Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il presidente Toti, corsa contro il tempo. La Sanità e la futura politica ligure. Il dr. Giusto segretario S.M.I.: I problemi che restano sono moltissimi e riceviamo minacce. Il dr. Corti: Intimidazioni a medici di famiglia e negli ambulatori


Il presidente Toti vuole recuperare il tempo perduto. La Santà al centro della futura politica ligure. “Intanto i problemi restano e le situazioni da sanare sono moltissime” afferma il segretario regionale S.M.I. dr. Renato Giusto che denuncia: “Numerosi medici di famiglia, a Savona, hanno ricevuto e-mail intimidatorie  nelle quali si intimava di non vaccinare le persone…”. E il dr. Luca Corti: “In quest’ultimo periodo si stanno moltiplicando episodi di intimidazione, rivolti contro i medici di famiglia e negli ambulatori”.

di   Gianfranco Barcella

Giovanni Toti presidente della Regione e assessore alla Sanità

Il Presidente e Assessore alla Sanità, giornalista di vaglia, sicuramente conosce l’opera di R.W. Emerson il quale affermava: “La salute è la più grande ricchezza di un uomo”. Ed ora cerca di ricostituire il servizio sanitario regionale, messo in grave difficoltà dal Covid 19, e già in affanno prima della pandemia. Tra gli articoli della Costituzione ancora da attuare compiutamente, il 32 è il più urgente, non dimenticandoci che dietro la nostra carta fondamentale dei diritti e dei doveri, come affermava Calamandrei, <si sentono gli echi lontani di uomini che hanno sacrificato la loro vita perché, in Italia, si compisse il disegno democratico>. E mi tornano alla mente <le promesse non mantenute in democrazia> di Norberto Bobbio e la figura <del cittadino non educato, prima vittima dell’apatia politica>, ma non voglio uscire dalle tematiche che devo sviluppare.

Di certo negli anni trascorsi, la sanità è stata considerata principalmente come un costo da sopportare e possibilmente da contenere! Il personale sanitario ha cercato e cerca di supplire  alle carenze della politica. Cito due esempi: i medici di famiglia operano ben oltre le quindici ore settimanali di visite in studio previste dal loro contratto, per coloro  che hanno oltre 1500 pazienti; i primari ospedalieri, in età pensionabile, si sono offerti di ritornare in servizio per due anni, a titolo gratuito, per accudire nella loro prima pratica di lavoro, i giovani medici e sostenere la loro formazione. Ora gli organici sono carenti e nel futuro  sarà difficile colmare i vuoti in corsia e negli studi ambulatoriali, soprattutto per quanto riguarda alcune specializzazioni.

Nell’ultimo corso di formazione indetto per i medici di famiglia, utile per poter esercitare la professione sul territorio europeo, tutti i neo-laureati sono stati ammessi perché il numero dei partecipanti era pari ai posti disponibili. Non vi è stata selezione alcuna. Intanto il Presidente e Assessore alla Sanità della Regione Liguria, Giovanni Toti ha stilato un piano di rafforzamento della medicina territoriale che richiede circa 80 milioni di euro di finanziamento per la realizzazione delle Case di comunità, degli Ospedali di Comunità, delle Centrali Operative Territoriali, e oltre 25 milioni di euro per il rinnovamento del parco tecnologico.

E’ il primo pezzo degli investimenti che la Sanità porterà a termine nei prossimi anni, (Consiglio Regionale permettendo). E’ un primo passo importante che, insieme alle nuove regole in primis sui medici di medicina generale, dovrebbe configurare una nuova sanità da qui al 2026. “In nessun caso -ha precisato Totiavremo un depauperamento del sistema esistente ma, anzi, ci sarà un suo significativo potenziamento: la sanità ligure sarà più radicata e più forte, con investimenti costruiti sulla base dei bisogni reali della popolazione”.

Il nuovo piano ligure per la sanità territoriale in relazione agli investimenti del P.N.R.R, è articolato su quattro punti: le strutture dell’offerta territoriale (33 Case di Comunità, 11 Ospedali di Comunità e 16 Centrali Operative Territoriali con un finanziamento di 79,1 milioni di euro, il potenziamento della diagnostica con nuove tecnologie per 28,5 milioni di euro complessivi interventi di digitalizzazione per 34,8 milioni di euro e interventi antisismici  per oltre 15 milioni. “La rete territoriale che andremo a costruire in Liguria– aggiunge Totidovrà assicurare un alleggerimento del Pronto Soccorso, con un rafforzamento della comunità assistenziale e della medicina del territorio per soddisfare in modo efficace, i bisogni di salute dei cittadini, avvicinando a loro tutte le risposte sanitarie ad esclusione dell’alta e altissima complessità di cura, molto specializzata, che sarà invece concentrata negli ospedali. Questo sarà garantito dalla rete di strutture che saranno realizzate anche dai medici di medicina generale che, grazie alla riforma del contratto nazionale, saranno fondamentali per l’attività nelle Case e negli Ospedali di Comunità. L’innovazione prevista è la seguente: le 18 ore settimanali al servizio diretto e funzionale dei distretti, comporterà un allentamento e poi la scomparsa di alcune disfunzioni che abbiamo vissuto anche durante l’emergenza Covid, nei servizi ospedalieri che hanno dovuto surrogare quello che non veniva garantito dalla medicina territoriale. Nelle prossime settimane, il ministero valuterà l’ossatura della nostra proposta di piano per la realizzazione del P.N.R.R. ;procederà con eventuali aggiustamenti e modifiche, così da garantire il rispetto delle tempistiche imposte dall’Unione Europea: entro l’anno prossimo dovranno essere avviate le gare e poi andremo ad aprire i cantieri che dovranno essere chiusi entro il 2026. Abbiamo quindi tempi stretti – conclude Toti per l’utilizzo di investimenti importanti”.

Il dr. Giuseppe Profiti

E’ il primo pezzo del più complesso piano sociosanitario per i prossimi anni– aggiunge Giuseppe Profiti, coordinatore della Struttura di Missione per la Sanità Ligureche vede la luce cominciando dal territorio: oggi presentiamo la rete territoriale delle nuove strutture pubbliche, che saranno riferimento anche per la nascita di quelle private. Su questa rete girerà il nuovo modello di offerta, con un innovativo ruolo dei medici di medicina generale e degli altri specialisti del territorio. Questo modello si sposerà più avanti, grazie ai finanziamenti strutturali, con la rete ospedaliera. L’integrazione tra questi due aspetti-conclude il coordinatore-realizza il nuovo modello di sanità ligure che entro la fine dell’anno inizierà a trovare attuazione per poi completarsi nel 2026”.

Restano molte incognite. Come accennato in precedenza, rimane la difficoltà di reperire gli organici; le case di comunità negli ambienti rurali rischiano di essere difficilmente raggiungibili dalle persone anziane che venivano accudite con amorevole dedizione dal medico condotto, figura purtroppo, lasciata cadere nel dimenticatoio. Dovrebbe finalmente  avere anche piena attuazione la figura dell’infermiere di famiglia, legata alla Centrale Operativa Territoriale, per fornire quelle cure personalizzate soprattutto agli anziani che non possono giovarsi di un’assistenza privata.

Il dr. Renato Giusto segretario regionale SMI

Nel presente, la situazione è sempre più preoccupante. Il dott. Renato Giusto, segretario regionale del S.M.I. afferma in proposito: “Numerosi medici di famiglia, a Savona, hanno ricevuto alcune e-mail intimidatorie  nelle quali si intimava di non vaccinare le persone e imponendo loro di esentare i pazienti da questa pratica medica. Sempre più sovente assistiamo ad episodi di aggressione verbali nei pronti- soccorso, nei vari reparti e negli ambulatori dei camici bianchi. Di recente è stata celebrata la <Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari> e Savona l’ha vissuta stigmatizzando l’ennesimo affronto verso il personale, in prima linea”.

Il dr. Luca Corti Presidente Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Savona

Il quadro non è bello – ha spiegato Luca Corti, presidente dell’Ordine dei Medici di Savona- All’inizio della pandemia ci chiamavano eroi, ma sapevamo che sarebbe durato poco e che tutto sarebbe tornato come prima. Infatti, il tempo degli eroi è finito dopo la prima ondata. Poi la violenza nei confronti degli operatori sanitari è ricominciata  e gli episodi sono sempre più frequenti”. Anche al Santa Corona, il 2021 si è chiuso con una denuncia formale, avanzata da parte di un dipendente, sottoposto a violenza verbale. E c’è chi prende a calci e pugni la porta del Punto di Primo Intervento di Albenga per protestare contro la chiusura notturna. Di recente i medici di famiglia sono diventati un  nuovo bersaglio. “Da noi, fortunatamente, non ci sono casi di violenza fisica, ma quella verbale è quasi all’ordine del giorno– spiega ancora CortiIn quest’ultimo periodo si stanno moltiplicando gli episodi di intimidazione, rivolti contro i medici di famiglia”.

Renato Giusto denuncia ancora: “Ad Albenga hanno sfilato in settemila per ottenere un pronto soccorso. Un buon politico dovrebbe essere sensibile alle richieste del popolo sovrano quando sono più che legittime! Non si può morire perché ci si sente male a Stellanello e non si riesce ad arrivare in tempo a Pietra Ligure! Le leggi dovrebbero favorire il progresso-socio- economico dei cittadini e non solo per imporre loro dei sacrifici. Tra i manifestanti di Albenga erano presenti circa venti sindaci, i rappresentanti dei comitati della Valbormida e dell’associazionismo locale, unitamente al vescovo Guglielmo Borghetti”.

Nel Ponente c’è e ci sarà una risposta sanitaria e ospedaliera che persino a Genova è difficile da trovare”. Così si è ancora espresso in merito Giuseppe Profiti, responsabile della struttura messa in piedi dalla Regione Liguria per coordinare gli interventi del sistema sanitario.  Ed ancora ha sottolineato: “Nel raggio di poco più di una decina di chilometri, i cittadini trovano e troveranno un’offerta sanitaria completa, non solo per quanto riguarda l’emergenza. In un comprensorio di 180mila abitanti abbiamo un Dea di II livello ed un ospedale, quello di Albenga, moderno e destinato ad ospitare la media intensità e le attività d’elezione, per dare una risposta anche a quei cittadini che oggi vanno a farsi curare o operare in altre regioni”.

Ma le piaghe da sanare nella sanità ligure restano moltissime. Renato Giusto ne elenca alcune: “La Regione Liguria ha risparmiato 15 milioni di euro in stipendi per il personale sanitario rendendo la nostra terra, quella con la maggior carenza di organico in campo assistenziale. Questa è la denuncia di S.O.S Salute Pubblica Liguria. Le risultanze di scelte politiche dissennate si sono rivelate con la pandemia, ma costituiscono elementi di carattere strutturale, maturati nel tempo”.

Cittadinanza Attiva ha scritto a Toti.<Le troppe criticità della Sanità Ligure rendono impossibile garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini liguri. Mancano medici generici, medici specialisti ospedalieri, infermieri e OSS. In particolare sono carenti i medici anestesisti-rianimatori (come in gran parte d’Italia). E la pandemia ha fatto esplodere il problema. Manca il turn-over anche per l’inadeguato numero di borse di studio per la specializzazione in Anestesia e Rianimazione. Sono carenti i posti letto negli ospedali. I malati di Covid, di recente sono stati relegati nei corridoi di Villa Scassi ed i pazienti ricoverati per altre patologie, dimessi senza garantire loro altra assistenza>. E ci fermiamo qui per carità di patria!

Gianfranco Barcella

 


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G.F. Barcella

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