Incontro la giornalista e scrittrice Bruna Magi, nella sua casa sulle alture di Albissola Mare, con una vista che proietta lo sguardo sull’infinito, ma non è raro poterla vedere sulle rive del Sansobbia o all’ombra della Torretta, anche se trascorre di solito tutta la settimana a Milano, per lavoro: attualmente scrive di cinema e letteratura per il quotidiano Libero.
di Gianfranco Barcella
Appena può ritorna volentieri a respirare l’aria di mare. Non tanto per un fattore romantico vecchio stampo, ma perché ama tuffarsi d’estate e fare lunghi percorsi camminando anche d’inverno. Lo faceva da ragazza e ora continua. Questione di allenamento. Appena può ritorna volentieri a respirare l’aria di mare. Non tanto per un fattore romantico vecchio stampo, ma perché ama tuffarsi d’estate e fare lunghi percorsi camminando anche d’inverno. Lo faceva da ragazza e ora continua. Questione di allenamento.
“Lei può definirsi milanese d’adozione ormai…”
“Direi proprio di sì! Però precisiamo, torno anche per nuovi affetti familiari, e direi che mi sono arricchita, ho acquisito due anime, mantenendo intatto anche l’amore per le radici. Anzi tre anime, perché provo anche quello per il cuore verde d’Italia, l’Umbria: le mia famiglia era originaria di Perugia, mio nonno Ruggero arrivò a Savona ai primi del ‘900, stabilendosi a Villa Papessa. Quando mi capita di attraversare l’Umbria andando da Milano a Roma con il Freccia Rossa, provo sempre un tuffo al cuore di fronte a tanta bellezza. Dopo aver iniziato scrivendo di costume per il Secolo XIX ho collaborato con vari quotidiani tra cui “Il Giornale” ed alcuni settimanali milanesi, “Anna”, “Grazia” e “Panorama”. Finchè mi chiamarono alla Rusconi, a Milano. Divenne caposervizio spettacoli a “Gioia”, cambiò la mia vita, il cinema divenne un ponte con la cultura internazionale e il costume di tanti paesi, specie da inviata ai più importanti Festival del Cinema, da Cannes alla Mostra di Venezia.
“Però, Savona le è rimasta nel cuore. Lo deduco da alcune opere letterarie, caratterizzate da uno stile di scrittura personale, scorrevole, asciutto e molto leggibile perché sempre coerente con i contenuti, nutriti di Liguria”
Infatti, e cito il primo romanzo di una trilogia che appartiene al genere del paranormale. Si inizia con “Il ritorno della Papessa” dove narro l’inedita “reincarnazione” della mitica Papessa Giovanna attraverso internet, nella casa savonese dell’Oltreletimbro (per l’appunto quella dove arrivò il nonno Ruggero) ai piedi della Madonna degli Angeli che è appartenuta a Giulio II, dove io sono nata ed ho trascorso la giovinezza. Sono ancora molto affezionata a quella abitazione che mi ricorda anche mio fratello Ruggero, con il quale ho condiviso anni meravigliosi, nutriti da un affetto profondo che ha avuto come collante del cuore, la presenza di mia madre, donna con uno straordinario spirito critico, corrosivo, tipico dei liguri. Il secondo volume si intitola: “La profezia nell’anno dei grandi re” che ripercorre il cammino dei Magi, misteriosi sovrani d’Oriente, sulla scia dell’11 settembre 2001, giorno infausto dell’attentato alle Torri Gemelle a New York. La terza opera si intitola: “Fate e streghe sono fra noi? (Pentafoglio)” . Narra le vicende di cinque ragazze dei nostri giorni sull’orlo di un pericoloso ritorno al buio del Medioevo. A seguire ho mandato alle stampe due raccolte dei miei articoli più curiosi: “Diamoci del tu e parliamone: storie non solo d’amore, di sesso e di politica” e “Diamoci del tu e parliamone ancora”. Poi è arrivato il successo di “Prima pagina” (Bietti edizioni), definito dalla critica il nuovo”Bel Ami”. Rivela gli intrighi della passione fra un direttore di grande successo ed una giornalista senza timori riverenziali, sullo sfondo di una redazione, legame narrato nel famoso romanzo di Maupassant: non siamo a Parigi, ma nella Milano di oggi che evoca New York ed è capitale dell’editoria, della finanza e della moda, crocevia di giornali e tv, fucina di avanguardie e idee. Ho pubblicato ancora “Vietato al padre”, storia romanzata del miracoloso ritrovamento di un nipote sconosciuto, figlio segreto del fratello scomparso. In questo caso ho trattato uno spaccato di vita a me molto vicino e infinitamente caro. Mi permetto di aggiungere che il mio amatissimo fratello Ruggero era nato il giorno dell’Immacolata Concezione. Poco prima di morire all’improvviso, ancora giovane, aveva parlato della Madonna quasi come un affetto terreno. Forse sentiva che si sarebbe rifugiato presto tra le Sue braccia. Quando ho visto il papa piangere per l’Ucraina di fronte alla statuetta della Madre Santissima in piazza di Spagna, omaggiata ogni 8 dicembre, ho riflettuto molto anche sul fatto che un ragazzo era stato appena giustiziato, in Iran, <come nemico di Dio>. Chissà cosa direbbe oggi mio fratello di questo mondo diventato un’arena dove <vanno in scena> carneficine quotidiane. Quindi è uscito “E’ la stampa, signori! Viaggio nel giornalismo e nella vita”e successivamente il suo seguito ideale dal titolo: “Visto si stampi, storie pubbliche e private”. E’ una raccolta di saggi divertenti ma anche tragici, dove si raccontano, in chiave controcorrente, personaggi del cinema, della letteratura, della politica, intervistati nel corso della mia avventura giornalistica. Infine, come ciliegina sulla torta, ho editato nel 2022, la narrazione di un incontro immaginario con la più famosa “icona pop” di Hollywood. Nel sessantesimo anniversario della scomparsa della Monroe: “Marilyn, l’intervista impossibile”, quella che Oriana Fallaci aveva inseguito invano nei suoi soggiorni a Hollywood: Marilyn, allora sposata con Arthur Miller, le diede buca tre volte.
Possiamo approfondire la trama del suo ultimo libro?
“Il 4 agosto 1962 Marolyn Monroe, morì tragicamente. Se fosse vissuta, l’attrice avrebbe appena compiuto novantesei anni. Tutti le avrebbero augurato di campare fino a cento e probabilmente lei li avrebbe mandati al diavolo. Figuriamoci! Non sopportando l’idea di una ruga a trentasei anni, avrebbe giudicato banale e noiosa la teoria secondo la quale stiamo guadagnando sempre nuovi anni per la vita, con la possibilità di durare sulla terra sempre di più. Oltretutto aveva già cercato la morte altre volte, guardandola bene in faccia, attraverso una continua escalation nell’assunzione di alcool e barbiturici di ogni tipo, per riuscire a vivere, a dormire, a essere sveglia, ad amare ed a disperarsi.
Aveva fatto cenno in precedenza ad Oriana Fallaci…
Come dicevo, Oriana Fallaci aveva inseguito Marilyn Monroe a lungo, nonostante non fosse nota per la pazienza. Ma la sua perseveranza non è stata premiata: Marilyn è rimasta il soggetto della sua grande intervista mancata. A parziale risarcimento (e anche un doveroso omaggio alla grandissima Oriana) ho scritto un’intervista impossibile perchè inventata, in quanto l’intervistata non c’è più da un pezzo, immaginando un collegamento con lei dall’aldilà attraverso una videochiamata. Marilyn è nata il 1 Giugno 1926 ed è morta il 4 agosto 1962, entrando nella leggenda. Di Marilyn è stato detto e scritto tantissimo e oggi, sessant’anni esatti dopo la sua morte, che cos’altro si potrebbe raccontare di nuovo? Forse niente, forse tutto. Io posso affermare di conoscere bene la diva perché per anni ho letto biografie, articoli, cronache del tempo e quelle a seguire, oltre a biografie e alcuni romanzi dedicati all’attrice che però evidenziano più il suo mito che la sua persona. E scrissi articoli su di lei. Inoltre ho visto film, documentari e servizi televisivi che avevano la <bionda platinata> come protagonista. E così ho scritto il libro. Ho sentito sgorgare naturalmente le domande che sono riportate nel mio libro, unitamente alle risposte immaginarie. Ho voluto dare voce ancora una volta alla <bambola oca> scolpita nell’immaginario e per sempre muta perché <zittita>. Le ho riconosciuto un cervello come mai nessuno ha fatto. E soprattutto la sua grande autoironia.
Come ha intessuto l’impianto narrativo del libro?
Partendo dal terzo marito, Arthur Miller, andando a ritroso nel tempo sino alla terribile infanzia vissuta tra sevizie e abbandoni, poi il primo e il secondo marito, Joe Di Maggio e infine l’incontro fatale con i fratelli Kennedy, John (allora presidente degli Stati Uniti) e Bob. E forse proprio quello scontro tra sesso e potere le costò la vita. Il destino ha voluto che in contemporanea all’uscita del libro alla Mostra del Cinema di Venezia 2022 sia stato proiettato in concorso “Blonde” il trasgressivo film sulla sua vita, prodotto da Netflix e interpretato da Ana De Armas. Bravissima, tanto che è candidata ai Golden Globe.
Gianfranco Barcella