Sono nato in una piccola città dell’Emilia, Reggio, da una famiglia della prima Bassa da parte di madre e di origini trentine da parte di padre.
di Sergio Bevilacqua
Sono stato universitariamente bolognese e poi sono divenuto apolide: tra le mie città Milano, Trieste, Venezia, Roma, New York, Buenos Aires, Amsterdam, Bangkok… Non scrivo molto e i miei articoli sono sempre delle ricerche e dei parti, spesso cesarei, causa il tempo che passa e i mille interessi che mi portano in qua e di là nel mondo e nella mente; e allora devo agire con forza per farli uscire prima che muoiano.
Tornando recentemente un pò di più a Reggio, mi sono familiarizzato con le istituzioni culturali attive là e nei dintorni: ho apprezzato la grande era Meo del Teatro Regio di Parma, che ha rigenerato l’immagine parmense di Verdi, avvalendosene per produrre una profonda riflessione fattuale sul futuro dell’opera lirica. Con i suoi cartelloni annuali, Anna Maria Meo ha dato spazio innovativo e programmatico all’opera lirica, valorizzandone la componente visiva, che è così ipertrofica nel mondo di oggi: ed ecco arrivare a Parma grandi registi contemporanei, come Robert Wilson e Graham Vick. E ha creato molta referenzialità musicale intorno a sé, di cui ha beneficiato anche la istituzione musicale più importante di Parma, la Filarmonica Arturo Toscanini. Tramite il caro e bravissimo Paolo Maier, capo Ufficio Stampa e Comunicazione del Regio, anfitrione di gran classe, ho conosciuto, diciamo così personalmente, la sua omologa presso la Filarmonica Toscanini, Veronica Boldrin.
La Boldrin è un ufficio Stampa professionale e cosmopolita, grazie alla cultura veneta, che da sociologo io stimo moltissimo, e all’esperienza accumulata in importanti istituzioni: non sfugge in Veronica una profondità di radici e una concezione di ospitalità serenissima, anche se l’aggettivo sembra appannato dai due secoli di subordinazione formale di Venezia; perché 1500 anni di assoluta eccellenza e autonomia brillantissima (Venezia è stata la più grande città d’Europa fino almeno al 1700 inoltrato) ne ha fatto un faro per tutto il mondo veneto di terraferma, e molto, molto di più. Così, la Toscanini si presenta come un’istituzione culturale di grande appeal, a livello nazionale, continentale e dunque globale.
Ho sempre considerato con serietà gli inviti che mi sono sopraggiunti dalla Filarmonica Toscanini, ma purtroppo è sempre molto complesso, per chi come me ha un rapporto con la cultura “clinico” e non solo estetico (da “cui-prodest”, cioè), trovare il modo di seguire tutto ciò che merita. Ma Veronica, con la sua educazione e il suo savoir-faire, è stata così brava a catturare la mia attenzione che mi sono trovato a sottolineare nella mia mente di sociologo e comunicatore, anche se particolare, gli eventi che riguardano la importante istituzione musicale parmigiana.
A iniziare dal gradevolissimo pomeriggio-sera dedicato al bel programma 2022/23, la 47a stagione di concerti, e all’ultimo concerto della stagione 21/22 con la IX sinfonia di L. V. Beethoven. La Filarmonica Toscanini figura come una realtà solidissima e familiare, globale e attenta alle proprie radici: mi sento di poter dire, come sensazione di sociologo della cultura, per 50 anni “in pista” e oltre 1000 referenze di casi toccati in cultura e civiltà; è una istituzione che dà lustro e ciò senza spocchia, poiché prevale il senso del lavoro professionale e del gusto del bello, con capacità di rischio e senso di servizio. La perfezione non è di questo mondo, ma tentare spesso non nuoce, anzi. Quest’anno il programma dei concerti della Toscanini è particolarmente ricco e profondo. Quindici produzioni sinfoniche sono state presentate infatti martedì 12 luglio nella Sala Paër del CPM “Arturo Toscanini, in cartellone dal 21 ottobre 2022 al 6 maggio 2023. Tanto Beethoven, ma anche Schumann, un bellissimo evento di fine anno tra Milano e Parma di musica americana dal musical, e alcune attrazioni, tra l’altro cresciute nell’alveo della stessa Filarmonica, come la bella e brava violinista Mihaela Costea.
Malgrado l’elevatezza del programma, che invito a visitare direttamente a 47ᵃ Stagione di Concerti 2022 / 2023 | La Toscanini (fondazionetoscanini.it) , la Toscanini non fa mancare il supporto al territorio. In questi giorni l’ho trovata con piacere a Castell’Arquato di Piacenza, al Festival dedicato a Luigi Illica, il famoso librettista di Puccini, Giordano e Mascagni, (vedere https://www.festivalillicacastellarquato.it/). Ottima performance quella del medio ensemble parmigiano organizzato per l’opera buffa “Le Maschere” di Pietro Mascagni, che ha dato corpo delicato alla stupenda e variegata musica del livornese. Vera classe musicale, insieme a voci altrettanto apprezzabili, hanno fatto dello spettacolo un ottimo esempio di come l’opera sia tanto musica e voci, e che, quando vanno bene quelle, insomma si è ottenuto la gran parte del risultato estetico (a buon inteditor…). Coraggio e buon gusto da parte del direttore artistico del Festival e anche ottimo direttore d’orchestra Jacopo Brusa nel sospingere verso i giusti fasti il nostro grandissimo Pietro Mascagni, al quale occorre dedicare al più presto un Festival vero, seriamente musicale, con lo scopo di aggiungere alla faretra dei geni musicali italiani, così apprezzati nel mondo, anche la freccia educatissima del livornese. Lustro innegabile, il contributo musicale della Toscanini alla bella serata in piazza del paese, gioiello visconteo del primo appennino piacentino.
E anche lì, ottima accoglienza di Linda Ansalone, che raccoglie un gruppo di esperti commentatori d’opera: alcuni, come Fulvio Venturi, specialisti di Mascagni, e altri, come William Costabile Cisco e Maria Antonietta Centoducati, che alternano attività di critica a ruoli operativi di regia e interpretazione attoriale, anche in spettacoli operistici. Dunque una bellissima serata a Castell’Arquato, ove, in attesa dello spettacolo, si è svolta una sorta di tavola rotonda spontanea di esperti sui problemi dell’opera oggi, le regie e le soluzioni per mantenere sempre verde la pianta del più grade spettacolo artistico umano.
Una grande Italia, di arte e di bellezza: che peccato vederla abbruttita da comportamenti politici deteriori…
Sergio Bevilacqua