Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Se il sindaco Bucci e il presidente Toti capiranno che la storia di Genova e della Liguria non è la bandiera identitaria di San Giorgio


A Genova in Piazza Banchi si trova un edificio di grande importanza sito in pieno centro storico e denominato Loggia della Mercanzia o altrimenti Loggia di Banchi.

di Danilo Bruno

L’edificio fu voluto dall’antica Repubblica di Genova per ospitare le contrattazioni commerciali di merci e valute e risale al periodo medievale,pur avendo subito numerosi rifacimenti e ristrutturazioni anche a causa di un incendio,che lo distrusse nel 1455. L’attuale edificio fu costruito tra il 1589 e il 1595 e successivamente ceduto nel 1839 alla Camera di Commercio fino a perdere le proprie funzioni nel 1912 con la creazione della Borsa Valori in Piazza Defferari mentre qui rimase quella merci. Esso si presenta come un unico ambiente a pianta rettangolare con grandi vetrate e colonne doriche binate,che lo sostengono.
All’interno si trova l’affresco del XVI secolo di Pietro Sorri, che ben rappresenta  la storia di Genova: la Madonna in trono col Bambino ( ricordo che ella divenne la Regina di Genova nel XVII secolo ma su questo punto bisognerebbe scrivere un’altra storia) e i Santi Giovanni Battista e Giorgio, protettori della città.
L’affresco si salvò dalla distruzione conseguente al bombardamento del 1942 mentre andò perduto quello di Giovanni Battista Brignole raffigurante lo stemma dell’antica Repubblica. All’esterno sopra gli archi vi sono una serie di bassorilievi raffiguranti trofei d’armi realizzati da Taddeo Carlone.
Si tratta quindi di un luogo ricco di suggestioni e possibile fonte di una nuova lettura della storia genovese ed ecco che qui appare il Sindaco di Genova: Marco Bucci , che con l’amico Giovanni Toti, pensano di esaltare in forma “naturalmente acritica” la storia di Genova, cominciando dal seminare ovunque la bandiera di San Giorgio come simbolo di una identità ligure e genovese, che forse non è mai esistita.
Vi sono infatti due ostacoli a questa ipotesi:
a) Genova, a parte il luogo, che andava storicamente dalla Podesteria di Voltri a Portofino, non era uno stato  unitario ed era spesso legato a diverse forme di alleanze con i potentati locali;
b) Genova fu un territorio nel Medioevo di grandissimo rilievo tanto che però in essa si manifestarono presenze significative di una grande tolleranza di idee a cominciare dalle moschee per gli schiavi islamici e non solo ivi presenti fino alle sinagoghe….
Ma cosa pensavano di fare il Sindaco di Genova e il suo amico Toti? Come pensavano di esaltare la “Storia di Genova” , soprattutto ricordando sempre che un museo dovrebbe normalmente essere un centro di promozione della cultura e dell’integrazione sociale?
Naturalmente non possiamo aspettarci grandi idee e soprattutto progetti partecipati da chi ha fatto dell'”autoritarismo decisionista” la propria formula di governo tanto che sul sito comunale alla descrizione di “Museo della città” si parla di “ origini imperiali, il decollo nel Medioevo, l’apoteosi nell’epoca barocca e il suo contributo alla società italiana attraverso l’industria e la cultura”.
Sarebbe stato possibile creare momenti di discussione magari su figure meno conosciute della storia di Genova (es. il poeta Firpo), su momenti molto critici vissuti dalla città: alluvioni, tragedia del ponte Morandi o anche importanti come la vicenda del Balilla da cui è conseguita la cerimonia dello scioglimento del “voto di Oregina” o il fatto che a Genova si sia cantato per la prima volta il Canto degli Italiani o ancora per ricordare le vicende dell’opposizione e della cacciata dei Fascisti dalla città negli anni sessanta e dei momenti esaltanti della Lotta di Liberazione.
Questa lettura acritica e quasi trionfale mi faceva sinceramente venire in mente una sorta di veliero con due figure in ologramma ai lati: Andrea Doria e Cristoforo Colombo, che volevano portare la nave in due luoghi diversi (Mediterraneo e America) e dai boccaporti ogni tanto uscivano altre figure come Mazzini, Simon Boccanegra, Paganini e il violino,…che si sarebbero presentati dicendo: “piacere mi chiamo….” e poi avrebbe raccontato velocemente la propria storia per lasciare il posto ad altri (chissà se ci fosse stato posto per qualche donna ad esempio Maria Drago, mamma di Mazzini).
A questo punto però la “Antica Genova” ovvero quella vera ci ha “messo lo zampino” e sotto il pavimento della Loggia di banchi sono uscite tracce della Genova Romana non imperiale ma semplicemente romana), le stratificazioni tardomedievali, storiche cisterne e resti dell’abitato del secolo XI.
E’ uscita insomma la Genova, che vorremmo veramente conoscere nel suo lento e costante sviluppo di città marinara.
In questi giorni gli scavi sono stati aperti al pubblico a visite guidate con esaurimento rapido dei posti disponibili a dimostrazione forse di cosa veramente interessi ai residenti in città.
A questo punto cosa faranno Bucci e Toti con la loro bandiera identitaria di San Giorgio? Capiranno che la storia di Genova e della Liguria è molto complessa ed affascinante? Lasceranno finalmente il cantiere aperto finchè sarà necessario per capire la storia della città? E magari ridaranno dignità a luoghi semisconosciuti come ad esempio la colonna a ricordo della distruzione delle case della famiglia Vacaro dopo la congiura a ridosso di via del Campo? Si renderanno conto che i musei genovesi già raccontano la storia della città e che sarebbe molto meglio investire i soldi nelle riaperture della Città dei Bambini,nel Museo Luzzati e nel non perdere il Museo dell’Antardide?
Non so comunque oggi possiamo dire: resti archeologici battono Toti e Bucci ora vedremo il seguito.
Danilo Bruno

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