Parla Renato Giusto: “Il Sistema Sanitario Nazionale non doveva subire tagli così profondi: ora ne paghiamo le conseguenze!” L’assistenza anziani in tempo di Covid e non solo. Il maggiordomo di quartiere è utile, ma occorre fare di più per sanare i danni di una politica dissennata. La chiusura degli ambulatori dei codici bianchi creata dal dr. Giusto un lustro fa si rivelata un grave errore: “Purtroppo chi gestisce la Sanità ha dimostrato di non essere l’uomo giusto al posto giusto”.
di Gianfranco Barcella
“Il servizio di assistenza domiciliare da parte delle Asl è sempre stato garantito. La delibera di Alisa 253/2021, garantisce una risposta alle persone fragili e alle loro famiglie, nonché una ripresa delle attività degli enti gestori”.
Così Cristina Giordano, direttore sociosanitario di Alisa, in riferimento alla nota stampa del consigliere regionale ligure del Partito Democratico, Rossetti, che lamentava l’interruzione del servizio di assistenza domiciliare agli anziani. In una nota, Alisa spiega:” Il primo piano di riapertura dei centri diurni è stato deliberato con DGR 506 del 19/06/2020, recependo le indicazioni nazionali (confermate successivamente con la deliberazione di Alisa n.389 del 28/10/2020). In questa fase, al fine di evitare il totale isolamento delle persone che prima dell’emergenza Covid frequentavano questi centri, è stata prevista la possibilità di riprendere le attività a domicilio o da remoto. Peraltro, le attività da remoto hanno riscontrato nelle persone più compromesse, alcuni problemi in quanto le stesse si sono dimostrate poco complianti. Da questo momento, fino ad oggi, numerose famiglie, nonché la Consulta per l’handicap, hanno segnalato disagio e manifestato l’esigenza di una ripresa a regime delle attività in presenza nei centri diurni, al fine di sollevare le famiglie e garantire i necessari interventi continuativi per tutti gli utenti che esprimevano un particolare bisogno”
Abbiamo voluto sentire, in proposito, il parere del dott. Renato Giusto il medico di famiglia con la passione per la politica e l’arte, forse il personaggio più popolare nel comprensorio di Savona e oltre.
“E’ prevista l’assistenza domiciliare eseguita in collaborazione con il medico di famiglia da parte di specialisti e fisiatri, fisioterapisti ed infermieri domiciliari per i pazienti che hanno bisogno di fisioterapia per riabilitazione in caso di gravi problematiche di deambulazione. E’ la cosiddetta Assistenza Domiciliare Integrata che viene concessa dopo un accertamento da parte di un geriatra che prescrive l’assistenza di un fisiatra a domicilio. Purtroppo tali prestazioni sono andate calando nel tempo come numero e richiesta per carenza di personale medico e tecnico infermieristico.
La Medicina del Territorio ha subito negli ultimi anni dei tagli molti gravi. Questa politica di risparmi è iniziata con il ministro Bindi, è continuata con il ministro De Lorenzo, ma i tagli peggiori sono stati attuati quando al Dicastero della Salute Pubblica c’era la ministra Lorenzin. Sono le sforbiciate hanno raggiunto tantissime altre prestazioni e possibilità di prestazioni farmaceutiche e di esami diagnostici, facendo diventare intollerabile la professione del medico. Dopo una grande rivolta degli Ordini dei Medici e dei Sindacati Medici, la Lorenzin dovette tornare indietro. Purtroppo però la la grande distruzione del nostro bel Sistema Sanitario Nazionale era iniziata, e sta continuando ad andare avanti con dispiacere dei medici e dei cittadini italiani; tutto questo in barba al diritto alla salute, tutelato e garantito dalla Costituzione italiana all’art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Dott. Giusto, c’è qualche possibilità di risanare almeno un poco la nostra sanità malata?
“Si sta meditando la creazione di ospedali di comunità che potrebbero essere utili, ma altre strutture come gli ambulatori dei codici bianchi che avevo inventato io circa un lustro fa sono stati dissennatamente chiusi con gravi afflussi di casi clinici non urgenti che vanno ad intasare i Pronto Soccorso Ospedalieri. Purtroppo chi gestisce la Sanità ha dimostrato di non essere l’uomo giusto al posto giusto”.
Comunque sul sito dell’Asl 2 di Savona, alla voce Anziani-Assistenza (Struttura Complessa Assistenza Anziani e Disabili afferente al Dipartimento cure primarie, si legge alla voce:
ATTIVITA’ E SERVIZI
- Valutazioni sanitarie per ammissioni alla rete dei Servizi per anziani (assistenza domiciliare infermieristica/riabilitativa; accesso alle residenzialità-Residenza Protetta, Residenza Sanitaria Assistenziale, R.S.A. Alzheimer, Centro Diurno)
- Valutazioni domiciliari per erogazione Fondi Regionali per la non autosufficienza per anziani e disabili
- Unità valutativa Geriatrica Ospedaliera per continuità Ospedale territorio per delineare percorsi e piani individualizzati per pazienti fragili.
- Attività ambulatoriale e geriatrica
- Attività ambulatoriale per le demenze (C.D.C.D.: centri per disturbi cognitivi e demenze)
- Controllo performance Strutture Residenziali e semiresidenziali per anziani e disabili.
Resta il fatto che nel tempo di pandemia i malati più fragili si sono trovati più a disagio e bisognosi di un aiuto. Il Maggiordomo di Quartiere che anche nel savonese è stato attivato a partire dal 15 settembre 2020, ha dato un po’ di sollievo a molte persone soprattutto anziane e sole, bisognose di aiuto. Questo servizio nuovo nasce da un progetto regionale ed europeo. E’ un servizio nuovo che ha come obiettivo quello di accorciare le distanze tra istituzioni e cittadini e di valorizzare la vita sociale e culturale delle nostre comunità anche in questo momento particolare di pandemia. L’obiettivo è quello di offrire un po’ di speranza e coraggio con un sorriso attraverso operatori che danno vita ad un servizio sociale, rispondendo quotidianamente alle tante domande dei cittadini e soprattutto offrendo un opportunità di ascolto per le persone sole.
Il servizio del <Maggiordomo di Quartiere>, si inserisce in questa ottica operativa solidale, ed è gestito da un’A.T.S. (Associazione Temporanea di Scopo) ed è finanziato con le risorse del Fondo Sociale Europeo della Regione Liguria. Si tratta di un’importante iniziativa di welfare territoriale a disposizione dei cittadini per fornire loro un supporto per le piccole incombenze quotidiane. Il servizio è gratuito ed è principalmente indirizzato alle persone in difficoltà, soprattutto anziani,con un occhio di riguardo alle lavoratrici, ai lavoratori e alle loro famiglie, per favorire anche la conciliazione lavoro.famiglia. Il servizio è destinato a tutti i cittadini e tra le tante azioni previste c’è il ricevimento pacchi e la successiva consegna agli esercizi di zona e a domicilio, il pagamento di bollettini, di ricevimento di posta, le piccole manutenzioni domestiche, il monitoraggio di case e uffici, in caso di assenze prolungate, la cura di piante o di piccoli animali domestici, le informazioni sulla vita di quartiere, nonché un importante intervento di ascolto, monitorando i bisogni soprattutto della popolazione anziana. Alcune piccole incombenze quotidiane possono diventare veri e propri ostacoli se ci sono difficoltà legate all’età, impossibilità di spostarsi, o si rimane tragicamente soli.
Il maggiordomo di quartiere si affianca dunque ai cittadini per aiutarli praticamente e quotidianamente, portando a termine una pratica amministrativa, il ritiro di ricette, la consegna di farmaci e della spesa a domicilio. Non dimentichiamo le manutenzioni domestiche ed il supporto informatico o l’opportunità di ricevere un semplice saluto per mitigare gli effetti negativi dell’isolamento.
Intanto ad agosto si sono aperte le nuove iscrizioni per partecipare alla selezione dei <maggiordomi di quartiere> a Savona, Finale Ligure, Loano e Cairo. Il progetto ha avuto un grande successo e ha bisogno di energie nuove per essere incrementato. A Cairo, ad esempio, nei primi due mesi sono state oltre 50 le persone prese in carico per varie incombenze. Conferma l’assessore cairese Maurizio Briano, “i requisiti richiesti per accedere alle selezioni sono: essere maggiorenni, disoccupati, residenti in Liguria, conoscenza lingua italiana, Isee, inferiore a 20 mila euro.
Ogni sei mesi per dare maggiori possibilità di candidature, c’è un turn over dei selezionati che devono poi affrontare anche un percorso di formazione che nel nostro caso, è curato dalla cooperativa Lanza del Vasto. Per ricevere informazioni ci si può rivolgere ai responsabili degli sportelli. (Savona: Simone Era al 3808967257; Finale Ligure:Alice Bonazza e Francesca Panuccio 3808935616; Loano: Andrea Core 0199480283; Cairo Hind Hallami:3808975296.
UN ARTICOLO DEL SECOLO XIX