Riconoscete questo stadio ? Svelato l’arcano. Juventus campione d’Italia 1966 – 67: Salvadore, De Paoli, Bercellino, Anzolin, Leoncini, Castano. accosciati: Del Sol, Favalli, Gori, Cinesinho, Menichelli. Progetto – provocazione.
di Franco Astengo
Quello inquadrato, nella foto stracolmo di pubblico, altro non è che lo stadio Bacigalupo di Savona nel giorno dello scontro tra gli striscioni e la Juventus, in palio il passaggio del turno nella Coppa Italia 1966-67. I futuri campioni avranno ragione degli striscioni savonesi soltanto al termine di tiratissimi 120′ con i tempi supplementari trasmessi dalla RAI con la telecronaca di Nando Martellini.
Si badi bene che gli striscioni che cingono la gradinata non sono bianco neri ma bianco blu a testimonianza evidente del calore da cui era circondata la nostra squadra in quel periodo. Abbiamo recuperato questa foto pensando alle condizioni drammatiche nelle quali versa lo stadio di Legino (inaugurato il 6 settembre 1959) in una situazione nella quale per via di frangenti che non analizzeremo in questa sede il vertice del calcio savonese si trova collocato in Promozione con la gloriosa Veloce e il Legino del tenace e sempiterno presidente Carella.
Occorre un progetto, per lo Stadio e per il calcio savonese per realizzare un impegno molto complicato per l’amministrazione comunale in assenza , al momento, di interlocutori adeguati soprattutto dalla parte di chi avrebbe pretese del tutto fuori luogo di continuità con la storia di cui l’immagine soprariportata è soltanto una testimonianza parziale.
Una proposta di risoluzione del problema rappresentato dallo stadio “Bacigalupo” di Legino, a Savona, potrebbe essere rappresentata dalla prospettiva di realizzare un’inedita sinergia tra Genova e Savona, due città fra le quali – è necessario ammetterlo – corre da secoli un filo di ostilità.
La storia può essere così riassunta: l’ormai vetusto impianto leginese è ormai da molto tempo in pessime condizioni e un suo recupero appare impresa molto dispendiosa e di difficile ammortamento.
Savona ha ormai ammainato le sue gloriose bandiere calcistiche ed è perlomeno complicato immaginare una situazione nella quale emerga una società in grado di gestire un impianto importante come il “Bacigalupo”: tanto per ricordare va segnalato come le due genovesi vi fossero entrambe cadute nell’ultima stagione giocata in Serie B dagli striscioni bianco blu (1-0 il Genoa e 2-1 la Sampdoria, ma a campionato già vinto) ma quei tempi di gloria risultano ormai definitivamente tramontati anche nella memoria dei più.
Inoltre lo stadio si trova in una zona dove esiste un ampio spazio utilizzabile ai fini sportivi e di servizio, evitando di favorire un’ulteriore speculazione edilizia come si è cercato di vagheggiare per diverso tempo.
A Genova si sta cercando spazio per un nuovo impianto moderno, attrezzato per il calcio di oggi: negli anni scorsi il Genoa aveva mostrato di voler mantenere comunque la sua presenza nello storico impianto di via Del Piano, mentre nella dirigenza della Samp si era palesata maggiore disponibilità ad un trasferimento (ricordando anche che la provenienza “storica” dei blu cerchiati è comunque il Ponente).
Savona potrebbe rappresentare la sede ideale per la soluzione della questione. Sullo spazio attualmente occupato dal “Bacigalupo” potrebbe sorgere un modernissimo impianto da 15.000 /20.000 posti provvisto di tutti i servizi necessari (il modello potrebbe essere quello del Louis XII di Montecarlo): l’accesso per i tifosi genovesi (si tratta di 40 chilometri di distanza) sarebbe garantito dalla possibilità di parcheggi in loco e dall’apertura di una stazione ferroviaria sita nel Parco Doria che si trova proprio di fronte allo stadio (nel novembre del 1966 il treno speciale dei tifosi genoani fu fatto scendere, in via straordinaria proprio in quel luogo).
Per la città di Savona si realizzerebbe così due importanti novità: la possibilità di servire la zona nei pressi dello stadio di quella “cittadella dello Sport” necessaria da porre in relazione con il “campus universitario” che si colloca immediatamente alle spalle del Bacigalupo e la costruzione (da tanto tempo reclamata) di una stazione ferroviaria al Parco Doria, una parte della cui area potrebbe comunque essere recuperata a parcheggio.
La squadra genovese che scegliesse questa soluzione troverebbe la possibilità di disporre del proprio stadio e di conseguenza di compiere un vero e proprio salto di qualità sia sul piano finanziario, sia su quello sportivo.
Il calcio savonese potrebbe usufruire di una sinergia importante e magari provvedendo anche a una qualche forma di unione delle forze puntare a una risalita verso categorie più consone alla nostra tradizione.
Franco Astengo