Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettera da Varazze/ Io, Villa Malesia, vescovi, massoneria deviata e torti subiti


Spettabile trucioli.it vi ho girato una mail, con varia corrispondenza con il Comune di Varazze, per la nota vicenda Villa Malesia che mi ha visto coinvolto, mio malgrado, in una lunga storia di morte e corruzione anche giudiziaria, a un commercio di organi umani e trapianti clandestini, pure in cliniche italiane, con bambini sia in Italia che all’estero, con riciclaggi di denaro.

Varazze Villa Paradiso poi Villa Malesia al centro del contenzioso con epilogo in Cassazione a favore della Diocesi di Acqui proprietaria dell’immobile che era stata dato in affitto a Renato Bonora

Attraverso anche un vescovo acquese  e col supporto di altro vescovo nominato in fretta e furia. Per coprire lo scandalo ?
Ora sta venendo fuori il problema Villa Malesia a Varazze che sta riaccendendo i fuochi visto che avrebbero tentato di uccidere don Giacomo (senza riuscirci) mentre forse erano riusciti ad eliminare don Bruno Pavese.

Purtroppo è don Giacomo che ha scoperto i trapianti clandestini di un professionista di Genova e viaggi in Kenia. Io ho solo denunciato il tutto credendo che avrei trovato un magistrato che di fronte a tanto orrore  avrebbe fatto giustizia, ma mentre ho trovato tante persone serie e professionalmente preparate (penso alla procura della Repubblica savonese  ed inquirenti), oltre ad essere umane e che hanno fatto ottime inchieste: Epilogo con nulla di fatto. Si parla tanto di insabbiamenti….e malagiustizia….. ?
Ora il caso Villa Malesia incendia tutto poichè il problema è che io sono residente dentro la stessa (malgrado sia all’estero, al momento, visto che nel novembre 2019 hanno cercato di eliminarmi) e che l’attuale vescovo di Acqui ha tentato in tutti modi di vendere la casa per non restituirmi gli oltre 2milioni di euro spesi nella stessa e documentati.
Come si vede nello scritto inviato al Comune, con massoni deviati collegati sia al vescovo, sia al gruppo massonico sottostante, sarebbero disposti a qualsiasi tipo di irregolarità e disprezzo di legge, sottovalutando che a Varazze ed anche in Comune ci sono molte persone che conoscono perfettamente la trapianti story, come pure in Procure liguri. E presumo non mancherebbe chi è disposto ad aiutarmi ed a supportarmi, direi anche a costo di perdere il lavoro come sarebbe già successo ad alcuni.
Renato Bonora

NOTA DI REDAZIONE –  Si potrebbe ipotizzare che dopo aver ascoltato il magistrato Luca Palamara a La 7, ospite del giornalista Massimo Giletti, con la testimonianza – intervista (vedi…….) : La magistratura è una casta che alimenta il sistema di cui facevo parte…”; si potrebbe ipotizzare, dicevamo, che lo j’accuse story  di Renato Bonora, salito anche alla ribalta della cronaca nazionale con un ampio servizio su l’Espresso alcuni anni or sono, contenga certe verità. Ci sono nomi scritti e che abbiamo omesso perchè fino a prova contraria c’è una verità giudiziaria da rispettare. Che può non essere necessariamente la verità reale.

La storia di grandi scandali dell’Italia, degli ultimi decenni, insegna. A quante pare le accuse di cui Bonora fa cenno sarebbero state via via ‘certificate’ come infondate. Altra storia i rapporti con il Comune di Varazze. Bonora ha allegato una ricca documentazione. E sono a disposizione delle asserite parti in causa o coinvolte. Dal contenuto della lettera a trucioli.it che pure aveva seguito alcuni capitoli, o il cittadino Bonora è un diffamatore – calunniatore seriale (ma non ci risulterebbero condanne in tal senso passate in giudicato), oppure senza voler invocare lo scandalismo, chi ha titoli potrebbe rispondere e fare chiarezza.

Siamo un piccolo blog di volontari, ognuno è responsabile di quanto scrive, non disponiamo di staff di giornalisti che possono bussare a questa o quella porta. Come ripetono a Striscia la Notizia, a Report, a Non è l’Arena, porte spalancate di trucioli.it per ascoltare tutti coloro che hanno qualcosa da chiarire, precisare, smentire, fino a smantellare il ‘teorema Bonora’ che per scrupolo professionale ‘dobbiamo prendere con le molle’.

DA LA STAMPA DEL 15 LUGLIO 2019

ACQUI TERME – Anche la Cassazione dà torto a Renato Bonora, l’imprenditore che trasformò Villa Paradiso, sulle alture di Varazze (Savona), in resort di lusso denominato Villa Malesia contro la volontà, almeno da un certo punto in poi, del Seminario vescovile di Acqui, proprietario dell’immobile e dei terreni, un tempo ritiro spirituale per sacerdoti. Da alcuni anni è iniziato il contenzioso legale da parte dell’ente ecclesiastico per riavere indietro il bene e ricondurlo a un uso diverso da quello cui era stato adibito (senza regolari permessi) con appartamenti di lusso, piscina e campo da golf, affittati per le vacanze a mille euro la settimana.

Nel 2015 il Seminario citò in giudizio Bonora poiché non pagava il canone di affitto di quello che, sulla carta, era solo un agriturismo. L’imprenditore, secondo i legali dell’ente acquese, doveva essere sfrattato poiché inadempiente rispetto al contratto agrario stipulato nel 2011. Il tribunale di Savona, prima, e la Corte d’Appello, poi, diedero torto a Bonora, condannato a pagare più di 48 mila euro al Seminario, con interessi e spese legali. Così fu costretto a lasciare la villa dopo l’intervento dell’ufficiale giudiziario, non senza annunciare ricorsi e lamentando complotti nei suoi confronti. La sua attività, pubblicizzata sul web dopo la trasformazione della villa in resort, aveva attirato la curiosità dei giornali e anche delle Iene di Italia Uno.

L’avvio dell’inconsueta attività in bene proprietà di un ente religioso era stato possibile grazie all’amicizia tra Bonora e l’allora economo del Seminario. (A sua volta aveva presentato querela contro il Secolo XIX- vedi sentenza  ed era stato risarcito con le condanne degli autori ed editore, altra causa per diffamazione riguarda lo staff delle Iene di cui ignoriamo l’esito ndt). Fino a che qualcuno si è accorto dei mancati pagamenti dell’affitto. L’ex titolare del resort, come aveva preannunciato, si è quindi rivolto alla Cassazione, evidenziando presunte irregolarità nelle notifiche degli atti nei precedenti gradi di giudizio. Argomenti che la Corte ha respinto in toto, chiudendo la vicenda, almeno dal punto di vista legale. Il Seminario ha quindi messo in vendita Villa Paradiso, valutata 5,4 milioni di euro. —

 


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