Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona e monumenti a rischio crollo


Savona e alcuni monumenti. L’ associazione di cui faccio parte: il Rosso non è il Nero vuole avviare una propria riflessione su Palazzo Santa Chiara e sulla futura destinazione a biblioteca civica.

di Danilo Bruno

Qui non voglio intervenire sul punto per non anticipare nulla anche se l’iniziativa dell’associazione ben si inserisce nel percorso tracciato dalle norme regionali e nazionali con intervento di esperti di biblioteconomia e di una fase di intensa partecipazione e confronto con la popolazione.
Qui potrei dire che finalmente si può ragionare in modo propositivo anche di numerosi altri monumenti.
Savona ha infatti perso una grande occasione con villa Zanelli, dove, nonostante proteste e proposte di numerose forze politiche e associazioni culturali , la destra regionale e locale ha deciso di destinarla dopo un restauro con fondi pubblici ad albergo per super ricchi nella consueta logica aberrante per cui tutto ciò che è pubblico è negativo e i fondi e le proprietà pubbliche devono essere privatizzate affinché presunti ricchi portino lavoro e occupazione per pochi e magari lascino cadere nel loro transito qualche mancia per la plebe.
Vi era la proposta alternativa di far nascere un museo e un centro studi del Liberty ma perché sprecare i fondi per iniziative culturali, che creano solo fatica ideale nel progettare e tempi lunghi per esposizioni quando con sette sceicchi ( tante dovrebbero essere le stanze) abbiamo risolto ogni problema?
Se si guarda alla città si vedono numerosi altri edifici storici di grande interesse oggi a rischio anche di crollo:
Il complesso dell’ ex carcere di S.Agostino;
Palazzo Pozzobonello;
l’ex sede del centro professionale provinciale Varaldo di via Amendola col suo parco;
Il complesso monumentale del San Giacomo;
L’ antico albergo Miramare;
La vecchia stazione dei vagonetti della funivia più lunga d’ Europa;
Numerose antiche chiese: Madonna degli Angeli, SS.Pietro e Paolo a Legino, Santo Spirito a Zinola,…
Alcuni di questi edifici hanno bisogno di interventi di restauro mantenendo la funzione originaria e gli altri?
In primo luogo ogni intervento deve essere rispettoso della storia e della funzione dei luoghi.
A mio parere bisogna poi intervenire sulla partecipazione popolare.
Bisogna infatti fare un elenco di alcune urgenti esigenze cittadine: social housing, cohousing,  coworking, spazi per la formazione di attività artistiche o artigianali, luoghi di innovazione di impresa,….
Si tratta infatti di guardarsi intorno e provare ad offrire risposte alle questioni di lavoro e soprattutto ai problemi abitativi di anziani o di giovani coppie nonché alle pressanti esigenze di socialità espresse anche dal trekking urbano dopo la devastante pandemia.
Io credo quindi che negli incontri di restart nei quartieri sia opportuno avviare percorsi partecipati sui contenitori storici e definire cosa e come utilizzarli.
Nel contempo mi permetto di proporre l’utilizzo dell’ex stazione delle funivie per insediarvi spazi per attività culturali e artistiche e soprattutto per consentire la nascita in contesti protetti di attività culturali di impresa.
A questo punto vi lascio sperando che si apra una discussione nell’interesse della collettività.
Danilo Bruno

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Danilo Bruno

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