L’edizione 2019 del PreMeeting di Loano ha un cronista di gran peso. Che la città conosce e l’ha visto evolvere da bambino e figlio di papà e poi da politico di professione lungo corso. Commenta via social Angelo Vaccarezza, per un giorno, gran commis degli amici di Comunione e Liberazione e senza dimenticare i giardini San Josemaria Escriva‘, fondatore dell’Opus Dei, associazione schiva e riservata, senza riti massonici. Semmai è richiesta presenza alla Messa, preghiera e meditazione. Scrive il capogruppo di FI in Regione, ex sindaco, ex presidente di Provincia: “Il Premeeting è la testimonianza del fatto che una completa offerta turistica è fatta di molti elementi differenti ma eterogenei e complementari. Il turismo balneare, quello musicale, quello enogastronomico sono già collaudati. A questi, si aggiungono gli eventi culturali, che nel tempo sono diventati un tassello importante del mosaico che fa di Loano una città con un ventaglio di scelte diverse ma sicuramente ottimali a mantenere un livello turistico alto, in ogni settore”.
Chi potrebbe smentirlo ? Chi può documentare che non abbiamo ancora meritato la ‘terra promessa’ o il ‘paradiso in terra’ anche se, pare sostenga la stragrande maggioranza del popolo loanese e degli affezionati turisti da seconde case, ci siamo quasi vicini. Mai abbandonare l’ottimismo. Se Salvini affascina il popolo sovrano al motto “Prima gli italiani“, Vaccarezza seduce, non solo le belle signore come racconta il suo album fotografico, ma con slogan “Loano top“. L’aveva promesso del resto, nel corso dei lunghi anni di vita pubblica: farò della città una perla. Al punto che di recente ha pensato bene di copiare il brevetto la candidata sindaco di Pietra Ligure on. Sara Foscolo: “Con noi Pietra diventerà un gioiello“. Non l’hanno creduta e ha perso. Non è così a Loano che può contare sulla fede e dottrina dei ‘Pellegrini’, ogni riferimento personale è casuale.
Forse al PreMeeting ci si potrebbe astenere, almeno una volta, processioni escluse, dall’esibizionismo e dalla propaganda più o meno politicante, da partitocrazia. Un pizzico di rispetto per chi pratica, senza passerelle e squilli di tromba, una ‘fede associativa’ di impronta cristiana. Si può condividere o meno, senza per questo ricorrere ai libri pro e contro che documentano la storia passata e recente di Comunione e Liberazione. Pensiamo solo alla sorte del ciellino Formigoni. Ai suoi rapporti con i giornalisti troppo curiosi ed irriverenti. Non ci sarebbe bisogno insomma di prime donne anche in circostanze di idealismo vissuto. Sarà pure vero che ognuno è libero di esibirsi e rendersi utile, con il plauso dei suoi vicini e della platea. Il dissenso pare non abiti a Loano ed è utile tenerne conto.
E aggiungiamo noi, poveri e neri di trucioli.it, che non possiamo neppure aspirare ad un piccolo contributo pubblicitario, pubblico o privato. Per una città che ha raggiunto importanti traguardi qualitativi e quantitativi, di spessore sociale e benessere diffuso, come non osannare una sagra di eccellenze loanesi. Evento capace alla stregua, di fama meritata, del mega del porto e outdoor, di fare “il giro del mondo’ degli eventi enogastronomici.
Ecco l’annuncio ufficiale: “Da venerdì 12 a domenica 14 luglio a Loano si terrà la “Sagra del fritto misto di pesce e cundigiun ligure”, organizzata dalla Pro Loco Loano con il patrocinio dell’assessorato a turismo, cultura e sport del Comune di Loano. La manifestazione, che si svolgerà nei pressi della Casetta dei Lavoratori del Mare sulla passeggiata a mare, è dedicata ad uno dei prodotti locali di maggior pregio, il pesce, che sarà preparato nella classica ricetta del fritto misto. Ad accompagnare il piatto sarà il contorno tipico ligure: il cundigiun.”
Per comprensibile riservatezza non sono resi noti i nomi di fornitori e produttori. Il pesce è sicuramente dei pescatori loanesi, l’olio extravergine del frantoio di Verzi, pomodori ed ingredienti del cundigiun degli agricoltori locali che di anno in anno si incrementano di numero e terra coltivata. Un tempo in consiglio comunale la categoria era rappresentata dal tenacissimo Giacomin Patrone, socialista e Nando Richero democristiano, remissivo e taciturno.
Ci sfugge il nome dell’agricoltore che siede ora a palazzo Doria. Potrebbe illustrare come si coltivano i pomodori del territorio, preservandoli dalle infestazioni (la temibile Tuta in particolare) e quali della decina di qualità ibride e non, ‘cuor di bue’ vengono coltivate e proposte alla sagra. Da un po’ di anni c’è chi acquista nella piana ingauna altre due qualità: la Ponente e la Rosamunda, più resistenti agli insetti, maturano facilmente anche nel loro interno rendendole più gustose. Forse un parere da esperto si potrebbe chiedere ad un saggio coltivatore diretto iscritto nella categoria, il prof. Pietro Oliva, agricoltore a Verzi e che ha servito, con onore, il Comune di Loano nei suoi diversi ruoli di vice sindaco, assessore, presidente del consiglio comunale e mai con arroganza. E forse più di un cittadino sente la mancanza. A cominciare dal decoro urbano con cui sono stati accolti gli ospiti ‘foresti’ del PreMeeting.
IL COMUNICATO STAMPA DI PRESENTAZIONE
Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”, tutto pronto per l’edizione 2019 del PreMeeting di Loano
Dal 3 al 7 luglio a Marina di Loano edizione 2019 del PreMeeting di Loano, la manifestazione che anticipa i temi del Meeting di Rimini, kermesse che la Fondazione Amicizia fra i Popoli organizza ad agosto di ogni anno a Rimini. L’iniziativa è promossa e realizzata dall’associazione culturale Cara Beltà e dal Banco di Solidarietà “Padre Santo” di Loano con il contributo dell’assessorato a turismo, cultura e sport del Comune di Loano, della Marina di Loano, di Regione Liguria.
La conferenza stampa di presentazione della manifestazione presenti il presidente dell’associazione culturale “Cara Beltà” Paolo Desalvo, dell’assessore a turismo, cultura e sport Remo Zaccaria, del presidente del banco di solidarietà “Padre Santo” Antonio Landi e dei rappresentanti di Marina di Loano. Il titolo della 40^ edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si terrà nella Fiera di Rimini dal 18 al 24 agosto, sarà “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”, verso della poesia “Il nome” di Karol Wojtyla. Come spiega Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, si tratta di “un titolo in piena continuità con i contenuti della scorsa edizione. Se nel 2018 abbiamo messo al centro la persona, l’uomo che cerca la felicità e fa esperienza di essa, nel 2019 andremo ulteriormente al fondo per scoprire da dove può nascere il volto, la fisionomia della persona”. A fare da contorno al PreMeeting di Loano un ricco programma di concerti, mostre ed eventi sportivi.
Il presidente dell’associazione culturale “Cara Beltà”, Paolo Desalvo, spiega: “Come sempre, il PreMeeting di Loano raccoglie la sfida del Meeting di Rimini e invita a riflettere sui cambiamenti in atto nel nostro tempo, ormai sempre più inafferrabili. Da un lato è sorta una capacità stupefacente di costruire, manipolare e controllare la realtà attraverso il potere tecnologico sempre più diffuso; dall’altro percepiamo uno smarrimento sempre più profondo riguardo al senso per cui stare al mondo e alla società che si vuole costruire. Potenza della tecnica, povertà di beni e di significato. Ma qual è la novità necessaria? Gli amici che anche quest’anno hanno costruito il PreMeeting di Loano credono che essa stia nella realtà più nascosta, più essenziale, più decisiva di tutto il resto: il nostro io. E che perciò la domanda più utile nel nostro presente, quella che dunque riempirà gli spazi estivi della Marina di Loano, è: da dove nasce l’io? Da dove viene il ‘volto’ di ciascuno di noi? È la domanda disarmata che Nicodemo rivolse a Gesù: ‘Come può nascere un uomo quando è vecchio?’. Perché la vecchiezza è soprattutto quella dell’uomo che non ha più coscienza di sè.”
“L’io può rinascere solo da un incontro. Un incontro pienamente umano riapre l’io al suo desiderio di bellezza, di pienezza, di verità e di giustizia in modo così intenso che da solo non sapeva immaginare. Perchè in ogni incontro vero è come se ciascuno si sentisse ‘preferito’, si sentisse dire ‘aspettavo proprio te’. Ciò che consente di affrontare l’incertezza e la confusione esistenziale della nostra epoca non è anzitutto uno sforzo di volontà o una coerenza etica. Nessuna tecnica per la ‘cura di sé’, nessuna riflessione ha la forza generativa di un incontro: solo una preferenza può ridarci a noi stessi. E c’è un rapporto talmente originario che spesso resta sepolto al di sotto della consapevolezza: quello col Mistero che ci fa esistere. Accorgersi di ‘essere’, di non ‘essersi fatti’, aver coscienza che si è ‘chiamati’ ad esistere è l’esperienza più indispensabile per tutta la cultura – per la scienza l’economia, la politica e l’arte: da essa dipende una posizione realistica rispetto a tutto ciò che ci circonda, la possibilità stessa di un impegno serio nella realtà”.
Il sindaco di Loano Luigi Pignocca e l’assessore a turismo, cultura e sport Remo Zaccaria aggiungono: “Con i suoi cinque giorni di incontri e spunti di riflessione, mostre, concerti e manifestazioni sportive, i suoi ospiti di grande spessore culturale ed artistico, anche quest’anno il PreMeeting di Loano si conferma uno degli appuntamenti di primo piano del calendario estivo della nostra città e non solo. Da anni, ormai, il PreMeeting di Loano anticipa quelli che saranno i temi sviluppati poi durante il Meeting di Rimini, da 40 anni la principale manifestazione estiva al mondo di cultura, incontri e spettacoli e un momento in cui ‘costruire la pace, la convivenza e l’amicizia fra i popoli’. Siamo molto orgogliosi di aver costituito questo ‘filo rosso’ con gli amici di Cara Beltà, del Banco di Solidarietà ‘Padre Santo’ e della Fondazione Amicizia fra i Popoli, un rapporto estremamente proficuo che ci consente di regalare ai nostri concittadini ed ospiti una manifestazione culturale di grandissimo valore ed un utilissimo momento di riflessione su alcuni aspetti del nostro tempo”.
L’amministratore di Marina di Loano, Ivan Pedrielli, aggiunge: “Nella storia della marineria, i porti sono da sempre metafora di accoglienza ed è perciò con estremo piacere che diamo nuovamente il benvenuto agli amici del PreMeeting di Loano, un evento che ogni anno riscuote una straordinaria partecipazione da parte di un pubblico sempre molto numeroso. Il binomio Marina di Loano-PreMeeting è più che consolidato e questo non può che riempirci di orgoglio: la manifestazione, infatti, è sempre caratterizzata da ospiti di primissimo livello e momenti di confronto estremamente interessanti. Anche per questo ringraziamo Cara Beltà ed il Banco di Solidarietà ‘Padre Santo’ di Loano per l’impegno con il quale ogni estate organizzano questa cinque giorni di incontri, concerti, mostre ed eventi sportivi”.
Il PreMeeting di Loano prenderà il via mercoledì 3 luglio alle 20.45 al Marina Center di Marina di Loano con i saluti e gli interventi di Paolo Desalvo, presidente dell’associazione culturale “Cara Beltà”; di Luigi Pignocca, sindaco di Loano; di sua eminenza Guglielmo Borghetti, vescovo della diocesi di Albenga-Imperia. A seguire, alle 21, la presentazione del titolo del PreMeeting “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi” a cura di: Giovanni Toti, governatore della Regione Liguria; Giorgio Vittadini, docente di statistica metodologica all’Università di Milano Bicocca, fondatore e presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e autore di numerosi articoli e saggi su temi socio-economici; Emilia Guarnieri, socio fondatore del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli, responsabile culturale della manifestazione e attualmente presidente della Fondazione Meeting per l’Amicizia tra i Popoli.
Giovedì 4 luglio l’incontro dal titolo “Generativi di tutto il mondo, unitevi!” Mauro Magatti, docente di sociologia della globalizzazione presso l’università Cattolica del Sacro Cuore, dialogherà con l’imprenditore Stefano Sala (dal 2007 imprenditore alla guida del Gruppo per spa, fondatore del Banco Informatico, che supporta il mondo del no profit distribuendo tecnologia informatica) per scoprire la generatività negli esempi più concreti dell’economia e della società di oggi come nuovo paradigma della libertà che ci libera da noi stessi.
La libertà in condizioni di libertà è diversa dalla libertà in condizioni di costrizione. È questo il problema che interpella oggi la “società dei liberi”. È vero, ci siamo liberati. Ma nel frattempo siamo divenuti prigionieri della potenza: quella dei grandi apparati tecno-economici e quella della volontà di potenza soggettiva, in continua espansione. Tutti uguali, finalmente disinibiti, perennemente in cerca, sempre aperti a tutto. Ma trasformando, alla fine, il desiderio in godimento e facendoci schiavi della performance. Arrivando a negare la realtà, il senso, l’altro da noi, la vita. E così diventando violenti, insoddisfatti, depressi. Pieni di cose e perfettamente vuoti. E disuguali. Esiste però un’altra libertà: la “libertà generativa”. Una libertà che insegue una speranza e sta in relazione con la realtà, con l’altro da sé. Un generare che è biologico e simbolico. Come movimento antropologico originario, speculare al consumo, la generatività si manifesta nell’arte, nel lavoro cooperativo, nel volontariato, in certa imprenditorialità, nell’artigianato.
Venerdì 5 luglio il giornalista e scrittore Gerolamo Fazzini nell’ l’incontro dal titolo “La nostra morte non ci appartiene. I 19 martiri di Algeria”. Tra il 1992 ed il 2001 la guerra civile tra islamisti ed esercito in Algeria ha causato 150 morti ammazzati. Tra di loro anche 19 religiosi cattolici, suore, consacrati, monaci, un vescovo. Vite innocenti stroncate dalla furia omicida che bollava umili religiose e uomini di preghiera con l’epiteto di “crociati”. Niente di più falso: la vicenda della chiesa in Algeria è una delle pagine più evangeliche del Novecento.Uomini e donne che, mentre intorno a loro migliaia di persone venivano massacrate, non si sono messi in salvo, ma hanno deciso di restare a fianco dei propri fratelli e sorelle a costo della vita. E perciò hanno accettato il rischio di una fine violenta, come testimonia la frase di Christian de Chergé, l’Abate di Thiberine reso famoso dal film “Uomini di Dio”, che dà il titolo al libro.
Alle 21 sempre nella sala meeting del Marina Center, l’attore teatrale e cinematografico Pietro Sarubbi protagonista dell’incontro “Tra Barabba e don Camillo. Storia di un attore convertito sul set”. Pietro Sarubbi studia regia e comunicazione all’Università popolare dello spettacolo di Napoli e regia presso la Civica scuola d’Arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano. Partecipa a produzioni televisive RAI (Portobello, Fantastico, film tv) e Mediaset (Maurizio Costanzo Show, Zelig, Casa Vianello, Camera Cafè e altre fiction e sit-com). Lavora in teatro con Zeffirelli, Lavia, nel cinema con Gabriele Salvatores, Nanny Loy, Dino Risi. Sono due registi stranieri ad affidargli i ruoli più importanti: John Madden lo sceglie nel cast di “Il mandolino del capitano Corelli”, dove recita al fianco di Nicolas Cage, Penelope Cruz e John Hurt. Mel Gibson invece gli affida il ruolo di Barabba in “La passione di Cristo”.
Proprio quest’ultima interpretazione segna l’inizio di un cammino di ripensamento della propria vita e di conversione che lo porta a un convinto abbraccio della vita cristiana e della Chiesa. Sarubbi è anche insegnante di recitazione, scrittore, autore e registra teatrale. Recentemente ha portato in scena un inedito ritratto di Giovannino Guareschi, molto personale, che scaturisce dalla memoria e dai ricordi della narrazione di suo padre Rocco.
Sabato 6 luglio alle 21 al Marina Center l’incontro “Etty Hillesum. Il cielo sopra la mia strada” con Gianni Mereghetti, insegnante di storia e filosofia, e Claudia Munarin, dottoressa in filologia moderna e comunicazione. Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung, il Vangelo. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, spesso ne parla. Poi, a poco a poco, la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi fra le righe del suo diario, finchè un giorno annota: “La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare”. Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima e sempre più si apre alla profondità del rapporto con Dio. Pur avendo la possibilità di fuggire, sceglie di condividere il destino del suo popolo e viene confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz. Etty esalterà la bellezza della vita persino di quel “pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato” e ringrazierà la possibilità di rimanere un “cuore pensante”, continuerà a sentire che “il cielo è sopra la mia strada, il cielo è dentro di me”. Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento morale e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario: un orizzonte sempre più ampio, libero e teso all’essenziale, aperto ad un’esistenza che è in se stessa “bella e ricca di senso”.
Domenica 7 luglio, ultima giornata di PreMeeting, si aprirà alle 9 sul molo Francheville con la “Chicchirichì Run”, allenamento di gruppo (sulla distanza di 5 chilometri) per runners e walkers nell’area della Marina di Loano. Alle 18 al Marina Center è in programma l’incontro “Francesco e il Sultano. A ottocento anni dall’incontro”, anticipazione della mostra del Meeting 2019 “Francesco e il Sultano” con monsignor Antonio Suetta, vescovo della Diocesi di Sanremo-Ventimiglia, e Alessandra Vitez, responsabile delle mostre del Meeting di Rimini.
Nel 1219, san Francesco d’Assisi incontra il sultano d’Egitto a Damietta, sulle rive del delta del Nilo, nel pieno degli scontri della quinta crociata. Fu, come è noto, un incontro pacifico e benaugurante: solo recentemente, però, lo si è studiato in profondità, mettendo in luce le ambivalenze riguardo alla “missione” cristiana in epoca medievale e la loro eco nel mondo francescano: quell’imprevedibile faccia a faccia fra il Poverello e il sultano Malik al Kamil fu un fatto talmente straordinario che probabilmente non venne interamente compreso dai contemporanei, riuscendo tuttavia a dare origine e alimentare per secoli la pacifica e dialogante presenza dei figli di san Francesco in Medio Oriente. Oggi la nostra visuale è profondamente diversa, ma i problemi e le ambiguità non sono certo scomparsi, alimentati anzi da un contatto sempre più stretto, frequente tra cristiani e musulmani e dalle circostanze spesso problematiche. Riscoprire quell’evento, vecchio di ottocento anni ma così sorprendentemente attuale, ci permette di gettare uno sguardo più profondo su cosa possa essere l’autentico dialogo tra uomini di religioni diverse. L’incontro anticipa una delle più importanti mostre dell’edizione 2019 del Meeting di Rimini per l’Amicizia tra i Popoli.
Durante tutta la durata del PreMeeting al Molo Francheville mostra dal titolo “Non muoio neanche se mi ammazzano – L’avventura umana di Guareschi” a cura di Sacha Emiliani, Laura Ferrerio, Marco Ferrerio, Alessandro Gnocchi, Paolo Gulisano con la collaborazione di Carlotta e Alberto Guareschi. La mostra riscopre Giovannino Guareschi, presentando a tutto tondo la figura e l’opera di un uomo che non fu solo un grande umorista, creatore di don Camillo e Peppone, ma anche uno dei più grandi scrittori del ‘900, la cui lezione è di grande interesse per affrontare il nostro tempo e la sua dirompente carica conflittuale. Guareschi attraversò un momento della storia italiana particolarmente complesso e fu sempre profondamente coinvolto nelle discussioni politiche, spesso feroci, del suo tempo. Non faceva l’umorista a cuor leggero: pagò di persona le sue scelte difficili con il campo di concentramento e la prigione. Anche nella tempesta, però, sapeva dove guardare per mantenere un volto proprio, un’identità originaria al di là degli schemi ideologici. Come don Camillo, aveva un punto certo a cui tornare. I suoi libri, che hanno a tutt’oggi una diffusione straordinaria, raccontano spesso di personaggi sanguigni e ben decisi a difendere la propria posizione; che trovano però la loro vera forza nella capacità ultima di riconoscere l’altro uomo, sorprendentemente simile a noi, dietro la maschera stereotipata dell’avversario.