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Quattro riforme per un nuovo modello di sviluppo socioeconomico vitale e circolare


Dalle riforme suggerite dall’Ocse a Mario Draghi al «Progetto per il Bene Comune».Quattro riforme per un
nuovo modello di sviluppo socioeconomico vitale e circolare.

di Antonio Rossello, immagine di Igor Belansky

In attesa che si concretizzino le misure economiche varate dal governo, esaminiamo una proposta innovativa elaborata un avvocato romano, Alessandro Coluzzi, cui l’illustratore Igor Belansky dedica un ritratto. Dalla lettura del testo emergono considerazioni che possono trovare riscontro nel concetto di «sociatria» (ossia «la cura della società»).

Nelle scorse settimane, l’Ocse (acronimo di Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha reso noti alcuni suggerimenti all’esecutivo italiano in merito alle riforme di fisco e pensioni in corso di varo. Allo stesso tempo, l’Ocse ha ampiamente promosso il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) approvato dal governo Draghi, stimando una crescita economica per il nostro paese al 5,9% per l’anno corrente e al 4,1% per il prossimo.

Le riforme per il fisco- Siccome, rispetto alla media Ocse, le imposte sul lavoro da noi restano troppo elevate, l’organizzazione internazionale auspica in generale una riforma fiscale globale, che riduca sia la complessità del sistema che le imposizioni, impiegando risorse ottenute, attraverso una maggiore conformità alle disposizioni normative comunitarie, incrementando il ricorso a tecnologie e pagamenti elettronici.

Ecco i cardini delle raccomandazioni dell’Ocse all’Italia:

  1. Riduzione di esenzioni e complessità del sistema fiscale: razionalizzazione delle agevolazioni fiscali in base all’efficacia; semplificazione degli scaglioni IVA;
  2. Procedere con l’aggiornamento dei valori catastali, ripristinando la tassazione sulla residenza primaria, con esenzioni per le famiglie a basso reddito;
  3. Aumentare la sinergia tra le agenzie fiscali e altre agenzie di regolamentazione, con introduzione di più efficienti metodi di accertamento;
  4. Consolidamento di tutti gli incentivi all’assunzione, con un taglio permanente dei contributi di sicurezza sociale per i primi tre anni a tutti i nuovi contratti a tempo indeterminato;
  5. Massima attenzione alle spese pensionistiche, in quanto sottraggono spazio agli investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione, penalizzando i giovani, molti dei quali disoccupati e a rischio di povertà.

Enfasi sulla partenza del Pnrr-

Contemporaneamente, dai vertici Ocse sono pervenuti cenni di entusiasmo riguardo al Pnrr nazionale, riconoscendo che lo stesso stimola una crescita più robusta, più verde, più equa e più digitalizzata, che apporterà vantaggi a tutta la popolazione italiana, concedendo ad essa migliori opportunità per superare l’attuale congiuntura.

La speranza- Dovremmo, quindi, attendere fiduciosamente gli esiti del programma ambizioso di riforme, con cui il governo di Mario Draghi attribuisce priorità alle riforme della concorrenza e del settore pubblico, come pure all’efficientamento dell’apparato di giustizia civile, con l’obiettivo di: attenuare incertezze, ritardi e costi che attualmente ostacolano gli investimenti; favorire la competitività dei comparti produttivi e commerciali, sostenendone la crescita, grazie a misure finanziarie ad incentivo della Ricerca e Sviluppo, specie in termini di transizione ecologica, energetica e digitale, ovvero quanto necessario, in termini di sostenibilità, alla trasformazione dell’economia italiana?

Esistono visioni alternative? Come ogni forma di credo e di culto fatalistico, oggi l’economia e la finanza sono assunte dalla politica come ideologia prescrittiva, ma non è detto che soluzioni sostanziali non possano derivare da originali ipotesi volte ad affrontare, in modo ancor più radicale, certe disfunzioni attuali del sistema.

Mi riferisco ad esempio al caso, anticipato in un mio recente articolo, di Alessandro Coluzzi (cui l’illustratore Igor Belansky dedica un ritratto), il quale ha redatto un «Progetto per il Bene Comune» (link al documento), che considero meritevole di attenzione, non solo da parte dei lettori, ma anche della cittadinanza, dei corpi sociali e della classe politica.


Un avvocato idealista?

Alessandro Coluzzi, da circa 30 anni, è un avvocato civilista del foro di Roma. Una quindicina di anni fa, ha iniziato una ricerca personale sul senso della vita e del nostro universo, lungo un percorso interdisciplinare che lo ha portato ad approfondire aspetti spirituali e filosofici, di cosmologia e di fisica quantistica e poi, tornando su argomenti «più concreti», gli aspetti giuridico-costituzionali e macroeconomici che regolano la società.

L’ispirazione. Preso atto che l’umanità ha problemi epocali di natura geopolitica, ambientale ed economica, l’elemento più sorprendente è che egli abbia concepito un nuovo modello di sviluppo socioeconomico vitale e circolare, addirittura ispirato al ciclo naturale dell’acqua. L’acqua che è connessione tra terra e cielo: da vapore sulla terra risale al cielo, galleggia in cielo sotto forma di nuvola e ritorna alla terra sotto forma di acqua pluviale, infiltrando il suolo. Questo è il ciclo di vita con cui essa si rigenera continuamente, purificandosi e arricchendosi di sali minerali.

Veniamo, dunque, ai contenuti salienti delle proposte di Alessandro Coluzzi, citando testualmente i titoli dei paragrafi, a mio avviso, più significativi del testo che ha elaborato, per la cui piena comprensione si rimanda ad una sua completa lettura.

Il cuore delle proposte. Si parte dall’enunciazione delle principali Contraddizioni attuali:

1) La competizione è contraddittoria con la cooperazione;

2) La crescita economica è contraddittoria con le risorse limitate;

3) La privazione del diritto al lavoro e del reddito monetario è contraddittoria con la vita;

4) Le imposte sul lavoro per sostenere la spesa pubblica sono contraddittorie con la diminuzione del lavoro;

5) L’attuale sistema monetario è in contraddizione con la stabilità e il bene della società;

6) L’eccessiva esportazione di beni è in contraddizione con la stabilità e il bene della società;

7) Il bene comune e la diffusa conoscenza sono contraddittori con il diritto di brevetto;

Vengono, quindi, poste alcune Premesse logiche ed economiche:

1) Le leggi umane si ispirino alle leggi naturali;

2) Il sistema socioeconomico umano si ispiri al ciclo vitale dell’acqua;

3) È necessario ideare un nuovo modello di sviluppo che utilizzi una «macroeconomia circolare», cui pochi pensano, per supportare «l’economia circolare», di cui oggi molti parlano.

Infine, si giunge a delineare la parte operativa del progetto, la quale è così articolata:

Riforma 1: sociale e del lavoro. Reddito base minimo vitalizio erogato a tutti i cittadini in forma meritocratica; facoltà per tutti i cittadini di partecipare a rotazione al pubblico impiego; sostenibilità rispetto al bilancio pubblico; partecipazione attiva dei lavoratori all’attività pubblica e delle imprese; altre semplificazioni.

Riforma 2: monetaria. Conti di risparmio su piattaforma elettronica pubblica, finalizzata alla raccolta sicura e remunerata del risparmio privato e, contestualmente, alla stabilizzazione del debito pubblico permettendone lo scambio quale corrispettivo di beni e servizi; banca pubblica per finanziare gli investimenti.

Riforma 3: fiscale. Imposta diretta su base vitalizia che limita l’eccessivo accumulo patrimoniale, superfluo rispetto al soddisfacimento dei propri bisogni e dannoso rispetto al bene comune; imposta diretta progressiva annuale su base patrimoniale; imposta indiretta di scopo sul trasferimento di denaro e sulle produzioni da disincentivare. Sono imposte sostitutive delle attuali.

Riforma 4: trasferimento di equità tra comunità. Equilibrio di saldi commerciali negli scambi internazionali; uniformità fiscale e trasferimenti finanziari; saldo commerciale paritario derogato in favore delle comunità più povere; visione di favore per persone povere laboriose, piuttosto che per persone con capitali finanziari non produttivi.

La prospettiva di fondo. Come anche dichiara nel suo testo, non vi è dubbio gli intenti di Coluzzi siano accompagnati dalla ormai comune percezione che la società umana non funzioni bene e vadano apportate alcune necessarie variazioni; ovvero, che la società sia in qualche modo malata e vadano apportate cure.

Per questa ragione, ritengo che egli possa a pieno titolo essere collocato fra coloro che si muovono
sul fronte dell’affermazione della «sociatria» (ossia «la cura della società»). Un concetto che si pone come una via di verità, da perseguire alimentando la mente, per rieducare o, quantomeno, scongiurare la crescente e pericolosa carenza di pensiero critico, oltre che per tendere ad avvicinare la persona alla virtù, sino a ritrovare in senso un più ampio un rispetto dell’umanità. Più in generale, l’apertura ad una visione culturale ampia, dove possibili intersezioni fra gli ambiti morale, artistico, scientifico, economico, educativo, giuridico, religioso…, se da una parte spronano l’individuo alla risoluzione del contrasto di turno, dall’altra schiudono un percorso di crescita.

Antonio Rossello, con immagine di Igor Belansky

 


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A. Rossello

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