Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Soccorso, cosa può accadere in Alta valle Arroscia 2/Testimonianze, da milite, malasanità in Riviera. 3/Ciangherotti spiega la ‘battaglia di Albenga’


Ospitiamo una serie di interventi e testimonianze (sui social), riflessioni, considerazioni su tema attualissimo del ‘Pronto Soccorso’ e delle Pubbliche assistenze, spesso alla prese con gravi carenze di militi e volontari. Partiamo dalla Croce Bianca di Pornassio (Alta valle Arroscia) a seguire altri confronti che investono la Riviera e la ‘battaglia’ popolare sull’ospedale di Albenga. E le verità (con asserite strumentalizzazioni) che i cittadini dovrebbero conoscere secondo il medico dentista Eraldo Ciangherotti, esponente di spicco di FI e consigliere comunale di minoranza.

DAL SITO DELLA CROCE BIANCA DI PORNASSIO- IL ‘PASSAPAROLA’
È notte fonda, ti svegli perché tua moglie non si sente bene: è nel letto di fianco a te e non riesci a capire cos’abbia. Si agita, ha dolore al petto non riesci a tranquillizzarla.
Ti rendi conto che sta peggiorando e una paura ti assale, non sai cosa fare.
L’unica cosa è chiamare un’ambulanza.
Fai il 112 e spieghi la situazione chiedendo soccorso urgente.
L’operatore invia la chiamata alla prima ambulanza disponibile.
Da Imperia impiega circa 45 minuti.
Questi minuti sembrano ore interminabili, tu sei da solo in preda al panico e al terrore e non sai cosa fare e come comportarti.
Sei arrabbiato perché l’ambulanza ci sta impiegando troppo tempo e potrebbe essere troppo tardi.
Ti chiedi come mai si debba aspettare così tanto per un soccorso.
Se abiti a Montegrosso Pian Latte, Cosio d’Arroscia, Pornassio e Mendatica avresti potuto saperlo partecipando alle riunioni di sensibilizzazione indette dalla Croce Bianca di Pornassio prima di chiudere.
Peccato che a queste riunioni non si sia presentato nessuno.
Il finale di questa storia lo lascio a te, è nelle tue mani.
Se vuoi che la persona a te cara venga soccorsa nel più breve tempo possibile sei ancora in tempo, la Croce Bianca per ora c’è ancora, ma sta a te decidere se farla continuare ad esistere oppure no.
Come?
Vieni domani alle ore 16:30 a Mendatica (sala multimediale) e alle 20:30 a Ponti di Pornassio (dopolavoro).
Il futuro della Croce Bianca dipende da te (passaparola).
ANDREA BRONDA (8 APRILE 2022)- Oggi concludo un ennesimo turno in Croce Bianca (di Borghetto S. Spirito ndr) dove purtroppo tocco con mano per l’ennesima volta un caso di malasanità, un caso dove la superficialità, l’incompetenza, la non umanità di alcuni medici, ha probabilmente compromesso la Vita di un Essere Umano. Con questo Post Voglio gridare al Mondo Intero la Mia Rabbia,la Mia incapacità di Soccorritore di fare qualcosa e il Mio Ribrezzo verso chi non  fa il proprio lavoro con Coscienza,  Professionalità e Umanità. Dopo 30 anni di Servizio come Soccorritore Volontario 118 non riesco ancora a fare finta di nulla…..vi chiedo scusa per questo sfogo pubblico. …ma ho una Coscienza……buona notte.
Franco Bruno – Ne ho esperienza diretta. Dopo circa 7 anni arriverò a sentenza, forse. Ma non ci mollo…né sul civile né sul penale…
Vitali Patrizia (Loano milite di lunga data)- Denuncia accompagnato dal tuo avvocato sennò il tuo disprezzo e la tua rabbia lasciano il tempo che trovano.
Loredana Piasentin – Purtroppo hai ragione caro Andrea… mio papà è deceduto per malasanità… e mia mamma c’è andata vicino… è vissuta qualche giorno di più perché ho alzato la voce in reparto contro dei medici… sono stata chiusa un’ora dentro una stanza con un medico non lo facevo n uscire .. per mia mamma.. io facevo le domande e lui .. bocca cucita! Adesso una dottoressa che era mia amica … mi scrive in privato… smettila di dire c. ..te!! Ti ho detto tutto! Questa è la nostra sanità!
Deni Aicardi –Purtroppo Andrea è la triste realtà che paghiamo mandando in prima linea neo laureati come dilettanti allo sbaraglio. La buona volontà non può sostituire un esperienza affiancati fatta sul campo come avveniva in passato…
Mario Mesiano (Albenga)- Metto anch’io una testimonianza che riguarda mia mamma Antonietta, 84 anni, l’anno scorso è caduta dalla bicicletta l’ambulanza l’ha portata al pronto soccorso di Santa Corona con il labbro inferiore tagliato che necessitava di 2 punti di sutura, entrata al pronto soccorso alle 10 di mattina, alle 19:30, stanca dell’attesa, se n’è andata a casa senza i punti… da segnalare che mia mamma ha lavorato quasi 40 anni nel vecchio ospedale di Albenga come infermiera e mi ha detto che il personale del Pronto Soccorso era premuroso e gentile Il problema era semplicemente che continuavano ad arrivare ambulanze su ambulanze ed il personale non riusciva a coprire le urgenze… il territorio ha assolutamente bisogno di un’altro pronto soccorso per riuscire a gestire le urgenze… cosa ci vuole a capirlo? Sempre che si abbia voglia di capire… #senzaprontosoccorsosimuore
Andreana Virgilio – Le attese al pronto soccorso di Santa Corona sono veramente estenuanti e, mi è veramente capitato di notare imbarazzo anche sul viso del personale di reparto….in più oggi si sono aggiunti gli incidenti di bikers e rocciatori….una vera brutta storia….
OSPEDALE ALBENGA, CIANGHEROTTI:
“LA LENZUOLATA? COMITATO INGANNA I CITTADINI SFRUTTANDO LE LORO PAURE” 
Il consigliere albenganese: “Basta strumentalizzazioni politiche, Toti non può cambiare il decreto legge 70 che determina il bacino di popolazione dei Pronto soccorso. Se sono intellettualmente onesti, Gino Rapa e Dino Ardoino chiamino in causa il Ministro Speranza” .
Albenga (21.4.22) “Un conto è battersi per una giusta causa, chiedendo una sanità locale all’altezza delle esigenze dei cittadini, un conto è sfruttare le paure e le incertezze delle persone solo per provare ad affossare un avversario politico. È ora di dire basta a questa sceneggiata. Il comitato pro ospedale ha deciso di appoggiare il sindaco Tomatis e così facendo si è definitivamente schierato sul piano politico. Ne prendo atto e invito i cittadini albenganesi a non farsi illudere dalle parole di chi sta sfruttando un’onda emotiva solo per provare a risollevare il sindaco nei sondaggi di gradimento. Il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70, all’articolo 2 “Classificazione delle strutture ospedaliere”   dell’allegato 1 parla chiaro e non ci sono alternative possibili”. Sono dure le parole del consigliere comunale Eraldo Ciangherotti a seguito dell’ultima riunione del comitato spontaneo pro ospedale di Albenga tenutasi nel corso della serata di martedì 19 aprile a cui, per la prima volta, non sono più stati invitati i Consiglieri comunali della minoranza.
Spiega l’esponente forzista: “L’abbiamo già detto in Consiglio comunale ma la nostra proposta è stata respinta. Avrebbe avuto senso un’ampia riflessione sulla collocazione del Dea di 2° livello (oggi all’Ospedale Santa Corona) in una posizione più strategica e in un ospedale di nuova concezione e con notevole risparmio di soldi pubblici. Ma promuovere iniziative per chiedere la riapertura di un Pronto soccorso ad Albenga con il vicino Pronto soccorso del Santa Corona, senza cambiare la legge nazionale approvata nel 2015, equivale ad ingannare le persone. Il comitato pro ospedale continua a puntare il dito contro Giovanni Toti pur sapendo bene che il governatore ligure, ad oggi, non ha il potere di disapplicare il decreto legge che regola i bacini di utenza tra un pronto soccorso e l’altro. L’unico modo per ottenere un pronto soccorso ad Albenga sarebbe quello di trasferirlo da un altro Ospedale, ipotesi tramontata nell’ultimo Consiglio comunale per volere del Sindaco Riccardo Tomatis, come sanno benissimo anche tutti quelli che oggi invitano i cittadini a manifestare perché #senzaprontosoccorssimuore”.
Ciangherotti chiede al comitato pro ospedale di fare chiarezza sull’obiettivo delle iniziative messe in campo a difesa del Santa Maria di Misericordia: “Le ‘lenzuolata’ – sottolinea – può avere senso solo se rivolta al Ministro Roberto Speranza, l’unico potenzialmente in grado di ridefinire le linee guida del decreto Balduzzi. Ma visto che il PD ingauno, succube di quello pietrese, ha deciso di votare contro il trasferimento del pronto soccorso da Pietra Ligure ad Albenga, l’unica strada percorribile resta quella di chiedere a gran voce la riapertura di un punto di primo intervento, proprio come avevamo già proposto in consiglio comunale con un ordine del giorno”.
“Tutti vorrebbero un pronto soccorso sotto casa – conclude Ciangherotti -, ma i cittadini devono sapere che per averlo sono necessari anche un reparto di anestesia e rianimazione, uno di chirurgia, uno di ortopedia e uno di ginecologia e ostetricia, tutti reparti che l’Ospedale di Albenga aveva e che il Partito Democratico chiuse tra il 2011 e il 2013 per azzoppare clamorosamente l’ospedale di Albenga. I cittadini del comprensorio albenganese hanno diritto ad un punto di primo intervento ed è questo che dobbiamo chiedere al presidente Toti. È vergognoso che i vertici del comitato pro ospedale stiano trasformando le paure dei cittadini in un’arma per colpire un avversario politico. Più che la battaglia per il pronto soccorso, questa è la loro battaglia per affossare Toti e provare a rilanciare uno dei sindaci più incapaci della storia della città”.
BRAID A COSIO D’ARROSCIA – ALLA SCOPERTA DELLE RADICI CELTOLIGURI

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