Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Nice Matin, se due più due fa quasi quattro
Crisi industriale, ecco due volti stridenti


Da NICE-MATIN, Prima pagina del 3 giugno 2019…a proposito di uno stabilimento del colosso italiano Ferrero, in Francia…160 lavoratori su 400 persone con contratti a tempo indeterminato che chiedono un aumento di stipendio, forse è l’effetto della protesta dei Gilet Gialli, movimento che è nato dalla protesta contro l’aumento dei prezzi del carburante e l’elevato costo della vita, e sostiene che un onere sproporzionato delle riforme fiscali dei governi sta cadendo sulle classi lavoratrici e medie, specialmente nelle aree rurali e suburbane.

I manifestanti chiedono la diminuzione delle tasse sul carburante, la reintroduzione della tassa di solidarietà sulla ricchezza, un aumento dei salari minimi, e l’attuazione dei referendum d’iniziativa dei cittadini. Voltiamo pagina e ci troviamo di fronte alla realtà italica: in Italia non viene chiesto aumenti di salari ma aumenti di posti di lavoro. Sul programma redatto a suo tempo definito “contratto” l’attuale governo italiano “gialloverde” [vedi testo in appendice] in materia di “Lavoro”, a più riprese si enfatizza un costante aumento di posti di lavoro.

“ROMA – “3,2 milioni di posti di lavoro nei prossimi 5 anni. È questa la previsione di Unioncamere, perfettamente in linea con le misure adottate dal Governo del Cambiamento con una Manovra che punta sulla crescita, sul turnover generazionale e sullo sviluppo digitale e tecnologico. L’apocalisse non è arrivata dopo il Referendum del 2016, come prospettavano in molti, e non arriverà adesso nonostante certa stampa ed i vecchi partiti tifino contro questo Governo, sperando che accada l’armageddon. Il reddito di cittadinanza è una manovra economica nella Manovra e farà crescere la domanda interna, la revisione della Fornero permetterà a centinaia di migliaia di giovani di occupare il lavoro lasciato da chi finalmente potrà godersi il sacrosanto diritto di andare in pensione ed il più grande piano di investimenti degli ultimi anni rilancerà l’economia. Siamo ad un punto di svolta e siamo certi che il 2019 sarà l’anno del cambiamento”. Lo dichiarano i deputati M5S della Commissione Lavoro della Camera”.

640 mila posti di lavoro all’anno, una utopia anche se l’Istat ce la mette tutta per dimostrarlo. Gli occupati a marzo sono aumentati di 60 mila unità rispetto a febbraio (+0,3%) mentre sono cresciuti di 114 mila unità su marzo 2018 (+0,5%) arrivando a 23.291.000 e sfiorando i massimi registrati a maggio 2018. Lo rileva l’Istat  spiegando che l’aumento tra marzo e febbraio riguarda soprattutto gli occupati dipendenti “permanenti” ovvero con un lavoro stabile, cresciuti di 44 mila unità. Il tasso di occupazione sale di 0,2 punti rispetto a febbraio al 58,9%, ai massimi da aprile 2008. Un ritorno ai livelli pre-crisi dovuto all’aumento del tasso di occupazione delle donne che ha toccato il valore massimo della serie storica (dal 2004) arrivando a marzo al 49,8% rispetto al 47,5% dell’aprile 2008.

I dati positivi sull’occupazione si riflettono anche sui disoccupati. Le persone in cerca di lavoro sono 2.641.000, in calo di 96mila su febbraio e di 208mila su marzo 2018. La disoccupazione tra i giovani, le persone tra i 15 e i 24 anni, a marzo 2019 è scesa al 30,2%, il dato minimo da ottobre 2011. In generale il tasso di disoccupazione  è diminuito di 0,4 punti rispetto a febbraio arrivando al 10,2%, il dato più basso dopo agosto 2018 (era al 10,1%).

Anche l’aumento degli occupati si concentra principalmente tra i giovani, i minori di 34 anni (+69mila unità), mentre sono stabili i 35-49enni e calano gli over 50. Rispetto ai minimi di occupazione registrati con la crisi economica (22.142.000 unità a gennaio 2014), l’Istat rivela che si sono recuperati oltre 1,1 milioni di occupati. Il recupero del livello di occupazione rispetto al periodo precedente la crisi (lavoravano 23,18 milioni di persone) si è avuto con un cambiamento della composizione degli occupati. Per le donne si registrano appunto 443mila occupate in più rispetto ad aprile 2008 mentre per gli uomini si segnano 480mila occupati in meno, con il tasso passato dal 70,4 al 68%.

Nel periodo da gennaio a marzo 2019 l’occupazione registra una crescita rispetto ai tre mesi precedenti, sia nel complesso (+0,2%, pari a +46 mila) sia per genere. Nello stesso periodo diminuiscono i dipendenti a termine (-1,0%, -31 mila), mentre aumentano gli indipendenti (+0,3%, +14 mila) e soprattutto i dipendenti permanenti (+0,4%, +64 mila), a conferma del trend positivo per i contratti di lavoro stabili, già emerso dai dati Inps su febbraio e prima su novembre e dicembre 2018, cominciato dopo l’entrata in vigore del decreto Dignità anche per rinnovi e proroghe voluto dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio per ridurre la precarietà, introducendo dei paletti ai contratti a termine.

I dati comunicati dall’Istat mettono in evidenza “il positivo andamento del mercato del lavoro”, afferma il ministro dell’Economia Giovanni Tria commentando i numeri resi noti dall’Istituto di statistica. Da segnalare in particolare, “oltre all’aumento dei giovani occupati e delle posizioni permanenti, il miglioramento del tasso di occupazione che risale al 58,9%, tornando ai livelli massimi da aprile 2008. Numeri che testimoniano la solidità e la tenuta dell’economia italiana”, conclude il titolare del Mef. Vediamo ora il positivo andamento del mercato del lavoro come viene enunciato dal governo giallo-verde e dall’Istat:

Il Secolo XIX, in questi giorni pubblica un annuncio drammatico: “Savona – Annuncio choc del commissario straordinario di Piaggio Aerospace nell’incontro di questa mattina all’Unione Industriali dove si svolto anche il presidio dei lavoratori. Sarà avviata la procedura per la cassa integrazione che riguarderà un massimo di 1027 dipendenti, ma l’utilizzo potrebbe essere inferiore rispetto ai carichi di lavoro. I lavoratori hanno deciso così di chiedere un incontro immediato con il prefetto. Il commissario ha anche aggiunto che gli stipendi di aprile dei dipendenti Piaggio Aero sono garantiti, poi si vedrà”

Ma la Piaggio Aerospace  è responsabile della manutenzione di molti motori della flotta dell’Aeronautica militare, in particolare i Viper di Rolls Royce installati sugli aerei delle Frecce Tricolori. Ma per la società quest’area non sarebbe a rischio. Anche per questo sulla questione è intervenuta la ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Il ministero, ha chiarito, «continua a supportare la creazione delle condizioni idonee a una soluzione più duratura possibile, che possa contemperare al meglio le esigenze operative dello Strumento militare e il valore strategico dell’azienda». Per la ministra ciò avverrà anche «con l’attuazione di un programma di rinnovamento della flotta di velivoli P180 già disponibile presso le Forze Armate», gli aerei da trasporto executive della Piaggio.

Dopo gli F35 di Cameri; dopo i P.1HH droni della Piaggio; ora toccherà ai lavoratori [800 comprensivi di indotto] della Bombardier:
“«Bombardier cambia il piano industriale e non garantisce il mantenimento del sito oltre la seconda metà del 2019». A lanciare l’allarme, con un comunicato, è Andrea Mandraccia della segreteria Fiom Cgil Savona. Un anno fa era arrivata la maxicommessa di Mercitalia Rail, società che gestisce il settore cargo delle Ferrovie dello Stato, che aveva evitato la chiusura dello stabilimento di Vado della Bombardier Transportation Italy. Si trattava dell’acquisto di 125 nuovi locomotori elettrici nell’arco di tre anni, con un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. La possibile chiusura della sede italiana tradisce le enormi difficoltà che hanno le aziende multinazionali a investire e operare in Italia, visto che sono ostacolate da leggi paragnostiche, burocrazia ostica, e tasse astronomiche. La Bombardier è una multinazionale nata in Canada che costruisce aerei e treni, inclusi i regionali liguri.

Il Secolo XIX, nell’edizione del 7 aprile c.m., con il titolo “Raggio di sole su Bombardier, consegnata la prima E494“, cerca di dare una ventata di primavera sulla crisi che attualmente lo stabilimento vadese stà attraversando. “Dopo le prove tecniche, è entrata in servizio reale la prima locomotiva della nuova serie “E494”, costruita nello stabilimento vadese di Bombardier Transportation Italy e consegnata a Captrain Italia Srl. Intanto proseguono le consegne delle macchine gemelle destinate a Mercitalia Rail. Si tratta di eventi non secondari per lo stabilimento al centro della burrasca, anche se non ancora sufficienti per restituire tranquillità ai 500 lavoratori di Bombardier, che con tutta probabilità scenderanno in sciopero venerdì prossimo e il successivo. Quello che oggi manca alla filiale italiana della multinazionale canadese è un ruolo predominante sul mercato ferroviario nazionale. Gli operatori privati stanno acquistando le locomotive della famiglia Traxx, ma si tratta di ordini di poche unità alla volta. Una commessa più consistente, di quaranta macchine, è quella di Mercitalia, ma resta ben lontana dall’ordine, forse irripetibile, di 700 locomotive come era stato anni fa quello delle “E464″ per il trasporto regionale. Nel mirino dei sindacati resta la lentezza di Governo e Ferrovie dello Stato, ma anche l’incertezza nel formalizzare gli accordi di collaborazione, come quello ventilato con Hitachi Rail Italy per partecipare alla realizzazione dei nuovi treni regionali (un maxiordine da 4,5 miliardi di euro)”.Fornicoke, Ocv, Tirreno Power, Isoltermica. Fabbriche di Vado Ligure chiuse e famiglie in crisi tanto che ogni giorno decine di persone bussano alla porta del Comune per chiedere aiuto: per pagare bollette, per fare la spesa e per pagare gli studi ai propri figli. Il dramma di centinaia di persone che un tempo erano occupate nelle industrie storiche della Valle di Vado ora si riversa sull’ente pubblico. Dopo il sequestro dei due gruppi a carbone della centrale, la Tirreno Power, tra lavoratori diretti ed indiretti ha lasciato a casa 800 dipendenti.
Arriva da Biella il peggior risultato piemontese con un +91,5 %. Presentata la richiesta preventiva di cassa per 2.400 addetti. La situazione ad oggi della Brandamour di Valle Mosso. Fallimento Mercatone Uno: 1.800 lavoratori e famiglie nel limbo (senza stipendi e garanzie). Mercatone Uno, 1.000 lavoratori (e famiglie) nell’indotto Senza stipendio e senza garanzie, i dipendenti dei 55 punti vendita rimasti a casa dopo il fallimento dello scorso 23 maggio attendono che qualcosa si muova.

ArcelorMittal Italia ha annunciato oggi 5 giugno 2019 che, a causa della grave crisi di mercato, «si trova nella necessità di ricorrere temporaneamente alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria». Il provvedimento interesserà lo stabilimento di Taranto per – al massimo – circa 1.400 dipendenti al giorno, per 13 settimane. L’azienda annuncia di aver «già contattato le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie per informarle di questa operazione». Dettagli saranno forniti domani in un incontro. Nonostante lo scenario sia «molto critico – si legge in una nota del gruppo industriale – ArcelorMittal Italia conferma il proprio impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, al termine dei quali, con un investimento da più di 2,4 miliardi di euro, Taranto diventerà il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d’Europa»’.

Da il Secolo XIX: Genova – «I “commissari” si dimettono dimenticandosi che il loro mandato era la realizzazione del Piano fino al 2023 per tutti gli stabilimenti. Entro quella data tutti i lavoratori devono trovare una occupazione dentro Mittal. È un brutto segnale, sapendo che siamo solo all’inizio dell’affitto di Ilva in amministrazione straordinaria a ArcelorMittal»: così, in una nota, il segretario della Fiom Cgil di Genova, Bruno Manganaro, ha commentato le dimissioni dei “commissari” straordinari dell’Ilva. Ancora: «Sembra che i “comandanti-commissari” scelgano di abbandonare la nave Ilva perché il governo non si interessa più dell’azienda. L’accordo prevedeva dopo 3 mesi la verifica con il ministro Di Maio, ma a oggi tutti sfuggono. Parlare di “fase 2” è una presa in giro, la fase è sempre una: consolidare Mittal in tutti gli stabilimenti e garantire che tutti i lavoratori ancora in cassa integrazione possano essere assunti in ArcelorMittal, il resto sono “chiacchiere e distintivo”. Il governo deve convocare tutta la delegazione sindacale e chiarire cosa sta succedendo». Per il momento sono già stati sostituiti, a velocità supersonica, i Commissari dall’onorevole Gigino. Facciamo i “conti della serva”: 3,2 milioni di posti di lavoro nei prossimi 5 anni, ovvero 640 mila nuovi posti all’anno; [1027 + 800 + 800 + 2400 + 2800 + 1400] = 9227 posti in meno nell’arco di tre mesi. Forse la “Nuova Matematica” sta per essere riscritta.

Alesben B.

ARTICOLO DI NICE MATIN – Tradotto e riportato dall’edizione del 3 giugno da “La Stampa”. Lo stabilimento Ferrero di Villers-Ecalles (Seine-Maritime), in Francia, il più grande sito produttivo al mondo della Nutella, è bloccato da sei giorni per uno sciopero dei dipendenti, che chiedono aumenti salariali.

«Centosessanta lavoratori sono in sciopero dalla notte fra lunedì e martedì scorso, nessun camion entra o esce dal sito da allora», ha dichiarato Fabrice Canchel, segretario della fabbrica Force Ouvriere. «La produzione di Kinder Bueno è ferma da martedì. Su quattro linee di produzione della Nutella, solo una funziona ancora al 20% della sua capacità», ha detto il sindacalista spiegando che «le materie prime stanno iniziando a mancare». E ha aggiunto: «Nel quadro dei negoziati annuali obbligatori, chiediamo un aumento generale salariale annuale di circa il 4,5% e il pagamento di un premio Macron di 900 euro». Canchel ha denunciato anche «un deterioramento delle condizioni di lavoro». «Al momento la direzione propone solo un aumento dello 0,4%», ha dichiarato Sandra Hauchard, delegata del sindacato Cftc sul sito. Intanto in una email interna, la direzione ha fatto sapere di ritenere il blocco dell’accesso al sito «completamente illegale». E ha sottolineato che interesse dell’azienda è «tutelare i dipendenti che non vogliono scioperare – e che sono la maggioranza – e desiderano continuare a lavorare». Agli scioperanti è stato notificato che saranno loro applicate sanzioni.

L’impianto di Villers-Ecalles produce 600.000 vasetti di Nutella al giorno, ovvero un quarto della produzione mondiale, e impiega 400 persone con contratti a tempo indeterminato. Centosessanta lavoratori su 400 persone con contratti a tempo indeterminato, forse è l’effetto della protesta dei Gilet Gialli, Il movimento che è nato dalla protesta contro l’aumento dei prezzi del carburante e l’elevato costo della vita, e sostiene che un onere sproporzionato delle riforme fiscali dei governi sta cadendo sulle classi lavoratrici e medie, specialmente nelle aree rurali e suburbane. I manifestanti chiedono la diminuzione delle tasse sul carburante, la reintroduzione della tassa di solidarietà sulla ricchezza, un aumento dei salari minimi, e l’attuazione dei referendum d’iniziativa dei cittadini.



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