Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Noli, San Paragorio e quanti bei ricordi. Rivedo la mamma e i miei cari. Mi associo alla lettera del parroco. Conciliare la Cultura e dialogare


Ricevo una e-mail da Noli che invita mia moglie e me all’annuale assemblea degli Amici di San Paragorio, questa benemerita associazione che tutela la relativa stupenda Chiesa e la memoria di questo misterioso Santo.

di Massimo Germano

Confesso che oltre alla splendida Chiesa sento la mancanza dell’annesso giardinetto. Quando sono a Noli amo sedermi lì e ricordare il passato mentre i turisti scoprono le bellezze del posto, guidati dal prezioso aiuto dei volontari di San Paragorio. All’ombra degli alberi rivedo mio fratello, mia sorella e mia madre. Nell’estate del 1949 mi ero presa la tosse asinina, tossivo da far pietà, mi appoggiavo a un albero e non la smettevo più. Ovviamente dovemmo rinunciare ad ogni contatto diretto, in particolare ai bagni ed al famoso trampolino che tanto mi appassionava.

Giravamo per Noli come appestati, in volontario isolamento, e San Paragorio era una tappa obbligata. Lì potevo tossire quanto volevo, San Paragorio non si preoccupava di così poco. Qualche volta si faceva una passeggiata, ma anche le passeggiate non erano semplici.

Da qualunque parte si vada, a Noli ci si deve arrampicare, e noi andavamo verso Voze, il Castello, le Manie, il Cimitero. La salita che amavo di più era quella del Semaforo, ma c’erano dei problemi supplementari.
In tempo di guerra il Semaforo era stato sede di un osservatorio tedesco, e il terreno era stato minato. A quattro anni dalla fine della guerra la paura per mia madre era ancora dominante, assolutamente proibito uscire dal sentiero. La vedo ancora con in braccio il più piccolo, mia sorella molto giudiziosa al suo fianco, controllare ansiosa i miei movimenti. Il fatto è che il sentiero per il Semaforo, tutto a zig-zag, invita terribilmente alle scorciatoie, che io volevo esplorare ad ogni costo. In un modo o nell’altro si arrivava in cima, e lo spettacolo era stupendo. “Respirate lo iodio“, diceva mia madre, avvolta come sempre nel suo delizioso foulard medio orientale che la proteggeva dal vento.

Al Semaforo c’erano dei militari, credo che allora fosse in dotazione alla Marina, che ci offrivano acqua fresca, (c’era forse un pozzo? chi se lo ricorda). Erano molto gentili con noi, ricordo che guardavo dentro potenti cannocchiali da marina che individuavano particolari a decine di chilometri di distanza. Si mangiava la merenda, e poi si tornava a casa “per fare i compiti”, prima che le ombre della sera complicassero ulteriormente il percorso sul terreno minato.

Penso alla mia vita, al senso che tutto ciò ha oggi in un mondo che sta diventando troppo complicato, troppo esigente. Nella mia vita ho insegnato e fatto della ricerca, ma non mi ha mai appassionato la Scienza con la S maiuscola, quella che spesso purtroppo si occupa solo di sfornare pubblicazioni lette da pochi iniziati. Ho sempre amato la scienza semplicemente come uno dei tanti modi di rendersi utile alla società.

Mi associo alla lettera a Trucioli.it del Parroco di Noli. Da semplice foresto mi permetto di suggerire che forse anche
nella gestione di San Paragorio sarebbe utile dialogare in un contesto culturale più locale e più umano, e conciliare al meglio la Cultura con la C maiuscola con quella magari più approssimativa ma più vitale dell’entusiasmo e del cuore.

Tanti cari saluti a Noli e un grazie particolare agli Amici di San Paragorio che ne coltivano la tutela e la memoria.

Massimo Germano


Avatar

Trucioli

Torna in alto