Come ben sanno i Ministeri degli Interni dei Paesi europei e occidentali, le cause di reati di gran lunga più importanti sono 1. Rapporto uomo-donna e 2. Condominio.
di Sergio Bevilacqua
Insieme fanno ore l’80 % dei reati. Purtroppo si tratta di fatti endemici, che solo una grande cultura societaria può evitare. L’individuo è pericoloso all’individuo, e la soluzione non è certo quella di rafforzarlo singolarmente: questa misura agisce nel bene e nel male, perché l’ostilità cresce per cause diversi dalla personalità e dai valori individuali. La sociatria è la via per l’attenuazione delle disastrose ostilità individuali, per ostacolare la presenza menzognera di maghi, intellettualoidi e filosofi da osteria. Il lavoro clinico lo spiega: senza di esso non c’è competenza sociologica, ma solo filosofia supponente.
C’è chi sostiene che si debba aggiungere un punto 3 alle due cause di reati sopra: le dipendenze e la cultura della morte. Per rispetto dei criteri utilizzati dai Ministeri degli Interni dei Paesi riconducibili all’OCSE, dipendenze e cultura della morte stanno, se proprio si vuole, come causa del residuo 20% di reati. E si spiegano altrettanto con la fragilità del societarismo e con l’ipertrofia perniciosa del vetusto piano individuale, di matrice filosofica borghese e decaduta. Oggi la via del fronteggiare conflitto uomo-donna, conflitto di condominio, dipendenze e cultura della morte, nonché incrementare la creazione del valore, sta nel fare società. E questo nei mille modi dovuti anche alla clamorosa e concreta presenza del metaverso: non quindi affermazione superata di personalismo e invidualismo e cultura della “tradizionale” concretezza, che è solo ormai parziale e, da sola, certamente marginale. Per dirla in altro codice, oggi l’anima che ciascun umano possiede, si salva in solitudine, ma si danna soprattutto in società. Ed è lì che occorre impegnare la nostra intelligenza, limitando il grottesco, satanico personalismo, lesivo nell’organismo comune. Non capire questo significa essere portatori di arretratezza pericolosa e di vera, diffusa cultura della morte.
Mi permetto considerazioni di questo livello di generalità in quanto, in questa vita, io ho creato un approccio scientifico (basato sulla natura dei sistemi aperti), che è metodo e filosofia, che ha il nome di Sociatria Organalitica, con la quale, anche organizzandomi in forma d’impresa, impresa che divenne leader a metà anni ’90 in Italia ad esempio nella riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni (la gloriosa Orgasystems, fondata nel 1985), ho trattato circa 1000 casi di società umane, a scopo clinico e scientifico insieme.
La Sociatria Organalitica rappresenta l’analogo di ciò che è avvenuto in Psicologia con la Psicoanalisi: un grande salto euristico e gnoseologico, in attesa poi di ulteriori sviluppi sia sul piano psicoterapeutico che su quello neurofisiologico, ad esempio con alcune fondamentali scoperte delle neuroscienze.
E allora che sia un buon 2023, umani uniti in società: avete un altro strumento per sviluppare la civiltà della vita e del bene, la Sociatria Organalitica!
Sergio Bevilacqua