Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona al voto, perché M5S è rimasto isolato. E a Palazzo S. Chiara la più bella biblioteca in Liguria


Il convegno “Dal voto all’amministrazione”, organizzato dal “Patto per Savona” svoltosi il 3 marzo, con al centro un intervento del sindaco Marco Russo ha fornito un esito complessivamente positivo, sia in termini di partecipazione sia rispetto all’interesse sollevato nel corso del dibattito.

di Franco Astengo

Lincontro istituzionale tra il sindaco Russo ed il presidente della regione Toti

L’elemento fondante della discussione è stato fornito, appunto, dall’intervento introduttivo di Russo che ha delineato un asse di collegamento e continuità tra il progetto rappresentato dall’Agenda, l’andamento della campagna elettorale (analizzato molto compiutamente), l’avvio dell’attività amministrativa e la visione per il futuro da perseguire sia in termini di concretizzazione del lavoro di sindaco, giunta e consiglio.

Un asse su cui muoversi in termini di consolidamento (e ulteriore diffusione) in Città di quella presenza di qualità democratica che ha consentito la presentazione di una larga coalizione articolata civicamente e politicamente in una forma che ha sicuramente intercettato un diffuso consenso.

Rimane ben presente a tutti (ed è emerso con chiarezza nella discussione) il peso di un “ritardo” politico generale che riguarda l’intero sistema politico italiano.

Un ritardo che si traduce (come è accaduto anche nella nostra Città nell’occasione dell’ultimo turno elettorale) in una astensione dotata di numeri molto rilevanti e in una diffusione di sfiducia che deve essere recuperata.

Sono state però fatte notare due cose: a) l’analisi del livello di consenso raggiunto dalla candidatura di Marco Russo – in particolare tra il 1° e il 2° turno – consente di poter affermare che non si è trattato di un successo “in discesa” ma effettivamente realizzato su di una base fortemente rappresentativa della Città e con un effettivo scambio a favore rispetto al voto espresso al 1° turno per il candidato del centro destra ( tra una tornata e l’altra oltre 800 elettrici ed elettori hanno cambiato candidato dirigendo la loro espressione di voto su Russo). Così si è resa – tra l’altro – del tutto ininfluente la presenza del M5S rimasto isolato in una posizione oppositiva del tutto sterile; b) nell’ambito del centro – sinistra si è notata una “forza della convinzione” che ha attraversato quote rilevanti di elettorato fornendo così anche una potenzialità significativa per i successivi appuntamenti.

Il risultato però rimane “fragile” soprattutto dal punto di analisi riguardante i soggetti politici e come tale va considerato con estrema attenzione.

In definitiva emergono alcune questioni collocate oltre l’adeguamento dell’attività amministrativa e di governo che rimane comunque l’effettiva chiave di volta per una trasformazione della Città nel senso di una fuoriuscita dall’isolamento e dal declino che ne avevano caratterizzato la vita negli anni precedenti:

1) L’azione politica non può alimentarsi soltanto di scadenze elettorali. Appare indispensabile la rielaborazione in Città di una pratica politica diffusa, di una crescita culturale nel senso della riappropriazione del senso civico, di una funzione di vera e propria “pedagogia politica” che dovrà essere esercitata da tutti i soggetti in campo;

2) Le scadenze elettorali però non possono essere dimenticate e a breve sarà necessario pensare al quadro che ci si offrirà con le elezioni politiche: la riduzione del numero dei parlamentari renderà molto complessa la possibilità di tenere assieme rappresentanza politica e territoriale. A questo proposito si impone l’avvio di una riflessione nella dimensione della coalizione che ha saputo sostenere positivamente lo scontro nelle elezioni comunali 2021. Senza alcuna pretesa di rappresentare improbabili “modelli” (come da qualche parte si è superficialmente detto e scritto) l’esperienza compiuta deve essere sviluppata e fatta pesare anche in altre sedi non riducendosi a mero sostegno di un pur fondamentale fatto amministrativo.

Franco Astengo

BIBLIOTECA A PALAZZO SANTA CHIARA

di Franco Astengo

E’ con una certa emozione personale che si apprende l’annuncio della convocazione di una assemblea cittadina di presentazione del progetto di recupero di Palazzo Santa Chiara con al centro l’idea della sede della biblioteca civica. Mi permetto di ricordare come quell’idea fu avanzata per la prima volta nel dibattito cittadino nel programma elettorale della lista “A Sinistra per Savona” per le elezioni comunali del 2006 (basterà consultare le raccolte dei giornali locali) e dapprima fortemente osteggiata a favore di altre soluzioni compresa quella della sede dell’Autorità Portuale: soluzioni poi abbandonate.

Un progetto poi ripreso da più parti e contenuto nel documento “Visione e Progetto” presentato dal gruppo “Il rosso non è il nero” per le recenti elezioni dell’Ottobre 2021. Nel frattempo si è completata la fase “cementenzia” dell’area portuale e di altre parti della Città con i danni relativi all’economia e alla vivibilità complessiva che oggi constatiamo giorno per giorno.

Il recupero nel senso indicato di Palazzo Santa Chiara rappresenta l’occasione per il rilancio del centro cittadino da intendersi quale punto di partenza e volano perché siano affrontate l’insieme delle complesse problematiche della Città nelle sue zone e periferie da tempo dimenticate.

Palazzo Santa Chiara, l’antica sede savonese di Giulio II nell’edificio costruito da Giuliano da Sangallo, costituisce un vero e proprio nodo strategico nell’elaborazione e nella concretizzazione di questo disegno. La Città ha perduto una grande occasione con la cessione ai privati dell’ex-Ospedale San Paolo appare quindi necessario come sta facendo l’attuale amministrazione all’attenzione generale la proposta di trasferimento della Biblioteca Civica nel Palazzo che fu sede della Prefettura retta dal Conte di Chabrol nel periodo napoleonico: la fase “aurea” della vita politica, sociale, economica di Savona.

Savona potrebbe così disporre di una sede adatta per ospitare la più bella biblioteca della Liguria, fornita di tutti i servizi utili a far sì che si allacci anche quel rapporto tra Campus Universitario e Città da molti auspicato come da stringere in modo molto più serrato rispetto all’attualità. Attraverso il recupero dell’ex-carcere di Sant’Agostino come sede di studio potrebbe così partire un’idea di “Savona città della Cultura” intesa quale vera e propria chiave di volta della visione di Città in questa terza parte del XXI secolo che ci sta aspettando.

Franco Astengo


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F.Astengo

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