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Liguria e Basso Piemonte

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Intervista/ Sarah Cogni insegnante e romanziera. Ha lasciato Celle Ligure per trasferirsi a Frabosa Soprana. ‘Qui è la nostra fiaba. Ogni giorno una luce diversa. Ogni scorcio è magico. I figli, mio marito. I valori in ogni mio romanzo’


Sarah Cogni, genovese, maestra nella scuola d’infanzia, dalla Riviera ponentina si è inerpicata in montagna dove continua ad apprezzare e gustare le ore di ogni giorno elargiteci dalla Provvidenza e dove continua a scrivere.

di Gian Luigi Bruzzone

Gentile Signora, se non le dispiace, discorra un poco della sua famiglia.

Sarah Cogni insegnante e romanziera è cresciuta a Cogoleto. Ha insegnato nelle Scuole dell’Infanzia a Sciarborasca, Stella San Giovanni, Varazze e Celle Ligure

Sono nata a Genova e cresciuta a Cogoleto, dove ho trascorso la mia infanzia a la mia adolescenza fino al 2003, anno in cui mi sono sposata e mi sono trasferita a Celle Ligure.

E del corso degli studi. Qualche insegnante le ha trasmesso oltre alle conoscenze, una lezione di vita?

Ho conseguito il Diploma Magistrale all’Istituto Magistrale Statale P. Gobetti di Genova-Sampierdarena e, dopo aver frequentato corsi di formazioni in ambito educativo-assistenziale ed aver prestato volontariato e per qualche tempo servizio nel medesimo campo, ho superato diversi concorsi a tempo determinato e indeterminato e dal 1996 insegno nella Scuola dell’Infanzia. I miei primi dodici anni li ho trascorsi nella scuola di Sciarborasca fino a che, nel 2008, previo superamento concorso, sono stata chiamata nelle scuole statali. Prima a Stella San Giovanni, poi Varazze ed infine a Celle Ligure.

Alcune persone che hanno fatto parte di questo percorso di formazione e lavoro sono rimaste nel mio cuore per il loro sostegno, per la loro compagnia, per ciò che hanno lasciato in me. Inizierei col menzionare la mia Professoressa di Italiano delle Scuole Medie, M. Luisa Malfatto: lei ha saputo trasmettermi l’amore per la letteratura, per la lingua e la passione per la scrittura. Quest’ultima è rimasta dentro di me fino al momento in cui ho potuto recuperarla e metterla in pratica.

La mia prima collega, a suo tempo giovane supplente conosciuta tra i banchi di scuola alle elementari, Rosalba Vincenzi: lei per prima mi ha insegnato il mestiere, mi ha trasmesso insegnamenti fondamentali, primo fra tutti, la passione per il nostro lavoro. Poi Tania Marzo, collega a Varazze, saggia e solida, severa e capace di una dolcezza infinita. E le colleghe di Celle Ligure, tutte loro, hanno lasciato in me un pezzetto di sapere: Barbara Novelli, Paola Mordeglia, Gloria Forni… Il loro ricordo acquista un tocco speciale perché sono state le insegnanti dei miei figli, Tommaso e Teresa. 

Si è accinta a scrivere perché…

La pagina facebook di Sarah produce 1086 amici

Per l’influsso di alcune insegnanti e poi di amiche e di colleghe incontrate nel mio lavoro, come accennato.

I suoi libri sono preceduti da riflessioni, da schemi e da appunti, oppure sgorgano così, all’improvviso, come nativa sorgente? Che cosa si propone coi suoi libri? se non erro, vi riconosco una ponderata struttura, un’accorta economia distributiva, un gusto affabulatorio…

Le chiedo scusa, ma anziché rispondere alle sue impegnative domande, sia pure con una metodologia alquanto didattica, mi permetto di proporre uno schema dei miei romanzi.

IL CORAGGIO DI ANGELA, 2013.  Angela è il simbolo del mondo femminile che, nel Piemonte contadino, ha affrontato due Guerre, l’occupazione nazifascista, la lotta di liberazione; è il simbolo del coraggio di bambini costretti a lavorare fin dalla tenera età per aiutare la famiglia, è il coraggio di una moglie che deve sostituirsi al marito in guerra nei lavori nei campi. Ed ancora, è il coraggio delle madri che hanno salutato i figli in partenza per il fronte russo e che mai hanno smesso di sperare di vederli tornare. Angela è tutte quelle madri che hanno difeso la propria famiglia dall’invasore, che hanno lottato per gli ideali di libertà, che hanno assistito al dolore dei propri figli, impotenti. Angela è una bambina della Valle Stura alla fine del 1800, una donna matura, provata ma sempre   Dalla Valle Stura al Cuneese, attraverso momenti dolorosi, momenti sereni in un tempo in cui si sapeva gioire delle piccole cose, si giunge all’ultima immagine: Angela osserva il tramonto e cerca dentro di sè ancora qualche briciola di speranza per un futuro incerto.

IL SENTIERO DI EMMA, 2014.  Seguito de Il coraggio di Angela, questo romanzo riprende le fila della storia: la piccola Emma, figlia di Maddalena, ha vissuto con Dora e suo marito ma avverte un senso di incompiutezza, come se una parte di sé fosse rimasta indietro. Il richiamo del passato è sempre più forte e decide di seguirlo, tornando sulle sue montagne, alla sua famiglia d’origine, ritrovando la povera madre e Pietro per il quale avverte un sentimento profondo che tuttavia deve osteggiare e negare a se stessa ma al quale on potrà resistere a lungo.

LA SIGNORA DEI GABBIANI, 2016. Elisa e Letizia: due figure femminili che, incontrandosi casualmente, uniscono le loro storie in un continuo alternarsi tra passato e presente. Un presente dove la giovane Elisa alle prese con la frenesia della vita moderna, diviene il pretesto attraverso cui l’anziana Letizia può finalmente raccontare la sua esistenza; un’esistenza scandita dalla sofferenza e, fino alla fine, segnata dall’amore per Tito, il figlio perduto e ritrovato che, tuttavia, mai potrà sentire davvero suo.  Ed Elisa sarà l’anello mancante di quella storia e, ripercorrendo un arco temporale di oltre settant’anni, potrà finalmente veder scritta la parola fine.

LA FINESTRA SUL CILIEGIO, 2018.  Bianca è una bambina quando la vediamo per la prima volta nel Prologo: è davanti ad una porta chiusa, sta per varcare la soglia della stanza ove, per anni, s’è rintanato il fantasma di una giovane donna morta suicida dopo aver dato alla luce il suo bambino. Bianca, diciotto anni dopo, si ritrova per un caso del destino dinnanzi la medesima porta e, mentre i ricordi relegati in un angolo della memoria, lentamente riemergono portandosi appresso angoscia e dolore, lei viene a trovarsi faccia a faccia con quello stesso fantasma. L’anima della donna morta non ha mai lasciato la vecchia casa ora abbandonata, la casa della famiglia di Bianca, la casa del nonno, la casa di suo papà, la casa da cui tutti, prima o poi, si sono allontanati seppur con sentimenti diversi. Toccherà a Bianca affrontare il passato della sua famiglia per ritrovare finalmente la serenità.

MAGIE DI UN NATALE PASSATO. Tre storie ambientate nella notte di Natale in tre borgate frabosane. Magia, mistero, dolore, speranza in tre racconti tra montagne innevate cariche di storie e di leggende che porteranno il lettore in una realtà magica intrisa di vita vera.

QUANDO SAREMO LIBERI, 2020.  La fuga di un ragazzino ebreo e della sua famiglia dalla Parigi occupata ed il loro viaggio per sfuggire alle persecuzioni porterà i protagonisti a conoscere persone disposte a tendere una mano ed altre che al contrario preferiscono voltarsi dall’altra parte. Conosceranno la malvagità umana e disperazione ma anche solidarietà, amicizia e speranza in un viaggio per difendere la propria vita e per riaffermare un diritto inalienabile: la libertà.

LA BOTTEGA DELLE BUONE COSE, 2021. Una storia ambientata nel presente che però pone le sue radici negli anni della Seconda Guerra Mondiale. L’incontro tra due infanzie: quella ebrea in fuga dalla Francia e quella italiana, che viene a trovarsi di fronte alla malvagità dell’uomo e che scopre il mondo reale. Il passato torna all’improvviso tra le mura di una villa di Frabosa dove vive un’anziana signora che, grazie all’aiuto della bottegaia e pasticcera del paese, tenterà di ripercorrere quel passato per trovare pace nel presente. Non mancano colpi di scena in un romanzo delicato ed intimo.

Dalla Riviera a Frabosa Soprana…

Con l’anno 2018 la mia famiglia ed io abbiamo realizzato il nostro sogno: trasferirci a vivere in montagna. Frabosa Soprana ha rappresentato da sempre la meta per le nostre vacanze, fonte di ispirazione di tutti i miei romanzi ed ora anche casa. Ai margini della piccola borgata di Lanza Serra, circondata da pascoli, da faggeti e da boschi di castagni… Sembra l’inizio di una fiaba… Ed è la nostra fiaba. Noi viviamo qui, svegliati dai passeri ed altri uccelli canterini e ciarlieri a primavera, dal suono dei campanacci d’estate, dal profumo della legna nelle stufe in autunno, dal candore della neve d’inverno… Dalle finestre ogni stagione regala un quadro e noi, di quel quadro, facciamo parte.

Qui abbiamo trovato la nostra dimensione. Siamo passati dall’appartamento in cui abitavamo nel centro di Celle Ligure ad una casetta nel verde con galline, gallo, quattro gatti, due cani, una serra, l’orto ed alberi da frutto… Sono insegnante e nel tempo libero scrivo ma, grazie all’aiuto ed ai consigli dei vicini, persone squisite, gentili e preziose, ho imparato a fare e curare l’orto, gli animali, a costruire recinti, porte, a piantare pali… Lavorare all’aperto è una palestra per il corpo e per la mente così come, nei momenti liberi, decidere di camminare fino al vicino rifugio Burrino o arrivare alla Borgata di Seccata, affascinante manciata di case abbracciate alla chiesa in una cornice di castagneti e prati e monti. Ogni giorno qui ha una luce diversa, ogni scorcio è magico, ogni volta che guardo fuori dalla finestra mi perdo in questa magia.

Il consorte ed i figli che dicono?

I miei figli hanno quattordici e sedici anni e non tornerebbero indietro. Nonostante la scomodità, qui e nelle località limitrofe, nella Mondovì dove, da bambina, mi recavo in estate con mia madre e dove ora frequentano le Scuole Secondarie di II grado, loro hanno trovato una fitta rete amicale. Non potrebbero desiderare di vivere altrove. Mio marito lavora ad Alba e quando, la sera, torna a casa, il Monte Moro stagliato contro il cielo, le stellate mozzafiato, le luci soffuse della nostra borgata nei mesi invernali o i colori sgargianti dell’estate e della primavera, il profumo dell’erba tagliata, le mucche che incontra lungo la strada… Lui è felice e dimentica la stanchezza della giornata e del viaggio.

La mia scuola adesso.

Da quattro anni insegno alla Scuola dell’Infanzia di San Michele e mi è parso di tornare ai primi anni in cui insegnavo. Bambini semplici, genuini, che mi hanno restituito l’antico entusiasmo. Colleghe splendide, famiglie gentili e care rendono piacevole alzarsi la mattina e andare a scuola. San Michele presenta una realtà particolare, anzi unica, stimolante e accattivante per un’insegnante ed io sarò felice di restarvi per tutto il tempo che mi sarà possibile. 

Condivide queste espressioni di B. E. Maineri (1831-99) ligure ponentino: «Se giungessi un giorno a vivere nella memoria di qualcuno, fosse pure quella di pochi amici, quale felicità!»

Dall’anno 2010 ho avvertito il desiderio di scrivere, nonostante da ragazzina avessi dato vita a romanzi da teenager. Ho iniziato un pomeriggio d’estate, un’estate durante la quale mi trovavo in vacanza a Frabosa.  Per parlare di queste montagne, per parlare della situazione delle donne e delle famiglie contadine nelle due guerre mondiali; della resistenza e della ritirata di Russia e della persecuzione degli ebrei. Tutto nel mio primo e nel secondo libro ma questi argomenti compaiono un po’ in tutti i miei lavori. I valori dell’accoglienza, dell’empatia, della solidarietà emergono in ogni mio romanzo. Chi legge i miei libri vorrei riuscisse a coglierne i messaggi, vorrei che, voltata l’ultima pagina, potesse fare proprio il ricordo della storia letta… E so che spesso è così.

Un progetto...

Il mio ultimo libro, La bottega delle buone cose, uscito da poco, ha riscosso pareri favorevoli. Ho già altri due romanzi conclusi ed in via di correzione ed altre, tante idee, mi frullano nella mente e spero di poter mettere in pratica al più presto. E’ l’apprezzamento, i riscontri positivi dei miei lettori che mi stimolano ad andare avanti con quello che definisco un hobby; scrivo per me ma scrivo anche per chi leggerà le mie storie.

Che cos’è la felicità?

Rispondo: questa è la felicità: la mia famiglia, noi nella nostra casetta in montagna. Poter seguire i miei interessi. Avere due bravi ragazzi che stanno costruendo il loro futuro in un ambiente dove i ritmi non sono frenetici, dove la vita è più semplice, dove le cose più quotidiane ed umili sono apprezzate.

Oggi ...

Sono qui…

Domani ...

In futuro mi vedo qui, con mio marito, accanto al nostro braciere in giardino, sorseggiando un buon bicchiere di vino, a contemplare la stellata che illumina le cime innevate ad attendere i nostri figli che tornano.

Gentilissima, grazie per aver accolto le mie domande. Auguro a Lei ed alla sua famiglia ore sempre serene.

Gian Luigi Bruzzone 


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