Il saccente disse: «Salverò il mondo». Una immagine ispirata ad una vecchia leggenda himalayana.
di Antonio Rossello, con immagine di Igor Belansky
È stata una vecchia leggenda himalayana a suggerire l’immagine che l’illustratore Igor Belansky ci propone.
In essa, si narra di un oratore superbo e illuso di poter pontificare da un pulpito caricato sulle spalle di poveri sherpa, da lui considerati perfetti ignoranti, sulla presunta via alla gloria, che ascende fino alle vette più alte.
Non c’è però nessuno ad ascoltarlo a quelle quote; tantomeno gli uomini che lo sorreggono, i quali, anche se non fossero distrutti dalla fatica, nulla capirebbero dei suoi magniloquenti discorsi.
È un saccente, solo con la sua vanagloria. Gli sherpa, sotto di lui, sono del tutto indifferenti verso di lui, anche se, tra qualche anno, potrebbe essere loro il turno di diventare i migliori oratori, forse più di quanto non lo siano ora, non essendo ancora preparati per tenere un discorso!
Se il nostro dovesse veramente guardare il cielo, vedrebbe che non riesce a toccarlo con un dito. Se, poi, dovesse aprire gli occhi, non gli sembrerebbe più che la terra gli stia girando intorno. Nondimeno, il saccente urla nel vuoto: «Salverò il mondo», ma potrà la sua scienza fare tanto? O saranno solo paroloni al vento?
Sempre tante le sue generiche parole, le sue decantate esperienze. Mai esempi o prove concreti: questa è l’unica prassi che il presuntuoso affabulatore ha usato nella sua vita, per incantare il prossimo, senza sapere che quest’ultimo non ha l’anello al naso.
È come se volesse essere ammirato per la sua retorica, come se le persone davvero gli prestassero attenzione e lo ascoltassero. Vuole essere una persona importante, ma non sarà ascoltato da nessuno, tranne pochi (i pochi opportunisti che lo faranno sperando in una convenienza, se mai ci sarà).
La verità è che la gente sa già tutte le cose che va inutilmente raccontando.
Ed ecco la morale. Non è sapiente chi presuppone di aver la conoscenza di tutto e pensa che niente di nuovo esca dalla mente di qualcun altro. Chi si considera superiore agli altri, pensando che poiché sa tutto, non può permettere agli altri di esprimere liberamente i propri pensieri. Queste persone sono egoiste. Mancano di umiltà e rispetto per le altre persone e le considerano inferiori a loro.
A causa di questo egoismo, queste persone tendono a diventare impopolari e isolate. Queste persone generalmente falliscono nella vita, perché si rifiutano di accettare critiche, consigli o correzioni da chiunque. Inoltre, è probabile che ignorino i fatti solo perché non sono d’accordo con loro.
Alla fine, anche gli scienziati possono cader preda dei «sapori». Quindi, dobbiamo insegnare ai nostri giovani il pensiero critico. I pensatori critici si impegnano in discussioni e dibattiti basati su diversi punti di vista. Questo aiuta a scoprire se una cosa funziona in modo diverso rispetto a ciò che qualcuno dice.
Antonio Rossello