Mentre attorno all’emergenza prezzi di energia elettrica e gas si stanno mobilitando tutte le forze politiche a livello nazionale, europeo e mondiale, nulla emerge riguardo le difficoltà che stanno incontrando gli utenti che usufruiscono del pellet per uso primario di riscaldamento.
di Gian Luigi Taboga
L’Italia, secondo dati che risalgono al 2019 , è il primo Paese europeo per il consumo di pellet e di apparecchi domestici installati, con un numero di installazioni che si aggirano su un numero di 2.4 milioni, ed un incremento annuale di oltre 170.000 unità.
Si stima che il 77% dei consumi siano a carattere domestico con apparecchi che rispettano le emissioni di anidride carbonica secondo limiti non inquinanti , una certa maggiore attenzione va posta invece per quanto riguarda l’emissione delle polveri sottili, fenomeno che va tenuto sotto costante controllo. Gli avvenimenti internazionali degli ultimi tempi hanno innescato, anche per il pellet, una spirale assolutamente perversa portando i prezzi a livelli stratosferici annullandone l’economicità e la convenienza nei confronti delle altre fonti di energia.
Il pellet confezionato in sacchi da 15 kg costava lo scorso anno tra i 5 e 6 euro, attualmente i prezzi sono quasi triplicati con punte al dettaglio che superano i 15 euro , senza contare che anche la reperibilità del prodotto è diventata molto difficile, con la possibilità di cadere nelle mani di truffatori veri e propri che mettono sul mercato prodotti scadenti , non rispettosi delle norme in vigore riguardo la composizione, le calorie e i residui in cenere.
L’Italia, pur consumando circa il 40% del pellet usato in Europa, è quasi completamente dipendente dall’estero e importa il pellet da decine di Paesi sparsi in tutto il mondo e il Canada e i Paesi dell’est europeo sono tra i più importanti. I noli per il trasporto via terra e via mare sono saliti alle stelle , non ci sono scorte sufficienti e l’unica alternativa rimasta è quella di scaricare tutti gli oneri sulle spalle del consumatore.
Ci domandiamo come l’Italia , con una estensione territoriale boschiva di grandi proporzioni e in costante crescita, debba importare la maggior parte del legname di cui abbisogna, compresi gli scarti della lavorazione che acquistiamo sotto forma di pellet e a così caro prezzo. Forse noi i nostri boschi preferiamo bruciarli sul posto per risparmiare sul trasporto?
Il grande rogo dell’albenganese, con 430 ettari di bosco andati in fumo, dovrebbe farci meditare. Come denuncia l’Associazione Italiana per le Energie Agroforestali occorre maggiore attenzione su un settore trascurato che potrebbe invece essere una risorsa di grande potenzialità per l’intero Paese. Occorre scuoterci e reagire adeguatamente a tutti i livelli, con segnali di ravvedimento e di vero impegno da parte del Governo centrale , delle Amministrazioni locali ,del mondo agroforestale e dei cittadini, che subiscono le conseguenze nefaste di un disinteresse colpevole che dura da tanti anni.
Per ASSOUTENTI Savona Gian Luigi Taboga.
COMUNICATO STAMPA – Liguria: contro caro-vita associazioni dei consumatori annunciano “Sciopero della spesa” e cena in piazza a “pane e cipolla” per il prossimo 21 settembre. Manifestazione a Genova per sensibilizzare le istituzioni sull’autunno nero che attende le famiglie.
Le associazioni dei consumatori Assoutenti, Adiconsum, Adoc, Casa del Consumatore, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori, Sportello del Consumatore hanno deciso di proclamare per il prossimo 21 settembre in Liguria uno “Sciopero della spesa” come forma di protesta contro il caro-vita che attanaglia le famiglie della regione.
“In occasione dell’arrivo dell’autunno scenderemo in piazza a Genova con la manifestazione “Pane e cipolla”, allo scopo di dare un segnale forte alle nostre istituzioni e chiedere misure più incisive per salvare le tasche delle famiglie – spiegano i presidenti delle associazioni – La crescita abnorme delle bollette di luce e gas, l’inflazione alle stelle, i prezzi degli alimentari che registrano rincari record, la ripresa della corsa dei carburanti e il rialzo dei listini del materiale scolastico, trasformeranno i prossimi mesi nell’autunno nero dei cittadini, dissanguando le tasche delle famiglie e impoverendo una fetta di popolazione”.
“Con la nostra protesta invitiamo i cittadini a rinunciare agli acquisti nella giornata del 21 settembre, e a partecipare alla manifestazione che si terrà alle ore 18 in piazza Eros lanfranco davanti alla Prefettura a Genova portando con se pane e cipolle per una cena dei “poveri”, a simboleggiare la crisi attuale delle famiglie e il rischio di non riuscire a mettere in tavola nei prossimi mesi il necessario a causa della grave situazione attuale” – concludono i Presidenti.