Il “caso” del Flora: da richiamo sul mare per l’intrattenimento turistico a sala congressi comunale dai costi strabilianti. L’occasione persa di ridare alla città una struttura per lo svago e l’intrattenimento turistico che per la sua posizione non ha uguali.
Polo di Centrodestra per Pietra Lista Civica dei Pietresi
Gruppo Consiliare “Centrodestra” Consigliere Mario Carrara
Il 7 Marzo scorso, nel Consiglio comunale di Pietra Ligure, si è dibattuta la nostra mozione consiliare sul “destino” dell’immobile, da tutti conosciuto come “Il Flora“, sul lungomare di Pietra Ligure. Per tutto il corso della sua esistenza è stato un punto, se non “il” punto” di riferimento per eccellenza dell’intrattenimento turistico della città.
Per oltre 100 anni, prima con le sue caratteristiche due “cupoline” che adornavano la sua antica facciata e le sue terrazze superiori, poi con la sua conformazione di costruzione moderna, è stato lo “Stabilimento balneario” (così si chiamava ad inizio del secolo XX), nella cui spiaggia, i turisti trascorrevano le loro giornate di sole e di mare e, quindi, diventava il luogo privilegiato di attrazione delle serate e delle notti estive, per un intrattenimento fatto di musica e di ballo. Un luogo molto “speciale” sulla riva del mare, che ha fatto sognare generazioni di Pietresi, di ospiti e villeggianti. Fred Bongusto, negli anni ’60, scrisse proprio una canzone che sembrava fatta apposta proprio per la location del Flora: “…una rotonda sul mare… il nostro disco che suona, vedo gli amici ballare, ma tu non sei qui con me…”, dicevano quelle prime parole. Ed in effetti, per oltre un secolo, “Il Flora” ha rappresentato tutto questo. La musica ed il “dancing”, proprio sopra le onde del mare, hanno rappresentato la formula che gli ha permesso di avere successo per più di cent’anni. Poi, in ultimo, quando si è voluto farne una cosa più “contemporanea”, trasformandolo in una comune discoteca, il locale non solo ne ha perso fascino ed attrattiva, ma anzi, prendendone tutti i difetti e le problematiche, alla fine ha dovuto chiudere i battenti. D’altronde, una comune discoteca può essere fatta anche in luoghi periferici, basta che abbia gli spazi adeguati. Mentre un locale come quello in riva al mare soddisfaceva, soddisferebbe le esigenze di un pubblico ben diverso.
Quando il Comune, ha dato segno di volerne rilevare la concessione dal demanio marittimo che ne è suo proprietario, ritenevamo fosse una cosa positiva per il rilancio di una vera attrattiva “storica” dell’intrattenimento turistico, peculiare del panorama pietrese, se fosse stata fatta in modo omogeneo e coerente con quello che è sempre stato. Una gestione dedicata ad offrire serate e pomeriggi di ballo, danza, musica ed intrattenimento, da intraprendersi anche coinvolgendo le associazioni delle categorie turistiche, rivolta ai turisti ed ai residenti, in particolare, per i giovani e gli anziani. Pensavamo ad una società di gestione pubblico/privata, che promuovesse il rilancio di questa struttura del tutto unica nel suo genere, sia per la sua posizione, che per le dimensioni e caratteristiche.
Invece, ci siamo ritrovati con un progetto “faraonico”, molto dispendioso, di discutibile utilità e vantaggio per la città e, dopo aver speso tutta la montagna di soldi prevista, preordinato probabilmente “al nulla”.
Il Comune ha ottenuto la concessione del primo piano (sic!) dello stabile per trasformarlo in una sala idonea ad ospitare congressi, convegni, conferenze, mostre e quant’altro di simile.
La motivazione addotta dal Sindaco per questa scelta è rappresentata dal fatto che, secondo lui, come ha dichiarato, a Pietra Ligure non ci sono “altre” sale e strutture con queste caratteristiche, che possano soddisfare questa finalità.
Mentre, tutti sappiamo che questo non è vero perché di sale idonee a Pietra Ligure ce ne sono già ben due: il Teatro cinema “Guido Moretti”, che di posti ne può vantare non 300, ma ben 350, e la sala polivalente di via Nino Bixio, con 120 posti a sedere.
Entrambe strutture di piena proprietà comunale.
Quindi, con il Flora, il Sindaco mirerebbe ad un turismo di tipo nuovo: quello, sostanzialmente, dei convegni e dei congressi, Un “qualchecosa” di nuovo, per cui, per potersi realizzare nella nostra città, sono necessarie ed indispensabili strutture di supporto e sostegno che, invece, non sussistono proprio. Specialmente sul lungomare centrale.
In primis: i parcheggi. In tutto il lungomare don Giovanni Bado (78 posti auto) più le due vie ad essa perpendicolari (via Vigili del fuoco (17), via E. Accame (18) , i posti auto totali sono solo 113.
Abbiamo obiettato ed obiettiamo: ma dove vanno a parcheggiare le prevedibili 300 automobili dei congressisti? Tenuto conto che quei soli 113 posti auto attuali servono per l’uso quotidiano dei residenti e di chi gravita sul centro storico? E tenuto anche conto che, di norma, congressi e convegni, si organizzano nei week end, proprio quando in Riviera arrivano i turisti abituali del “fine settimana”, che creano, ovviamente, esigenze di ulteriori parcheggi? E, ancor più, che dire dei fine settimana dei mesi estivi?
Il Sindaco ha obiettato che le esigenze di trovare parcheggio di chi partecipa ad un congresso sono esattamente le stesse di chi va a ballare o ascoltare musica, quindi la nostra sarebbe una polemica pretestuosa. Ma ciò NON è per niente vero! Perché congressi e convegni devono soddisfare il presumibile bisogno di trovare un posto auto per ciascuno dei 300 partecipanti che arrivano da fuori, ma TUTTI INSIEME, nel giorno d’inizio stabilito; invece, una sala da ballo, di musica o intrattenimento serve, soprattutto, per dare a questa città turistica, dove non c’è niente, un’opportunità di intrattenimento rivolta per i residenti, per gli ospiti, che per un pubblico che, comunque, gravita già nell’ambito della Riviera.
Gli alberghi: i congressi ed i convegni, per avere senso di studio ed approfondimento nei loro lavori, devono almeno durare tre giorni; due come minimo.
Nel centro di Pietra Ligure resiste (eroicamente..) un solo albergo. Dove sono, nella prossimità, oltre “quell’unico” albergo superstite, le strutture idonee per ricevere ed ospitare un tale tipo di “tanta” clientela, che arriverebbe “in massa” nei fine settimana?
“L’ospitalità congressuale” è organizzata, di solito, in strutture alberghiere, già attrezzate proprio per questo: alberghi con grande capienza di camere e grandi saloni dove si svolgono le manifestazioni. Ciò per dare il maggior conforto e comodità ai congressisti.
Invece, il Sindaco, stizzito, ha obiettato che a Pietra è in atto una ripresa degli alberghi. Specie nel levante della città, tra cui il “Grand Hotel” che, però, ha la particolarità di trovarsi, sul confine con Borgio Verezzi, a quasi due km dal Flora. In questi casi che si farebbe? Si farebbero “servizi navetta” di trasporto con pulmini appositi, per il comfort dei congressisti? O i congressisti stessi sarebbero costretti a fare lunghe passeggiate a piedi? Il Sindaco ha anche obiettato che altre strutture classificate “albergo” saranno di prossima apertura, in centro, in seguito a ristrutturazioni in corso di alberghi precedenti (es. il Nazionale, il Terminus).
È vero, esse apriranno: ma saranno hotel “al piano”, in condominii con altri piani di case private.
È in strutture come queste di alberghi nei piani dei “condominii” o in quelle di alberghi, ma ben lontane dalla sede del congresso, che si vuole assicurare il massimo dell’ospitalità e del confort al turismo “congressuale”? Che, abbiamo visto, arriva in “massa”, “tutti insieme”, di solito nei week end, e che, per di più, sarebbe in sovrapposizione ed in concorrenza (per l’uso delle infrastrutture di servizio) con gli altri turisti, i turisti “abituali”, quelli “settimanali”? È tutta questa l’organizzazione che Pietra Ligure sta preparando e vuole offrire come supporto di una nuova struttura congressuale nella sala del piano superiore dell’ex “dancing Flora”?
In ultimo, I COSTI. Per allestire la nuova sala dei congressi nel Flora è stata prevista una spesa di €. 1.500.000..! Una spesa strabiliante. Perché essa non è programmata per ristrutturare TUTTO lo stabile, da fondazioni a tetto, ma SOLO del PIANO PRIMO, dov’era la sala da ballo. Abbiamo scritto e detto in Consiglio: e che cosa ci si vuol fare per un solo, unico piano, con una tale strabiliante cifra di un milione e mezzo di euro? Forse pavimenti di alabastro o marmi rari e pregiati, vetrate di speciali cristalli? Visto che con la cifra di un milione e mezzo di euro di Flora se ne potrebbero costruire DUE: ma dalle fondamenta al tetto.
Cosa significa, dunque, questa stratosferica cifra per un solo piano? È una cifra “buttata” lì, a caso? Oppure, siccome è una cifra che il Sindaco ha dichiarato che verrà chiesta come “contributo”, si spera che essa venga concessa dopo aver fatto un “bel progetto”…., …”accattivante”, tale da far convincere qualche ente “danaroso” a concedere la tanto generosa elargizione?
In definitiva: si spera che, con un bel progetto, qualche ente “distratto” conceda una tale somma? Che qualcuno, tanto per dire: “abbocchi…”? Ma, se è cosi, si spera anche TANTO (e forse TROPPO) perché, forse, si spera anche che un tale imponente finanziamento venga concesso per L’INTERA SOMMA e a FONDO PERDUTO? Domanda lecita, tenendo conto che qualunque ente, nel concedere un contributo per una cifra di quell’imponenza, di solito, richiede al Comune beneficiario almeno una sua compartecipazione finanziaria; compartecipazione che, vista la somma in ballo, tanto per fare un esempio, se fosse ipotizzabile almeno intorno al 30%, nel nostro caso sarebbe di ben 450.000 euro! E dove la prenderebbe il Comune una somma del genere, già di per sé astronomica, per rifare il solo piano di uno stabile, nemmeno di proprietà, ma solo in concessione dal demanio? S’intende che la compartecipazione cui accenniamo è solo un’ipotesi, la cui entità può variare in più o in meno in percentuale sul totale che venisse erogato; ma ben difficilmente, ripetiamo, se, e ripetiamo “SE”, verrà concesso il finanziamento richiesto, esso lo sarà “gratis” e per l’intera somma.
Come si vede da tutto quanto descritto, una vera situazione assurda se non inverosimile, concepita senza alcun criterio logico, che il Sindaco De Vincenzi vuol far passare come una bella cosa di progresso turistico per Pietra Ligure, ma che si traduce come l’ennesima scelta strampalata, dettata non dal buon senso ma dalla volontà d’imperio e d’imposizione.
Una delle tante scelte d’imperio, come quella del senso unico sul lungomare che sta causando l’intasamento se non, a volte, la vera immobilità dell’Aurelia, con code ed incolonnamenti di auto interminabili, e il progressivo impoverimento della frequentazione commerciale del centro storico.
Scelta d’imperio che, tuttavia, nel caso del Flora, sarà rappresentata dalla definitiva perdita di una struttura, unica per la sua posizione, che avrebbe potuto essere motivo di vero rilancio per l’offerta turistica della città, a beneficio dei suoi residenti e dei suoi villeggianti.
Mario Carrara, consigliere comunale (15 Marzo 2023)
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Polo di Centrodestra per Pietra – Lista Civica dei Pietresi
Gruppo Consiliare “Centrodestra”. Consigliere Mario Carrara
Autovelox sull’Aurelia e viabilità a Pietra Ligure
Abbiamo appreso dagli organi d’informazione della novità dell’ulteriore intervento sulla viabilità della via Aurelia, con la prossima sistemazione di un autovelox che sarà operativo per 24 al giorno. Esso verrà posizionato nella parte di levante di Pietra Ligure, in prossimità dei bagni “Gianni”.
È stato dichiarato che il nuovo Autovelox NON è “per fare cassa” ma perché in un quel tratto, in passato, ci sono stati incidenti. Ovviamente, una motivazione del genere come quest’ultima sarebbe bastante per sopire le perplessità e chiudere le bocche che volessero obiettare. Tuttavia, non possiamo esimerci dal rilevare alcuni fatti indiscutibili: tutta la percorrenza del tratto della via Aurelia di Pietra Ligure, meno l’ultimo del rettilineo che porta a Borgio Verezzi, è stravolta dalla realtà dei fatti quotidiani. Dal confine di Loano fino alla rotonda del Maremola, in corso Italia, ormai si viaggia perennemente in coda e la velocità “di crociera” si aggira tra gli “zero” e i trenta chilometri orari. Ormai ci si può dire davvero fortunati se si percorre questo tratto di strada, di per sé breve e banale, senza essere bloccati o rallentati da code e incolonnamenti.
Questo ormai succede dal Gennaio 2020, data di imposizione del senso unico sul lungomare di Pietra Ligure, città con due sole strade di percorrenza, che è innegabile, ha causato lo stravolgimento di tutto il traffico sulla strada nazionale. “Stravolgimento” che coinvolge anche quello delle città vicine di Ponente perché le code “bloccate” a Pietra Ligure, pervengono ad allungarsi anche nei loro territori: Loano, Borghetto S.Spirito, Ceriale.
“Stravolgimento” che ora, alla lunga, ha anche riflessi sulla qualità della vita delle persone, specialmente di quelle costrette, per lavoro, a viaggiare in automobile ed ora quasi “sequestrate” in auto nelle code quotidiane, per ore, per percorrere tratti di strada di pochi chilometri. Tratti di strada che, prima del Gennaio 2020, si percorrevano in decine di minuti e non in ore, visto che MAI, prima d’allora, si verificavano incolonnamenti sulla strada nazionale.
“Stravolgimenti” anche sui flussi e le frequentazioni commerciali del centro di Pietra Ligure, ridotto ad una progressiva “desertificazione” sotto gli occhi di tutti.
Mentre sull’Aurelia le auto sono ferme in colonna, il lungomare pietrese è “deserto”, nel senso che non passa proprio più nessuno; in centro, alle 17 di qualsiasi giorno feriale è un “mortorio” dove non circolano che sparute persone, per lo più residenti lì. Quindi, uno “stravolgimento” che sta comportando conseguenze economiche perché sta causando il “declino“ economico di questa che, prima, era la parte più viva ed attiva della città.
Tornando al nuovo AUTOVELOX. Abbiamo constatato che esso verrà collocato ad una distanza di meno di un chilometro, per l’esattezza 900 metri (non in linea d’aria, ma “reali”), dall’altro autovelox sull’Aurelia a Borgio Verezzi, posto sopra ad un passaggio pedonale. Sorge spontanea una domanda: ma non è TROPPO VICINO all’altro? Possibile che si debbano mettere autovelox così ravvicinati? È difficile non dubitare che i “veri” motivi della nuova collocazione dell’autovelox non siano, invece, proprio quelli di “far cassa” dato che la contravvenzione con relativa decurtazione di punti dalla patente scatta superati di 5 chilometri i limiti imposti; ciò, considerando che l’autovelox opererà per 24 ore al giorno, quindi anche nelle ore notturne di poca o nulla frequentazione automobilistica.
A Pietra Ligure, anziché sul levante della città ed a soli 900 metri dell’autovelox di Borgio, la collocazione più ovvia per un autovelox sarebbe quella nei pressi dell’ospedale Santa Corona, un “punto delicato” da proteggere e tutelare. Ma qui l’autovelox, alla fine, non è necessario perché la velocità, ormai, per le scellerate conseguenze del senso unico sul lungomare è, come abbiamo visto, ormai ridotta automaticamente e drasticamente dalle code continue che la rallentano e la bloccano.
Non c’entrano niente le giustificazioni addotte dal Sindaco De Vincenzi, dichiarate ai giornali, secondo cui l’autovelox sarebbe posto: “….anche in considerazione della riqualificazione della passeggiata a mare “. E che cosa c’entra la riqualificazione della passeggiata a mare, che è esclusivamente PEDONALE, con un autovelox per le autovetture? Ciò sembra, invece, l’ennesima arrampicata sugli specchi per giustificare un provvedimento d’imperio, in un campo, quello della viabilità, nel quale De Vincenzi, nonostante l’ottimo capo dei vigili che ha a disposizione, sembra muoversi come un elefante in cristalleria, perché l’imposizione di ogni sua scelta provoca delle conseguenze. Che la viabilità della città, settore del quale, al pari dell’edilizia, lui ha la piena responsabilità perché ne detiene le deleghe, sia in costante criticità, è dimostrato da altri fatti.
Domenica pomeriggio 12 Marzo, oltre alla viabilità “in tilt” per una coda di auto interminabile sull’Aurelia, la viabilità va pure nel caos anche nella parte superiore di via della Cornice, una strada secondaria. Di questo ne siamo stati diretti testimoni. Che è successo? Un grande autopullman la percorre in direzione del centro città e si “incastra “, letteralmente, nella prima delle due curve del suo percorso, non riuscendo più a manovrare e bloccando, tutto il traffico. Quindi: caos di auto che devono invertire la marcia per uscire dall’ingorgo e vengono a loro volta bloccate da altre che sopraggiungono. Dopo circa due ore di disperate manovre l’autista dell’autopullman deve percorrere tutta la strada, pur stretta, a marcia indietro (con sempre nuove auto che sopraggiungono e sono costrette, a loro volta, indietreggiare anch’esse in retromarcia), alla fine riesce a “raddrizzarsi” all’incrocio con via Ranzi.
Ma questo dell’inevitabile “incastro” nella curva di via Cornice non è stato il primo caso; già quest’estate un altro autopullman aveva fatto la stessa fine ed era successo lo stesso caos per tutta la strada accaduto il 12 Marzo; questo fatto lo documentiamo con una fotografia molto eloquente.
Altro caso simile, si è verificato a Ranzi Venerdì 10 Marzo alle 23. Un grosso TIR con rimorchio è rimasto “incastrato” nella strettoia presso la chiesa della Ss. Concezione: per “disincastrarsi” da quella posizione ha dovuto tribolare non poco e, quindi, andare in retromarcia (un TIR con rimorchio!!!) per un lungo tratto di strada in discesa fin oltre il ponte sull’autostrada, dove vi è, fortunosamente, giunto alle 5 del mattino. “Fortunosamente”, senza danni per le persone e le cose, anche forse per essere accaduto di notte.
Anche di questo fatto pubblichiamo la fotografia.
Ma cosa aspetta il Sindaco ad intervenire per posizionare dei cartelli segnaletici chiari ed evidenti nelle posizioni stradali più idonee, dopo l’uscita dall’autostrada, che vietino o limitino la percorrenza di certe nostre strade non adatte al passaggio di certi imponenti mezzi, i quali, forse, condotti da ignari autisti, escono dall’autostrada e sono indotti erroneamente a percorrerle, magari dietro suggerimenti sbagliati di “navigatori” che indicano la “via più breve”? Finora questi casi si sono ripetuti senza danni e conseguenze ma se non si interviene, non è detto che si sia sempre fortunati.
Certo, per questo Sindaco, magari è più bello e più facile emettere provvedimenti d’imperio o fare scelte come quella, discutibile (che lui giustificherà come presa per la “sicurezza” delle persone), di mettere un autovelox comunale sull’Aurelia quasi in prossimità del precedente autovelox a Borgio Verezzi.
Magari, questo nuovo autovelox è proprio preso per garantire la “sicurezza”, ma il dubbio che la vera ragione sia, invece, quella di “far cassa” sussiste: specie per un Comune come quello di Pietra Ligure dove “far cassa“, comunque ed in ogni modo, è un imperativo categorico, dimostrato da tutte le imposte comunali al massimo possibile, nessuna mai ridotta di un centesimo, nemmeno nei momenti più bui della pandemia, che spremono i contribuenti Pietresi che di più non si può.
Speriamo che il nuovo autovelox non sia il modo, oltre che garantire la “sicurezza” delle persone, per “spremere” anche i già tribolati automobilisti che hanno già la ventura e la vita dura di dover transitare sulla strada nazionale nel tratto di Pietra Ligure.
Mario Carrara