionisti e tecnici giuridici ed economici”.

ATO IDRICO, IL SINDACO RUSSO RISPONDE A MELGRATI:

“SI STA ASSUMENDO UNA GRAVISSIMA RESPONSABILITA’

RESPINGO CON FERMEZZA LE SUE ACCUSE”

Il sindaco Russo con il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri

COMUNICATO STAMPA – Savona, 21 marzo 2023 – “E’ da un anno che lavoro per sbloccare il procedimento di unificazione del gestore unico dell’ATO idrico, che era fermo da tempo, per dare una prospettiva di continuità al servizio idrico pubblico. Grazie alla collaborazione con Loano e Borghetto erano stati compiuti importanti passi avanti. In tutto questo periodo ho sempre manifestato la più ampia disponibilità al dialogo per trovare la soluzione più equilibrata e corretta. Ora, si è arrivati a un passo importante che potrebbe far fare un salto di qualità al sistema: finalmente APS, che lo ricordiamo è l’attuale gestore dell’ATO idrico, potrebbe operare efficacemente.

Prendo atto con rammarico che Alassio si mette di traverso. E’ gravissimo leggere motivazioni farneticanti che suonano come una puerile scusa per nascondere una scelta incomprensibile. Il Consorzio Depurazione Acque è sano, chiuderà il 2022 in utile e non ha alcun bisogno di farsi finanziare da altri, tantomeno da SCA. In più, era chiaro che la proposta formulata dal presidente di APS avrebbe previsto che ciò che avrebbero pagato i cittadini di un territorio sarebbe rimasto nel territorio medesimo. Melgrati si sta assumendo una gravissima responsabilità. Domani ci presenteremo in assemblea e prenderemo atto delle scelte di ciascuno. Continuo a pensare che il nostro territorio debba essere in grado di dotarsi di un gestore unico pubblico dell’ATO idrico e lavorerò fino alla fine per questa prospettiva, però non c’è più tempo ed occorre la collaborazione e il senso di responsabilità di tutti. Al momento Melgrati non lo sta dimostrando”.

PRESA DI POSIZIONE DI LOANO E BORGHETTO CON I SINDACI LETTIERI E CANEPA

I sindaci Lettieri e Canepa con l’ex senatore Paolo Ripamonti

“Avevamo immaginato un percorso diverso – dichiarano i sindaci di Loano e Borghetto Luca Lettieri e Giancarlo Canepa, soci di riferimento di Servizi Ambientali – che portasse ad una sintesi positiva le posizioni molto distanti di Savona e Alassio. Per noi l’obbiettivo principale è quello del mantenimento dell’acqua pubblica e per questo nobile fine continueremo a fare la nostra parte. Non condividiamo appieno la posizione di Alassio, ma le valutazioni da fare sono molteplici e in questa fase ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e ragionare su quali siano state le cause che hanno portato a questa situazione, a partire dal modus agendi di Savona e di APS, oltre alla totale latitanza della Provincia, l’ente di governo dell’ambito che, come più volte invocato, avrebbe dovuto dirigere le danze. Noi avremmo preferito iniziare a dare operatività al gestore unico per scongiurare il rischio di un commissariamento e nel mentre lavorare per elaborare una modalità di gestione unitaria, magari diversa dalla fusione, che prevedesse maggiori tutele per le tre attuali società che si occupano di gestire acqua e depurazione”.

 

 


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