Quasi mezzo secolo, 48 anni per la precisione, nella sua officina-elettrauto di via Aurelia. Pietro Rossi, 73 anni, ora conta i giorni alla chiusura. In pensione c’è da 14 anni. Loano resta con un solo elettrauto (Casella), ma va peggio in altre località rivierasche come Pietra Ligure, Borgio Verezzi, Borghetto S. Spirito, Ceriale.
“Sono nato il 17 febbraio 1950 quando il nostro Ramella era ancora ospedale ed il mio primo lavoro è stato da garzone, per 10 anni, dall’elettrauto Casella, ora alla seconda generazione con il figlio Maurizio. Mia mamma, origini di Casale Monferrato, ha gestito un negozio di abbigliamento in via Cavour, mio papà era un contadino loanese, con terreni in via dei Fei e via Matteotti, poi venduti. Ho una sorella”.
Pietro ha sposato Anna Casalino 72 anni che attende invano la pensione pur avendo lavorato per 16 anni alla Colonia Città di Torino. “Abbiamo chiesto a tutti gli uffici competenti il motivo per cui non percepisce neppure la ‘minima’, tutto inutile finora. Speriamo bene”. Due figlie: Monica e Sabrina laureata in Scienze politiche, vive a Busto Arsizio con il fidanzato, una passione per il giornalismo che purtroppo non le ha finora dato un lavoro stabile.
Pietro è una persona semplice, affabile, seria e scrupolosa. Nella vita e nel lavoro ha saputo circondarsi della stima dei clienti e di quanti sono ricorsi alla sua manodopera. Un artigiano d’altri tempi si direbbe che ha sempre operato da solo e che negli anni ha vissuto l’evoluzione del mestiere dove ci si sporca le mani e la tuta blu è la divisa abituale. “Il lavoro – osserva – è diminuito moltissimo ed è diventato più complicato di pari passo con l’evoluzione tecnologica di auto e moto. Ricordo quando, invece, era difficile far fronte a tutte le richieste mentre ci stiamo avvicinando ad automezzi pressoché perfetti, a quelli ibridi, che non hanno quasi bisogno di elettrauto. Restano gli automezzi e motomezzi diciamo della ‘vecchia generazione’ e soprattutto si fa assistenza per batterie, lampadine che si bruciano, piccole riparazioni insomma. Ma non mi sono mai lamentato del lavoro che manca, ho clienti da una vita”
La realtà tuttavia è che gli elettrauto chiudono uno dopo l’altro. Con città che ne restano persino prive. I giovani, a quanto pare, non sono attratti e sono sempre più rari quelli che vogliono imparare il mestiere che “vuole dire – osserva Rossi – e lo testimonio per esperienza, sacrificio, non guardare l’orologio. Si comincia al mattino alle 8 e si finisce alle 20 di sera”. In compenso Rossi conferma che non gli è mai capitata una fregatura per una riparazione non pagata. E ricorda, come fosse ieri, quando riparava le prime ‘Balilla’, ‘Topolino’, Fiat 1100, Alfa Romeo, ‘Giulietta’, l’Ape. Davvero altri tempi, ben altra qualità di impegno.
A Pietro Rossi, oltre alla passione per l’orto di famiglia a Santa Libera, è rimasto un hobby, la caccia. Ormai solo al cinghiale. Un tempo si cacciavano uccelli migratori che sono scomparsi dalle nostre zone. Lui fa parte di un gruppo di cacciatori di Finalpia, “ma siamo sempre meno e così ci aggreghiamo ai colleghi di Feglino”. E aggiunge: “Siamo anche fortunati, si fa per dire, perchè dalle nostre parti non è finora arrivata la peste suina”. In certi periodi dell’anno si possono cacciare, a selezione, pure daini e caprioli che davvero non mancano. Con i contadini sempre più arrabbiati per i danni arrecati alle colture, agli alberelli.
Pietro non è mai stato cliente da bar e non è l’unico ad ammettere che sia sempre più difficile incontrare loanesi della sua generazione, poter conversare in dialetto. Purtroppo le uniche occasioni per ritrovarsi sono spesso ai funerali e al camposanto.
Che ne sarà della sua autofficina ? Lui è sempre rimasto in affitto e nei 35 mq. con ogni probabilità potrà ampliarsi un’attigua autoscuola. Per Pietro restano i ricordi di un’esistenza trascorsa tra le mura dell’officina di via Aurelia 177. Riflettendo e ripensando tra uno sguardo al passato e al presente, il futuro. Elencando le attività che lungo l’Aurelia centrale hanno chiuso e quelle poche che hanno resistito si contano sulle dita di una mano. Immancabile un senso di nostalgia. Il difficile distacco, il legame al lavoro di una vita, la stima e l’affetto di tante persone che hai conosciuto. Le quattro chiacchiere passatempo. I clienti che ora nel bisogno perdono un punto di riferimento. Pietro affabile, franco, alla buona, lascia forse con il magone e il sincero ricordo di una persona perbene, professionale e onesta. Ci mancherà davanti al banco di lavoro. Non resta che l’augurio di una serena e meritata terza età. (L.Cor.)