Dalla pagina facebook di Sergio Ravera già funzionario della Camera di Commercio e studioso di tematiche socio economiche. Savona, a proposito di tasso di deforestazione. Gli incendi portano ansia e dolore nelle popolazioni che subiscono eventi talora drammatici. Laddove estesi – in Liguria mirati alle soprattutto alle colline costiere – lasciano negli abitanti colpiti da autentiche catastrofi un senso di impotenza e rabbia non solo nei confronti dello scellerato dai gesti delinquenziali, ma contro la stessa criminalità organizzata finalizzata ad operazioni illecite.
Scenario successivo ampiamente conosciuto: la costruzione di villette da un lato; all’opposto, in presenza di interventi pubblici, il risveglio di una natura che, autentica vincitrice, anni appresso ne riprenderà il dominio. Mi colpì, al riguardo, proprio anni addietro – dinanzi allo sfruttamento indiscriminato del suolo, problema che non conosce soste – un articolo in cui esperti affermavano che dinanzi al totale abbandono umano, cent’anni dopo New York si sarebbe trovata sepolta dalla vegetazione. Dunque, una forza della natura che, mal gestita, procurerà allo stesso sistema economico danni irreparabili.
Qualcosa di buono, non i risultati attesi per altre iniziative, è scaturito dall’incontro dei Governi a Glasgow: l’impegno a contenere, quindi entro il 2030 porre fine all’attuale processo di deforestazione stanziando 11 miliardi e mezzo. Non sarà facile centrare l’obiettivo di fronte alla forte presenza di attività produttive nel settore della forestazione che comportano milioni di ettari persi ogni anno ad iniziare dalla Russia, dal Brasile, dall’Australia e dagli stessi Stati Uniti d’America. Siccome le piante, però, sono indispensabili all’uomo per la ossigenazione dell’aria, per i prodotti di largo consumo di alimenti e medicinali, quindi per la nostra stessa sopravvivenza è necessario fermare quel tasso di deforestazione che ci sta conducendo alla rovina. Alla catastrofe totale.
Ovviamente diverso, nella stessa Europa, si presenta la percentuale di territorio coperto da foreste. Leggo dai mass media: si va dal 66% della Finlandia, seguita da Svezia e Slovenia con oltre il 60% per giungere al 10 per cento di Irlanda ed Olanda. L’Italia si arrabatta nell’ambito di 27 Stati in 27^ posizione con il 32 per cento.
E noi liguri ? Non abbiamo, a proposito del Savonese, un territorio propriamente coperto di foreste. Si tratta per lo più di aree boscate con comprensori quali l’Alta Valle Bormida e il Giovo che presentano Comuni con percentuali superiori all’80% della superficie totale. Tuttavia, pur dinanzi ad autentiche bombe d’acqua che si abbattono sui nostri paesi con danni alle culture ed alle infrastrutture, la copertura boscata gioca un ruolo importante nella protezione del suolo dall’erosione superficiale. In effetti, l’assetto vegetazionale con piante sempreverdi, oltre che di arbusteti e di cedui densi, assicura minori, maggiormente contenuti rischi a livello di erodibilità del suolo.
Anche se negli ultimi 50 anni un quadro involutivo sembra interessare la stessa nostra regione. Sempre nella nostra provincia di Savona alla fine degli anni ’60 i boschi coprivano il 63,89 per cento della superficie territoriale (154.442 ettari), dato decisamente superiore rispetto ai dati raccolti oggi che si assesterebbero sul 51,80%. Ovvero circa 12 punti percentuali in meno.