Giulio Roveraro, 83 anni, personaggio stimato e benvoluto della ‘vecchia Albenga’, ha lasciato la vita terrena. Abbiamo avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo già dalla fine degli anni ’60. Ai tempi della pubblicazione de La Settimana Ligure, poi La Nuova Liguria. Negli anni ’70 con Il Secolo XIX.
Una semplice e doverosa testimonianza della statura morale, civile e culturale di Giulio. Rigoroso e leale. Lettore attento e critico. Capace di analisi puntuali, sapienti e colte, anche pungenti. Capace di esprimere veri valori di vita sociale. Uno che meritava tutta la stima di cui si era circondato.
E’ stato consigliere comunale e granitico, per gli ideali che praticava, esponente del glorioso Pci che ha contraddistinto la storia di Albenga per molti anni. Giulio non amava mettersi in mostra, esibire il suo bagaglio di conoscenze culturali, di memoria storica della città. Non aveva la stoffa di rancoroso. Ha sempre ricoperto ruoli pubblici all’insegna dell’altruismo e onestà messi in pratica. Era un cittadino valoroso ed esemplare nella sua caratura. Con la dedizione alle giuste cause. Uno sapeva fare autocritica ed era sempre un piacere incontrarlo, conversare, ascoltarlo assai spesso all’edicola di Eligio Pizzorno. Non delegittimava gli avversari sul fronte politico- amministrativo. Aveva una profonda conoscenza della storia e realtà della sua Albenga. E’ con spirito di ammirazione che pubblichiamo il ricordo scritto, con grande e raro pathos, coinvolgimento e testimonianza, da Rosa Bellantoni che nel maggio 2022 ha ricevuto il premio ‘Una donna per la sua Città‘. Con la motivazione “per la sua onestà intellettuale e la determinazione nel perseguire l’interesse della comunità ingauna” (L.Cor.)
IL POST DI ROSA BELLANTONI – Quelli di Via Roma…che hanno fatto la Storia di Albenga…addio a Giulio Roveraro…
Per me e tutta la mia famiglia era più che un amico: Giulio era un uomo rude e generoso e non erano rare le accese discussioni, politiche ovviamente, con mio padre durante i pranzi o cene in cui Giulio era graditissimo ospite… perché ospite non era, ma “di casa”.
Ricordo le sue personalissime lezioni di storia, letteratura, arte… chiacchierate casuali da cui apprendevo moltissimo come sulla musica…e conservo con cura le opere di Shakespeare, un volumetto di Giorgio Caproni e una copia del Testamento di Gian Maria Oddo (o degli Oddi) che mi regalò poco dopo la mia entrata in politica e nel PCI dove si era accesa la discussione sul futuro dell’ex “Collegio Oddo”.
Giulio non amava esibire luccicanti medaglie, ma era stato uno stimato consigliere comunale del PCI e soprattutto era stato nell’ultimo consiglio di Amministrazione del Collegio Oddo che deliberò ed attuò la donazione al Comune di Palazzo Oddo.
È stato un amico e maestro politico informandomi di molte spigolature storiche e personali che davano la chiave di lettura di tante posizioni politiche e scelte che, per gli allora giovani come me, diversamente sarebbero state, se non incomprensibili, almeno confuse e complicate.
Giulio era un profondo conoscitore della musica classica e contemporanea…e ci trovavamo spesso a parlarne: specialmente di Ravel…del Bolero e delle Pavane.
Dopo gli incidenti ed altri problemi di salute, la sua sensibilità si era ingigantita e, non era raro che, su certi argomenti, come le poesie di Caproni o Ungaretti si commuovesse e troncasse la conversazione andandosene.
La sua degenza all’Istituto Trincheri, dopo il pensionamento, è stata per molti anni da uomo attivo che, giornalmente, visitava il suo amato Centro storico e Via Roma e la sua casa in uno dei vicoli: così non c’è mai stato un distacco da tutti noi…dalla sua gente. È continuato finché è stato possibile e poi la pandemia ci ha dispersi…
Sant’Agostino sulla morte scriveva che “ La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.”…e allora, andando sul mio terrazzo dove si affaccia il balconcino della tua casa, caro Giulio, immaginerò che tu sia “nascosto nella stanza accanto“… insieme a mio padre, ad Italo, a Stellin il gelataio, mia madre, la Zaira, Omero, Gianni il falegname e tanti altri di Via Roma che sono scivolati via prima…
IL POST DI PROSPERO ROVERARO – È il ricordo più difficile che devo scrivere. Questa mattina se ne è andato mio fratello Giulio.
Abbiamo passato insieme 68 anni, anni difficili durissimi, segnato da tanti dolori e tanti momenti. La morte prematura di nostro padre che gli ha imposto di interrompere gli studi e prendersi cura di me e di nostra madre, poi la morte di nostra madre, gli incidenti che ha subito lo hanno segnato nel fisico e nel morale. Ci sono stati anche momenti belli, ricordo che mi leggeva le favole per farmi addormentare.
Adesso sono più solo, e non resta che il suo ricordo e il suo modo di parlarmi… Ciao Giulio sarai con mamma e papà…
Il post di Maresa Biovi – Quanti ricordi caro Giulio. Ricordo la tua intelligenza, la tua cultura. Parlare con te era un piacere. Mi spiace tanto Prospero, ti abbraccio forte forte.
Antonella Carrubba- Sono addolorata per il tuo dolore caro Prospero .Tuo fratello era una bella persona,ha avuto un lungo periodo di dolore che sicuramente non meritava.