Inoltro la nota che ho inviato al Presidente della Regione Liguria e all’assessore regionale alla cultura affinché si ponga nuovamente al centro dell’attività politica la situazione dei musei locali o di interesse locali.
Ho inviato pure copia della nota ad alcuni consiglierei regionali di area del centrosinistra,che hanno dimostrato interesse al paesaggio e alle dinamiche dei beni culturali. Come dirigente di Europa verde -Verdi posso dire che comincia un cammino per la dignità del lavoro culturale e soprattutto affinché la cultura e la tutela dei beni divenga l’asse portante della coscienza civile della nostra nazione.
Buongiorno, mi chiamo Danilo Bruno e sono uno studioso di storia del Risorgimento oltrechè dei beni culturali.Sono socio o dirigente locale di numerose istituzioni scientifiche della Liguria nonchè membro della Direzione Regionale e nazionale di Europa verde – verdi.
Vorrei esprimere la mia profonda preoccupazione , che è propria di tutto il mondo della ricerca, poiché la Regione Liguria dal 2013 non adotta più’ il Piano di Valorizzazione Culturale ma soprattutto non investe più alcuna somma nel campo dei musei di interesse locale e in generale dei dialetti, degli archivi locali,che sono praticamente abbandonati a se stessi.
Sono stati interrotti i processi appena avviati con l’ultimo piano approvato,peraltro quasi privo di risorse, che prevedevano di portare i musei di interesse locale a divenire adeguati agli standards internazionali dell’ICOM attraverso in primo luogo la creazione di adeguate strutture espositive,la formazione di personale preparato e adeguatamente stipendiato e valorizzato,la nascita di comitato scientifici di supporto e soprattutto la formazione dei cosiddetti musei diffusi nelle zone interne,di cui sono stato personalmente l’autore dell’emendamento al Piano predetto chiestomi dall’allora Presidente della Commissione Consiliare sulla Cultura.
E’ tramontata ogni ipotesi di mettere in rete i musei demo-etno-antropologici, di stabilire una selezione scientifica fra musei con adeguati orari di apertura e servizi e mere raccolte (importanti ma semplici raccolte) fatte con grande impegno volontario da singole persone in molti comuni ed in particolare nell’entroterra.
E’ poi mancato il supporto garantito dagli uffici regionali sulla cultura, che sono stati sistematicamente chiusi invece di essere rafforzati e divenire un punto di sostegno e aiuto per gli enti locali in temi complessi come l’adeguamento strutturale alle disposizioni normative in tema di musei oltre alle linee guida prima citate dell’UNESCO.
Io credo che, se uniamo queste situazioni prima richiamate al tentativo di puntare solo a “grandi eventi” di dubbia validità scientifica sorge l’urgenza di porre l’attenzione del “decisore politico” sulla necessità di porre l’attenzione su una Regione ricchissima di iniziative culturali,che sono lasciate a se stesse e vivono stentatamente grazie al volontariato quando potrebbero divenire un grande fattore di traino turistico e soprattutto un grande strumento occupazionale e qualificato per molti giovani e un utile contributo alla formazione di una coscienza,civile,democratica ed europea della nostra regione. Grazie per l’attenzione
Danilo Bruno