Simonetta Chiarugi, genovese, ma cellasca adottiva, gode ormai di una fama nazionale per la sua competenza sulle piante. Non intendiamo passare in rassegna le rubriche pertinenti da lei curate su riviste sia generiche (fra cui “Famiglia cristiana”), sia specialistiche, ma sempre diffuse per l’intera penisola italiana , su blog in rete e su canali televisivi di QVC. L’ evento ormai decennale “Fiori, Frutta Qualità” da lei concepito e promosso si è progressivamente imposto come una manifestazione sempre più conosciuta, apprezzata e frequentata. Il borgo ospitante (Celle Ligure) per vari giorni settembrini muta d’aspetto e i suoi angoli, strade e piazze si trasformano in boschetti, in fascinosi giardini, in orti profumati …..
I suoi libri, impressi da Mondadori l’anno 2015 e 2016, hanno conosciuto un immediato successo, indizio – fra l’altro – delle capacità comunicative dell’Autrice, del suo sapersi mettere sulla medesima lunghezza d’onda del potenziale lettore e nel percepire gli interessi di lui anche se solo appena accennati. Per quel che mi riguarda mi piacciono gli acquarelli che le ho visto dipingere.
Qual è stata la tua prima passione?
Da piccola volevo fare la stilista, quella che allora si chiamava disegnatrice di moda, e così è stato fino a che ho deciso di lasciare quel mondo per dedicarmi completamente alla famiglia e ai miei figli.
Puoi parlare del tuo corso di studi?
Ho frequentato il Liceo artistico Nicolò Barabino di Genova, sono stati anni di studio favolosi di cui serbo un caro ricordo, insegnanti severi e appassionati che mi hanno permesso di esplorare un mondo affascinante e creativo. Al termine ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Genova, che non ho terminato in quanto ho vinto un concorso regionale per partecipare ad un corso che si prefiggeva di preparare un ruolo di interfaccia tra stilista e azienda.
Com’è nata l’idea di Fiori Frutta Qualità?
Dopo anni in cui mi sono occupata esclusivamente della famiglia, per necessità ho dovuto ricominciare a lavorare, non essendo più giovanissima e forse nemmeno giovane, sarebbe stato assai difficile trovare un lavoro per me soddisfacente, sono sempre stata molto creativa e un ruolo tradizionale sarebbe stato piuttosto soffocante e non mi avrebbe permesso di poter continuare a fare la mamma, la mia bimba più piccola allora aveva circa due anni. Quindi ho tentato di mettere a frutto i miei “talenti” e ho fatto la “bancalara”, la costumista e al contempo ho scoperto la passione per le piante. Amo cucinare e avevo iniziato a coltivare qualche aromatica e pianta da orto nel giardino della casa di campagna di famiglia, poi come dicono i giovani, mi è presa la scimmia e ho cercato di conoscere meglio il mondo vegetale e ho cominciato a visitare le più importanti mostre vivaistiche presenti in Italia e all’estero. Amo anche Celle Ligure e ho ritenuto che potesse risultare il palcoscenico ideale per una manifestazione dedicata al verde, era facilmente accessibile anche con il treno e situata in una regione da sempre votata all’agricoltura, quanto meno in passato e d unita ad una vocazione turistica, oggi forse non adeguatamente valorizzata.
Come si è dipanata nel tempo?
La prima edizione risale al 2008, con fatica ero riuscita ad ottenere la partecipazione di circa sessanta espositori che avevano dato conferma forse più per amicizia che per convinzione in quanto la nostra regione era vista come poco appetibile per questo genere di manifestazione. Il successo del primo anno ha visto l’afflusso di circa dodicimila visitatori e ha permesso così di posizionare Fiori Frutta Qualità tra le manifestazioni vivaistiche di interesse del panorama italiano. Nel tempo gli espositori sono aumentati, raggiungendo il centinaio. Rispetto ai primi anni, ne abbiamo perso alcuni del settore tecnologico, in quanto allora era particolarmente avvertita la sensibilità verso i pannelli solari, fotovoltaici, le pale eoliche in applicazione all’agricoltura ed impianti similari. Abbiamo peraltro potenziato l’attenzione ai produttori del territorio e si è cercato in generale di mantenere un alto livello qualitativo.
Sei madre di tre figli?
Ormai i mie ragazzi sono diventati grandi, e nessuno purtroppo è interessato al giardinaggio, anzi mi hanno sempre vista come una mamma un po’ strana, ricordo ancora il temino della mia Anna “ la mia mamma è diversa dalle altre mamme, però mi piace giustamente perché è strana!”
Sei sCutata Capo delegazione del FAI di Savona
Una bella esperienza durata qualche anno, ricca di soddisfazioni m, anche molto impegnativa, ho lasciato il ruolo quando mi sono accorta che non riuscivo più a sostenere gli impegni come volevo dovendoli conciliare con il mio lavoro e le esigenze famigliari .
Perché hanno avuto successo i tuoi libri e le rubriche di giardinaggio sui magazine italiani?
Non mi ritengo un’esperta di giardinaggio ma una semplice appassionata che ama condividere i suoi esperimenti verdi con gli amici, ecco forse è questa la chiave del mio chiamiamolo successo. La semplicità e il pormi all’interlocutore con tono amicale, inoltre ho cercato di raccontare come coltivare le piante non solo per fine puramente ornamentale e contemplativo ma per utilizzarle per creare semplicissime composizioni o ricette di cucina.
Che cos’è la vita per te?
Mi sto accorgendo che sta correndo via velocemente e vorrei fare ancora così tante cose, conservo pezzi di stoffa pronti per poter essere cuciti, pani di creta da plasmare, tavole di legno da assemblare bustine di semi da seminare e non so se mi sarà dato il tempo di fare tutto ciò che ho in mente. C’è vita se riesco a creare, in quei momenti sto bene e mi sento felice, la vita è amare e creare che poi forse è la stessa cosa.
Quale sogno vorresti realizzare?
Dicono che non bisogna svelare ciò che si desidera che poi non si avvera… sarà così? Invece voglio credere alla teoria della visualizzazione e sto lavorando con il pensiero affinché si realizzi il sogno di avere una casetta in un bosco tutta per me da trasformare in un piccolo cottage come quelli inglesi con tanto di Garden House annessa e magari un piccolo giardino segreto proprio come quello di Frances Hodgson Burnett descritto nel suo bellissimo libro. E poi di incontrare l’amore della mia vita.
Che cosa è la felicità?
Pare che la felicità sia fatta di tanti piccoli attimi, mi sono soffermata a pensare a quanto fossi felice quando una sera di giugno rastrellavo il prato del boscogiardino. (è così che chiamo la casa di campagna di famiglia che fino a qualche tempo fa, quando ero ancora sposata credevo fosse anche un po’ mia…).
Gianluigi Bruzzone