Dagli anni 50’, ovviamente del secolo scorso, ho conosciuto pochi sindaci con la medaglia al collo. Qualche cosetta qua e là; nei servizi comunque, e nulla di eccezionale. Questioni di bilancio. E di iniziativa. Meravigliandoci, oggi, di una città impoveritasi nel tempo.
di Sergio Ravera
Certo hanno influito congiunture mondiali e nazionali, hanno pesato aperture di nuovi mercati e livelli altissimi di concorrenza diventata spietata – per tutti – con interi settori produttivi e di servizio che hanno pagato alcuni, avvantaggiato altri. Non sempre con risultati positivi in termini di reddito.
Un po’ all’abbandono questa città. Chi nelle alte sfere non pensava, tanto meno si dannava, gettando al vento opportunità che si traducevano poi in sonore sconfitte. C’era l’edilizia a sostenere in parte l’occupazione nondimeno procurando problemi d’immagine al turismo, mentre sul commercio al dettaglio iniziavano ad aprirsi crepe non facilmente ricomponibili. Vedo lungo Corso Italia persone confuse dalla chiusura di negozi storici.
Savona: del poco siamo edotti; del niente abbiamo timore. Di fronte a banche vendute, enti polarizzati, porti circoscritti, quest’ultimi cresciuti in crociere. Non cesseremo, nel tempo, di ricordare l’opportunità di creare, dal presente, un grande approdo turistico che avrebbe davvero portato lustro e denaro a capoluogo e centri urbani circostanti. Come non occorrevano menti eccelse all’utilizzo (e non sfruttamento) della baia antistante Zinola. Progettualità pronte, assai lungi dalla recente idea, in quanto tale si presenta, di costruire una galleria in mare aperto. Pur restando a Savona la possibilità in chiare giornate di sole, di sferrare un’occhiata verso la Corsica.
Savona ha perduto treni ed autotreni. D’altronde con la qualità delle reti infrastrutturali di cui dispone non poteva in realtà dischiudersi verso l’area padana. Ed allora? Pensiamo, come da sempre, a restringere i contorni del nostro operare, di chiudere strade invece di aprirne.
Strade di una città, ancorchè piccola nel suo centro, mal curato, oggi in “mal arnese”, costellato di serrande abbassate: vele ammainate, quartieri in sofferenza. Non mi ripeto – era il 9 febbraio su Fb – in tema di zone pedonali. Ma ridico ai savonesi: non chiudetevi ulteriormente in voi stessi. Troppo piccola questa città, già contenuta nell’offerta di prodotti e principalmente di svaghi, per limitare maggiormente la circolazione alle persone.
Sergio Ravera
SAVONA 9 FEBBRAIO 2023
DALLA PAGINA FACEBOOK DI SERGIO RAVERA
La pianificazione del nulla. Corso Italia, tra Via Paleocapa e Via dei Vegerio, la regina spodestata, scesa in settimana a zona pedonale nell’attesa di rianimarsi, di rifiorire. Per noi, per i visitatori della città una macchia che vorremmo isolata, nel contempo ricomposta.
Nell’attesa, ravvivarla con un proposta a costo zero: l‘individuazione di persone di buona volontà, una decina tra pensionati e giovani motivati a condurre danze moderne “alla brasiliana” accompagnati da passanti alla ricerca di relax. Ripeto, a costo zero. Sufficiente qualche radiolina lungo il percorso. Cotanto, per non smentirci.
Nel frattempo, trascorso un paio d’anni, rimuoveremmo qualche rametto secco in cementificati contenitori trasformando la città, nel suo antico centro, in una paradisiaca marea di aiuole lussureggianti. Sogno o son desto al pensiero di una città attraente che si muove ancora verso una industria, scegliendo davvero quella dell’ospitalità?
Nel frattempo, togliamo i savonesi dall’incubo rappresentato dal traffico di Corso Mazzini. Del caso, rivedendo la segnaletica di Via Nostra Signora dell’Olmo, obbròbio senza eguali. A seguire Via Manzoni, ……. C’è da chiedersi se a Savona esiste un piano complessivo preordinato, ovvero si va all’orba o all’orbe, proseguendo comunque oggi nel peggiore dei modi, se a margine la stessa via storica del commercio sta abbassando serrande.
Riprendo poche righe, alquanto significative, di un articolo del Prof. Giandomenico Amendola laddove, nella gestione degli spazi del centro storico liberati dall’auto, denuncia in molti casi interventi di arredo urbano spesso dal gusto discutibile che banalizzano la nuova esperienza pedonale ……….. e che deformano l’autentica bellezza di molti angoli del centro storico. La pedonalizzazione, in effetti, se non è accompagnata da un progetto urbanistico che tiene conto del rapporto cruciale tra centro storico, periferia e hinterland scatena, e non di rado accelera, un insieme di effetti economici e sociali che possono abbassare la qualità della vita nel centro storico inducendo gli abitanti “autoctoni” alla fuga verso una periferia certo non attraente.
Sicchè mi chiedo spesso: verso quale futuro s’incammina Savona? Se lo scenario si vivifica nell’evanescente disegno della mobilità, credo perseguiremo sulla strada degli ultimi quarant’anni. Pianificando il nulla.
COMMENTI- Sergio Ravera: Noi abbiamo sperimentato, primi a Savona, scelte senza costrutto. Siamo dinanzi a interventi che nulla hanno di pianificazione sociale ed economica. Fumo per l’arrosto che brucia.
Gabriele Scrocca- Conseguenza ovvia dovuta alla proverbiale miopia della maggior parte degli amministratori che guardano all’oggi giusto per soddisfare gli appetiti di qualche lobby del cemento o altro lucroso business senza minimamente preoccuparsi del domani… l’importante è l’oggi tanto domani arriverà qualcun altro che rifarà le stesse cose… è così che tra pochi anni andrà completamente a ramengo l’Italia, chissà cosa saremmo oggi se i nostri antenati romani avessero avuto una visuale così limitata!
Elena Bisazza- Dott Sergio questa pedonalizzazione della città mi sembra un progetto senza una immagine reale della città. Non tiene conto di nulla né delle esigenze dei cittadini delle attività commerciali presenti in centro.