Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Foto della settimana/ Roberto Fiore, copyright caricatura a Savona. A Pietra Ligure statua a Giacumettu simbolo degli ultimi. A Cosio d’Arroscia ‘museo banda musicale’


Roberto Fiore, oggi detenuto, leader di Forza Nuova, quando ancora non era così famoso. E’ di una giornalista di Savona, Mimmo Lombezzi, la prima caricatura ‘copyright’ in ordine di tempo. Altra fotonotizia da Pietra Ligure, ricordo testimonianza di Giacumettu figlio di N.N. con il suo inconfondibile: “ cuccu’” da meritare la proposta di un perenne ricordo con una statua. Infine da Cosio d’Arroscia dove la Pro Loco ricorda la banda musicale con un mini museo.


A PIETRA LIGURE UN PERSONAGGIO CHE MERITA IL RICORDO: GIACUMETTU  FIGLIO DI N.N.E DI CUI TRUCIOLI.IT HA GIA’ SCRITTO CON COMMENTI DI PIETRESI CHE L’HANNO CONOSCIUTO.

Una splendida foto di Giacumettu

Avendo trovato questa foto bellissima di “ Giacumettu “ mi fa piacere riproporre:

Lo sentivi arrivare da lontano, quel suo urlo era inconfondibile: “ cuccu’” seguito quando entrava sotto il baraccone della segheria con uno stentoreo “ ciao bellabambina “ rivolto a mia madre.
Era “ Giacumettu”, a Pietra lo conoscevamo tutti. Era un uomo, figlio di N.N. , ( come si diceva allora) che aveva impegnato tutta la vita andando a lavorare a “ giornata” zappando per poter ricevere in cambio spesso solo un pasto caldo. Ora anziano era stato accolto nella Casa di riposo del Soccorso, allora gestito dalle suore. Giacumetto per ricambiare l’accoglienza partiva tutte le mattine tra quei contadini che ben conosceva chiedendo a chi un cespo di insalata a chi qualche pomodoro o la frutta che non poteva essere venduta. Certamente , chi più chi meno, tutti partecipavano nel voler aiutare “ l’uspia’” ( l’ospedale) ; era quindi molto facile incontrare quell’ometto con i pantaloni arrotolati sotto le ginocchia, quelle gambine bianche e storte, con il “ mandillo “ legato a far da cappello e con il sorriso sempre stampato in volto.
Nel pomeriggio poi, ormai libero dagli impegni, si divertiva a intrattenersi un po’ con tutti nel raccontare storie fantastiche, storie che raccontavano di balene da lui cavalcate e poi legate come ronzini al molo principale di Pietra. O dei colpi di cannone che avevano colpito la montagna a fianco di Verezzi, dove in realtà quei buchi testimoniavano solo una cava in disuso.
Racconto, quest’ultimo, che aveva persino raccontato in una puntata di “ Sereno Variabile “ con un Osvaldo Bevilacqua alquanto stupito.  Tutti racconti che amava riservare solo ai foresti o a chi non aveva troppa confidenza con lui. Succedeva anche che ogni tanto si piazzasse in qualche incrocio e adocchiato qualche “villeggiante” chiedesse “… due palanche pe un sigau” ( due soldi per un sigaro), richieste che non faceva mai a noi del posto.
Una domenica venne invitato dai miei genitori a pranzo, e lui si era presentato con un pacchetto di fazzoletti di stoffa come regalo, probabilmente fornitigli dalla madre superiora che non lo voleva mandare a quell’invito a mani vuote; e fu durante quel pasto che mi resi conto che l’uomo non era per nulla “ sempliciotto” come lui stesso amava poi farsi vedere in pubblico. Una volta sul pontino anche a me chiese le due palanche, segno inconfondibile che ormai troppo anziano non mi aveva riconosciuto.
Al suo funerale una folla enorme lo volle salutare un ultima volta. Lui, seppi in seguito, aveva da tempo messo via i soldi per questo suo ultimo viaggio. Ecco a cosa servivano quelle due palanche.
P.s prima o poi , come ci eravamo promessi quel giorno, una statua a Giacumettu la dobbiamo fare. Lui simbolo degli ultimi.
DA COSIO D’ARROSCIA, C’ERA LA BANDA MUSICALE…
E OGGI PICCOLO MUSEO GRAZIE ALLA PRO LOCO.

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