Trucioli

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La centrale di Vado Ligure, possibili progetti, porto, la crisi energetica post guerra in Ucraina


In Italia gli effetti del conflitto sono stati subito particolarmente gravi dopo il raddoppio e oltre, del costo del petrolio e del gas metano, a causa di un piano energetico storicamente inadeguato.

di Giovanni Maina

Ma il blocco delle forniture del gas della della Russia, potrebbe addirittura minare l’equilibrio economico del paese peraltro già precario. Eventualità questa non impossibile se dovesse proseguire la spirale di sanzioni e contromisure sempre più pesanti tra l’Europa e la Federazione ex sovietica. Situazione che permarrebbe critica, secondo gli esperti, anche nel caso che l’economia di guerra terminasse con il ritorno alla pace che tutti auspichiamo.

Pertanto l’obiettivo strategico sempre sottovalutato, ma assolutamente prioritario da perseguire è l’indipendenza energetica, mediante l’unica modalità definitiva possibile, quella della transizione energetica verso le energie sostenibili e rinnovabili, solare termica e fotovoltaica, eolica e idroelettrica, secondo le direttive della UE.

Sono del tutto impraticabili le nostalgie del ritorno immediato alle centrali a carbone o petrolio, insieme con quelle nucleari di fissione ancorché di 4°generazione, perché non risolvono anzi aggravano il problema ecologico del Pianeta, mentre anche quest’ultima è costosissima e richiede tempi di realizzazione relativamente lunghi . Però ovviamente rimane condivisibile la fiduciosa, ma purtroppo ancora lunga, attesa della realizzazione delle centrali termo-elettriche a fusione nucleare, oggi solamente allo stato sperimentale.

D’altra parte non è proponibile se non in via provvisoria e breve, il ricorso all’aumento delle forniture di gas dall’Algeria, Libia, Azerbaijan e Norvegia già operative, che tuttavia non risolvono il problema dell’indipendenza e dei relativi gravi effetti economici, connessi al costo del gas metano oggi triplicato. Analoghe considerazioni valgono per il gas liquefatto degli Stati Uniti, disponibile in modo limitato per la difficile e carente logistica dei gassificatori e navi speciali per il trasporto. Infine, anche le risorse nazionali di gas e petrolio sono tanto marginali che il loro sfruttamento non compenserebbe gli effetti ambientali negativi che produrrebbe.

Dunque sarebbe più conveniente investire subito tutte le risorse disponibili, anche quelle necessarie per gli impianti estrattivi italiani, nelle tecnologie energetiche della transizione verde, la via che in tempi relativamente brevi condurrebbe alla risoluzione del problema energetico del Paese.

 COMPRENSORIO SAVONESE E TRANSIZIONE A H DELLA CENTRALE DI VADO

Per una più completa e particolareggiata valutazione della proposta, vedi il Masterplan e gli effetti del progetto “Ampiamento e riconversione a Idrogeno  della Centrale” pubblicato su “La Nuova Savona” e  “Trucioli.it”, il 16 settembre 2021 (leggi………).

Mentre qui di seguito l’analisi sintetica dei costi e benefici del progetto di passaggio dal metano all’idrogeno verde, consente un chiarimento di massima, su ciò che è possibile fare sin da subito.  IL PROBLEMA DEL DOPPIO/TRIPLO COSTO E/O LA MANCANZA DI GAS.

BILANCIO ECONOMICO DELLA CENTRALE RICONVERTITA AL 15% A IDROGENO

Un investimento di 300 MLN produrrebbe un aumento di potenza di 250 MW.

-Caso attuale. Centrale senza variazioni funzionante a metano al 100% per produrre 250 MW :

Il costo del metano fino al febbraio 2022 era di 100 €/MW; (al 1 marzo 200 ; al 7 marzo 260…)

La spesa del gas del 2021 è stata di 250 Mwh x 8760 h/anno x 100 €/MW = 219 MLN. Il costo della bolletta era di 0,2 €/Kwh cioè 200 €/MWh. Il ricavo prodotto dalla centrale a metano al 100% dell’ anno 2021 valeva 200x250x8760= 438 MLN. L’utile lordo di esercizio ( detratto il costo del carburante) è stato di 219 MLN. Da cui si deve ancora sottrarre il costo rimanente, di manutenzione, e altri costi commerciali e gestionali.

Dopo il raddoppio del costo del gas metano a 200 €/MW, la centrale non produce più ricavo, 0 €. Quindi l’aumento in bolletta dovrà essere del 100% ( 0,4 €/Kwh + iva e varie ) per mantenere lo stesso utile precedente. Ma in 7 giorni il gas è già arrivato a 260, e se salisse ancora oppure se mancasse la fornitura a causa della guerra in Ucraina, l’economia sarebbe in ginocchio.

-Caso della Centrale modificata e funzionante con una miscela di: idrogeno 15% + metano 85% . La potenza aumenterebbe di 25o MW grazie all’idrogeno, al costo di 300  MLN dei nuovi impianti aggiunti. Precisamente dopo la trasformazione, per ogni anno di funzionamento successivo, si risparmierebbe il costo del  combustibile sostituito dall’idrogeno ( 15% metano  pari a 438 MLN se il prezzo restasse di 200 €/MW). L’idrogeno sarebbe ottenuto, (dopo il rapido ammortamento dei 300 MLN investiti una tantum ) a costo molto limitato, dall’acqua di mare utlizzando le fonti gratuite del sole, del vento e dell’acqua delle dighe. Questo grazie agli impianti aggiunti (pannelli fotovoltaici e termici ) e a quelli già esistenti ( piccole centrali idroelettriche e pale eoliche ).

Quindi orientativamente, il costo della trasformazione sarebbe ammortizzato ampiamente in un solo anno di esercizio, e anche meno se il costo del metano si mantenesse a 260 €/MW del 7 marzo. Ma  com’è noto nessuna centrale funziona al 100% delle ore annuali teoriche calcolate, quindi prudenzialmente si può ritenere che l’ammortamento avverrebbe in un tempo doppio di circa 2 anni.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE – Questo risultato è dovuto alla implementazione dell’impianto attuale, 2 gruppi a turbogas metano a ciclo combinato, se si aggiungono quelli della filiera dell’idrogeno, per produzione, accumulo, miscelazione e distribuzione dei diversi tipi di energia. L’idrogeno verde è ottenuto per elettrolisi dell’acqua di mare, utilizzando l’energia solare ( pannelli fotovoltaici e termici a concentrazione), l’energia del vento ( pale eoliche ) e l’energia idroelettrica degli impianti liguri già esistenti.

L’effetto virtuoso duraturo della parziale trasformazione a H della centrale di Vado, non sarebbe solo limitato al notevole risparmio equivalente costo del 15% di metano sostituito dall’idrogeno verde.

Infatti si diminuirebbe anche l’inquinamento e i corrispondenti costi dei danni alla salute e all’ambiente, pari al 15% di 56 MLN calcolati dalla UE causati dalla centrale di Vado funzionante a metano al 100%. Inoltre la centrale divenuta  ibrida, consentirebbe la funzionalità ottimale H 24 e la diversificazione delle utilizzazioni, anche grazie agli accumuli di idrogeno, di elettricità e termici. Non solo garantendo il pronto intervento anti blackout nei momenti di carico di punta, ma anche la migliore utilizzazione dell’energia accumulata (delle fonti solari, eoliche e idriche ) nei periodi di bassa richiesta della rete. Essa può altresi consentire lo sviluppo della mobilità sostenibile alimentando una stazione di servizio a H sia per i Tir su autostrada che per i treni nella stazione Fs, entrambe poste a 200 m dalla centrale. E ancora, renderebbe possibile anche l’alimentazione nel prossimo futuro, delle nuove navi a gas metano con una miscela di H come per le turbine della centrale, nel vicino porto di Vado e in quello non lontano di Savona.

Infine sarebbe possibile iniziare anche nel nostro comprensorio la sperimentazione dell’uso di una miscela di gas con H al 5% per usi domestici.

IN SINTESI UNO DEI POSSIBILI PROGETTI DI RAPIDA ATTUAZIONE, POCO COSTOSO E SOSTENIBILE ECOLOGICAMENTE PER L’INIZIO DELLA SVOLTA DALLA DEPRESSIONE SOCIO ECONOMICA CONTINGENTE. DEL COMPRENSORIO SAVONESE.

Esempio concreto di realizzazione la transizione ecologica in campo energetico a condizioni vantaggiose, durature ed efficienti che minimizza il costo dell’energia per tutta la vita della centrale. Una opportunità di attuazione sperimentale di un modello ottimale che valorizza un impianto esistente integrandolo con impianti tecnologici innovativi.

Un investimento ottimale nel momento più vantaggioso, coerente con l’economia di guerra che rende sempre più costoso e insostenibile il modello energetico attuale.

Tuttavia molto realisticamente, non possiamo più illuderci che si possa uscire da questa gravissima contingenza Energetica senza  affiancare alla Riconversione verde di questo genere, tutti i progetti di Ottimizzazione tecnologica e senza escludere tutte le pratiche di Risparmio energetico che probabilmente implicheranno sacrifici personali anche drastici e diffusi. La durata dell’impegnativo percorso di superamento della grave situazione dipenderà dalla rapida e convinta attuazione di questi propositi.

Giovanni Maina

(Continua)

 


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