Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Stellanello: ricordi di don Enrico e di Malin ucciso a 16 anni. Quella vile e inutile strage.
I convivi in canonica e i versi di don Laureri


Don Enrico (vedi trucioli.it…..)e il ricordo di Lorenzo Stalla che fu catturato in Chiesa, patì la violenza dei Repubblichini e rimase prigioniero destinato ad un Lager. Riuscì a sopravvivere ed alla fine della guerra poté tornare a casa sfinito e morì dopo poco . L’altro ricordo riguarda l’uccisione di Matteo Canale, detto Malin, un ragazzo di 16 anni falciato da una raffica perché era stato visto correre verso casa sua gridando ‘I picca u prève!’

Matteo Canale detto Malin. Nato a Stellanello il 2-3-1928. Assassinato il 19 Giugno 1944. Il comando fascista imperiese il 19 giugno 1944 coordinava un’azione di forte contrasto nelle vallate, inviando squadroni di militi con esperienza nei rastrellamento. Molti erano fuoriusciti dalla Francia, oriundi imbevuti di nazionalismo, avanzi di galera con alle spalle omicidi e violenze.Un gruppo di tedeschi seguiva le azioni repressive. Barbetta, il noto fascista Vittorio Ottavi di Stellanello, si era aggregato alle squadracce come guida pratica del posto, rimarcando così il suo odio per i resistenti. Appena giunti a Stellanello questi mercenari uccidevano un ragazzino sedicenne, Matteo Canale, uscito sulla soglia di casa al passaggio della soldataglia che aveva appena arrestato il prete don Pietro Enrico, accusato di avvisare i partigiani mediante scampanelli.
Il ragazzo, impressionato dalle percosse affibbiate al povero chierico, aveva richiamato a gran voce la madre affaccendata in cucina. Ciò era bastato perché lo sventurato ragazzino si prendesse a bruciapelo una fucilata da quella ciurma di criminali. Un ulteriore colpo alla nuca ribadiva le intenzioni dei fascisti per la giornata, che si concluderà con l’assassinio del prete a Molino del Fico, vicino a dove erano già stati torturati orrendamente e poi fucilati qualche giorno prima i martiri partigiani Marco Agnese, (Marco), Alessandro Carminati (Sandro),Carlo Lombardi (Giuseppe) e Celestino Rossignoli (Celestino) – Testo tratto da Magazin Italia.

Malin compagno di giochi sveglio e simpatico. In suo ricordo é stato posto un cippo davanti alla casa di famiglia, poco oltre la chiesa di San Lorenzo.

Don Enrico era austero: viveva solo nella Sua solitaria canonica, assistito da una vecchia perpetua (forse una parente), brava cuoca che ammanniva pranzi luculliani per le feste solenni a beneficio degli altri numerosi Parroci della valle e delle persone che riteneva di riguardo. A quei convivî partecipava sempre anche il vegliardo Don Laureri, di San Damiano – allora Vicario foraneo del Vescovo d’Albenga – che intratteneva i commensali improvvisando versi d’occasione.
La puntuale testimonianza sulla fucilazione di Don Enrico dev’essere di persona che si trovò ad assistervi, tanto é accurata. La vile ed inutile strage di Stellanello fu il movente del rastrellamento: chi semina vento raccoglie tempesta. Successivamente – ai primi d’agosto – vi fu il bombardamento di Andora ed allora c’è chi si trasferì a Torino (dove i bombardamenti erano ancora più frequenti e devastanti).
In quei giorni qualcuno ebbe una strana visione. “Ero andato a Stellanello in bicicletta  – ricorda un testimone vivente – per comprare il pane, sulla via del ritorno mi sorprese il rombo d’un aereo ben visibile perché volava basso e non molto veloce.
Mio Padre aviatore m’aveva instillato il culto delle macchine volanti, per cui il mio sguardo, già abbastanza esercitato, ne fotografava l’immagine. Quel giorno l’aereo che vidi aveva una caratteristica insolita: aveva due code. Pochi anni fa leggendo con spasmodico interesse una biografia dell’affascinante pilota-scrittore Antoine de Saint-Exupéry colsi una notazione che mi fece ricordare lo strano aereo che aveva sorvolato Stellanello ed era stato intercettato da me.
Saint-Exupéry, decollato dalla sua base in Corsica ai comandi d’un caccia P-38 Lightinig per una ricognizione fotografica da alta quota su obbiettivi nella Pianura Padana era incorso in un errore di pilotaggio che aveva provocato l’avaria d’uno dei due motori. Perciò aveva preso la via del ritorno a velocità e quote ridotte dirigendosi, come amava fare spesso, verso la Costa Azzurra per sorvolare un castello nel quale aveva vissuto anni felici da bambino. Studiando la carta geografica mi sono convinto che lo strano aereo a due code nel cielo di Stellanello doveva essere proprio il Suo. Quella volta ‘Tonio’ ritornò alla base ma passò serie noie perché, oltre a sballare il motore, s’era dimenticato di fermare l’apparato fotografico, quindi aveva documentato la sua scappatella”.

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