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Storie di loanesi morti in mare. Dagli Archivi di Stato interessanti scoperte


E lo deponemmo nel mare…. Storie loanesi di morti in mare tratte dagli Archivi di Stato.

di Federica Ameglio

La storia è fatta di tante piccole e insignificanti storie. Storie di uomini comuni che, con le loro fortune e sfortune, sono la più vivida e sincera rappresentazione delle condizioni di vita di un secolo. Una fotografia estremamente realistica si ricava dall’esame degli atti di Stato Civile (atti di nascita, di matrimonio e di morte) conservati negli Archivi di Stato o negli Archivi dei comuni italiani, indicizzati e liberamente consultabili nel portale Antenati del Ministero dei Beni Culturali (www.antenati.san.beniculturali.it). Purtroppo la ricerca non può che partire dal 1800, visto che la tenuta regolare dei registri di stato civile presso i comuni inizia con la creazione del Regno d’Italia, anche se con date di partenza diverse a seconda delle vicende politiche dei singoli territori. Prima di tale periodo, la ricerca va compiuta nella documentazione archivistica delle singole parrocchie.

Esplorando i registri del Comune di Loano si possono fare interessanti scoperte. Emozionante è, ad esempio, leggere i resoconti di tante tragedie avvenute in mare o connesse al mare. Colpisce, in molti casi, il linguaggio di chi, con  afflizione ed insieme melanconica poesia, deve descrivere  all’autorità pubblica quanto accaduto e sottoscriverlo, a volte senza saper nemmeno scrivere. A perdere la vita in mare sono infatti le persone più disparate: prima di tutto marinai, ma anche passeggeri e mercanti, giovani, anziani e a volte persino neonati. Tutti loanesi o che con Loano avevano un forte legame. Eccone alcuni brevi resoconti.

2 febbraio 1866 – Luigi MASSA di Pietro e di Rosa Orso, marinaio di 18 anni  imbarcato sulla “Giuseppe Accame”, cade in mare e non è più ritrovato.

L’atto di morte riporta quanto redatto da Giovanni Marengo, Capitano, che così descrive i fatti: “Innanzi di me Marengo Giovanni Capitano del suriferito bastimento sono comparsi Carbone Agostino di Recco, secondo di bordo, e Acquamorta Gio Batta di Loano, nostromo, i quali mi hanno dichiarato che il giovinotto è scomparso in mare alle cinque del mattino nelle acque d’Inghilterra, fuori della Manica, e fuori vista di coste e bastimenti in conseguenza di un forte vento e mare agitato da libeccio, nel qual tempo si usarono tutti i mezzi possibili per salvarlo, ma tutto invano.” Seguono le firme, ed Acquamorta firma con un segno di croce.

23 luglio 1861 – Giuseppe Bianchi passeggero del brigantino italiano “Messico” in navigazione da Matamoros a Nuova Orleans, muore a bordo.

Il Capitano del brigantino Sebastiano Galliano registra il decesso così: “Si fece rapporto del decesso al Comandante del Forte Jackson, che mandò un medico a bordo per verificare la causa della morte, la quale fu giudicata una forte dissenteria. In seguito si mise in una cassa e si seppellì in luogo indicato dal Comandante del Forte.

10 ottobre 1866 – Stefano FERRO di Bernardo e di Felicia Bollorino, marinaio di 39 anni, muore nell’ospedale di Odessa per una malattia contratta in mare.

L’atto di morte viene stilato dal Console d’Italia ad Odessa, che raccoglie le dichiarazioni di Luigi Rocca, provveditore di bastimento, domiciliato in Odessa, e del ragioniere. “Il giorno dieci del mese corrente, alle ore quattro circa pomeridiane, era cessato di vivere in quest’ospedale di Odessa il marinaio Stefano Ferro, il quale fin dal cinque settembre scorso era passato all’ospedale suddetto dal barco Disinganno, Capitano Andrea Dassori, all’ancora in questo porto, dove lui era marinaro…” .

10 settembre 1877 – morte del Capitano Nicolò Andrea Dassori.

L’anno del Signore milleottocentosettantasette il giorno dieci settembre alle ore otto pomeridiane, a bordo del brick italiano denominato Maddalena T. e iscritto al Compartimento marittimo di Porto Maurizio al n. di matricola 286, partito dal porto di Liverpool il giorno quindici maggio milleottocentosettantasette e diretto per Genova con un carico di carbone fossile, trovandosi alle alture di Lat. 57.87 sud Long.2.27 ovest io Bosio Benedetto, secondo del detto bastimento nativo in Loano di anni trentaquattro, domiciliato in Loano e con i sottoscritti testimonj, dichiariamo di esser morto oggi stesso alle ore due  pomeridiane il signor Nicolò Andrea Dassori, capitano, dell’età di anni cinquantuno, nativo alla Pietra Ligure e domiciliato alla Pietra, in seguito d’affogamento in mare; quindi con tutte le persone dell’equipaggio si siamo recati presso il cadavere ed abbiamo riconosciuto effettivamente di essere morto il detto capitano signor Nicolò Andrea Dassori. Quindi siamo passati all’esame del cadavere stesso ed abbiamo osservato che esso presentava segni color violaceo per tutto il corpo, ed essere morto affogato. Finalmente da quanto si conosce il defunto era figlio dei coniugi del fu Giacomo Dassori e di Maddalena D’Amico, domiciliati alla Pietra Ligure, ed il medesimo era congiunto in matrimonio alla signora Luigia Bertora domiciliata in Loano.”

9 settembre 1867 – Antonio STELLA di Nicolò e di Anna Picasso, di ventuno anni, marinaio della  corvetta Euridice, cade da un pennone presso Sant’Antioco.

Registra il decesso l’assessore municipale di Sant’Antioco, ed il testo ha un tono decisamente burocratico: “Alle ore tre di mattina del presente giorno avvenne la morte del giovine Stella Antonio, marinaio della Regia corvetta Euridice, per caduta dal pennone di maestro, dell’età d’anni ventuno circa, nato a Loano circondario di Porto Maurizio, al servizio della Regia marineria nella detta corvetta attualmente ancorata in questo golfo di Palmas, il cadavere del quale individuo è stato trasportato dal bordo di detta corvetta a questo abitato per dargli sepoltura nel Campo Santo di questo Comune.

29 marzo 1865 – Bartolomeo Porro, marinaio, cade in mare dal brigantino Prosperoso. L’atto di morte fa un lungo viaggio: perviene al Console italiano di Taganrog dalla delegazione consolare d’Italia a Kertch (Mar d’Azov) e, attraverso il Tribunale di Finalborgo, al Comune di Loano, che lo registra il 17 gennaio 1869.

All’Inclita Regia delegazione consolare d’Italia in Kertch il capitano Valle Pietro del Brigantino italiano Prosperoso dichiara che il giorno 29 del mese di marzo poco dopo la partenza per Kertch il marinaro Porro Bartolomeo, essendo andato alla polina per fare i suoi bisogni, cascò a mare senza essersene l’equipaggio avveduto…

30 dicembre 1864 – Giovanni Battista Agostino ROCCA, nativo di Odessa ma oriundo di Loano e suddito italiano in quanto figlio di Giovanni ROCCA e di Fanny Coquelin, muore nella medesima città a soli 6 mesi.

Il figlio di questo loanese trasferitosi ad Odessa, anche se non è morto in mare, testimonia il legame con i commerci marittimi della sua famiglia. Un estratto (molto succinto) dell’atto di morte è redatto dal sacerdote vicario della Chiesa Cattolica ad Odessa e trasferito al Consolato italiano della medesima città. Perverrà al Comune di Loano il 31 gennaio 1869. Il testo redatto dal vicario è ovviamente in latino, e le date riportate secondo l’uso dell’Impero russo. “Anno Domini 1864, 21 mensis Novembris. Mortuus est Joannes Baptista Augustinus Rocca, subditus italus aetatis 6 mensium. Cuius corpus a me ipso sacerdote sepultum est in cemeterio publico.”

16 agosto 1867 – morte di diversi individui, alcuni nativi di Loano, nel naufragio del legno San Pietro davanti alle coste della Turchia, presso il fanale d’Asia.

L’atto di morte, rilasciato dal Consolato del Regno d’Italia a Costantinopoli, riporta le dichiarazioni di Luigi Biaggini, secondo di bordo, e di Santino Gallo, marinaio dispensiere, domiciliato a Loano. “Alle ore dodici del corrente mese di agosto, sulle coste di Anatolia, vicino al fanale d’Asia, perirono in seguito al naufragio del suddetto legno le seguenti persone che si trovavano imbarcate, cioè Chiappare Andrea d’anni 28, nativo di Cavi di Lavagna, capitano marittimo al comando di questo legno naufragato, Biaggini Giovanni Battista di Domenico, d’anni 42, marinaio nativo di Lerici, Massa Domenico d’anni 27, marinaio nativo di Loano, Calvi Giuseppe d’anni 27, marinaio pure nativo di Loano, Monteverde Nicola d’anni 17, marinaio nativo di Cavi di Lavagna, Ravera Giulio d’anni 13, mozzo nativo di Chiavari, ed infine Nicola di cui ignorasi il cognome, d’anni 18, nativo credesi di Loano (Lussino ndr) piccolo/Dalmazia.” Anche in questo caso la firma di uno dei testimoni è apposta con segno di croce, in quanto (come dichiara il teste) illetterato.

30/6/1873 – Morte del Capitano Giuseppe Bollorino.

E’ forse questa la più toccante testimonianza della morte in mare di un cittadino loanese. “L’anno del Signore 1873, il giorno 21 novembre, alle ore 8 a.m. a bordo del barche Italiano Caterrina Pietra iscritto al compartimento di Genova n. 1712, partito dal porto di Rangoon il giorno 30 giugno 1873 diretto a Queenstown, con un carico di riso e trovandosi attualmente in Lat. 33°98′ Nord, Long. 42°32′ oveste – Noi secondo di bordo Pietro Carrara, d’anni 26, nato e domiciliato a Loano e Traverso Giuseppe, Galantini Aniceti, testimoni di essere morto oggi stesso alle ore 5 a.m. il Signor Giuseppe Bollorino Capitano di detto legno, d’anni 30, italiano, nato e domiciliato a Loano, in seguito di una malattia  che diceva essere prodotta da riscaldamento e soffocazione di petto, da 5 giorni. Mi sono unito ai sudescritti testimoni ed abbiamo conosciuto di essere effettivamente morto il Capitano Giuseppe Bollorino.

Dopo 27 ore di essere morto il Capitano Giuseppe Bollorino, abbiamo nuovamente visitato il cadavere e ci abbiamo osservato una gonfiezza ed infiamazione di testicoli, e macchie di sangue nero tra carne e pelle, ed abbiamo trovato sotto il suo pagliericcio un cinto rotto ed un sospensorio usato, ed oggi sabato 22 novembre 1873 dopo averlo vestito e fasciato in tela nuova, a mezzodì lo deponemmo in mare.

Questo è solo l’inizio di una ricerca che, con con pazienza e curiosità, potrà, spero, portare a tante interessanti scoperte sulla vita dei loanesi.

Federica Ameglio


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