Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettera / Da Pietra Ligure, Mario Carrara:
Una lettera anonima infamante di 46 anni fa non doveva essere pubblicata. Che scivolone!


Caro Luciano Corrado: ho letto e riletto con attenzione sull’ultimo numero di Trucioli, n.2, del 10 Settembre 2020, l’articolo (vedi……) dedicato a Pietra Ligure, in particolare sulla situazione edilizia della città negli anni ’70 e della zona del Trabocchetto, intitolato, tra l’altro: “quella lettera rimasta senza risposta “.

Tu sai, perché te l’ho detto personalmente, ma, soprattutto, perché l’ho dichiarato in pubbliche assemblee, anche tu presente, che ho condiviso, come condivido, le tue passate prese di posizione ed il tuo impegno giornalistico sulla preservazione e sulla tutela del territorio dagli assalti indiscriminati della cementizzazione degli anni sessanta e settanta. Da amministratore pubblico sono arciconvinto che, non tanto gli stessi costruttori speculatori (che, se è loro consentito, ne approfittano e sono “rapaci” di ogni possibilità che possano sfruttare a loro vantaggio), quanto le amministrazioni pubbliche che si sono succedute negli anni, a Pietra come negli altri Comuni rivieraschi, hanno la responsabilità storica di aver permesso un’urbanizzazione massiccia, intensiva ed indiscriminata. Sarebbe bastato che si fossero cambiati in senso restrittivo i piani regolatori e ridotti drasticamente gli indici di fabbricabilità che non ci sarebbe stata più “trippa per gatti “.
Tuttavia, nell’articolo, pur avendone dato notizia ed avendone già sviluppato i concetti, hai voluto andare “oltre”,  anzi “ben oltre “, spingendoti a pubblicare una lettera anonima di ben 46 anni fa.
Ne sono rimasto colpito, allibito ed esterrefatto.
Con quella pubblicazione hai “dato vita” a congetture, illazioni, vituperazioni ed infamie  del tutto gratuite ed unilaterali, senza un minimo di prova che le supportasse, che erano sepolte in un tuo cassetto da 46 anni, facendole ridiventare “attuali, odierne e vive “.
Tuttavia, nel ridar vita, al contenuto di quella lettera anonima, che contiene considerazioni pesanti ed accuse nei confronti di persone determinate, non hai contemporaneamente, “ridato anche vita” alle persone che in essa vengono citate, in modo che se ne potessero difendere.
Tu affermi che: “molti di quei protagonisti non sono più in vita “;  ti sbagli: praticamente, sono morti tutti.
Non un nome citato in questa lettera anonima appartiene ad una persona ancora in vita.
Una lettera “anonima” appartiene alla squallida categoria del mondo spregevole dei vili, i quali, il più delle volte, gettano fango e spargono zizzania per un loro tornaconto od il loro piacere: è il modo migliore per insinuare, senza rischi per chi la scrive, il dubbio, il sospetto, la rabbia, il rancore, l’odio in chi la riceve.  “Tua moglie ti tradisce…; Quel maestro è un pedofilo…, Quel tal negozio non fa gli scontrini fiscali…. Quell’artigiano, quel libero professionista non fa mai la fattura….” Anche se non sono vere, quelle accuse ingenerano, comunque….”il dubbio”.
Anche se le cose “è provato”, poi, che non siano vere e che la “macchia” è cancellata, comunque, il “segno della cancellatura della macchia” rimane: le cose, comunque,  non sono più come prima…:  un “mah..”, un sospiro dubbioso, resta…
Un risultato, anche minimo, chi scrive la lettera anonima “disvelata ” l’ha ottenuto…
Una lettera anonima non dovrebbe avere mai la dignità di essere pubblicata e resa nota, facendola, in tal modo assurgere all’autorevolezza di “documento “. Una lettera anonima, infatti, è un “non-documento “, anzi, è un vero “anti-documento ” per la semplice ragione che “non documenta “, non attesta, non prova niente: parla ed il più delle volte “sparla” solo a senso unico per un fine, che, di solito, è quello di distruggere, di colpire qualcuno, di “metterlo in cattiva luce”, per averne un vantaggio diretto od indiretto, foss’anche solo di puro piacere, per odio, invidia, gelosia rancore, vendetta.
Mi chiedo, quindi: ma come hai fatto a pubblicare uno scritto unilaterale, gratuito,  del tutto infamante, a ben 46 anni dal suo invio a te? Ora che quelle persone citate ed accusate non ci sono più per potersi difendere?
Perché, contenendo accuse infamanti, non l’hai pubblicata 46 anni fa, quando gli interessati erano tutti vivi?
E ti chiedo ancora: perché, visto il loro contenuto di accuse infamanti, che contemplano gravi reati penali quali,  come mi sembra di intravvedere, “l’abuso in atti d’ufficio “, “l’interesse privato in atti d’ufficio “, e “mi spingo” anche a scorgere una specie di “associazione a delinquere “, non hai trasmesso il tutto alla Procura della Repubblica affinché facesse delle indagini appropriate, visto che si trattava di reati tutti perseguibili d’ufficio? Non era tuo dovere farlo, non tanto come giornalista, quanto come cittadino, visto le precise accuse espresse?
E chi non ti dice che il redattore della lettera anonima, contestualmente all’invio a te, non ne avesse imbucato un’altra destinata proprio alla Procura della Repubblica? Cosa gli costava? Chi gliel’impediva? E chi non ti dice che la stessa Procura, avendo ricevuto la lettera anonima, abbia effettivamente svolto delle indagini, cui non abbia dato seguito per la loro giuridica, penale non rilevanza? Ciò potrebbe essere un’ipotesi assolutamente veritiera, visto che nessuna delle persone citate, mi risulta, dovette mai affrontare accuse formali o processi, quindi, per conseguenza, condanne penali per quello per cui erano state accusate nella lettera anonima.
Né la Procura della Repubblica sarebbe stata (è…) tenuta a darne conto pubblico a chicchessia, se avesse svolto autonomamente e riservatamente delle indagini, che poi avesse deciso di chiudere.
Come vedi, da una lettera anonima, possono scaturire e derivare innumerevoli ipotesi e congetture, ognuna delle quali plausibile. Una lettera anonima, di sole frasi unilaterali gratuite, senza nessun documento allegato di prova (fotografie, testimonianze scritte ritrovate, ecc.) è “il tutto” ed “il niente” allo stesso tempo, da cui può legittimamente derivare “il tutto” ed “il niente”, ma che lascia, comunque, degli strascichi negativi.
Ma, ti chiedo ancora: se oggi, in coerenza con quello che hai fatto, tu ricevessi una lettera anonima, pur circostanziata, nella quale ti viene scritto che il Sindaco prende soldi dai costruttori, il maresciallo della Finanza è un corrotto, quello dei Carabinieri trattiene per sé parte della refurtiva confiscata, il prete insidia le fanciulle o circuisce le vedove possidenti… (tutte ipotesi di pura fantasia, per esemplificare), tu la pubblicheresti?
Io, per quel che mi riguarda, visto che in essa vengono citati entrambi i miei genitori, non sono in grado dopo 46 anni di difenderne la loro onorabilità e la loro memoria, visto che sono morti entrambi.
Nel 1974 ero ancora minorenne e, come me e più di me le mie due sorelle.
So solo che mio padre nel 1974, Sindaco Aldo Morello 1973/1975, in quel Consiglio Comunale era all’opposizione di quella maggioranza formata dalla DC con i partiti e gruppi indipendenti della destra; maggioranza che, di per sé, aveva numeri ultrabastanti per fare da sola  quello che avesse voluto.
Inoltre, ti ribadisco che mio padre MAI subì procedure, né ebbe MAI a difendersi in giudizio per questioni attinenti alla sua funzione di consigliere comunale; infine, che le licenze edilizie del Trabocchetto furono TUTTE (oltre una trentina) ricomprese dalla Regione Liguria in una lottizzazione che prevedeva opere consistenti di urbanizzazione a carico dei privati, come le fognature bianche, tutta l’illuminazione, l’asfaltatura, i parcheggi pubblici, l’acquisto di aree verdi, ecc. e che, in conseguenza di ciò, ricevettero dalla Regione Liguria stessa una nuova concessione edilizia.
Con la stessa franchezza con cui ti ho scritto e fin qui esposto, considero questa tua pubblicazione di una lettera anonima “infamante”, di 46 anni fa, che getta un’ombra e del fango sull’onorabilitá di persone morte da anni, che non si possono difendere, un vero “scivolone”, una cantonata, se non una vera aberrazione sotto il profilo etico e morale.
Ti invio i miei saluti cordiali.
Mario Carrara
Pietra Ligure, 16/9/2020

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