Ora, a 80 anni, è vescovo della Chiesa Ortodossa Italiana, ma scomunicato dalla Chiesa Cattolica romana. Era il 29 aprile 2015, trucioli.it titolava ‘Marmoreo da mesi chiesa chiusa, campane mute e senza notizie del parroco’(vedi ……..). La cronistoria, parziale, di don Giovanni Ferrando. Ma la nomea fu addirittura nazionale con Il Corriere della Sera del 22 gennaio 2003: ‘Scandalo in Liguria. Il vescovo (mons. Mario Oliveri) invita un sacerdote alle dimissioni, lui non si arrende e contrattacca. Garlenda, rivolta contro il parroco: ‘Pensa al lusso, non ai fedeli’.
Il sacerdote tornato alla ribalta della cronaca italiana e savonese, questa volta con la nomina choc a vescovo Chiesa Ortodossa. Silvio Fasano, storico fotoreporter che negli anni ha seguito le vicende del parroco dell’entroterra ingauno, ha raccolto le ultime ‘novità’ e ‘verità’ dallo stesso protagonista, don Ferrando appunto che chiarisce ed accusa. Fa pure nomi dei ‘colpevoli’ ed annuncia di essere pronto a trascinare nel baratro chi lo diffama. E lo scomunica, determinato a chiedere udienza a papa Francesco e vuotare il sacco. Mentre il vecchio cronista di provincia ricorda, come fosse ieri, i primi articoli, don Ferrando preso di mira da chi gli ‘estorceva’ denaro, minacciando di rivelare ‘vizietti da gay’. Le perquisizioni dei carabinieri, il materiale scoperto nel baule di un’auto (del prete) che era stata danneggiata. Fu l’inizio di un tormentone che non si è ancora concluso, nonostante gli anni. Tra articoli di quotidiani (Il Secolo XIX, soprattutto, con l’inviato Paolo Crecchi) e settimanali.
Come dimenticare persino un elenco di 18 sacerdoti della Diocesi di Albenga – Imperia, indicati uno a uno da un sito internet, come ‘preti pedofili, gay, amanti di donne sposate, di perpetue, catechiste minorenni, con la stanza del peccato’.