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Liguria e Basso Piemonte

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Analisi e testimonianza/ Il Savonese: erosione, da decenni, nella classifica nazionale. I dati. E’ ora che i maggiorenti si risveglino e non solo i politici


Dalla pagina Facebook di Sergio Ravera studioso, pubblicista e già funzionario della Camera di Commercio di Savona. “Cogliere il futuro. E venne il tempo in cui mi ritrovai per anni in porto e giammai come in allora compresi quanto fossero determinanti per qualunque impresa il posizionamento del territorio e il suo sistema infrastrutturale”.

Sergio Ravera studioso di tematiche socio economiche liguri e savonesi, pubblicista, già funzionario della Camera di  Commercio

“Altresì produttivo.  Come altrettanto facile si fossero susseguiti nel tempo mutamenti nel sistema economico, nella difforme  compartecipazione di ogni settore con le sue peculiarità alla formazione della ricchezza. Ad iniziare dallo stesso scalo marittimo, dove il tempo è denaro ed il coordinamento tra le varie componenti imprenditoriali è strettamente correlato al mantenimento dei traffici. Imparando come  le stesse navi abbiano in alto mare facilità nel cambiare rotta. Lasciandoci – ricordiamo l’evolversi dell’occupazione – non di rado a mani nude. Imprenditori, ospiti, clienti. Chicchessia.

Nel Savonese troviamo uno scenario, vogliamo dire un inquadramento  del sistema debole, complesso. Non si tratta di quella confusione che avvolge da oltre 30 anni l’Italia, bensì della fiacchezza che troppa gente confonde in Liguria con la riservatezza, la moderazione  per giungere  alla mediocrità.
Ci siamo lasciati alle spalle, da oltre un mese, la situazione congiunturale del terzo trimestre del 2021 contando in una miracolosa ripresa, improponibile il solo pensarci, fiaccate non solo le imprese di produzione di valore aggiunto diretto, ma le stesse unità dedite ai servizi. E nella prospettiva di una quarta ondata di Covid.
Procediamo in economia a rilento, distaccandoci sempre più dal Nord-Ovest  oltre che dal Paese nel suo complesso. La rilevazione della consistenza delle imprese, il loro andamento offrono,  di per sé, l’immagine dello stato di sofferenza di una Liguria  che durante il 2021 ha denunciato – nel periodo di massima espansione dell’industria dell’ospitalità e del tempo libero – un tasso di crescita dello 0,28% contro  lo 0,36% dell’Italia e dello 0,37% dell’area Nord-Ovest.
Meglio sarebbe tacere del Savonese chiuso da un 32%, mentre le altre tre province passavano dallo 0,36% di La Spezia allo 0,23% di Genova collocandosi Imperia allo 0,31%.
Questione di soli tre mesi? Assolutamente da decenni assistiamo ad una continua spinosa erosione di posizioni nella classifica nazionale. Non solo in tecnologia quanto in forza lavoro. Soffermiamoci sulla consistenza delle imprese in provincia. Mentre nello scorso 3^ trimestre, in Italia, si è notato un piccolo quanto interessante sussulto: più società di capitale, si è contrapposto il segno meno delle società di persone.
Quindi, approfondendo a livello settoriale, ti trovi – lo scorso trimestre – dinanzi a variazioni percentuali di aumento sopra l’1% riguardanti le attività non soltanto professionali  (fors’anche  sbocchi  obbligati) ma artistiche e sportive. Poi, nella pletora di altri dati positivi non si può non rilevare come  lo 0,74%  del ramo costruzioni (effetto bonus) si confronti con lo 0,10% del manifatturiero accomunato all’agricoltura.
Davvero, un rompicapo  l’interpretazione di questa serie di statistiche, soprattutto nell’ottica della valutazione di un orizzonte oggi affatto chiaro. Tanto più dinanzi ad un’Italia  ridotta principalmente ad attività di servizio e finanziarie. Non resisterebbe a lungo.
Sergio Ravera
COMMENTI – Roberto Ulivi: senza un modello di sviluppo, c’è il rischio di una  pericolosa marginalizzazione economica di Savona.
Roberto Ulivi

Savona si trova oggi ad affrontare un importante passaggio verso il suo futuro di rilevanza storica. Un modello di sviluppo incentrato sul binomio Porto-Industria, che ha segnato con successo tappe fondamentali della crescita economica e sociale, è giunto ai limiti della propria validità. La crisi che oramai da troppo tempo indebolisce l’apparato produttivo industriale, dei servizi, del terziario, ma anche il sistema delle  infrastrutture viarie e ferroviarie, rischia di raggiungere ora per quantità e qualità un livello di assoluta gravità.

Molte delle difficoltà che la nostra città vive, hanno  origine esterna, sono gli effetti causati dalla profonda mutazione che interessa l’economia a livello internazionale. Ma molte altre difficoltà hanno origine interna, mostrano chiaramente i limiti dell’intero corpo istituzionale, politico e imprenditoriale a trasformare le scelte sui progetti e la pianificazione in atti concreti, tenendo conto soprattutto degli interessi della nostra collettività.
In questo quadro, segnato dalla stessa e discutibile cultura del governo locale, si rischia di perdere le capacità competitive, vi sono i pericoli di una inedita subalternità nei confronti dei poli più forti e dinamici della nostra Regione. L’area centrale ligure, e in essa Savona, non sono più da tempo il vertice a mare del triangolo industriale. I dispositivi di produzione, di ricerca, di formazione superiore, di terziario avanzato che devono sostenere le imprese, stanno assumendo connotazioni sopranazionali, e pertanto, la nostra provincia non può riaffermare una propria funzione strategica.
Si manifesta così il pericolo di una marginalizzazione strutturale, di essere cioè tagliati fuori dalle dinamiche economiche più significative, restando come Savona, una mera area di servizio a bassa qualificazione e privata di un reale potere decisionale.
In campo industriale, si è aggravato negli ultimi anni, un processo di collocazione fuori dai confini della provincia delle funzioni alte delle principali industrie, in termini di direzione strategica, marketing, ricerca, sviluppo e gestione delle risorse umane, queste importanti funzioni sono da ricuperare. Sul nostro territorio restano molte volte, con preoccupanti segni di precarietà occupazionale, le sole funzioni produttive, con un generale impoverimento delle dinamiche professionali del tessuto industriale. La maggiore separazione fra la realtà produttiva savonese ed i luoghi in cui si prendono le decisioni, porta ad una maggiore fragilità del sistema economico, soprattutto nei rapporti fra domanda e offerta di  lavoro. Roberto Ulivi 
Sergio Ravera:  “…Con puntuali indicazioni sulla realtà economica savonese. Perdiamo tempo. Non credo. Speriamo che i maggiorenti e non solo politici di Savona si risveglino dal consueto torpore. Ovvero siano sostanzialmente seri da dare inizio alla loro scolarizzazione economica.”
E IL NOTIZIARIO SAVONA ECONOMICA N. 1 DEL 2014:
direttore responsabile Sergio Del Santo, presidente Camera di Commercio, Luciano Pasquale.
LE PREMIATE DITTE  DEL MADE IN SAVONA
 

 


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