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Liguria e Basso Piemonte

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Vespa samurai contro cimice, ma la Liguria non paga i danni agli agricoltori. In Emilia Romagna invece 63 mln


La  “cimice asiatica” causa danni ingenti all’agricoltura anche nel savonese. Continuano gli interventi nella Regione Liguria con “vespa samurai”. Raffronti con la Regione Emilia Romagna.

di Loredana Gallo – Roberto Delfino – Gabriello Castellazzi*

La cimice asiatica da almeno 4 anni fa strage di sfrutta e durante la stagione fredda si ‘nasconde’ anche nelle abitazioni civili e si trova spesso nelle nostre case di campagna

La crisi climatica continua a far registrare la diffusione in Europa di specie aliene particolarmente dannose, tra cui la “cimice  asiatica” (Halymorpha halys”) che, anche in Italia, causa  danni ingenti all’agricoltura.

La micidiale “cimice” giunse nel Nord America a metà degli anni novanta, proveniendo da Giappone, Corea e Taiwan e la prima valutazione precisa dei danni in conseguenza delle sue “punture” sulla frutta (in particolare le mele) venne fatta nel 2001 dagli agricoltori statunitensi.

Dal Nord America la “cimice” giunse poi in Europa e le prime segnalazioni avvennero nel 2004 in Svizzera e Germania, poi nel 2011 in Grecia, quindi in Italia (Emilia Romagna) nel 2012.

La femmina di questo insetto produce, in due cicli riproduttivi annuali, circa 300 uova che si sviluppano rapidamente in adulti, provocando danni su meli, peri, peschi, ciliegi, albicocchi, kiwi ecc. . L’apparato boccale dell’insetto fora il frutto per prenderne la linfa, ma nello stesso tempo provoca una vasta necrosi ai tessuti, causando la caduta del frutto o rendendolo immangiabile.

I danni per l’agricoltura italiana sono calcolati in circa 600 milioni di Euro ogni anno.

Dopo anni di trattamenti poco efficaci, effettuati unicamente con sostanze chimiche, si è finalmente imboccata una strada non pericolosa: il mondo scientifico si è reso conto che la tecnica di contrasto più efficace contro la “cimice” si può basare sul controllo biologico utilizzando un antagonista naturale della specie, il “Trissolcus japonicus” (“vespa samurai”).

Questo minuscolo imenottero, provieniente dalla stessa zona del mondo da cui proviene la “cimice asiatica”, risulta assolutamente innocuo per l’uomo e per gli animali in genere (comprese le api e gli altri insetti impollinatori).

La vespa samurai

Nonostante il terribile appellativo di “samurai”, questa “vespa” non punge, si ciba di polline e nettare, il suo ovopositore viene utilizzato per introdurre le proprie uova in quelle della “cimice asiatica”, bloccandone lo sviluppo.

Questa tecnica di contenimento della “cimice” è considerata sperimentale e l’eliminazione completa di questo insetto non sarà possibile, ma sarà sufficiente creare un nuovo equilibrio biologico che ne limiti una crescita esponenziale, quindi la dannosità.

L’allevamento della “vespa samurai”avviene solo in laboratori attrezzati ed esclusivamente su ovature della stessa “cimice asiatica” . In questo modo le “vespine samurai” riceveranno un “imprinting” tale che, una volta liberate nell’ambiente prescelto, si indirizzeranno verso la ricerca di queste ovature, distruggendole.

Gli studi relativi alla lotta biologica sono purtroppo molto lenti perchè la semplicità operativa dell’uso di fitofarmaci, e la loro efficacia a breve termine, fanno ancora prevalere il controllo chimico su quello biologico, con danni per la salute umana e per gli insetti impollinatori.

E’ noto che nei luoghi di origine si è già costituito un equilibrio naturale tra le due specie. Questo è l’obiettivo che si cerca di raggiungere oggi anche in Europa.

Solo nel 2020 il “Ministero dell’Ambiente” diede il via libera (vincolato ad un preciso monitoraggio) all’utilizzo della “vespa samurai” :  il progetto di “lotta biologica” più importante mai programmato sul territorio italiano.

La cautela eccessiva, in questo caso, non è comunque da criticare perchè l’inserimento artificiale di nuove specie aliene in campo agricolo è sempre molto rischioso.

In Emilia Romagna il progetto partì immediatamente nel 2020 , con l’utilizzo di 66.000 insetti “samurai”, distribuiti in 300 punti stategici.

I risultati dei monitoraggi, nei primi due anni, sono  positivi e anche quest’anno la “Vespa samurai” ha superato la stagione invernale insediandosi bene sul territorio agricolo della Regione  (circa il 37% delle uova di “cimice”sono state colonizzate).

Dopo Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, anche la Regione Liguria dallo scorso anno partecipa al “Progetto Nazionale di Lotta alla “Cimice Asiatica” (grazie al coordinamento dell’ “Istituto Nazionale per la Protezione delle Piante” (CREA-DC).

I “lanci” hanno consentito un primo insediamento dell’ insetto antagonista in diversi frutteti della nostra Riviera, con risultati positivi.

I nuovi “lanci” programmati dalla Regione Liguria interesseranno i Comuni di Albenga – Savona – Finale Ligure – Badalucco – Pontedassio – Rapallo – Lavagna – Sarzana e  Follo.

Gli Istituti di ricerca prevedono comunque, per questo progetto, risultati consolidati solo tra 5 anni. Nel frattempo sono necessari interventi finanziari compensativi per i “danni da cimice”.

In Liguria (sentita l’Associazione degli agricoltori) non risultano interventi compensativi per questo tipo di danni, mentre la Regione Emilia Romagna, nel frattempo, ha stanziato 11,5 milioni di Euro per il 2022 . Somma che aggiunta ai 40 milioni del 2020 e agli altri 11.5 milioni del 2021 porta ad un totale di 63 milioni di Euro di aiuti.

Considerate le difficoltà che incontra l’agricoltura ligure, si auspica che anche la nostra Regione intervenga con sostegni adeguati.

*Loredana Gallo – Roberto Delfino – Gabriello Castellazzi

(Europa Verde – Verdi del savonese)


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