Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Vaccarezza: la Regione sempre dalla parte dei più deboli. Quasi 10 milioni per morosità incolpevole. I balneari inclusi? Tutti i loro sostenitori


Tra i politici di professione che siedono nel consiglio regionale della Liguria, un posto d’onore è riservato ad Angelo Vaccarezza ma spesso questo ‘trofeo di longevità’ viene ignorato. Leggere e rileggere i suoi interventi, soprattutto affidati ai social e rassegna stampa., difficilmente annoia. Anche un Bellamigo e un Belfagor se la ridono. Intanto grazie a lui Loano (vedi tabella) è la città in provincia di Savona, dopo il capoluogo, che riceve dalla Regione più contributi dal Fondo sociale affitti morosità incolpevole.

Non è per caso che Angelo sia leader provinciale di preferenze alle regionali, pur se insidiato proprio nella sua città. Si può essere d’accordo o dissentire, ma è sempre presente ovunque lo sguardo giri e testimone dei tempi. Mamma e papà hanno gestito con successo l’albergo Miramare sul lungomare di levante (ora seconde case) e l’omonimo stabilimento balneare (venduto).

Angelo Vaccarezza non si nasconde mai (qui con qualche chilo in meno) e lotta anche su Facebook postando foto accattivanti: ‘lotta comunista’

Angelo tra i loanesi doc che difficilmente i rivali potranno ‘offuscare’ e ripropone sulla sua pagina Facebook quanto il governo ligure della destra sia vicino, anche nei finanziamenti, ‘ai più deboli‘. A chi ha difficoltà a pagare l’affitto di casa o del negozio, della sua attività magari balneare. Angelo fa parte di un variegato schieramento che l’ha seguito (e contagiato Lega, Fratelli d’Italia, frange del Pd) nella sua lunga e datata battaglia a favore di una  categoria sociale operante nella  ricca Liguria. Quei titolari di stabilimenti balneari appunto che già in ‘illo tempore’ potevano contare su un altro politico di razza, di coraggio e tenacia di fronte ad ogni tempesta: Claudio Scajola che ai titolari di Bagni Marini inviava, nelle principali occasioni, lettere personalizzate.

E il giovanissimo Vaccarezza faceva tesoro degli insegnamenti e poco importa se non sia la categoria più numerosa, ma sicuramente la più fidelizzata e riconoscente verso i benefattori ? Non chiamatela, per favore, lobby che (non) conta. Solo l’Europa vuole soggiogarla per far si che i suoi multimilionari indossino la ‘divisa di bagnino’. Ora ci sono solo una dozzina di industrialotti, almeno in Liguria, a possedere una Srl che gestisce spiagge. Sicuramente la più estesa concessione, a Loano, appartiene al terzo gruppo finanziario assicurativo del Paese. Di pari passo alla concessione portuale (un fiore all’occhiello) della durata di 90 anni. Oggi qualcosa meno dalla data di stipula.

Che sia una vera e propria lobby di ‘bagnini’ (non proprio i ‘guardia spiaggia’, bademeister), pur con i suoi numeri risicati, lo confermerebbe la esorbitante rassegna stampa, i notiziari di Rai3 Liguria e tv private (mai una domanda tipo ‘scusi può dire ai telespettatori quanto paga di concessione, la media della denuncia dei redditi della categoria,  quanto percepisce per sub affitti di bar, ristorante, ecc.).

Della sola Alassio si è letto di non meno di 10 mila sdraio, fate una media di 15-30 euro a persona e… Se i poveri pastori ed ultimi resilienti delle nostre montagne avessero solo l’1 % dello spazio nei notiziari sarebbero già dei privilegiati da invidiare.  E le campagne stampa del resto non sono da ‘dietro le quinte‘, i giornalisti non si nascondono, ci mettono la faccia e la firma. Magari qualche domandina in più, pure a loro, potrebbe essere fatta. Quanti sono a ricevere 7 euro lordi a notizia ?  Che scrivono sempre da collaboratori una pagina del loro quotidiano al giorno ? Il contratto giornalistico dei quotidiani on line savonesi è quello della Federazione Nazionale della stampa o invece quello della ‘stampa periodica‘ ? Bella forzatura e quanti risparmi per l’orgoglioso editore.

Ma ascoltiamo la voce dello strenuo ‘difensore dei più deboli’ che si annidano anche nelle opulente cittadine balneari: Angelo Vaccarezza appunto, almeno lui può sempre esibire il suo  740. Non sappiamo però se sia una boutade; pare abbia proposto, in ossequio alla trasparenza, di pubblicare, come già accaduto in passato, quanto pagano i concessionari allo Stato, alla Regione, ai Comuni e quanto denuncia al fisco l’imprenditore balneare.

Mentre quante categorie criticano, ma si guardano bene dal dichiarare i loro redditi. E se tutti i consiglieri comunali, gli eletti dal popolo dessero il buon esempio, senza farsi tirare per i capelli ? Si scoprirebbe che a Savona una temibile e brava grillina viveva con 1.264 euro l’anno. Altri dimenticavano persino di dare conto di un adempimento di legge e tutto finito in cavalleria, all’italiana. Come rendicontare ai cittadini, da parte dei Comuni, quanto abbiano introitato dalla loro lotta agli evasori come co-partecipazione prevista dalla legge.

Vaccarezza – “Buon pomeriggio Amici. Regione Liguria è sempre dalla parte delle fasce più fragili della popolazione. È stato deliberato infatti, nella giunta svoltasi poco fa, uno stanziamento destinato al fondo per morosità incolpevole  e fondo sociale affitti di 9.832.018 Euro, dei quali 1.960.980 destinati alla provincia di Savona.  Per morosità incolpevole si intende una situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare, a causa di una o più delle condizioni.
Fin dall’inizio della pandemia, la Regione ha messo al primo posto la tutela e il supporto dei soggetti che, più di altri hanno subito le ricadute del Covid: le azioni normative in materia di tutele per i soggetti fragili sono state diverse: tuttavia, quelle legate alla casa sono fra le più “sentite”. Il luogo dove abitiamo, è qualcosa di più di un semplice insieme di mattoni: è famiglia, è sicurezza e futuro: un dovere per gli amministratori avere cura delle famiglie in difficoltà.
Ringrazio Marco Scajola, presente e attento, come sempre. Di seguito, il dettaglio delle risorse dei comuni destinatari
#AvantiLiguria

UN GIORNO SPENSIERATO DA FOTO RICORDO PER I BALNEARI SAVONESI: VACCAREZZA, MARCO SCAJOLA,PIERO SANTI, ENRICO SCHIAPPAPIETRA

10 novembre 2021 – Concessioni balneari, Legambiente e il Touring Club plaudono alla sentenza del Consiglio di Stato: “Ora accelerare su sostenibilità e qualità”.

Ben venga la sentenza del Consiglio di Stato che pone finalmente un limite temporale alla proroga delle concessioni balneari, ossia il 2023. Una questione su cui – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – come associazione ambientalista ci siamo più volte battuti denunciando il problema e ricordando come la situazione delle spiagge in concessione nella nostra Penisola non abbia paragoni in Europa. In Italia c’è poca trasparenza sulle concessioni, che crescono di anno e in anno, e poi c’è la questione dei canoni irrisori. Ora l’auspicio è che con questa sentenza le cose nel comparto balneare possano cambiare e migliorare accelerando nella direzione della qualità e sostenibilità, replicando anche le esperienze green messe in campo già da alcuni lidi”.

Alla politica – continua Zanchini chiediamo di approvare al più presto una legge di riordino delle coste italiane per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione, ma anche di cogliere l’occasione offerta dalla sentenza per inserire elementi di premialità per i temi della sostenibilità e dell’inclusività nella predisposizione dei bandi di gara. Ripartiamo dal lavoro che Legambiente ha svolto due anni fa e che ha dato vita a un tavolo con le principali associazioni di categoria dei balneari che ha portato alla definizione di una Prassi UNI, esperienza unica nel panorama internazionale, che definisce criteri e caratteristiche dei lidi sostenibili e accessibili. Occorre premiare la qualità dell’offerta dei lidi in concessione, dato che al momento manca ancora una norma nazionale al riguardo, puntare su politiche che valorizzino il patrimonio costiero italiano e approvare in tempi rapidi un piano nazionale di adattamento al clima per affrontare l’erosione, vero problema delle spiagge italiane, con soluzioni efficaci e fermando il delirio di barriere rigide che interessa oggi 1.300 km di litorali. Vale la pena ricordare al proposito che negli ultimi 50 anni sono spariti a causa dei processi erosivi ben 40 milioni di metri quadrati di spiaggia, un’area che avrebbe potuto ospitare circa 12mila stabilimenti balneari. Solo in questo modo sarà possibile affrontare anche i crescenti impatti degli eventi estremi sulla costa, l’erosione e la questione dell’innalzamento del livello del mare che porterà a sommergere molti tratti del territorio italiano secondo gli scenari disegnati da Enea e Cmcc”.

I cambiamenti in atto nel mondo di oggi, e del turismo in particolare – conclude il Presidente del Touring Club Franco Iseppi devono essere interpretati anche in un’ottica competitiva in grado di garantire innovazione e standard di servizio in linea con il mercato. Le soluzioni per stimolare la crescita del comparto, premiando gli investimenti fatti, si possono trovare e dovrebbero conciliare le giuste aspettative della domanda, delle imprese e il diritto dello Stato, cioè di noi tutti, di trovare una giusta valorizzazione di un bene comune come le nostre coste le cui concessioni valgono oggi appena 100 milioni di euro l’anno. Il tutto in una necessaria prospettiva di sostenibilità, qualità e trasparenza”.

Legambiente nel report “Spiagge libere 2021” ricorda che nella Penisola oltre il 50% delle aree costiere sabbiose è sottratto alla libera e gratuita fruizione. A pesare su ciò, in prima battuta, è l’aumento esponenziale in tutte le Regioni delle concessioni balneari che nel 2021 arrivano a quota 12.166 (contro le 10.812 degli ultimi dati del Demanio relativi al 2018) registrando un incremento del +12,5%. Tra le regioni record ci sono Liguria, Emilia-Romagna e Campania con quasi il 70% dei lidi occupati da stabilimenti balneari. Altri decisi incrementi si registrano in Abruzzo con un salto degli stabilimenti da 647 nel 2018 a 891 nel 2021 e nelle regioni del sud a partire dalla Sicilia dove le concessioni per stabilimenti balneari sono passati da 438 nel 2018 a 620 nel 2021, con un aumento del +41,5%; seguita da Campania che registra un aumento del +22,8% e dalla Basilicata (+17,6%). 

Tra i comuni costieri, il record spetta a Gatteo (FC) è quello che ha tutte le spiagge in concessione, ma si toccano numeri incredibili anche a Pietrasanta (LU) con il 98,8% dei lidi in concessione, Camaiore (LU) 98,4%, Montignoso (MS) 97%, Laigueglia (SV) 92,5%, Rimini 90% e Cattolica 87%, Pescara 84%, Diano Marina (IM) con il 92,2% dove disponibili sono rimasti solo pochi metri in aree spesso degradate. Per non parlare dei canoni che si pagano per le concessioni, ovunque bassi e che in alcune località di turismo di lusso risultano vergognosi a fronte di guadagni milionari. Ad esempio per le 59 concessioni del Comune di Arzachena, in Sardegna, lo Stato nel 2020 ha incassato di 19mila euro l’anno. Una media di circa 322 euro ciascuna l’anno.

12 NOVEMBRE 2021- IL SINDACO DI ALASSIO SUI BALNEARI:

SENTENZA SCONCERTANTE QUELLA DEL CONSIGLIO DI STATO

Melgrati: una sentenza sconcertante
COMUNICATO STAMPA – Il Sindaco di Alassio vicino ai balneari dopo la sentenza del Consiglio di Stato. “Mi impegno a chiedere al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, di riaprire il tavolo di discussione Stato – Regione su questo tema determinante per Alassio e per l’economia ligure.

In qualità di sindaco di una città che fa da sempre del turismo balneare un vanto per la qualità delle strutture presenti sul territorio ed essendo nella provincia di Savona uno dei comuni se non il comune che ha più concessioni demaniali marittime all’attivo a scopo turistico-ricreativo, mi sento di esprimere vicinanza alla categoria dei concessionari balneari e non solo, a tutti quegli altri esercenti di attività commerciali a vario titolo che, essendo ubicate su suolo demaniale marittimo, sono a a loro volta concessionari, e mi riferisco ai chioschi e a tutte le altre attività turistiche su suolo demaniale marittimo.  Ho aspettato a esternare il mio pensiero perché volevo leggere con attenzione la sentenza del Consiglio di Stato.
Questa pronuncia appare sconcertante prima ancora che inquietante, perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto.
E’ persino imbarazzante non tanto perché è una sorta di ‘messa in mora’ del Legislatore chiamato a disciplinare le gare con modalità da essa stessa stabilite quanto per la sua lampante contraddittorietà. Il Consiglio di Stato afferma la contrarietà al diritto europeo delle proroghe disposte dal legislatore e dalla Pubblica Amministrazione in quanto “automatiche e generalizzate” e nel contempo stabilisce una proroga altrettanto “automatica e generalizzata” però solo di due anni; in definitiva rivendica a sé ciò che, invece, non consente agli altri Poteri dello Stato, senza tenere in alcun conto che il potere legislativo è di competenza del Parlamento Italiano e non già del Consiglio di Stato che così, di fatto, si sostituisce ad esso legiferando a sua volta. Pochi giorni fa sono stato invitato al congresso dei radicali e ho ribadito la mia ferma convinzione della necessità di stabilire e conservare  uno stato di diritto dove ci sia netta suddivisione tra i poteri dello Stato, a tutela del semplice cittadino lavoratore.
In questo momento di incertezza dove è presente una Legge dello Stato che autorizza la proroga delle concessioni demaniali marittime sino al 31 dicembre 2033, il Comune di Alassio è pienamente in regola con tutte le proroghe già rilasciate (quasi la totalità) e continuerà in questa direzione, fatti salvi altri e diversi interventi legislativi.
Al fine di dirimere questa condizione di totale incertezza per il futuro di migliaia di imprese, per lo più di stampo familiare, che hanno investito decenni nella loro attività con la speranza di tramandarne la tradizione alle proprie future generazioni, personalmente mi impegno a chiedere al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, di riaprire il tavolo di discussione Stato – Regione su questo tema determinante non solo per il nostro Comune ma per l’intera economia ligure.

12 NOVEMBRE 2021 – CONCESSIONI BALNEARI, MARTEDÌ INCONTRO TRA GOVERNO E REGIONI. ASS MARCO SCAJOLA, “CONFRONTO CON IL MINISTRO GARAVAGLIA ALLA LUCE DELLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO”

GENOVA. Martedì alle 11.30 su richiesta dell’assessore Marco Scajola, coordinatore del tavolo interregionale sul Demanio Marittimo, si terrà un incontro in videoconferenza tra le Regioni e il Ministro al Turismo Massimo Garavaglia per affrontare il problema legato alla sentenza del Consiglio di Stato che ha prorogato fino al 2023 le concessioni balneari.
“Una decisione che ha creato preoccupazione nel comparto turistico balneare – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e al Demanio Marco Scajola –. L’obiettivo è capire quali potranno essere le azioni che il Governo intende intraprendere per affrontare una situazione preoccupante in un comparto che oggi più che mai ha bisogno di certezze e di investimenti. Ringrazio il Ministro Garavaglia per aver risposto immediatamente alla nostra richiesta di confronto. Come Regioni siamo disponibili a collaborare con il Governo per arrivare ad una soluzione che dia certezze all’intero settore balneare”.

16 NOVEMBRE 2021 –  BALNEARI: ASSESSORE MARCO SCAJOLA,

“CON MINISTRO GARAVAGLIA INCONTRO PARTECIPATO CON LE REGIONI GOVERNO SVOLGA RUOLO DI TRAINO. AL VIA TAVOLO DI LAVORO PER SOLUZIONI CHE IMPEDISCANO INVASIONE MULTUNAZIONALI”

GENOVA. “Quello di stamattina è stato un incontro molto partecipato e utile, a cui hanno preso parte tutte le Regioni oltre al ministro del Turismo Massimo Garavaglia a seguito della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali marittime. Abbiamo concordato di avviare in tempi strettissimi con il governo, che deve svolgere il proprio ruolo di traino e guida avendo la competenza sul Demanio marittimo, e con tutte le altre Istituzioni coinvolte un tavolo di lavoro per individuare soluzioni che impediscano l’invasione dei nostri litorali a parte delle multinazionali straniere”.
Così il coordinatore del tavolo interregionale del Demanio e assessore della Regione Liguria Marco Scajola, al termine del vertice in videoconferenza.
“Dobbiamo guardare avanti – prosegue Scajola – e per questo già dai prossimi giorni avvieremo confronti serrati tra le Regioni e con il Governo. A mio parere dovranno essere coinvolti anche i Comuni attraverso Anci, toccati ugualmente da un problema così grande”. Nel corso dell’incontro “abbiamo fatto un’analisi tecnica approfondita e tutte le Regioni hanno espresso un giudizio unanime sulla sentenza del Consiglio di Stato – prosegue l’assessore ligure – evidenziando come il pronunciamento dei giudici amministrativi sia entrato a gamba tesa sul tema delle concessioni demaniali marittime, andando anche oltre le competenze di un tribunale. Purtroppo è mancata la politica e sono arrivate le sentenze. La preoccupazione per quanto accaduto ha toccato tutti, la preoccupazione per le famiglie e le imprese dei nostri territori e che – conclude – vanno tutelate e non possono essere cancellate con un colpo di spugna”.

GENOVA, 9 NOVEMBRE 2021 –  CONCESSIONI BALNEARI, ASSESSORE SCAJOLA: DI FRONTE SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO IL GOVERNO INTERVENGA SUBITO E NON PERDA ULTERIORE TEMPO. MIGLIAIA DI FAMIGLIE VANNO TUTELATE.

GENOVA. “La sentenza del Consiglio di Stato sulla proroga solo fino al 2023 delle concessioni balneari e’ folle soprattutto perché rende migliaia di aziende ostaggio della magistratura amministrativa. Tutto questo è stato possibile a causa del lassismo di una politica che, per tanti anni, è stata indecisa, superficiale e chiacchierona determinando la scadenza delle concessioni demaniali marino-marittime tra due anni. Questo è un colpo forte contro migliaia di aziende familiari che vedono messa in discussione la loro storia e anni di lavoro e di impegno sulle nostre coste”. Lo dice il coordinatore del tavolo interregionale del Demanio oltreché assessore di Regione Liguria Marco Scajola in merito alla sentenza del Consiglio di Stato sulla proroga delle concessioni balneari solo fino al 2023.

“In questi anni in più occasioni – prosegue l’assessore Scajola – ho gridato che il governo non perdesse tempo e non aspettasse le sentenze, ma si adoperasse per risolvere la situazione, purtroppo questa sentenza mi dà ragione. Mai io credo e voglio credere nella politica seria e nelle Istituzioni”.
“Siamo dell’idea – conclude Scajola – che se il governo vuole, può ancora intervenire anche alla luce di questa pesante sentenza, per dare comunque stabilità e certezze a un comparto che non merita questo trattamento e che non merita di veder il proprio lavoro e i propri sacrifici e investimenti economici, familiari e sociali messi violentemente in discussione e ridimensionati come purtroppo accaduto oggi. Per quanto mi riguarda come coordinatore del tavolo interregionale sul Demanio riunirò nei prossimi giorni le regioni per fare il punto e per essere propositivi nei confronti di migliaia di famiglie di lavoratori italiani”.

IL FATTO QUOTIDIANO GIUGNO 2021 – Concessioni balneari, quanto fatturano e quanto pagano allo Stato le società che gestiscono gli stabilimenti più costosi d’Italia.

di Ludovica Jona | 23 Giugno 2021

Concessioni balneari, quanto fatturano e quanto pagano allo Stato le società che gestiscono gli stabilimenti più costosi d’Italia. ‘hotel Cala di Volpe, di proprietà della Smeralda Holding, versa 520 euro l’anno. La società dell’emiro del Qatar nel 2019 ha incassato grazie ai suoi quattro alberghi esclusivi 106 milioni. A Capalbio l’Ultima Spiaggia ha fatturato oltre 120mila euro e per l’utilizzo della spiaggia ne ha pagati 6.098. Per il Twiga il conto sale a 17mila euro, a fronte di gazebo che ne costano mille al giorno. Il Papeete gira allo Stato 10mila euro a fronte di 3,2 milioni di ricavi nel 2019, l’anno dei mojito di Salvini. Dalla suite dell’Hotel Cala di Volpe a Porto Cervo la vista è su un mare da sogno. Pubblicizzata dall’influencer Chiara Ferragni lo scorso agosto, il costo per soggiornarvi una sola notte è 35mila euro. In cambio dell’utilizzo dell’iconica spiaggia in esclusivo favore dei propri clienti, la società Smeralda Holding, di proprietà dell’emiro del Qatar, paga allo Stato italiano un canone di 520 euro all’anno.

Legambiente, nel rapporto “Spiagge 2020”, rivela come complessivamente, per le 59 concessioni del Comune di Arzachena lo Stato l’anno scorso abbia incamerato canoni per 19mila euro. Tra i beneficiari di questi canoni irrisori proprio Smeralda Holding proprietaria, tra l’altro, di altri tre hotel tra cui il Romazzino, uno dei più cari stabilimenti d’Italia: 400 euro al giorno per ombrellone e due lettini ad agosto.

L’hotel Cala di Volpe, di proprietà della Smeralda Holding, versa 520 euro l’anno. La società dell’emiro del Qatar nel 2019 ha incassato grazie ai suoi quattro alberghi esclusivi 106 milioni. A Capalbio l’Ultima Spiaggia ha fatturato oltre 120mila euro e per l’utilizzo della spiaggia ne ha pagati 6.098. Per il Twiga il conto sale a 17mila euro, a fronte di gazebo che ne costano mille al giorno. Il Papeete gira allo Stato 10mila euro a fronte di 3,2 milioni di ricavi nel 2019, l’anno dei mojito di Salvini.

 


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