Si è parlato a più voci di fare investimenti cospicui nella sanità, per potenziare soprattutto quella pubblica, e per adesso si sono riconvertite strutture architettoniche con finalità discutibili.
di Gianfranco Barcella
Dopo gli errori compiuti nel passato non si vuole ritrovare la rotta giusta, forse perché si hanno <poche idee, ma confuse!> Ora si prevede anche il taglio dei punti del 118! In Liguria, due, quello di Lavagna e di Imperia dovrebbero sparire, perché una direttiva nazionale prevede che sia attivo un punto di emergenza territoriale (Pet) ogni seicentomila abitanti. La Giunta Toti deve applicare al più presto le direttive del Ministero della Salute. L’assessore alla Sanità ha garantito che non ci saranno conseguenze sui servizi. Ma nell’ambito ligure si è valutato l’incremento della popolazione estiva?
L’Osservatorio Turistico Regionale della Liguria (rapporto annuale 2019) prevedeva 3.900.000 arrivi all’anno con una presenza di turisti stranieri di oltre il 33%.(Gente de rivea gente da galea!)…. Si aspetta da tempo il rilancio dell’ospedale Saint Charles di Bordighera dopo un processo di privatizzazione che non pare corretto definire tale. Così sostiene il direttore generale della Asl1 Luca Stucchi: “ Questa non è una privatizzazione! Privatizzare vuol dire consegnare una struttura ad un privato, che ne farà per sempre quel che vorrà. Qui a Bordighera l’ospedale verrà dato in gestione ad un privato per un tempo determinato e sotto un controllo strettissimo dell’amministrazione pubblica. Sarà convenzionato con il sistema sanitario nazionale, senza alcun aggravio di spesa per i pazienti e soprattutto rimanendo nel circuito delle emergenze”.
“Oggi purtroppo non è ancora così. Al punto di primo intervento non approdano più le ambulanze perché le serrande del varco sono abbassate. Intanto si aprono i nuovi ambulatori Flu point, nati per evitare il sovraffollamento nei Pronto Soccorso e gestire le patologie minori fuori dalle aree dell’emergenza. In provincia avremo tre Flu Point a Cairo, Albenga e a Savona e un ambulatorio dei codici bianchi a Pietra-spiega Monica Cirone, direttore socio sanitario della Asl2.- L’idea è far fronte ad un maggior numero di accessi al pronto soccorso con ambulatori potenziati sul territorio. I Flu Point saranno aperti da giovedì 22 Dicembre al 10 Gennaio, grazie alla collaborazione dei medici di famiglia: stiamo aspettando le adesioni, ma c’è già l’accordo regionale. A Cairo l’ambulatorio sarà dentro all’ospedale San Giuseppe, adiacente al Punto di Primo Intervento, ma verrà gestito dai medici di famiglia; anche ad Albenga il servizio sarà in ospedale: il Flou Point sarà coincidente con l’ambulatorio per la bassa intensità di cura che è già gestito dai medici di famiglia e che per le feste verrà potenziato con più personale. L’orario resta dalle ore 8 alle ore 20. A Savona il servizio verrà attivato nella sede Asl di via Collodi, ancora con i medici di famiglia dalle 14 alle 19. Un’altra novità si basa su una serie di studi aperti il sabato, domenica e nei giorni festivi dove i medici di famiglia offriranno un’assistenza continua per patologie minori. L’accordo firmato tra la Regione Liguria e l’associazione di categoria prevede che il servizio sia svolto su base volotaria ed in determinate fasce orarie.
La Asl ha emanato anche questo comunicato: “La direzione è lieta di poter comunicare la riapertura delle visite ai parenti ricoverati, visti i dati epidemiologici, attualmente in miglioramento”. Tuttavia l’accesso non sarà libero, ma regolato. Le visite saranno consentite solo su appuntamento.
Per tamponare il profondo disagio in cui versa anche la medicina d’urgenza, nelle vacanze di Natale con la perniciosa combinazione covid-19 ed influenza australiana, è previsto nuovamente l’impiego dei medici di famiglia al Pronto Soccorso. Il commento lapidario del dott. Renato Giusto, presidente emerito Sindacato Medici Italiani è stato: “Siamo fuori dal mondo! Si rischia di vedere alienato il rapporto del paziente con il proprio medico di famiglia!”
La Fimmig, il principale sindacato dei medici bianchi è in subbuglio per la chiamata in studio nei giorni festivi, prevista dal piano sanitario d’emergenza per le feste, varato dalla Regione Liguria e peraltro firmato dai sindacati. “Sarà un flop e noi medici non vogliamo fare il capro espiatorio di questo flop della Regione Liguria”. Così si esprime Pier Carlo Brasesco, presidente Mediacoop Liguria, la cooperativa di medici di famiglia del sistema sanitario pubblico che riunisce più di 220 dottori in tutta la Liguria. Brasesco, per protesta contro l’adesione della Fimming al piano regionale, si è anche dimesso dal consiglio direttivo del sindacato e dopo 35 anni, ha restituito la tessera.
C’è disagio tra i medici; il piano presentato dalla Regione viene considerato tardivo e destinato a fallire: “I pazienti non sono abituati a venire dal medico nei fine settimana; queste azioni andavano spiegate nel tempo. E poi noi siamo stremati; non sono soltanto i Pronto Soccorso in tilt: riceviamo in media, 120 telefonate al giorno, oltre alle visite in studio ed a domicilio”.
Ribadisce Andrea Stimamiglio, segretario regionale Fimmig che comprende i malumori degli iscritti, ma difende la sua scelta di firmare il piano: “Non mi stupisce che ci sarà scarsa adesione da parte dei medici di famiglia: siamo veramente stremati! Ma l’assessore alla Sanità Gratarola, per la prima volta ci ha accordato un finanziamento, permanente, annuale, di 1,8 milioni di euro per la medicina generale e per la cronicità. Gli siamo enormemente grati: questo permetterà alla maggior parte di noi di pagare infermiere e segretarie negli studi, non solo migliorando la nostra vita professionale, alleggerendoci delle pratiche burocratiche, ma permetterà a molti giovani di cominciare a lavorare in modo ben diverso da come siamo stati costretti noi. Ecco perché quell’accordo andava firmato”. Stimamiglio poi spiega che il piano avrà difficoltà a reclutare medici di famiglia anche perché invece di incentivare l’utilizzo dei loro studi, favorisce quello degli ambulatori di distretto. “In studio-sottolinea- abbiamo il p.c., in distretto dobbiamo portarci il ricettario di carta perché non ci sono neppure i computer. Questo però è l’ultimo anno che andrà così perché abbiamo già fissato le riunioni a febbraio con l’assessore Angelo Gratarola per organizzare il Piano Invernale 2023 che fino ad ora non è mai stato fatto per tempo”.
Alla fine intanto la Regione si prepara ad un battage serrato per informare i cittadini dell’apertura straordinaria degli ambulatori con i medici di famiglia, nei week-end, sperando comunque in qualche risultato che contribuisca ad evitare l’afflusso ai pronto soccorso. E le ultime notizie in proposito ci inducono a credere che alla fine il piano di riapertura sarà attuato soprattutto con il reclutamento dei giovani ed il sostegno di qualche veterano e volontario. Nel frattempo Luca Garibaldi, capogruppo DEM in consiglio regionale ha affermato: “Nonostante la situazione drammatica della Sanità Ligure, Toti non destina un euro in più al Sistema Sanitario Ligure. Nessuna misura ulteriore è prevista né sul personale né sul Pronto Soccorso né sul recupero delle liste d’attesa né sul supporto al personale sanitario né sul rafforzamento della medicina territoriale con guardia medica e medici di base, soprattutto nelle aree interne. Non ha nessuna volontà politica di invertire la rotta”. La sanità resta comunque la prima voce di spesa della Regione Liguria e ammonta a 4,13 miliardi. E la lista Toti precisa: “Se Garibaldi che per il suo ruolo dovrebbe ben conoscere ogni attività di Regione Liguria, non si accorge di tutto quello che è stato fatto per la Sanità, significa che al contrario delle sue preoccupazioni, dobbiamo semmai produrre più comunicazione”
Intanto il sindaco di Cengio, Francesco Dotta, decisamente insoddisfatto dopo l’incontro dell’assemblea dei sindaci del Distretto Sanitario delle Bormide con il neo direttore Luca Corti, si è espresso così: “Basta ipocrisie sull’emergenza: a Cairo non c’è più stata Rianimazione o tutti gli specialisti in servizio, ma per decenni si è mantenuto un Pronto Soccorso funzionante h.24 . Ora sembra un miracolo poterlo mantenere ridotto a 12 ore e si pensa di affidarlo a medici di famiglia. Il tutto penalizzando il territorio ed andando ad ingolfare il Pronto Soccorso di Savona”. Commenta ancora Dotta: “La mancanza dei medici è un fatto inconfutabile. Ma se si continua a ripeterlo e non s fa nulla rimarrà tale. Così come sono evidenti gli effetti del covid 19. Ma vorrei davvero che calasse il velo di ipocrisia che incombe su questa discussione. Lanciando un appello ai colleghi sindaci: vasta attendismo, o ricerca di visibilità. Facciamo davvero fronte comune: alla val Bormida serve in PPI degno, aperto 24. basta richieste irrealizzabili. Ma anche basta ipocrisia rammentando che a Cairo c’era un Pronto Soccorso che si è sempre retto senza Rianimazione e senza specialisti o diagnostica aperta h24. Non prendiamoci in giro: non era un vero Pronto Soccorso, ma una sorta di <PPI allargato>, che però garantiva il servizio che necessitava al comprensorio. E a quello dobbiamo tornare, con le formule, questo spetta ai tecnici individuarle, he sarà possibile adottare oggi”.
Il sindaco così prosegue:”Per questo territorio ci deve essere la garanzia di un reparto in grado di trattare e stabilizzare anche un codice rosso(è successo tre volte nell’anno) anche se non dev’essere quella la sua vocazione. Ma soprattutto per evitare che una fila quotidiana di codici verdi o gialli non complessi, dalle 20 alle 8 ma anche durante l’orario del PPI, venga dirottato su Savona, con enormi disagi per gli utenti ed un assalto al PS savonese che rischia di provocarne il collasso. Aumentare a dismisura i carichi di lavoro di un PS, pesando anche sul personale lì impiegato, non è una scelta lungimirante”.
E’ giunto il momento, a mio modesto avviso, di dare un <colpo di timone> per variare la rotta che sta portando sulle secche la sanità pubblica: occorre sganciarla dal potere politico, modificando nel contempo la Costituzione che prevede, per la tutela della salute, competenze legislative dello Stato e delle Regioni. Lo Stato determina i LEA che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, mentre le Regioni programmano e gestiscono in piena autonomia la sanità nell’ambito territoriale di loro competenza. Il processo di aziendalizzazione avviato con le riforme del 1992-93 ed implementato con il decreto legislativo 229 del 1999 ha riguardato sia il Servizio Sanitario Nazionale nel suo complesso ed in particolar modo le relative forme di gestione e la dirigenza.
Ma tutto questo fino ad ora non ha garantito i principi fondamentali su cui si basa il SSN dalla sua istituzione, avvenuta con la legge n.883 del 1978: l’universalità, l’eguaglianza e l’equità. Sarebbe meglio, a mio modesto avviso, un’unica cabina di regia politica a livello nazionale. Intanto, per calarci sull’immediato, si prevedeva impellente la scadenza della ricetta digitale per fine d’anno, ma grazie alla sollevazione dei medici abbiamo evitato un altro intoppo improvviso che avrebbe aggravato i disagi. Il governo ha inserito nel decreto mille proroghe, l’estensione di un anno ancora della possibilità di ricevere le ricette mediche via sms e via e-mail.
Ci piace ancora ricordare con molto rammarico che la Regione Piemonte ha affrontato <la tempesta perfetta generata dal covid 19 e dell’influenza australiana> seguendo un’altra rotta anche se la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta sull’operato dei responsabili, a detta della trasmissione televisiva Report. Le azioni che la sanità piemontese metterà in campo per sopperire all’emergenza nei Pronto Soccorso intasati si differenzia un poco dalle strategie liguri. La Regione conta che in Piemonte manchino 284 urgentisti su 633 previsti, ma che manchino 2600 posti letto rispetto al 2010 e che il 61% persone che si rivolgono al Pronto Soccorso lo facciano per questioni di bassa gravità(Codici Verdi o Bianchi). Da qui la crisi del sistema sanitario piemontese. Il pubblico, per tentare di decongestionare i pronto soccorso si rivolgerà anche ai privati. Tra le soluzioni emergenziali da mette in campo c’è l’attivazione di posti aggiuntivi nelle RSA e nei CAVS; nelle strutture accreditate, private e di lungo degenza e all’interno dei reparti ospedalieri. Inoltre è prevista la creazione di una task force medica dedicata nel fine settimana per la notifica degli inserimenti in struttura extraospedaliera; l’ampliamento della fascia oraria dei ricoveri in pronto soccorso e una cabina di regia per le dimensioni protette. Si prevede inoltre il potenziamento del personale sanitario attraverso bandi indetti da Azienda Zero.
Tra le misure strutturali che potrebbero messe inoltre in campo c’è anche il monitoraggio domestico dei pazienti con sindrome influenzale che avverrà nell’area di Torino Nord. Attraverso un’ app la centrale emergenze infettive del DIRMEI potrà monitorare la situazione epidemica dei pazienti che non hanno un medico di medicina generale o che vengono reputati fragili. L’obiettivo dell’iniziativa è di diminuire l’accesso al Pronto Soccorso e garantire la continuità della cura ai pazienti fragili.
Agostino ha affermato: “La speranza ha due meravigliosi figli: lo sdegno ed il coraggio. Lo sdegno deve dare la forza di non rassegnarsi, il coraggio, di cambiare le cose”. Ah, dimenticavo!
Era atteso un emendamento per l’anticipo già a gennaio 2023 di 200 milioni in più di indennità per gli operatori dei Pronto Soccorso. Lo aveva detto il sottosegretario alla salute Gemmato. E’ scomparso insieme all’incremento del fondo per il Piano Oncologico.
Ma dall’anno venturo dovrebbero entrare in servizio all’Unità Spinale di Santa Corona a Pietra Ligure, dei robot in grado di assistere, dapprima in corsia, ma in futuro anche a domicilio, persone con lesioni midollari che devono trascorrere a letto, lunghi periodi. Speriamo che almeno loro vengano assunti in pianta stabile! Ricordo a me stesso una frase di Bukowski: “Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese”.
Gianfranco Barcella
DALL’UFFICIO STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA – 26 DICEMBRE 2022
SANITÀ: PRIMO BILANCIO DEI FLU POINT, CALA PRESSIONE SU OSPEDALI. GRATAROLA: “MISURA UTILE A DECONGESTIONARE I PS”.
GENOVA. Sono stati oltre 200 gli accessi ai Flu Point e agli ambulatori distrettuali liguri nel weekend natalizio. Lo certificano i dati delle Asl che, con Regione Liguria, Alisa e assieme anche ai medici di medicina generale, hanno messo in campo un ‘piano influenza’ straordinario per le festività. “La combinazione dei flu point e degli ambulatori con i medici di medicina generale aperti nei festivi ha consentito, ad ora, la riduzione dei flussi al pronto soccorso, un calo già registrato prima di Natale – dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Liguria Angelo Gratarola – dunque il sistema messo in campo da Regione ad una prima analisi sembra aver dato un contributo importante. È chiaro che occorre proseguire su questa strada in un periodo particolarmente dedicato per i contagi legati ai virus non solo stagionali, come l’influenza, ma anche il Covid, ricordando sempre ai pazienti quanto è importante recarsi nei pronto soccorso solo per patologie gravi. Chi è affetto da patologie di media o bassa complessità trova negli ambulatori un importante risposta ai propri bisogni di salute, peraltro a costo zero”.
Una conferma indiretta dell’efficacia dei Flu Point arriva anche da chi coordina a livello regionale l’attività del 118 Liguria Emergenza. “La proposta dei flu point pare esser stata apprezzata dalla cittadinanza – sottolinea il direttore del 118 Liguria Paolo Frisoni -. Ciò è evidenziato dalla comparazione dei dati riferiti agli accesi medi con ambulanze nei Pronto Soccorso del territorio: in questi giorni si è arrivati a malapena ai 190 accessi al dì, mentre, mediamente, si arrivava in questo periodo ai 220/230 ingressi al giorno.
DA IL SECOLO XIX IMPERIA DEL 27 DICEMBRE 2022
DAL SECOLO XIX – IMPERIA DEL 29 DICEMBRE 2022