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AAA partito cercasi, causa elezioni e che ispiri Democrazia e Sussidiarietà


AAA PARTITO CERCASI, CAUSA ELEZIONI che ispiri concreta Democrazia e Sussidiarietà.

di Sergio Bevilacqua 

L’articolo di Bevilacqua è stato scritto prima che Draghi presentasse le sue dimissioni di oggi 21 luglio 2022

Su Google tutto tace: per la prima volta dopo 5 mesi, nessuna notizia sulla guerra in Ucraina. Eppure continuano le distruzioni e le morti. Come mai l’organo d’informazione più usato al mondo, e in Italia senza eccezioni, oggi sabato 16 luglio 2022 alle ore 9 non parla della sfida all’Occidente, all’umanità, al buon senso del temerario giocatore d’azzardo, il pericolosissimo pseudo-zar della Russia Vladimir Putin? E delle minacce atomiche che ci provengono quasi quotidianamente dalla Duma dei suoi Signorsì?

Diciamo che proprio oggi, accanto alla solita cronaca nera, rosa e allo style of life che tanto intrigano i lettorelli dello Stivale, alla ben nota propaganda para-elettorale dei soliti politicanti, con il taglio diciamo così “correct”, che la più importante testata d’informazione di fatto manifesta, c’è la crisi politica. Essa invade i familiari post della lunga serie, che spesso rimandano ad abbonamenti, ma che ci lasciano capire ugualmente l’essenza della notizia. Le dimissioni di Draghi sono in primissima evidenza, e così tutte le evoluzioni che questi dannati partiti, nessuno escluso, intendono mostrare agli elettori per ottenere il loro voto prossimo venturo.

Come se lo meritassero. Vediamo nell’ordine dimensionale delle precedenti elezioni politiche.

  • Dopo essersi affidato all’atono e sempre sull’orlo di una crisi di nervi avvocato del popolo Giuseppe Conte, col bibitaro Di Maio in astuta divagazione parlamentare, il gruppo grillino in Parlamento sembra un meet-up del 2010: insidie di gruppuscoli, cagnara, Beppe Grillo a farsi gli affari suoi dopo anni di strilli in piazza che hanno rovinato quel poco che era rimasto della cultura e politica italiana. Eccoli abbandonati, alla deriva… Ma che branco di sprovveduti! Ricordo con precisione il momento della gloria e i suoi prodromi… Stavo studiando come si deve, da sociologo, con l’osservazione partecipante, il fenomeno. Presi da sincero afflato giacobino, i grillosi si sforzavano di identificare con zelo i migliori per le candidature: e così in ogni meet-up si scatenavano tra gruppuscoli senza esclusione di colpi, dove si andava letteralmente al massacro con la spada in mano “per la pulizia della politica”. E poi cosa succedeva? Che mentre i Cavalieri della Tavola Rotonda si affrontavano con botte da orbi (io ho fatto ad esempio molte meritatissime querele, che hanno portato anche a condanne esemplari), i candidati zitti zitti piombavano, paracadutati dall’alto. Sì, qualche consiglieruccio strillone emergeva pure, ma quelli che sono andati a costituire la forza parlamentare e i vertici amministrativi più importanti, coi meet-up non c’entravano nulla. Cose del genere, cosa potevano portare, se non un’ennesima malattia gravissima e rara, alla nostra cagionevole democrazia italica?
  • Non molto meglio il quadro. Un’accozzaglia, non un partito, organizzato con bande spesso di assoluti incompetenti su interessi elettorali. Salvini in sintesi di legislatura figura come un trafficone che ha confuso la versatilità filosofica democristiana con contorsionismo camaleontico, condito di masochismo apparentemente astuto. Ma perché non spiega? Il primo dubbio è che sia in balìa degli eventi, come lo è uno stupido; il secondo è che non sappia, sia cioè ignorante e opportunista come una buona parte dell’elettorato, da lui sostenuto nei suoi peggiori difetti. Intorno a lui, anche i migliori (Garavaglia) fanno la figura dei fessi, e i fessi (Borghi, Bagnai e Giorgetti) sembrano intelligenti; e in entrambi i casi gli effetti sono stati e continuano a essere nefasti.
  • Il partitone del popolo, in realtà non lo è più. Gli ex-comunisti, la classe operaia che oggi oltre a un po’ di lavoratori dipendenti raccoglie mezza economia d’impresa e relativi “sciur padrun dale bele braghe bianche”, assatanati sostenitori, un tempo, dell’abolizione della Proprietà Privata, è oggi il tempio della conservazione retrograda degli interessi privati: ha addirittura spurgato per opportunismo elettorale l’anima collettivista del cattolicesimo, insultando i compari cristiani che ci avevano creduto con LGBTQ, Eutanasia, droga e altro radicalismo materialista. E allora ciao, Letta: non lo sai che in Italia senza i cattolici di riffa o di raffa non si governa?
  • Frateeeelli d’Itaaaalia. Aum aum. Una specie di opposizione a Draghi. Come in una famiglia, la sorellina fa le bizze, ma in modo educato: piange, frigna, si dispera, vuole andare in vacanza là “perché il mare è più bello” (ma tutti sanno che è per Giorgino, il fidanzatino dell’anno scorso, quello delle 4 di mattina quella notte…), ma poi è “responsabile” e fa quel che dice papàmamma. Insieme alla sorellina, una grande quantità di astuti: transfughi di qua e di là, navigatori di lungo corso che finalmente hanno trovato il giusto detergente per la puzza del fascismo e del Movimento Sociale Italiano che portano addosso, e altri ex-finiani blinkeggianti neo-liberali. Ma la gran massa, cari amici, sono i furbissimi cerca-poltrone: sono nati magari con l’aiuto di Berlusconi, qualche bella gnocca, oppure con gli sgambetti agli altri del centro-destra, oppure nel taschino dell’avvilente accolita salviniana e, con naturalezza, guardando ai sondaggi, al poker delle poltrone e non al popolo italiano (ma daiii… siamo forse bambini che giocano?), sono migrati da qui a là per arrivare dove magari stavolta “la va…” Molte etichette sulle porte, vaghi istinti di civiltà thatcher-reganian-trumpiana molto malintesi, qualche personalità gorgheggiante per nascondere l’assenza organizzativa, e via così, in allegra speranza che si riesca a raggiungere Giorgino, il fidanzatino dell’anno scorso…
  • E Forza Italiaaa. Una forza politica afflitta dal solito problema, italico più che altro, delle promesse e delle bugie. Malgrado il residuo pseudo-manageriale del Partito del Presidente (aveva pagato tutto lui, e forse è stato un buon investimento imprenditoriale…), la dimostrazione che l’aspetto privato sia sempre stato preponderante nel partito di Berlusconi sta nell’ormai antico Caso Fini. Oggi a una cifra mobile, si barcamena, tra messaggi avveduti figli della grande esperienza chiaroscurale del Patron, alla fede manageriale della parte sana, e dei soliti opportunisti furbastri in perenne migrazione poltronofila. Poca roba i sondaggi, ma sempre forte referenzialità, sinceramente liberale e solo di sghimbescio cattolica: troppo problematico il cattolicesimo per l’edonismo furbetto. Saremmo in attesa di una grande ristrutturazione, con grandi cambi di registro, pena lo stesso destino gerontologico del suo fondatore.
  • Mi vien da ridere. E sapete perché? Ci ho messo il naso, e anche un po’ di più, per capire meglio. E sapete cos’ho trovato? Aria da cinquestelle dieci anni fa: dichiarazioni di democrazia interna, largo ai bravi, curriculum, competenza e poi cosa succede? Che “qualcuno” occupa i palchi, poco conta cosa dice e chi è, produce meccanismi di cooptazione sotterranea, ostacola quelli non della “banda” e arriva alla prima poltroncina, quanto basta per oscurare comunicazioni alle sue spalle. Ora: avevo dei dubbi sull’eccesso di pragmatismo del buon Calenda, poi sulla svolta radicale, ma contavo sulla democrazia organizzativa interna. Infezione sovrapposta: nessuna democrazia e tanto esercizio di furbizia opportunistica. È stata una sorpresa. Ma se la cavano bene con gli interessi delle aziende… È! Senza filosofia popolare, senza valori se non quelli del semplice fare (che poi per lo Stato è proprio degli Uffici e non dei politici) si va facili: e, con promesse lobbistiche-senza-filosofia, è più probabile tirar su fondi per fare campagne elettorali da 2 cifre. Ma poi in Italia si resta alla prima decina. Per fortuna.
  • Che dire? Dice il solo nome. E pensare che… Avremmo il pensiero cattolico e la sua dottrina sociale. Avremmo il perdono e la speranza. Avremmo la tolleranza. Avremmo l’esempio occidentale di esperienza democratica e di organizzazione seria dei partiti. Avremmo già un poco di esperienza democratica e di senso di sussidiarietà…

E abbiamo Draghi che può essere ancora vitale per questi mesi (ma giovedì 21 luglio si è dimesso ndt). E non si può andare a votare partiti del genere! Prima una legge per cambiarli. Ma è ormai troppo tardi. Salvo… un miracolo. Che non ci meriteremmo.

Sergio Bevilacqua

 


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