«Chi, tra i cattolici, ha votato questa destra può anche sbattezzarsi».
di Paolo Farinella, prete
Come scrissi nella mia precedente Newsletter, Giuseppe Conte ha reso impossibile per la destra il raggiungimento della maggioranza qualificata che avrebbe permesso ai barbari, epigoni fascistelli senza più la buon’anima che più non torna. L’unico che ha fatto resistenza in nome dei poveri, dei giovani, dell’ambiente, il solo che ha esposto un programma fondato sui bisogni sociali delle persone reali, in piena sintonia con l’insegnamento sociale della Chiesa (da Leone XIII al concilio Vaticano II, da papa Giovanni XXIII ai Giovanni Paolo II).
Letta Enrico lascia da segretario. Era ora e speriamo che il Pd, congrega di cacicchi alla ricerca di un seggio “sicuro” per sé e prole incorporata, elegga al congresso Fabrizio Barca, l’unico che possa svegliarli dal sonno delle mummie mummificate. Anche in questa circostanza, ancora una volta, la Chiesa che dovrebbe essere «incarnata» e sale che dà sapore è stata afona, estranea, lontana da queste elezioni, non avendo capito qual era il destino in esse incorporato. Come è possibile che una fede immersa nella storia, l’unica religione (con Ebrei e mondo della Riforma Luterana) che si vanta di essere «storica», si espelle da sé dalla Storia per rifugiarsi in uno spiritualismo che non abita nemmeno le loro pratiche di pietà. Disincarnati, estranei alla loro stessa fede, in opposizione al metodo della «Lettera a Diogneto», cpp. 5 e 6 (sec. II).
Una Chiesa che finge di essere «sinodale» (in strada), chiusa e rinserrata nelle sacrestie, non solo non sa respirare l’odore delle pecore che sono «altrove», ma non sa nemmeno quale direzione prendere. La scusa è che la Chiesa non deve occuparsi di politica. Povera gerarchia, non sa che ogni volta che celebra l’Eucaristia compie un «atto rivoluzionario» che scardina il mondo antieucaristico? Essa spezza la Parola, l’inizio del dialogo e il Pane che offre sul monte a tutte le genti come realizzazione di fraternità condivisa e come progetto del regno che viene, cioè del nuovo modo di relazionarsi tra gli uomini e le donne e i popoli.
«Quell’Eucaristia che scandalizza gli atei e le altre fedi racchiude un messaggio rivoluzionario: “Questo è il mio corpo fatto pane perché anche tu ti faccia pane sulla mensa degli uomini, perché, se tu non ti fai pane, non mangi un pane che ti salva mangi la tua condanna”» (Annalena Tonelli [1943-2003], Pensiero del 30 novembre 2001).
Se non siamo in grado di trasformare il «pane spezzato» in progetto politico (Paolo VI, Populorum Progresssio), non meritiamo di accostarci alla mensa della Parola e del Pane. Possibile che debba essere un politico a ricordarci che i poveri aspettano da noi gli strumenti di liberazione? Reddito di Cittadinanza, salario minimo, Giustizia uguale per tutti, legalità (riforma Patuanelli) e Decreto Dignità sono i pilastri di un mondo più eucaristico perché afferma la dignità di tutti col diritto di sedersi alla stessa mensa.
Non abbiamo paura dei Meloni, dei Cetrioli, degli Avogadi e tutti gli ortaggi prêt-à-porter. La brigata di destra non riuscirà a governare perché «una casa divisa in se stessa, non si regge in piedi». Entro Pasqua, Meloni, Salviniev e Berlusconputina esploderanno per incapacità. Per quel tempo il Pd senza Letta, ma speriamo con Fabrizio Barca, potrà incontrarsi con Conte e insieme predisporre un programma riformista che parta dagli Ultimi e su di essi si consolidi. Noi resisteremo e sapremo anche spegnere la fiamma fascistella, che si estinguerà anche per mancanza di gas e di fiammiferi. Sì, la Madonna, quella vera, è giusta e farà il miracolo.
Paolo Farinella, prete – San Torpete GE