Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano: morire in ospedale a Nizza, in attesa di trapianto di fegato, del Modello S 2 Asl o bonifico di 168.860 €. L’inedita odissea della farmacista che si curava pure con ‘riso rosso’


Una morte,  straziante, con retroscena allucinanti, all’Hospital L’archet, di Nizza (Francia). E’ la tristissima storia che ha accompagnato, nel regno dell’infinito, Carla Dompè, vedova Bazzano, 72 anni, contitolare della ‘Farmacia Nuova’, nel salotto storico di Loano, gestita dalla figlia Nicoletta. E ora all’orizzonte strascichi legali e giudiziari ? Malasanità transnazionale ? Dall’assistenza medica in  due ospedali, alla società italiana che produce integratori (un preparato di riso rosso fermentato e non la curcuma come inizialmente riferito dai media locali e da trucioli), al ministero della Salute che ne ha autorizzato il commercio. Prime iniziative: una segnalazione all’Aifa (Farmacovigilanza) e all’Asl 2.

Una volta ottenuto la cartella clinica (o meglio le due cartelle cliniche, del Santa Corona e del nosocomio francese), i risultati della biospia, dovrebbe essere una perizia medico legale ad accertare la sussistenza o meno di un nesso di causalità tra il decesso e l’assunzione di integratori, fino alle terapie ospedaliere secondo scienza. Il presunto ‘imputato’ l’integratore con 8 principi attivi e che potrebbe aver favorito l”epatite fulminante. La riservatezza, comprensibile, non consente di sapere se si tratterà di un’azione di presunta responsabilità in sede civile o sarà interessata anche l’autorità giudiziaria.  Quale ? Quella francese, dove è avvenuta la morte o italiana ?

Carla Dompè farmacista di Loano per due mesi si è curatata con un’integratore che forse è stata la causa di un’intossicazione fulminante

“Ho vissuto un’esperienza inenarrabile – racconta al vecchio cronista la dr.ssa Nicoletta Bazzano – che non auguro a nessuno e se non l’avessi provata da testimone diretta sarebbe stato difficile credere. La mamma è morta tra le mie braccia, lucida fino all’ultimo battito cardiaco, alla iniezione terminale…. Poi quella parola in francese del personale medico presente in camera e che non dimenticherò mai ‘….sortie, sortie….’.

“Ma posso confessare solo ora, in preda ad uno strazio costante, capisco che la mamma è la mamma. Non lo nascondo, tra noi c’erano state delle incomprensioni, lei educata e vissuta in un certo modo (genitori piemontesi, per anni titolari di un’apprezzata macelleria di via Stella, a 20 metri dalla spiaggia ndr) io cresciuta in altri tempi. Lei che dopo la morte di papà si occupava, ogni sera, di fare le chiusure di cassa…nonostante si fosse, diciamo ritirata dal ruolo di titolare”.

“Ho vissuto ore e giorni strazianti, assistito a scene di disumanità e indifferenza tra le stanze del dolore. Mia mamma che non ha mai perso conoscenza, da ultimo immobilizzata nel letto.  Non voleva mi allontanassi dalla camera singola…’Non vai da nessuna parte, resta qui…ripeteva nei giorni cruciali’ . Io  cercavo di tranquillizzarla….mamma, è una giornata difficile….porta pazienza….Invece eravamo quasi all’ultimo stadio…E lei…’.vorrei vedere te al mio posto’….Ho negli occhi le braccia di mamma che tirava, tirava le lenzuola come in preda al dolore…alla voglia di vivere, di non andarsene….momenti difficilissimo e che ti segnano…. e persino, poco lontano, infermieri che ridevano e scherzavano tra loro, consumavano una pizza …Io che chiedevo di chiamare il medico, mi rendevo conto che la situazione stava precipitando. C’è voluto un’ora, sì ho atteso un’ora e a  un certo punto ho deciso di girare un video, registrare tutto, le sue implorazioni, la suppliche…e io ‘mamma stai calma, ora il medico arriva….Era passata un’ora, lunghissima….Il momento della puntura terminale ?….lei parlava…la bocca storta… E io…dottore, dottore non faccia…..Ho fatto pochi passi verso la porta, l’invito ad uscire…il tempo di  voltarmi….ascoltare “sortie… sortie”.  Se ne era andata incosciente, con l’aiuto….

La dr.ssa Nicoletta Bazzano titolare della Farmacia Nuova di via Doria a Loano

Nicoletta Bazzano si è rivolta ad uno studio legale. Decisa a combattere, ma frastornata dalla tante incombenze che gli sono piovute addosso, pratiche burocratiche incluse. Se ci sono responsabilità penali e civili dovrebbe essere compito della giustizia accertarle, provarle o escluderle con una sentenza.  Resta da capire quale sia il foro competente: francese o italiano o entrambi ?

Se all’origine della malattia, poi del dramma ci sia l’assunzione dell’integratore, dunque la responsabilità della ditta (italiana) produttrice e che pare ci siano altri decessi sospetti. Era il terzo flacone che la farmacista loanese assumeva, granuli. L’ultimo è rimasto a metà e potrebbe diventare ‘corpo di reato’. Un prodotto nuovo, in commercio dalla scorsa estate, all’etichetta di …… Tre mesi di cura consigliata dal ‘bugiardino’. “E’ durante questo periodo – osserva la figlia –  che mia madre ha iniziato a respirare a fatica, alle prese con un progressivo senso di affaticamento. Non era mai successo prima”.

L’inizio di una sconvolgente odissea e calvario di una paziente che, per una vita, è stata dietro il banco di vendita, spesso a consigliare, ascoltare malati, leggere migliaia di ricette, di una delle tre farmacie di Loano; la sua a poche decine di metri dalla piazza principale sulla quale si affacciano Palazzo Doria, sede del Municipio e il Duomo Parrocchiale. L’area più frequentata e conosciuta della città.

La relais story ha una data fatale, martedì 16 aprile. “Mamma lamentava per la prima volta di urine scure…il medico di famiglia (di Loano Salute) consiglia le analisi…esclude problemi al fegato, ritiene possa trattarsi di cestite e  prescrive Monuril indicato nella prevenzione e nel trattamento di infezioni acute non complicate delle basse vie urinarie causate da germi sensibili alla fosfomicina. Mercoledi 17, noto il colore giallo negli occhi, classico sintomo di un’infezione al fegato. Giovedì il giallo di estende al viso. L’accompagno, nel pomeriggio, al Pronto Soccorso del Santa Corona. Risulta asintomatica totale. Dopo la visita viene ricoverata al padiglione Negri, per sospetta presenza  di un calcolo nel coledoco, ma non affetta da colecisti. Il medico del reparto mi fa presente che per le feste pasquali fino al martedì successivo, in presenza di quei risultati, non si sarebbe fatto più nulla quanto ad accertamenti clinici.  Nulla, neanche flebo….Proprio così.”

Nicoletta Bazzano è però preoccupata, non è convinta che non si possa fare qualcosa per avere qualche certezza in più, e soprattutto un ricovero senza terapie. Telefona all’Humanitas  di Rozzano e al Policlinico di Milano. Parla con un medico (non ricorda il nome), spiega la situazione, i dubbi, gli interrogativi senza risposta, le lungaggini. Il consiglio è di farla dimettere dal Santa Corona e trasferirla al loro pronto soccorso. Si può intervenire se in presenza di un calcolo. Nella mente, nei ragionamenti di chi ascolta tutto sembra così irrazionale, irresponsabile, sottovalutato. E’ sabato 20 aprile. Nicoletta si mette in contatto con uno specialista  che opera a Montecarlo e che aveva curato il compianto papà.dr. Bazzano, farmacista, origini a Sassello dove ora riposa nella tomba di famiglia  anche mamma Carla. Da Santa Corona, dimessa su richiesta, il trasferimento in ambulanza nel Principato, in poche ore il responso di una Tac: non ci sono calcoli, ma una sospetta ‘epatite fulminante medicamentosa’.

Nessun dubbio, per la figlia, sulle terapie pregresse: “La mamma prendeva mezza pastiglia di Lobivon per la pressione”. E da dicembre a gennaio, era ricorsa all’integratore che si vendeva in farmacia. Lei che era sempre stata bene, non faceva analisi….mai problematiche di salute….e proprio in quei giorni erano iniziate a gonfiare le gambe, si sentiva affaticata, svogliata. Assumeva l’integratore di ‘riso rosso’ perchè l’avrebbe aiutata a diminuire la pressione e mantenere il colesterolo nella norma.” Così i sospetti su quel Metabol, prodotto e commercializzato da una Srl affermata in Italia e all’estero si ingigantiscono.

Che succede all’ospedale di Montecarlo ? Sono trascorse 24 ore. “Per noi è un caso clinico troppo grave…”. – è il consiglio medico, ricorda Nicoletta-,  suggeriscono l’ospedale L’Archet di Nizza. In ambulanza il pomeriggio di domenica 21 aprile, il giorno di Pasqua si arriva a Nizza. Visita al pronto soccorso, la prima terapia è  il Fluimucil, contiene il principio attivo N-acetilcisteina,  appartiene ad un gruppo di medicinali chiamati mucolitici, usati per facilitare l’eliminazione del muco dalle vie respiratorie e che per endovena mi si spiega  ha funzioni anche epatoprotettiva.  Poi il responso della biopsia. “Vengo informata che tutto lascia presupporre  un’intossicazione  da farmaci. Ripeto, la mamma faceva uso dell’integratore ……  La cura degli specialisti francesi è a base di immunosoppressori, cortisonici, ad altissime dosi. Passano 20 giorni”.

Nicoletta deve preoccuparsi anche della farmacia, fa la pendolare. Di giorno al capezzale dell’inferma, di sera torna  a Loano per la chiusura. Si alterna, in ospedale con il fidanzato. Subentra un’encefalopatia. “Per tutto il tempo mamma si alzava da letto e veniva con noi al bar dell’ospedale.” Il decorso della malattia, d’improvviso, si aggrava. Dispongono il trasferimento in rianimazione, ricorrono al ‘mars’ (  il dispositivo utilizzato per eseguire la dialisi con l’albumina del paziente, qualche speranza in più, propedeutico al prospettato di trapianto di fegato . “Mi suggeriscono  – spiega la Bazzano – e che occorre  munirsi del Modello “S2“, area Efta, rilasciato dall’Asl o dal Ministero che autorizza il ricovero e gli interventi chirurgici all’estero. Quando siamo partiti alla volta della Francia mai più pensavo al trapianto… convinta di far fronte, da privati, alle spese. ”

Invece inizia un nuovo capitolo con aspetti grotteschi e forse inediti per la maggioranza dei cittadini italiani. Prima di essere inseriti nella lista del trapianto occorre munirsi di tutta una serie  di ‘pareri’ e consensi. Dall’equipe complessa dell’ospedale che ha in cura la paziente al versamento (in assenza del modello S 2), con bonifico, di 168.860 €.

Disporre tout court  della somma non è da tutti e forse non è stato semplice neppure per la titolare di una farmacia nonostante si favoleggia di categoria benestante. “Mi sono data da fare in entrambe le direzioni – rivela Nicoletta Bazzano -, non ho difficoltà ad ammettere che in banca non riuscivo a racimolare oltre 70 mila euro, in alternativa un mutuo non immediato però e quando ho accennato alla difficoltà ad amici non credevo di ricevere tanta solidarietà, disponibilità, buon cuore. Attraverso conoscenti ho pure contattato ed interessato un ex ministro della Sanità, per accelerare, se possibile, l’S 2 autorizzativo. Dunque pronti al trapianto sia pagando in contanti, sia con il benestare sanitario italiano. Potevo intrattenermi con mamma almeno 8 ore al giorno, molte di più di quelle consentite in Rianimazione. Lei sempre lucida, seppure immobilizzata a letto dalle ‘apparecchiature’ dell’emergenza.”.

Tutto precipita, di male in peggio. Indebolendo le difese immunitarie si è presa un batterio. I valori di ‘saturazione’ dei monitor mi allarmavano e i medici a ripetermi, di fronte alla mia crescente angoscia, che non era un ‘problema serio’ (la saturazione dei valori tramite monitor).  La mamma che alle parole di conforto e speranza della figlia, rintuzzava “ …vorrei vedere te al mio posto”.

Difficile descrivere cosa possa provare famigliare difronte ad una corsa ad ostacoli e sorprese, lunga 40 giorni e sul precipizio. Una difficoltà dopo l’altra, ne risolvi una e se ne presentano tre. Quando credevi di aver raggiunto l’obiettivo ti rendevi conto che la lotta non era finita, sempre più impari.  Al di là di quale sarà l’esito conclusivo, della sussistenza o meno di responsabilità, c’è la drammatica testimonianza di cosa significhi ammalarsi in una settimana di feste,  di vacanze, ricorrere alle cure dei medici e degli ospedali, affrontare la burocrazia. “Mi considero una piccola macchina da guerra – conclude l’incontro la dottoressa Bazzano -, in farmacia si ascoltano come in confessionale, tante realtà, ma ciò che ho passato è da non credere come reale. Con mia madre  abbiamo sempre avuto un rapporto conflittuale, durante l’ultimo mese, complice  questa grave malattia, ci siamo avvicinate, anche grazie al supporto del mio esemplare compagno Francesco. Quando ero giovane amavo i supereroi: ci sono voluti 37 anni per capire che il vero supereroe era davanti ai miei occhi ed era mia mamma».

“Credo che resterò segnata, con gli ultimi istanti in cui i monitor al capezzale del malato sembravano impazziti, fino a che si sono accese tutte le spie e  qualche istante dopo si sono spente. ” L’amore di una figlia nulla ha potuto, è stato sconfitto.

Luciano Corrado

UN POST, TRA I TANTI, DI VICINANZA A NICOLETTA

Maura Ceccherelli:…..Volevo per te un messaggio speciale, un messaggio che ti facesse capire quanto ti ero vicina in questo tuo dolore così ingiusto e precipitoso. Comprendeva benissimo quando parlavi di conflittualità con tua madre perché è successo anche a me e sembra che la vita ce lo riservi come un passaggio obbligatorio perché sta succedendo anche con mia figlia. Sono sicura che un mese di sofferenza vicino a tua madre, tu sia riuscita a recuperare ed a capire tante, troppe cose tutte insieme. A me questo passaggio è mancato ed i rimorsi si affacciano e ti chiedono il conto. Si vedeva che la tua mamma era una bella persona così come lo sei tu, una persona profonda, sincera e buona. Ti ho conosciuto in vacanza ma ho potuto apprezzare queste tue doti da tante cose, ti ritengo una persona molto speciale e mi sento legata a te da uno strano affetto…ti sono vicinissima e ti abbraccio con tutto il mio calore

 


L.Corrado

L.Corrado

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