Dalla redazione Piemonte Che Cambia -. Iniziative della Regione Piemonte per ripopolamento delle aree montane e marginali. Nel mese di agosto è stata lanciata una campagna nazionale che offre incentivi a chi sceglie di trasferirsi da una città italiana in uno dei piccoli comuni di montagna, incastonati tra le Alpi piemontesi.
L’iniziativa punta a sostenere la rivitalizzazione e il ripopolamento delle aree montane, anche a seguito dei bisogni sociali crescenti causati dall’attuale emergenza sanitaria. Così, chi risiede in un centro urbano in Italia e intende acquistare o recuperare un immobile in un Comune montano del Piemonte con meno di 5.000 abitanti, da rendere prima casa trasferendovi la propria residenza, potrà aderire al bando della Regione Piemonte che offre contributi da 10.000 a 40.000 euro. Nel complesso si prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro. Il bando è stato pubblicato proprio in questi giorni sul sito della Regione Piemonte prevedendo, per l’inizio di novembre, l’apertura della piattaforma per le domande di ammissione.
Fabio Carosso, vicepresidente e assessore alla Montagna della Regione Piemonte, racconta che si tratta di «una promessa mantenuta e l’offerta di una scelta di vita nuova. Conosco le nostre montagne: abbiamo comprensori sciistici di fama mondiale accanto a valli e borghi da riscoprire che pagano lo spopolamento» e, aggiunge, «ho visitato molte delle Unioni montane, incontrato i sindaci di piccoli Comuni e subito ho chiesto al settore Montagna di lavorare alla realizzazione di un’iniziativa che potesse aiutare i giovani a scegliere di trasferirsi a vivere in montagna».
“La montagna non è e non va vista come una riserva inaccessibile, ma come un grande propulsore di economia, natura, enogastronomia, turismo e di tutto ciò che di meraviglioso ha da offrire – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Penso che, dopo due anni di pandemia, questa idea dell’aria fresca, dell’aria pulita, della possibilità per chi lo desidera di vivere a contatto con la natura, siano valori su cui investire per il nostro futuro e per quello delle nostre straordinarie montagne”.
L’iniziativa coinvolge un totale di 465 Comuni montani con meno di 5.000 abitanti (48 in provincia di Alessandria, 12 in provincia di Asti, 48 in provincia di Biella, 132 in provincia di Cuneo, 3 in provincia di Novara, 132 in provincia di Torino, 66 nel Verbano-Cusio-Ossola, 24 in provincia di Vercelli).
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Potranno partecipare i nati a partire dal 1955 e, per fare in modo che al bando aderiscano soprattutto i giovani, i nati dopo il 1980 riceveranno un punteggio più alto. Un altro punteggio premiante saranno gli interventi effettuati in un Comune ad alta marginalità, l’attività lavorativa esercitata in un paese montano oppure in smart-working almeno al 50% nell’abitazione per la quale si chiede il finanziamento, un Isee uguale o inferiore a 20.000 euro e almeno un figlio di età uguale o inferiore a 10 anni che avrà residenza e dimora abituale nell’immobile acquistato. Il bando favorisce inoltre i recuperi realizzati con soluzioni architettoniche e paesaggistiche previste dalla Regione Piemonte e con l’utilizzo dei materiali tipici del paesaggio alpino piemontese.
Per beneficiare dei contributi occorre essere titolari del diritto di proprietà (oppure impegnarsi ad acquisire un diritto di proprietà) di un’unità immobiliare a uso residenziale censita catastalmente nel territorio dei 465 Comuni interessati e trasferirvi la propria residenza e dimora abituale per dieci anni. In caso di contributo relativo all’acquisto, l’atto di compravendita dovrà essere stipulato entro 6 mesi dalla data di approvazione della graduatoria, mentre i lavori di recupero del patrimonio esistente dovranno essere ultimati entro 18 mesi. La rendicontazione dovrà essere trasmessa, invece, entro 3 mesi dalla conclusione dei lavori di recupero, ovvero dalla stipula dell’atto di compravendita.
L’iniziativa per andare a vivere in montagna è pensata per agganciarsi in modo sinergico a un altro bando che la Regione Piemonte lancerà in autunno e che vuole incentivare la nascita delle “botteghe dei servizi” con specifici contributi per sostenere le attività nei territori montani che offrono servizi alla cittadinanza.
«Insieme al bando residenzialità – afferma ancora il vicepresidente Carosso – stiamo lavorando con le Unioni montane all’individuazione di importanti azioni per le nostre “botteghe dei servizi”, volte a favorire chi vuole vivere in montagna, contrastare la desertificazione commerciale nei paesi montani e, di conseguenza, a garantire agli abitanti di queste zone la fruizione di beni e servizi che ne migliorino la qualità della vita».