Le lettere a Trucioli.it. Ho letto l’intervista al prof. Lorenzo Coveri.2/Speriamo che all’Asl 2 arrivi un direttore generale competente meglio se ha fatto gavetta…3/A proposito delle competenze del sindaco di Stellanello sullo storico Palazzo di Bossaneto e il filo derll’Enel. 4/Enrico Mattei, Giorgia Meloni e l’Algeria.
Ho letto l’intervista al Prof. Lorenzo Coveri da parte del Prof. Bruzzone. Si è trattato di un testo importante rivolto ad un accademico di chiara fama internazionale. Purtroppo però nell’intero testo non viene citato un altro grande studioso della lingua genovese e ordinario di Linguistica generale all’Universita’ di Sassari: Prof. Fiorenzo Toso, scomparso lo scorso anno.
Io ho avuto occasione di collaborare con lui per conto dell’ Istituto Internazionale di Studi Liguri sez. Sabazia e di apprezzarne il rigore scientifico e la capacita’ di analisi oltre alla facilita’ con cui era solito costruire i rapporti umani soprattutto con chi come me era ben lontano da competenze e studi in tema di linguistica e dialetti oltre alla letteratura genovese.
Fiorenzo Toso non è più tra noi ma ricordarlo in cima o in fondo all’articolo non sarebbe stato male.
Cordiali Saluti
Danilo Bruno
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ASL 2 E FUTURO DIRETTORE GENERALE:
CI VORREBBE UN DIRIGENTE CHE HA FATTO LA GAVETTA
Speriamo adesso alla ASL 2 arrivi una dirigente competente in materia sanitaria e che non venga commissariata. Sia per tutta utenza della ASL e per il personale in sofferenza da anni con turni massacranti. Ci vorrebbe un dirigente non messo dalla politica ma che abbia fatto gavetta nella ASL tipo il mio grande direttore Dott. Tortarolo che entro al Santa Corona facendo gavetta e si laureo a Genova in Scienze politiche ed era un a persona che oltre ad essere il mio capo direttore era un padre per tutti i suoi dipendenti…adesso purtroppo sono cose che non esistono più caro Luciano, (Gin u Cagnettu. Loano).
La presa di posizione del sindaco di Stellanello (a proposito della Meridiana di Bossaneto e il filo dell’Enel davanti ad un Palazzo del XVI° secolo di importanza storica e come tale vincolato ndr) é pilatesca: bisogna prendere atto che il sindaco ha sempre ragione ed il cittadino protesta sempre a vanvera. In Italia non esiste, come qui in Ticino, un Ispettorato dei Comuni, che vigila e può censurare a tutela del cittadino. Nei siti Internet e Facebook dell’Associazione Liguri nel Mondo sono stati pubblicati sia l’articolo del “Secolo XIX”, che una relazione storico artistica redatta da me e mio fratello nel 2004 in vista del riconoscimento dell’interesse della Soprintendenza per il Palazzo. Ignoti Liguri sudamericani hanno condiviso e lodato l’iniziativa. Per quanto riguarda la competenza del Comune sulla vigilanza dei Beni Culturali – quindi, in primo luogo, sui monumenti – non sussiste dubbio. La mia richiesta all’ENEL di spostare il cavo avrebbe dovuto essere addirittura preceduta – non solo appoggiata e men che meno ignorata – da un intervento ufficiale del Comune, che in tal modo avrebbe palesato il suo interessamento attivo per il monumento ed avrebbe sfruttato un eccellente spunto per ottenere una miglioria interessante anche tutto il nucleo di Bossaneto. Trasmetto il testo pertinente del Codice delle Belle Arti a completezza di informazione. (Silvio Laureri)
Codice dei beni culturali e del paesaggio- Il testo del D.Lgs. n. 42/2004 coordinato ed aggiornato, da ultimo, alla Legge n. 22/2022.
Articolo 1
Principi
- In attuazione dell’articolo 9 della Costituzione, la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in coerenza con le attribuzioni di cui all’articolo 117 della Costituzione e secondo le disposizioni del presente codice.
- La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura.
- Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la valorizzazione.
- Gli altri soggetti pubblici, nello svolgimento della loro attività, assicurano la conservazione e la pubblica fruizione del loro patrimonio culturale.
- I privati proprietari, possessori o detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, sono tenuti a garantirne la conservazione. (1)
- Le attività concernenti la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale indicate ai commi 3, 4 e 5 sono svolte in conformità alla normativa di tutela.
Articolo 5 – Cooperazione delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali in materia di tutela del patrimonio culturale
- Le regioni, nonché i comuni, le città metropolitane e le province, di seguito denominati “altri enti pubblici territoriali”, cooperano con il Ministero nell’esercizio delle funzioni di tutela in conformità a quanto disposto dal Titolo I della Parte seconda del presente codice.
Articolo 7 – Funzioni e compiti in materia di valorizzazione del patrimonio culturale
- Il presente codice fissa i principi fondamentali in materia di valorizzazione del patrimonio culturale. Nel rispetto di tali principi le regioni esercitano la propria potestà legislativa.
- Il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali perseguono il coordinamento, l’armonizzazione e l’integrazione delle attività di valorizzazione dei beni pubblici.
ENRICO MATTEI, GIORGIA MELONI E L’ALGERIA.
Enrico Mattei a una manifestazione della Resistenza
ENRICO MATTEI PARTIGIANO- Mattei nasce il 29 aprile 1906 ad Acqualagna in provincia di Pesaro da una famiglia modesta. All’indomani del crollo di Mussolini non ha dubbi su quale parte prendere. Capo partigiano dopo l’8 settembre 1943 promuove a Matelica un primo gruppo di patrioti e di simpatizzanti della Resistenza. A Milano nell’ estate ’44 rappresenta il Partito democratico cristiano (DC) nel Comando generale del Corpo Volontari della Libertà (CVL); organizzatore e dirigente delle formazioni partigiane cattoliche. Arrestato in ottobre dalla polizia fascista, evade dal carcere di Como. Apprezzato negli ambienti industriali e imprenditoriali, procura notevoli appoggi e aiuti materiali al movimento antifascista e alla Resistenza. Dopo la liberazione si impegna all’Ufficio stralcio, archivio, del CVL.
ENRICO MATTEI E L’ALGERIA.
Enrico Mattei, è stato un importante alleato della Rivoluzione Algerina, soprattutto per la fiducia che manifestò nella futura Algeria indipendente, optando per lo sfruttamento del petrolio algerino a condizioni infinitamente più giuste per i produttori di
quelle delle grandi compagnie petrolifere mondiali, che si attribuivano la parte del leone in questo settore. Una visione strategica che Mattei ha attuato innanzitutto nei confronti dell’ Algeria; ha sempre dichiarato che non avrebbe mai accettato delle concessioni per l’ ENI nel Sahara algerino fino a quando l’ Algeria non avrebbe conquistato l’ indipendenza, liberandosi dal colonialismo francese. Durante i negoziati tra Francia e GPRA (Governo Provvisorio della Repubblica Algerina), prima e dopo l’indipendenza, Mattei consigliò la delegazione algerina perché nessuna nuova concessione di ricerca, sfruttamento o esplorazione di ricchezza mineraria, petrolio, venisse concessa. Dopo l’ indipendenza Mattei offrì per lo sfruttamento del petrolio algerino condizioni più favorevoli e giuste di quelle delle grandi compagnie multinazionali, anglo- americane. In cosa consisteva l’idea del fondatore dell’Eni Enrico Mattei? Lo schema ideato da Mattei negli anni ’60 prevedeva una stretta cooperazione nel mercato petrolifero dominato dalle grandi compagnie, sulla base di un rapporto diretto tra Paese produttore e Paese consumatore: l’Eni lasciava a queste Nazioni, infatti, il 75% degli introiti, superando la regola del 50 e 50 utilizzata fino a quel momento. La morte prematura nell’ attentato aereo del 27 ottobre 1962 non permise a Mattei di andare in Algeria dopo la pace.
Un giardino nel centro di Algeri è intitolato a Enrico Mattei e vi è una targa che ricorda il suo impegno a favore del popolo algerino per la sua indipendenza.
GIORGIA MELONI E L’ALGERIA – Lo scorso 22 e 23 gennaio Giorgia Meloni è stata in Algeria con lo scopo di attuare il Piano Mattei, che secondo la propaganda meloniana è un modello di sviluppo per l’ Africa. Si è parlato di neocolonialismo, ma se lo è, è fuori tempo massimo e non può funzionare. L’idea della “cooperazione non predatoria” sull’energia con il nord Africa è antistorica e un po’ razzista. Nel concreto, il piano Mattei si traduce nell’andare in paesi come l’Algeria, coprire il loro territorio di pannelli solari e portare poi l’energia in Europa, lasciando loro qualche briciola per il disturbo. A parte che non si capisce che vantaggio ci sia per l’Italia a essere un hub, cioè a far transitare per l’Italia gas diretto altrove: si vogliono più rigassificatori?
Giorni dopo Giorgia Meloni è stata in Libia, con risultati inconsistenti, visto che il paese e’ diviso. Dopo l’Algeria e la Libia quali altri paesi africani visiterà Giorgia Meloni? Il Burkina Faso per rendere omaggio a Thomas Sankara? La Republica Democratica e Congo per rendere omaggio a Patrice Lumumba? Il Sud Africa per rendere omaggio a Nelson Mandela? Giorgia Meloni ad Algeri rende omaggio ad Enrico Mattei. (Francesco Cecchini)